Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda. |
C on il termine Aegukga ( L’inno di cui si parla in questa pagina è quello cantato ed eseguito dalle orchestre nella Repubblica di Corea (Corea del Sud), popolarmente considerato come inno nazionale della nazione, anche se il governo sudcoreano non l’ha mai proclamato ufficialmente come tale. L’inno è composto da musica e parole, l’una e le altre create da persone diverse e in tempi diversi. Il testo dell’inno, riportato in una pagina precedente del sito, è molto bello e richiama alla mente dei coreani tutte le bellezze del proprio paese, suscitando un grande sentimento di amore per la propria patria. Le parole dell’inno furono composte quasi certamente nel 1896, in occasione della cerimonia della posa della prima pietra del monumento chiamato «Porta dell’indipendenza» ( La musica invece fu composta 40 anni dopo, quando le parole dell’inno erano già molto note fra la popolazione dei coreani che si erano rifugiati all’estero per sfuggire all’invasione giapponese. La musica venne creata in seguito perché, nei primi anni, i coreani cantavano quest’inno sulle note della melodia scozzese conosciuta in Italia come "Valzer delle candele" (titolo originale "Auld Lang Syne") che i missionari americani avevano loro insegnato. |
L’autore della musica, i suoi studi, le sue opere ![]() Ahn Eak-tai mentre dirige la sua “Fantasia Korea”. Sullo sfondo abbiamo posto lo spartito dell’inno nazionale coreano. Autore del nuovo spartito fu Ahn Eak-tai (An Ik-tae Nato a Pyŏngyang, ora capitale della Corea del Nord, manifestò interesse per la musica fin da piccolo. Nel 1919 lo vediamo in Giappone, dove nel 1930 si diploma al Conservatorio di musica di Tokyo, e poi negli Stati Uniti (San Francisco, Cincinnati, Filadelfia). A Filadelfia completò quello che resta il suo lavoro più importante, la "Symphonic Fantasia Korea", una composizione per orchestra tipicamente occidentale, che rispecchia lo stile delle composizioni americane del suo periodo, ben poco "coreana" anche se contiene vari temi presi dalla musica popolare della Corea. Nella "Fantasia sinfonica" si sentono anche tracce delle sinfonie di Beethoven e, nel finale, si trova quello che è attualmente l’inno nazionale coreano. Una "prima" della "Fantasia" con la New York Philharmonic Orchestra sotto la sua direzione, finì nel caos per la sua incapacità di controllare l’orchestra. Infuriato gettò la bacchetta e abbandonò il podio lasciando incompiuta l’esecuzione. Nonostante questo inizio sconfortante, la sinfonia ha poi riscosso un discreto successo. La si può ascoltare e scaricare (27,8 MB in formato MP3) cliccando qui. La sua biografia in inglese ci parla poi dei suoi viaggi e studi in Europa, in Germania, in Austria, dove studiò composizione sotto Bernhard Paumgartner, poi in Ungheria. Nel 1937 fu invitato a Dublino, in Irlanda, dove il coro irlandese cantò in coreano le parti corali della sua "Fantasia Korea". Tornato a Vienna ebbe modo di incontrare il famoso compositore Richard Strauss, pur continuando nel frattempo i suoi studi a Budapest, in Ungheria. Grazie alla sua conoscenza di Strauss, ottenne inviti a dirigere orchestre in tutta l’Europa. Nel dicembre 1940 diresse con successo l’Orchestra filarmonica di Berlino e continuò a dirigere altre famose orchestre. In una sola occasione fu espulso da un’orchestra che aveva diretto. Questo avvenne nel caso dell’Orchestra Filarmonica di Roma a causa dell’esecuzione della "Fantasia Korea" che il governo giapponese aveva trovato sgradevole. |
Incontro con la futura moglie spagnola Dopo aver diretto e lasciato anche l’Orchestra di Parigi nel 1944, fu invitato dall’ambasciatore spagnolo a dirigere l’Orchestra Sinfonica di Barcellona. Qui incontrò Lolita Talavera, che amava la sua musica, e i due nel 1946 si sposarono e si trasferirono nell’isola di Maiorca, dove Ahn fondò l’Orchestra sinfonica di Palma di Maiorca e dove visse per il resto della sua vita, tranne alcune brevi puntate per lavoro fuori dall’isola. Nel 1948 la musica della parte finale della “Fantasia Korea” sostituì il “Valzer delle candele” come base musicale dell’inno Aegukga e questa melodia di Ahn fu cantata nella cerimonia di fondazione del governo coreano. Dopo la guerra di Corea, il presidente Syngman Rhee lo invitò in Corea e così il compositore tornò a visitare la sua patria dopo 25 anni di assenza. In Corea tornò ancora in seguito per brevissimi soggiorni negli anni 1961, 1962 e 1963 per dirigere il Festival internazionale di musica di Seul. La musica dell’inno infonde un senso di grande solennità. Il motivo musicale non segue la scala pentatonale, tipica della musica popolare coreana, ma si ispira, in un certo senso, alla musica tradizionale scozzese, in particolare allo stesso “Valzer delle candele” portato a quattro quarti, anche se l’Aegukga di Ahn è molto più marziale. Oggi, quando viene eseguito, l’inno tocca profondamente il cuore di tutti i coreani. |
Copyright A causa del copyright, lo spartito non si può toccare, né criticare, e neppure eseguire in pubblico senza il permesso dell’attuale detentore dei diritti d’autore. Ahn Eak-tai, è morto nel 1965, per cui il copyright sulla musica scade solo nel 2015. Le parole della lirica, che risalgono al diciannovesimo secolo, sono invece di libero dominio. Il diritto d’autore è stato fatto osservare con assoluto rigore dal gruppo dei detentori spagnoli del copyright, per impedire che l’inno fosse eseguito liberamente. Nel dicembre 2003 tutti i giornali coreani mettevano in rilievo con grande enfasi il fatto che due squadre di calcio sudcoreane erano state multate per aver eseguito l’inno senza pagare i diritti agli eredi di Ahn Eak-tai. Può sembrare strano che la musica di un inno nazionale sia stata soggetta ai diritti d’autore e che la Repubblica di Corea abbia dovuto pagare questi diritti dopo che l’inno era stato adottato nel 1948, anche se non ufficialmente, come proprio inno nazionale. Nel 2005 i diritti d’autore furono ceduti dagli eredi di Ahn al governo sudcoreano, ma fino ad allora la Corea dovette pagare i diritti d’autore per l’esecuzione della musica del proprio inno nazionale. |
Una piccola variante Scrivere di queste cose è forse rischioso e il fatto di giudicare la musica di quello che è praticamente un inno nazionale può scatenare le ire di un’intera nazione e dar luogo a temibili e costose cause legali internazionali. Ma non posso fare a meno di pensare che una piccola variante alle prime due battute dell’inno lo renderebbe ancor più solenne. La variante qui presentata non è che una mia idea e non vuole far pensare che la decisione del compositore coreano sia considerata sbagliata. Ogni musicista è libero di scrivere musica a suo piacimento e quella di Ahn Eak-tai, d’altronde, è stata pienamente accettata da tutti i coreani. Comunque, l’idea è questa. Se si mettesse fuori dalla prima battuta la prima nota (re), facendo scorrere a sinistra le note delle attuali prime due battute e portando da uno a due quarti la lunghezza dell’ultima nota (re) dell’attuale seconda battuta, si darebbe ai cantanti una possibilità di miglior respiro e la melodia acquisterebbe in questo modo una maggiore solennità. Inoltre, mi sembra più logico che l’accento, che si sente col salire di tono e l’aumento della lunghezza della seconda nota (sol), venga a trovarsi in prima posizione nella battuta, invece che in seconda posizione, com’è adesso. Per capirci meglio, ecco come si presenta la variante suggerita: La variante proposta, giustificata anche dalla pausa finale di un quarto presente ogni quattro battute dell’inno (e in particolare alla fine della composizione), è semplicemente una mia impressione da musicofilo e compositore musicale già iscritto presso la S.I.A.E., Società Italiana Autori ed Editori. Sia chiaro che quest’idea non è soggetta a copyright e viene offerta gratuitamente. Il mio coinvolgimento con la musica è di lunga data e non è la prima volta che ho il piacere di offrire la mia opera in campo musicale. Quand’ero in Corea avevo scritto un breve poema in italiano per un’opera lirica, "The Martyred", composta e pubblicata da James Wade nel 1967, e il mio nome viene ancora oggi citato in Internet, anche se solo in un esempio di scheda per classificazione libraria (scheda di Chapple, Stanley, 1900-1987) in una pagina dell’Associazione delle biblioteche americane. |
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© Valerio Anselmo