Gli abiti da lavoro di Cheju-do


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arot è il nome dell'abito da lavoro tradizionale indossato dagli isolani di Cheju-do che praticano l'agricoltura, la pesca e l'allevamento del bestiame. È fatto di tessuto di cotone tinto con il succo di cachi ancora acerbi. Oggi, a causa del crescente interesse per le tinte naturali, molti preferiscono vestiti tinti con ingredienti non chimici e, di conseguenza, c'è un forte interesse per questo tipo di abiti. Grazie allo sviluppo di diversi disegni che riflettono la sensibilità moderna in fatto di moda, il karot si sta sempre più trasformando da abito da lavoro in vestito da indossare tutti i giorni.

A causa della mancanza di registrazioni storiche o semplicemente perché non si sono fatti studi approfonditi sul tema, non si sa quando la gente di Cheju-do abbia cominciato a usare il karot come abito da lavoro, ma sembra che ciò sia avvenuto dopo l'introduzione dell'uso degli abiti di cotone.

Può essere stato un processo in cui si imbatté qualcuno che stava cercando di rendere più duraturi gli abiti di cotone. È chiaro, comunque, che lo sviluppo di questa tecnica è dovuto anche all'abbondanza di cachi che, nell'isola di Cheju-do, hanno un sapore aspro e possiedono semi piccoli, condizioni ideali per la tintura.

Per creare uno di questi abiti sono necessarie tre cose: un tessuto di cotone, il succo di cachi acerbi e la luce diretta del sole. Per ottenere il bel colore e la rigidità uniche del karot, il succo deve essere quello dei cachi coreani che hanno un sapore aspro dovuto all'alto grado di tannino. Il periodo migliore per la tintura del tessuto va da metà luglio a metà agosto, quando il sole è al suo massimo estivo. A metà luglio di solito la stagione delle piogge è terminata e la luce del sole è molto forte, cosicché il tessuto viene rapidamente tinto dal succo dei cachi.

Oggi si usano le macchine per
ottenere il succo dai cachi acerbi

Esistono due metodi per la tintura del tessuto con il succo dei cachi: uno è quello di tingere il tessuto prima di farne degli abiti, l'altro è quello di tingere l'abito dopo che è stato confezionato. A Cheju-do le famiglie utilizzano tradizionalmente il secondo metodo, confezionando prima il vestito e tingendolo dopo.

La forma del karot, l'abito da lavoro tradizionale di Cheju-do, segue le linee del costume nazionale coreano, anche se con qualche piccola modifica che lo rende più confortevole per il lavoro. La giacchetta, sia quella femminile che quella maschile, ha la forma della giacchetta del vestito tradizionale estivo, mentre i calzoni sono nello stile classico del costume coreano. Siccome questo tipo di abito è usato durante il lavoro, non si è prestata troppa attenzione allo stile. Inoltre, gli abiti da lavoro venivano confezionati in casa, per cui la forma poteva differire a seconda del gusto artistico e dell'abilità manuale di chi lo confezionava.

C'è da chiedersi perché questo tipo di vestito sia ancora il favorito fra gli abiti da lavoro nell'isola di Cheju-do. Per prima cosa, il karot non si sporca facilmente: il fatto che sia stato tinto col succo dei cachi, lo rende piuttosto rigido e ruvido, per cui la polvere e le altre impurità non vi si attaccano e risultano inutili i frequenti lavaggi. Secondo, il succo dei cachi rende così rigido il tessuto che non c'è bisogno di stirarli o inamidarli dopo il lavaggio. E poi, dal momento che il tessuto è poroso, è fresco da indossare e non si appiccica alla pelle anche quando questa è umida.

Terzo, il tessuto risulta particolarmente durevole proprio grazie al succo dei cachi: questo agisce anche da disinfettante, cosicché il materiale non si rovina anche se lo si lascia da lavare a lungo, con macchie di sudore.

Cho Chang-yun è occupato tutta l'estate
a tingere i tessuti con il succo dei cachi

Quarto e ultimo dei fattori, il processo è economico perché i cachi usati per la tintura, a differenza di quelli che si trovano oggi al mercato, sono a buon prezzo e lo erano ancor più in passato. I cachi un tempo erano facili da trovare a Cheju-do e potevano essere usati come tintura senza sconvolgere il bilancio familiare. Per questi vari motivi, l'abito da lavoro tradizionale tinto col succo dei cachi è stato in passato ed è tutt'oggi popolare a Cheju-do.

L'interesse in questo tipo di abito sta oggi crescendo, così com'è la richiesta di vestiti moderni fabbricati con questo tessuto. In risposta alla richiesta, oggi Cheju-do sta producendo non solo i soliti abiti da lavoro creati con tessuti di qualità, come cotone o canapa, ma anche giacchette e calzoni con uno stile coreano modificato.

Cuscini confezionati col tessuto tinto
alla maniera tradizionale di Cheju-do

Oggi sono disponibili vari tipi di vestiti preconfezionati in diversi stili contemporanei, così come camicie, abiti completi, giubbotti e cappelli.

Naturalmente, le donne di Cheju-do utilizzano questo tipo di stoffa anche per confezionare cuscini e altri tipi di oggetti per la casa.

La richiesta di karot con elementi di stile occidentale dovrebbe aumentare, ma uno dei problemi che dovrà essere affrontato perché questo tipo di vestiti possa diventare veramente popolare è il limitato numero di colori. Il processo di tintura attuale è anche influenzato dai fattori climatici, molto variabili ultimamente, e i cachi locali con alto contenuto di tannino stanno diminuendo.


Tratto da “Galjung-i, Jeju Work Clothes”, in Koreana, vol.15, n.3, autunno 2001. Testo originale di Kim Chong-du. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo