Arirang, il canto popolare più bello e più noto della Corea, è già stato citato varie volte in questo sito, come nella pagina “Arirang iscritto nell’elenco dei patrimoni culturali dell’UNESCO”. Qui a parlare di Arirang è la più famosa interprete coreana di questa canzone popolare. |
![]() La cantante Lee Chun-hee per le vie di Parigi di notte T ardi, in una notte di dicembre dello scorso anno (2012) a Parigi, Lee Chun-hee ( “C’è un detto coreano che recita: ‘Se scavi un pozzo abbastanza a lungo in un certo posto, troverai l’acqua.’” dice Lee, ora tornata a Seul, presso la sede dell’Associazione coreana del canto popolare tradizionale, di cui è direttrice. Originaria della capitale della Corea del Sud, Lee ha trascorso decenni in quello che è stato, a volte, un viaggio musicale solitario. La prima volta che decise di dedicarsi all’arte del canto popolare, era difficile perfino trovare un posto dove poter imparare. “Avevo ascoltato dei canti popolari alla radio e mi piacevano così tanto!” dice. Trovare un posto in cui imparare non fu facile, ma nel 1967, Lee divenne allieva della maestra Lee Chang-bae, una famosa cantante. “In un primo momento pensai che imparare a cantare i canti popolari fosse facile, ma mi resi poi conto che diventa più difficile man mano che lo si studia. La tecnica è molto difficile.” dice Lee riferendosi in parte al vibrato particolare che caratterizza gran parte del canto tradizionale coreano. Negli anni successivi, da quando trovò la sua prima maestra, Lee fece numerose apparizioni nelle trasmissioni televisive in Corea. Nel 1989 fu designata principale interprete delle canzoni popolari della regione Gyeonggi-do e nominata Importante proprietà culturale immateriale numero 57 della Corea. Ha vinto numerosi premi, si è esibita in tutto il mondo, ha preso parte a collaborazioni artistiche della Corea del Nord e del Sud ed è stata direttrice artistica del Centro nazionale Gugak (musica coreana tradizionale). Lee ammette che non è sempre stato facile, specialmente all’inizio della sua carriera, quando l’apprezzamento per i generi musicali tradizionali era basso. “Mi sono spesso chiesta perché facessi questo” dice. “Ma nel momento in cui cominciai effettivamente a cantare, mi sentii grande.” Ed ecco alcuni video, tratti da Youtube, in cui Lee Chun-hee interpreta varie forme regionali di Arirang:
Arirang, l’inno nazionale non ufficiale della Corea Quando viene trascritta con i simboli dei semitoni e dei tempi di un manoscritto occidentale, Arirang è una semplice melodia di sei note, che si estendono su una singola ottava, e che viene cantata su un ritmo di tre quarti. Fornisce, tuttavia, una piattaforma adatta per ampie reinterpretazioni. Ma niente, forse, comunica l’essenza di Arirang in modo così potente quanto la voce umana. Questa è una canzone molto personale, che la cantante canta non per il pubblico, ma per se stessa. Ogni nota può essere tenuta lunga a piacere e non esiste, effettivamente, una melodia fissa. “Ciò che tutte le varianti regionali di Arirang hanno in comune è la lirica, cioè le parole.” dice Lee. “Le melodie sono invece diverse.” Origini oscure Se si va abbastanza indietro nella storia, le radici di qualunque arte svaniscono nell’oscurità. Arirang non fa eccezione: anche se la Corea ora ha individuato varie forme di questa canzone, di solito basate sulle regioni, nessuna di queste ha un’origine certa. “Alcuni pensano che Arirang sia iniziata come il canto di un barcaiolo.” dice Lee. Ciò sarebbe coerente con la convinzione diffusa che i primi echi della canzone potrebbero essere stati uditi nelle valli della regione Gangwon-do, regione montuosa orientale della Corea, da cui venivano portati a Seul molti beni in lunghi viaggi sulle zattere. Forse il segreto della persistenza di Arirang nel tempo risiede nella sua capacità di adattamento, apparentemente illimitata. Lee cita Jeongseon, Jindo e Miryang come regioni della Corea con versioni identificabili della canzone, ma questo è solo il tronco di un enorme albero di variazioni che ha fino a 3.600 rami. La descrizione ufficiale dell’UNESCO definisce la canzone come “il risultato di contributi collettivi effettuati dalla popolazione comune della Corea in tutte le generazioni”. Ci sono segni evidenti che questa notevole evoluzione continuerà ancora per le generazioni future. |
Tratto dalla rivista Korea, numero di febbraio 2013. |
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© Valerio Anselmo