Un altro maestro artigiano della lacca

Di oggetti in lacca e di artigiani che si occupano della loro produzione abbiamo già più volte parlato. La particolarità che attira molti dei clienti di questo artigiano, designato “proprietà culturale intangibile numero 13” della regione Chŏllapuk-to, è che i suoi prodotti sembrano essere, oltre che belli, anche benefici per la salute.


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in dall'antichità la lacca è stata preferita come pittura naturale e come agente legante utile per mantenere i prodotti di legno indenni dai danni causati da vari tipi di prodotti chimici, dal calore e dalla luce. Ancora oggi la lacca viene usata per vari oggetti, dal vasellame da tavola agli edifici in legno, dagli oggetti per gli altari alle opere d'arte, dalle navi alle automobili e agli aeroplani. La lacca funziona anche da antisettico, da materiale colorante e da medicina.

Quando si fa un taglio su un albero della lacca, l'albero secerne un liquido per curare la ferita. In un primo momento il liquido è di color beige, ma, col passar del tempo, diventa marrone scuro. Questo liquido è appunto la lacca.
Siccome è molto resistente all'acqua, la lacca viene molto usata per rivestire vari tipi di vasellame, armi, oggetti per la casa e strumenti musicali. In passato fu anche usata per proteggere i palazzi reali, i templi e le case dei nobili.

Il mastro artigiano Lee Ui-sik al lavoro

Storicamente si presume che lacca sia stata usata per la prima volta in Egitto già a partire dal 3.000 a.C. e in Cina attorno al 2.500 a.C. In Corea, i resti storici rinvenuti nelle antiche tombe indicano che la lacca fu usata a partire dall'età del bronzo (1.000-300 a.C.).

Ciotole e armi laccate, che si ritiene risalgano all'anno mille, sono state scavate da una tomba a Daho-ri, nel distretto di Ch'angwŏn della regione Kyŏngsangnam-do. Una delle ciotole conteneva delle castagne, che erano secche ma non andate a male, una prova delle proprietà della lacca nel favorire una buona conservazione.

Resti di oggetti laccati sono stati recuperati anche dalla tomba del re Muryŏng (m. 523), venticinquesimo re del regno di Paekche (18 a.C.-660 d.C.), e dallo stagno di Anapchi, che si trova nella zona di un palazzo reale del regno di Silla Unificato (668-935) a Kyŏngju, nella regione Kyŏngsangpuk-to. Sono stati anche scoperti molti oggetti decorati con inserti in madreperla, risalenti all'epoca Koryŏ (918-1392) e all'epoca Chosŏn (1392-1910).

Gli alberi della lacca crescono bene a un'altitudine fra i 150 e i 450 metri sul livello del mare. In Corea gli alberi della lacca possono essere coltivati quasi ovunque, tranne che nella regione Hamgyŏngpuk-to nella Corea del Nord.

Un tavolino laccato con intarsi in madreperla

Le zone tipiche per la coltivazione degli alberi della lacca comprendono Pup'yŏng (non distante da Inch'ŏn), Okch'ŏn (vicino a Taejŏn), Wŏnju (nel Kangwŏn-do), Namwŏn (che si trova a una cinquantina di chilometri da Kwangju) e Ch'ilgok (vicinissimo a Taegu). Gli alberi della lacca vengono coltivati su larga scala presso il monte Ch'iak (Ch'iaksan) a Wŏnju con il supporto del governo metropolitano di Wŏnju.

La lacca viene raccolta per tre o quattro mesi a cominciare dall'inizio dell'estate, quando la linfa inizia a colare dai tronchi degli alberi. La linfa viene di solito raccolta di mattina presto da alberi che hanno da otto a quindici anni. Da ogni albero si ottiene un mezzo bicchiere da birra di lacca. In autunno, alla fine del periodo di raccolta della linfa, gli alberi vengono tagliati e nuovi alberi vengono lasciati crescere dalle radici di quelli tagliati.

La Corea produce meno di una tonnellata di lacca all'anno. Di conseguenza questo prodotto è molto caro. Chi si specializza in questo mestiere viene chiamato “artigiano della lacca”.

Lee Ui-sik, che ha compiuto 51 anni nel 2005, è un famoso artigiano della lacca di Chŏnju (regione Chŏllapuk-to) che ha lavorato in questo ramo per 35 anni. Nel 1992 ha ricevuto la medaglia d'argento al Concorso internazionale di design che si è tenuto in Giappone e nel 1998 è stato insignito del titolo di “proprietà culturale intangibile numero 13” della sua regione.

Vasellame da tavola creato da Lee Ui-sik. Si dice che i prodotti laccati siano salutari in quanto sono efficaci nel prevenire danni derivanti da umidità e da insetti

Lo studio di Lee, che si trova nel quartiere P'albok (P'albok-dong) di Chŏnju, è come un bagno turco. Questo perché lui non permette che si apra una finestra e non usa né il condizionatore d'aria, né il ventaglio, anche nelle ore più calde del giorno. Ciò viene fatto per evitare la possibilità che una particella di polvere contamini l'area di lavoro o si posi sulle sue opere. Inoltre, la lacca non si asciuga bene se la temperatura è troppo bassa.

Lee ebbe il suo primo incontro con la lacca all'età di 15 anni. Allora era così povero che era disposto a imparare qualunque mestiere che potesse aiutarlo a sopravvivere. Dopo aver lavorato per un po' di tempo a Chŏnju, andò a Seul per approfondire gli studi e fu tanto fortunato da incontrare un buon maestro che gli insegnò le tecniche della lacca in modo sistematico. Dietro suggerimento del maestro, Lee andò poi a studiare per cinque anni in Giappone.

Più tardi, fiero del proprio lavoro, tornò nella città natia di Chŏnju, ma ebbe a soffrire a lungo per mancanza di sbocchi di mercato e per difficoltà finanziarie. Dopo aver patito un certo numero di sconfitte, il lavoro infine si stabilizzò e ora egli è tutto preso dalla modernizzazione della lacca.

La creazione di oggetti laccati è un
processo molto complesso e laborioso

Ha sviluppato una tecnica di laccatura che fa uso del carbone di legna, tecnica che è stata molto lodata perché ha aperto un nuovo capitolo nell'industria. Dipinge con la lacca le sue sculture di legno dopo averle scaldate a una temperatura molto elevata. Crea anche dei lavori con il carbone di legna. La maggior parte delle sue opere vengono esportate e sono particolarmente popolari fra le famiglie giapponesi della classe media, che vogliono stare in buona salute e amano il benessere.

“La lacca emette raggi infrarossi che sono benefici per il corpo umano. Inoltre, il materiale è molto efficace nel prevenire danni derivanti dall'umidità e dagli insetti. La lacca aiuta anche a rilassarsi e a dormire bene. Coscienti di tutti questi vantaggi della lacca, i giapponesi che badano alla propria salute sono desiderosi di avere oggetti e opere d'arte laccate.” dice Lee.

Lee mette anche l'accento sul fatto che la lacca è un materiale molto moderno. Egli crede che la tradizione possa essere continuata nel senso reale solo se si mantiene al passo con i tempi.

Per finire un pezzo, Lee lo dipinge con sette o otto strati di lacca. Il procedimento inizia con l'asciugatura del legno, che richiede circa un anno. Poi il legno viene tagliato, sagomato e inciso. Una volta che è stato inciso, deve essere scartavetrato fino a che non sia diventato liscio. Come si potrà capire, il processo del lavoro è estremamente complesso e laborioso: in pratica, per produrre un'opera d'arte laccata occorrono dai sei ai dodici mesi.

Lee si è proposto la regola di alzarsi alle sei del mattino per mettersi subito al lavoro e di andare a letto circa all'una dopo mezzanotte, dedicando 19 ore al giorno al proprio lavoro. Il lavoro diventa particolarmente duro d'estate perché, in quel periodo, nel suo studio con tutte le finestre chiuse deve combattere una dura battaglia con il caldo soffocante.

Ma è grazie a persone come Lee Ui-sik che questo mestiere tradizionale ha ancora un futuro che, per un numero ristretto di addetti, si presenta abbastanza promettente.


Tratto da “Lacquer Artisan”, in Pictorial Korea, luglio 2005. Testo di Park Sun-hee. Foto di Kim Sea-kwon. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo