Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda. | |
L e antiche mappe conservate negli archivi Kyujanggak ( Queste mappe sono fonti di consultazione preziose per conoscere il mondo del passato. Riflettono infatti non solo le conoscenze geografiche di una certa epoca, ma anche il livello di tecnologia scientifica e di talento artistico della popolazione. Rivelano inoltre l'ideologia prevalente, il pensiero concettuale e le credenze religiose della società. Le antiche mappe possono anche essere usate per misurare il grado di scambi culturali fra le regioni, dal momento che furono create all'interno di una cultura unica che fondeva la scienza con l'arte. Gli archivi Kyujanggak, che si trovano presso l'Università Nazionale di Seul, ospitano la più grande collezione di mappe antiche della Corea. Queste sono per la maggior parte simili fra loro come tipologia e sono notevoli per il loro stile elaborato e per la loro eccezionale bellezza pittorica. Vi sono circa 6.000 mappe di 220 tipi diversi, contenute in quasi 1.100 libri, tutti conservati separatamente. La maggior parte di esse sono a colori, mentre alcune sono stampe monocromatiche da blocchi lignei. Le loro date di produzione vanno dal 16º al 19º secolo. La creazione di queste mappe non fu intrapresa solo dalle istituzioni statali, ma anche da organismi privati. | |
La carta astronomica Ch'ŏnsangyŏlch'abunyajido Questa mappa fu prodotta in uno stile simile a quello adottato per le carte astronomiche, o ch'ŏnmundo ( | |
La mappa del mondo nota con il nome di Honilgangniyŏktaeguktojido Come si può notare osservando la figura a fianco, tale carta geografica riporta, all'estrema sinistra, non soltanto la penisola arabica, ma anche l'Africa e l'Europa. In pratica comprende, anche se in modo molto approssimativo, tutto il mondo conosciuto a quell'epoca. | |
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Comunque, è particolarmente significativo il fatto che la Corea di allora, in una posizione così isolata all'estremità orientale dell'Asia, fosse in grado di produrre una mappa di questo tipo, dal momento che tale compito dipendeva dal trasferimento della cartografia islamica alla Cina durante la dinastia cinese Yüan, quando essa governava su un vasto impero. A cominciare dal 17º secolo, la società Chosŏn, che continuava a essere influenzata dal neo-confucianesimo, venne in contatto con la cultura occidentale attraverso inviati mandati a Pechino. Essi furono in grado di acquistare libri di astronomia e geografia e calendari occidentali, oltre a mappe occidentali del mondo, tradotte in cinese grazie all'interazione di missionari occidentali che si erano stabiliti a Pechino. Le versioni occidentali delle mappe del mondo furono particolarmente traumatizzanti per gli studiosi confuciani della Corea. Le mappe del mondo che mostravano i cinque continenti erano completamente diverse dal concetto che del mondo La mappa del mondo pubblicata in Cina | |
Come si nota dal confronto, la mappa coreana si basava da vicino sulla “Mappa completa di tutte le nazioni” (wan-kuo ch'üan-t'u 萬國全圖) tratta da un testo di geografia mondiale intitolato “Una spiegazione illustrata di geografia” scritto dal gesuita bresciano Giulio Aleni (1582-1649), citato sopra. Come nella “Grande mappa di tutti i paesi”, prodotta in cinese dall'italiano Matteo Ricci, primo missionario gesuita a diventare esperto di cinese, anche la mappa di Aleni poneva quasi al centro l'Asia Orientale, dal momento che si centrava sul meridiano a 180°, nel bel mezzo del Pacifico. | |
Queste novità provenienti dall'Occidente non furono però accolte ciecamente da tutti. A quell'epoca la maggior parte degli intellettuali coreani del periodo Chosŏn cercò di interpretare questa versione occidentale della carta geografica mondiale basandosi sui propri concetti tradizionali del mondo. Fino ad allora la terra che essi conoscevano era formata dalla sola Cina e dalle aree circonvicine. L'Africa, il Nuovo mondo e l'Oceania si trovavano in una parte sconosciuta del pianeta, parte che essi non potevano visitare e la cui esistenza era quindi impossibile da confermare. I letterati coreani di quel periodo tentarono perciò di interpretare alla loro maniera questo mondo sconosciuto, sostituendo i nomi dei continenti ignoti con i nomi dei paesi strani e mostruosi descritti nell'antico libro La mappa circolare Ch'ŏnhajegukto La mappa Ch'ŏnhajegukto è un esempio rappresentativo di mappe circolari del mondo. La forma circolare di questa carta geografica vuole simboleggiare il cielo. Al centro vi è un continente interno, circondato da mari interni, da continenti esterni e da mari esterni. Il continente interno è rappresentato dalla Cina e dai paesi vicini, la cui esistenza era nota all'epoca in cui la mappa fu prodotta. Al centro si trova il monte Kunlunshan, che si diceva fosse il centro dell'universo. Rappresentati nei mari interni e nei continenti esterni si trovano i paesi immaginari tratti dal manuale cinese. Sul bordo più esterno della mappa, a sinistra e a destra, si trovano due alberi sacri, Pusang ( Nel mare interno, sotto il Giappone, si trovano tre monti, il Pongnae-san ( | |
La bella mappa Agukch'ongdo Gli sforzi del governo e di organizzazioni private durante l'ultima parte del periodo Chosŏn culminarono, negli anni 1860, nella produzione della mappa dettagliata della Corea a cura di Kim Chŏng-ho ( | |
Tracciata all'incirca in scala 1:160.000, è divisa in 22 segmenti di 120 li ( Un dettaglio della mappa Taedongnyŏjido Per distinguere le strade dai corsi d'acqua, Kim Chŏng-ho tracciò le strade quasi con linee rette, di colore rosso e divise in segmenti di 10 li. L'aspetto più caratteristico di questa mappa è la rappresentazione delle montagne. Invece di rappresentare picchi montani individuali, le catene montuose sono unite fra loro in una rete continua. Questa tecnica, che si vede raramente in qualunque altra parte del mondo, è considerata una caratteristica distintiva della cartografia coreana. Una tale rappresentazione del sistema montuoso è correlata con il sistema fluviale: ogni spartiacque, anche se quasi piatto, è delineato alla sua altitudine relativa. L'idea che sta alla base della creazione di questo tipo di rappresentazione è il concetto tradizionale di territorio nazionale che considera le montagne e i fiumi come lo scheletro e il sistema circolatorio del corpo, riflettendo così un concetto della natura tipico della popolazione coreana del periodo Chosŏn. | |
Durante il periodo Chosŏn, oltre alle carte geografiche dell'intero paese, furono anche prodotte molte mappe della capitale e dei distretti amministrativi. Una particolare cura fu La cartina Tosŏngdo della capitale Seul La pianta di Seul rappresentata nella mappa chiamata Tosŏngdo ( In conclusione, le antiche mappe conservate negli archivi Kyujanggak, anche se non furono preparate con rilevamenti scientifici come si usa oggi, rappresentarono bene le caratteristiche geografiche al momento della loro produzione. Inoltre, grazie al fatto che furono create come opere d'arte, più che opere meramente tecniche, emanano ancora oggi un fascino sottile che non si riesce più a trovare nelle carte geografiche moderne prive di creatività artistica. | |
Basato su “Ancient Maps Reflect the Currents of the Middle Ages”, in Koreana, vol.16, n.3, autunno 2002. Testo originale di Oh Sang-hak. Ricerche storiche e bibliografiche dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo