2009, anno del bue

Per vari gravi motivi, non si può dire che l’anno 2008 appena trascorso sia stato un anno molto felice per il mondo. L’anno lunare che sta per cominciare non sembra far presagire un radioso futuro, ma forse il simbolo dell’anno nello zodiaco cinese, il bue (o bufalo d’acqua), può darci qualche segno di speranza di venirne fuori con una certa dignità, anche se con molta fatica.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



Ritorno dai campi a dorso di bue, suonando il flauto

S

econdo il calendario cinese, il 2009 è l’anno del bue (o meglio, del bufalo d’acqua). L’immagine agreste rappresentata a destra trasmette un senso di tranquillità e di pace, e questo è certamente ciò che tutti si augurano per il nuovo anno.

Il bue nella storia coreana

Un aneddoto concernente Hwang Hui (황희 , 1363-1452), primo ministro e braccio destro del re Sejong il grande (1397-1450), riguarda proprio questo animale.

Una volta, un giovane nobile in viaggio nella campagna coreana vide un vecchio che arava la terra con due buoi, uno marrone e l’altro nero. Dopo aver osservato per un po’ di tempo il lavoro, il nobile chiese: “Senti, quale dei due buoi lavora meglio, quello marrone o quello nero?”.

Il vecchio smise di lavorare, senza parlare si recò fino all’albero alla cui ombra il nobiluomo si stava riposando e gli sussurrò in un orecchio: “Quello marrone è meglio”.

Il nobile fu sbalordito da questo atteggiamento. “Non c’era bisogno che tu venissi fin qua per dirmi questo.” – disse – “E poi, perché hai sussurrato?”


Una dama in viaggio a dorso di bue. Dietro la segue un servo (dipinto folcloristico).

Il vecchio rispose: “Entrambi i miei buoi sono dei grandi lavoratori, ma, se io rivelo quale è il mio favorito, urterò i sentimenti dell’altro. Non si deve mai dire una simile cosa ad alta voce, neppure quando si tratta di un animale.”

Il giovane nobile tornò a corte e, per il resto della sua vita, non disse mai una parola cattiva contro gli altri.

Cura del bestiame da parte dei contadini

A parte la lezione che risulta ovvia da questa storia, si noti come venivano trattati i buoi nella vecchia società coreana, la cui economia dipendeva prevalentemente dall’agricoltura. Per un contadino un bue era un qualcosa di più del semplice bestiame. Era un mezzo di sussistenza, un utile mezzo di trasporto, un grosso patrimonio familiare quando si aveva un bisogno immediato di denaro e, fra l’altro, anche una scorta di cibo. Avere molti buoi significava avere ricchezza e potere.

Quando il tempo diventava freddo, il contadino fabbricava una stuoia di paglia per coprire la schiena del bue. Quando arrivava la primavera, cominciava a pulire la stalla ogni due settimane per tutto l’anno, fino all’inverno.


Trasporto di un carico a dorso di bue.
Si noti la particolare imbracatura.

Non dava mai da mangiare al suo bue dell’erba bagnata dalla rugiada e ne spazzolava il corpo per aiutarlo ad attivare meglio il suo metabolismo. Quando doveva fare un lungo viaggio con il bue, il proprietario preparava delle scarpe di paglia per la bestia per prevenire il consumo degli zoccoli.

Il bue è il simbolo di tre virtù principali: l’onestà, la sincerità e l’abnegazione. Lavora lentamente, ma con costanza, è sempre paziente e non si lamenta per la durezza della vita. Anche quando la sua vita finisce, lascia al padrone un patrimonio consistente in termini di carne, corna, grasso e pelle.

La figura del bue nel folclore locale

Si pensa comunemente che i nati nell’anno del bue siano grandi lavoratori e leali. Possono a volte essere lenti, ma sanno essere estremamente determinati quando si impuntano su qualcosa. Questa determinazione può a volte portare all’espressione “testardo come un bue”. In questo senso il proverbio coreano “Leggere le scritture buddiste a un bue” si riferisce all’inutilità di cercare di persuadere qualcuno che non porge ascolto alle parole altrui.


La stessa imbracatura dell’immagine precedente, fotografata dall’autore del sito nel 1967 nelle campagne coreane

Molto tempo fa, si usavano dei buoi nei riti sacrificali e si ballava la danza del bue come augurio di un buon raccolto per il nuovo anno. In uno dei miti dell’isola di Jejudo e negli affreschi del regno di Goguryeo (37 a.C. - 668 d.C.) il bue è rappresentato come il dio dell’agricoltura.

L’immagine di un bue fa anche parte delle figurine di creta che si trovano nelle tombe del regno di Silla (57 a.C. - 935 d.C.). Se un bue compare in sogno, simboleggia: antenati, tomba, discendenti, ricchezza, collaborazione e affari. Si dice che sognare un bue che entra nella propria casa significhi un sicuro auspicio di ricchezza.

Nel Confucianesimo il bue rappresenta la rettitudine. Nell’opera “Samgang haengsil-do” (삼강행실도 , Condotta illustrata dei tre legami) che fornisce un codice di comportamento, vi è un episodio che si riferisce a un bue leale che muore cercando di salvare il proprio padrone da una tigre. Nel buddismo alcuni termini come “sibudo” (십우도 ) o “simudo” (심우도 ) consigliano di disciplinare il proprio cuore e la propria mente. Il carattere intermedio, “u” () che letteralmente significa “bue”, in questo caso indica sé stessi, la propria mente.


Notizie tratte da varie fonti, in particolare dall’articolo "Wishing for a bullish New Year" di Kim Hee-sung, pubblicato nel sito del Korea Overseas Information Service (KOIS), Korea.net.

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© Valerio Anselmo