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N el suo programma “Memorie del mondo”, l'UNESCO designa in tutto il mondo alcuni documenti scritti che hanno valore universale. Nella lista Patrimonio di documenti (Documentary Heritage) nell'anno 2000 sono stati inclusi 47 documenti di 26 paesi, fra cui due documenti coreani, il Chosŏn Wangjo Sillok ( ![]() La copertina e una pagina interna del secondo volume del Puljo Chikchi simch'e yojŏl, che si trova nella Biblioteca nazionale di Parigi Il Puljo Chikchi simch'e yojŏl (che sarà citato in seguito come Chikchi), è il più antico testo stampato con caratteri metallici mobili giunto fino a noi. Fu stampato nel 1377, ben 78 anni prima della Bibbia di Gutenberg, che è stata anch'essa inserita quest'anno nella lista del Patrimonio di documenti. Il Chikchi, attualmente in possesso della Biblioteca Nazionale di Parigi, in Francia, fu stampato nel tempio Hŭngdŏk-sa a Ch'ŏngju, nella regione Chungchŏngpuk-to. |
È una raccolta di dissertazioni e di insegnamenti buddisti compilati dal vecchio monaco Paegun (1298-1374). Contiene estratti di panegirici, canti, massime e dialoghi di grandi monaci buddisti e fu creato per l'istruzione degli asceti buddisti. Si tratta degli insegnamenti necessari per giungere al nocciolo del buddismo Sŏn
Una copia dei caratteri metallici del regno di Koryŏ, in mostra presso il Museo della stampa antica di Ch'ŏngju Uno dei fatti più notevoli della cultura coreana durante il periodo Koryŏ (918-1392) fu lo sviluppo della stampa e delle pubblicazioni, di cui un esempio rappresentativo è il Tripitaka Koreana, una collezione di scritti buddisti intagliati su 80.000 blocchi di legno per la stampa, già designato come “patrimonio mondiale” dall'UNESCO. |
Nel 1234, ventiduesimo anno di regno del re Kojong, furono inventati i caratteri metallici e fu stampato un testo chiamato Sangjŏng kogŭm nyemun. Strumenti usati nella fabbricazione dei caratteri metallici sono messi in mostra nel museo della stampa antica di Ch'ŏngju. Sullo sfondo una figura che rappresenta il processo di fabbricazione dei caratteri. Per varie decine d'anni vi è stata in Corea una febbre di ricerche per scoprire altri volumi del Chikchi. La copia che si trova ora nella Biblioteca nazionale di Parigi è infatti il secondo di due volumi, ma, siccome fu impresso con caratteri metallici, si stima che ne siano state stampate varie copie. La copia che ora si trova in Francia fu presa in Corea agli inizi del 1900, per cui in Corea ne dovrebbero esistere ancora altre copie. |
La ricerca si è concentrata sulle registrazioni di vecchi templi, sulle biblioteche con grandi collezioni di libri antichi e sulle collezioni di discendenti di antichi letterati. Il Museo della stampa antica, sorto sul terreno del tempio Hŭngdŏk-sa, serve come
Un disegno moderno che rappresenta un laboratorio di stampa del periodo Chosŏn, basato su informazioni raccolte dai resoconti storici In Occidente il libro è noto come Chikchi simgyŏng (invece di Chikchi simch'e) Questo titolo viene dal nome che fu assegnato dalla rivista Books stampata nel 1972 dalla Biblioteca nazionale di Parigi. Un anno dopo, in un volume intitolato Trésors d'Orient, pubblicato dalla Biblioteca, il libro fu ancora citato con quel nome. Vi è un motivo per cui questo libro fu così denominato. Anche se non si conosce la data in cui ciò è avvenuto, quando il libro si trovava in Corea, qualcuno lo smontò e le pagine furono poi montate su tavole e quindi di nuovo rilegate. Sulla copertina qualcuno scrisse, con pennello e inchiostro, le parole “Chikchi simgyŏng”. La parola gyŏng significa che il libro era considerato come una delle scritture buddiste. |
L'altro libro coreano designato quest'anno come facente parte del “Patrimonio di documenti” è il Sŭngjŏngwŏn ilgi (Diario del Segretariato reale, tesoro nazionale n. 303). Questo libro è una raccolta
Il Sŭngjŏngwŏn Ilgi, registrazioni dettagliate della vita Il Sŭngjŏngwŏn Ilgi costituì la base per la stesura degli Annali della dinastia Chosŏn (Chosŏn wangjo sillok), un'opera in 888 volumi scritta in caratteri cinesi. L'istituto del Sŭngjŏngwŏn era l'equivalente dell'attuale Segreteria presidenziale. Il Diario è un'ampia registrazione degli avvenimenti, che copre circa 300 anni, dai tempi del re Injo (1623) al re Sunjong (1910). È formato da 3.243 volumi e contiene 242 milioni di caratteri cinesi. |
Come tale è molto più grande del Chosŏn wangjo sillok che contiene 54 milioni di caratteri cinesi ed è anche superiore alla storia della Cina, un'opera in 3.386 volumi, che contiene 40 milioni di caratteri cinesi. Il libro è un tesoro storico che contiene non solo resoconti particolareggiati, ma anche i documenti mandati dall'ufficio del re e da altri uffici governativi, oltre ai dettagli di tutti i tipi di eventi e di incidenti. Ad esempio, se il Chosŏn wangjo sillok avesse registrato “il re è andato a Suwŏn”, il Sŭngjŏngwŏn ilgi avrebbe contenuto una registrazione della data e dell'ora in cui il re si era recato sul posto, da chi era accompagnato, su che tipo di palanchino aveva viaggiato, in che cosa si era imbattuto per via, quello che aveva mangiato e quello che aveva bevuto. E, se c'era un incendio, ne registrava la causa, come il fuoco si era diffuso e come era stato poi domato.
Il Museo della stampa antica a Ch'ŏngju Quando fu completata la traduzione del Chosŏn wangjo sillok, questa fu salutata come un evento che avrebbe fatto avanzare di decenni gli studi coreani e lo studio della storia coreana. Tenendo presente questo fatto, la traduzione del Sŭngjŏngwŏn ilgi dovrebbe avere un grande impatto in molte aree. |
La traduzione dei 220 volumi del periodo di Kojong è iniziata nel 1994 e ora (agosto 2001) ne sono stati completati 138. La traduzione dell'intero gruppo di 220 volumi Questo è il posto in cui si trovava il tempio Hŭngdŏk-sa. Per poter assicurare una traduzione bilanciata e unificata, per principio l'intera traduzione viene fatta in comune dai sei traduttori. Per assicurare l'accuratezza del lavoro, l'intero gruppo discute qualunque parte difficile prima che venga presa una decisione. “Il senso di aver ottenuto un'opera ben fatta che ci pervade quando finiamo una pagina, quando un volume è completato, è indescrivibile.” spiega uno dei traduttori. Si attende con ansia il risultato dei loro sforzi. |
Informazioni più dettagliate sul Puljo Chikchi simch'e yojŏl si possono trovare in italiano all'indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Jikji (dove il nome viene trascritto come Jikji secondo la romanizzazione imposta dal governo coreano). |
Tratto da “Buljo Jikji Simche Yojeol and Seunjeongwon Ilgi”, in Pictorial Korea, agosto 2001. Testo originale di Lee Hye-kyung, fotografie di Kwon Tae-kyun. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
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© Valerio Anselmo