Ahn Jung-geun, combattente per la libertà
Ricordato nel centario della morte

La Corea celebra in questi giorni un eroe nazionale e ricorda un gran brutto periodo della propria storia, quello dell’inizio della colonizzazione del paese da parte del Giappone, che con una ferocia inaudita invase il paese e cercò di cancellare nei coreani il ricordo della propria identità nazionale e addirittura della propria lingua. A un secolo di distanza da quegli anni, resta ancora nei coreani un amaro ricordo delle sofferenze patite dai loro avi.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


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ento anni fa Ahn Jung-geun (안중근 ) sparò a Ito Hirobumi (いとう ひろぶみ ), allora governatore generale della Corea occupata dal Giappone.

Come ogni altro giorno, quella mattina era sorto il sole. E, come ogni altro giorno, la stazione ferroviaria era affollata di viaggiatori.


Un gruppo di bambini sventola la bandiera coreana davanti alla foto di Ahn Jung-geun

Era il 26 ottobre del 1909 alla stazione di Harbin, città della Cina nordorientale. Ciò che rendeva questa mattinata speciale era che stava per arrivare il riverito statista giapponese Ito Hirobumi ad incontrarsi con un rappresentante russo per parlare della giurisdizione giapponese sulla Manciuria.

Ito e il suo seguito scesero dal treno attorno alle 9,25 e misero piede sulla banchina, circondati da una folla che dava loro il benvenuto, quando un giovane vestito di nero si diresse verso di loro.

Si udirono tre spari. Ad appena sette metri di distanza, il giovane aveva colpito Ito. Il nobile giapponese sessantottenne, uno dei fondatori del moderno Giappone e suo primo governatore coloniale della Corea occupata, morì all’istante.

Il giovane gettò la pistola a terra e gridò per tre volte “Lunga vita alla Corea!” Fu arrestato dalla polizia russa.

Per il popolo giapponese fu la fine di un loro grande uomo. Ma per i coreani era la nascita di un eroe. Il giovane era Ahn Jung-geun (1879-1910), allora trentenne e oggi uno dei combattenti per l’indipendenza della Corea più venerati.

Racconti eroici su quest’uomo poco conosciuto di una piccola colonia chiamata Corea si diffusero come un incendio nel mondo. Ahn fu acclamato, oltre che per aver fatto cadere Ito, anche per il suo atteggiamento sicuro di sé e dignitoso durante il processo.

Al giudice che gli diceva: “Hai tolto la vita a Ito Hirobumi. Che cosa credi che avverrà della tua vita?”, Ahn rispose: “Non penso davvero alla mia vita. Intendo solo testimoniare i crimini di Ito e affidarmi alla legge.”

In prigione Ahn scrisse “Sulla pace nell’Asia Orientale”, un manifesto pan-asiatico nel quale si rivolgeva alla Cina, alla Corea e al Giappone perché si unissero in un’organizzazione multilaterale simile alla Comunità Economica Europea, che doveva realizzarsi molto dopo, con una moneta comune e perfino un esercito comune per difendersi contro il colonialismo occidentale.

Quest’opera calligrafica di Ahn Jung-geun dice: “Per proteggere i paesi dell’Asia Orientale, si deve cambiare innanzitutto la politica. È troppo tardi per i rimpianti mentre il momento giusto sfugge.”

Il dottor Shin Un-yong, un ricercatore anziano della Fondazione intitolata ad Ahn Jung-geun, ha detto: “La teoria di una pace pan-asiatica di Ahn fornisce soluzioni realistiche alle sfide e ai problemi che il mondo si trova ad affrontare perfino oggigiorno.”

Riflettendo su questo lato filosofico, Ahn aveva speso gran parte della sua vita per far progredire l’istruzione in Corea, fondando due scuole e organizzando perfino un movimento nazionale per ripagare i debiti che l’Impero della Corea aveva verso il Giappone, liberando così la Corea dai suoi obblighi prima dell’annessione.

Quando queste sue idee fallirono, Ahn si recò all’estero, a Vladivostok, per organizzare una resistenza armata contro l’aggressione giapponese, ma con poco successo.

Fu allora che decise di effettuare l’assassinio del già primo ministro giapponese Ito Hirobumi.

In occasione del centesimo anniversario di questo storico evento, i coreani stanno organizzandosi per onorarne la memoria in più modi. Sono attualmente in produzione una nuova rappresentazione teatrale in musica e un nuovo dramma televisivo sulla vita di Ahn, oltre ad alcune campagne intese a ricreare il volto di Ahn e l’impronta della sua mano su grandi striscioni da esporre a Seul.

In coincidenza con l’anniversario stanno uscendo anche molti libri intesi a far conoscere alla gente la vita di Ahn. Un impiegato della libreria Kyobo, il più grande negozio di libri della Corea, ha detto: “I libri che parlano di Ahn Jung-geun sono sempre bene accetti da parte dei lettori, specialmente da parte di quei genitori che vogliono comprare dei buoni libri che servano da modelli di vita per i loro figli.”

Nel frattempo una statua di bronzo di Ahn, che si trovava prima ad Harbin, è stata portata in Corea del Sud nel mese di settembre 2009 e ora si trova nello spiazzo antistante l’Assemblea Nazionale nella zona di Yeouido, a Seul.


Ahn fu acclamato per il suo comportamento dignitoso e risoluto durante il processo.

E vi è ancora un altro aspetto triste della storia della vita e della morte di Ahn: i suoi resti non sono ancora stati ritrovati.

I documenti storici mostrano che, dopo che Ahn fu imprigionato e giustiziato il 26 marzo 1910 nella prigione di Lushun nella città portuale di Dalian, nella Cina nord-orientale, il suo corpo fu sepolto in un vicino cimitero. Si sa che, con le sue ultime parole, Ahn chiese che i suoi resti fossero riportati in terra coreana una volta che il paese avesse riconquistato la propria indipendenza dal Giappone, ma quest’ultimo desiderio espresso in punto di morte rimane inesaudito.

Dopo aver giustiziato Ahn nella prigione di Lushun, il Giappone tenne segreto il luogo del suo sepolcro, distruggendo tutti i documenti rilevanti. Basandosi su testimonianze, congetture e su dicerie che affermavano che i resti di Ahn erano stati sepolti dietro il complesso della prigione, il governo coreano nella primavera del 2009 ha infine effettuato degli scavi ufficiali.

Il lavoro è stato eseguito principalmente in un sito vicino alla prigione, indicato dalla figlia di un precedente guardiano carcerario come luogo della sepoltura. Ma gli scavi non hanno dato alcun risultato.

A peggiorare le cose, sul luogo si sta ora costruendo un grande complesso di appartamenti. Il governo coreano dice che non intende condurre altri scavi, a meno che saltino fuori altri indizi sulla tomba. Un operaio che lavora nel luogo ha detto che è prevista, entro la fine del 2009, la costruzione di edifici di appartamenti di cinque piani e di dodici piani per centinaia di famiglie. Se questo lavoro sarà portato a compimento, il corpo dell’eroe coreano potrebbe non essere mai più ritrovato.

Anche se la maggior parte degli storici sudcoreani vorrebbero che il governo della Corea del Sud assumesse un ruolo più attivo nella ricerca dei resti, essi riconoscono anche la delicatezza della situazione politica, dicendo che, per ottenere una maggior cooperazione dalla Cina, sarebbe basilare avere il supporto della Corea del Nord.

Più di recente, un discendente del combattente per l’indipendenza coreana Lee Hoe-yeong (1867-1932) ha suggerito un nuovo luogo dove potrebbero essere stati sepolti i resti di Ahn. Han Si-jun, professore all’Università Dankook, che si è specializzato nella storia del movimento di indipendenza della Corea, ha detto che l’informazione è credibile e chiede che il governo sudcoreano agisca di conseguenza.


Kim Ah-rye, moglie di Ahn, con la figlia Hyun-seng e il figlio Joon-seng

Nel frattempo, la prigione di Lushun ha subito di recente un rinnovamento ed è stata aperta al pubblico come un museo. In precedenza il governo cinese aveva vietato l’accesso di stranieri alla prigione, dicendo che vi erano contenuti documenti militari riservati relativi alla presenza navale cinese nella zona.

La struttura bianca della prigione in stile occidentale fu costruita dalla Russia nel 1902. Dopo che il Giappone ebbe vinto la guerra russo-giapponese nel 1905, prese possesso del sito e lo ampliò in modo che potesse ospitare fino a duemila prigionieri.

La prigione, che si estende su circa 26.000 metri quadrati, fu usata fino al 1945, quando il Giappone si arrese senza condizioni alle potenze alleate, facendo così terminare la Seconda Guerra Mondiale.

Il prezzo del biglietto di ingresso al nuovo museo è di 25 yuan (circa 3,70 dollari). Nella cella di Ahn è appesa una targa di rame che presenta le fotografie del nazionalista coreano assieme alla sua biografia e alle sue imprese, in coreano, cinese, inglese, giapponese e russo.

L’edificio di due piani della corte, che si trova a un chilometro dalla prigione, era stato trasformato in un ospedale dopo la guerra. Ma una fondazione privata coreana che commemora gli atti patriottici compiuti contro il Giappone ha acquistato l’edificio e ne ha fatto una sala di esposizione delle cose che Ahn ha lasciato.

La stanza dove Ahn venne giustiziato fu in seguito usata come lavanderia. Oggi, però, è stata ricostruita come esposizione sulle vittime dell’aggressione giapponese.

La moglie di Ahn, Kim Ah-rye, sopravvisse al marito. Avevano due figli maschi, Bun-do, morto all’età di 12 anni, e Joon-seng, e una figlia, Hyun-seng. La famiglia visse a Shanghai fino a che la Corea non ebbe riconquistato l’indipendenza nel 1945. Dopo il 1945, tornarono in Corea del Sud.

Joon-seng e sua moglie Jeong Ok-nyeo hanno un figlio e due figlie. Il figlio, Ung-ho, è un medico che lavora negli Stati Uniti. Anche Ung-ho ha un figlio, che si dice lavori nell’informatica negli Stati Uniti.

Nel frattempo Hwang Eun-joo, figlia di Hyun-seng, vive in Corea del Sud, a Yongin, nella regione Gyeonggi-do.


Tratto da “A Fighter Remembered”, in Korea, Ottobre 2009. Testo originale di Kim Hyung-eun e Chang Se-jeong. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo