Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda. |
![]() Uno dei movimenti della tecnica della spada A ll'interno della sala degli allenamenti tre uomini si inginocchiano tenendo dei bastoni di bambù grossi quasi come l'albero maestro di un'imbarcazione a vela. Un uomo in piedi sfodera la spada. Può vedere che il bambù è già stato intaccato da un colpo di spada che l'ha colpito con un'angolazione sbagliata. Un lampo metallico e parti di bambù lunghe più di mezzo metro toccano terra, fatte nettamente a pezzi a mezz'aria. Tutti applaudono. “La tecnica della spada richiede completa concentrazione”, afferma Kim Jeong-ho, cintura nera di decimo dan e presidente della Federazione mondiale di Haidong Gumdo (World Haidong Gumdo Federation, WHGF), nel suo ufficio a Bundang. “Non c’è alcuna pressione psicologica per raggiungere la vittoria. L’arte della scherma coreana con la spada permette di scatenare il proprio potenziale attraverso la pratica. Questa fiducia in sé stessi si estende poi anche ad altre aree della propria vita.” Secondo il presidente della federazione mondiale, Kim Jeong-ho, il fulcro della Haidong Gumdo risiede nella “legge” (o tecnica) della spada, piuttosto che nella competitività, come antidoto alle pressioni sociali della vita moderna. Oggi la gente ha bisogno di un'attività calma e meditativa, e ciò viene fornito proprio da questo tipo di esercizio assolutamente particolare. Secondo la tradizione, l'arte coreana della spada, diretta discendente dell'Haedong kŏmdo, iniziò 1.700 anni fa sul monte Paektu-san che si trova sul confine fra la Corea del Nord e la Cina. I samurang, guerrieri dello stato Koguryŏ, trasmettevano le tecniche del combattimento con la spada a un solo discepolo, sulla base di un insegnamento diretto da maestro ad allievo. Questa linea, trasmessa per migliaia d'anni, giunse infine (secondo quanto afferma il maestro Kim Jeong-ho) a un uomo chiamato Chang Paek-san. |
Una nota linguistica. Ciò che viene qui riportato come “Haidong Gumdo” dovrebbe essere scritto “Haedong kŏmdo”, secondo la trascrizione adottata in questo sito, la McCune-Reischauer |
![]() Il controllo preciso dei propri movimenti sta alla base dell'arte coreana della spada A proposito di questo misterioso maestro, che avrebbe ricevuto l'insegnamento di tale arte in linea diretta dal lontano passato e che l'avrebbe poi trasmesso al fondatore dell'attuale Federazione, lo stesso Kim Jeong-ho dice: “Chang Paek-san era una specie di girovago, che si spostava da una montagna all'altra. Era una persona molto spirituale. Ci incontrammo per caso.” Questo strano incontro risalirebbe al 1961, quando Kim aveva appena otto anni. Kim si allenò sotto la guida di Chang come unico allievo per 12 anni prima di staccarsi e di aprire infine una propria scuola nel 1982. Sette anni più tardi l'Associazione Haidong Gumdo fu registrata come organizzazione sociale. Già nel luglio del 1998 aveva aperto palestre in Cina, Giappone, Australia, Canada, Francia, Germania, Spagna e Messico. Oggi vi sono oltre 400 palestre di questo sport in Corea e altre 600 sono sparse in 50 paesi in tutto il mondo. Il primo Campionato mondiale di Haidong Gumdo (World Haidong Gumdo Championship, WHGC) si è tenuto nel luglio del 2002 nella regione di Kangwŏn-do, e ha attirato partecipanti provenienti da 14 paesi diversi. L'Haidong Gumdo è cresciuto più rapidamente di qualunque altra arte marziale coreana. Il presidente della Federazione, Kim, è fiero ma non perde l'autocontrollo. Dice di aver previsto tutto questo fin dal primo momento. A differenza della tecnica rivale Daehan Gumdo, una versione importata del kendo giapponese, l'Haidong Gumdo non è principalmente interessato all'allenamento competitivo. Invece di colpirsi l'un l'altro con aste di bambù, gli studenti descrivono archi e tagli letali con spade di legno o di metallo. Kim usa un'analogia e dice che è come usare un'auto vera in confronto alla guida di un'auto in un videogioco per computer. Secondo il suo creatore, l'Haidong Gumdo rappresenta in modo più accurato il combattimento, rendendolo troppo pericoloso per combattere davvero. Il maestro Kim Kyoung-don di Sŏgwip'o, nell'isola di Cheju-do, ha studiato e insegnato Haidong Gumdo per sette anni. Egli afferma che, anche se il campionato mondiale WHGC si è tenuto a luglio del 2002, l'Haidong Gumdo non è rappresentato nelle competizioni come i giochi asiatici in quanto non è uno sport. ![]() Concentrazione mentale e raggiungimento di un completo autocontrollo “Questa è un'arte marziale, – afferma – un tipo di arte in cui una persona supera i propri ostacoli attraverso un duro esercizio, e ha la possibilità di migliorare, di guardarsi indietro e di esaminare se stesso”. E aggiunge: “Perché si possa tenere una competizione a livello internazionale, occorre avere un modo di assegnare dei punti e una valutazione concreta, cose che l'Haidong Gumdo non è disposto a fare.” E tuttavia l'eleganza dei movimenti della spada portano a sequenze di combattimento che colpiscono, quasi fossero una coreografia. Due degli studenti del maestro Kim hanno ricevuto dal WHGC delle medaglie d'argento per le loro elaborate presentazioni. I giudici hanno osservato i due studenti liceali aggirarsi l'un l'altro, usare i loro bastoni di bambù per spingersi, attaccarsi e difendersi, e li hanno giudicati in termini di tecnica, morbidezza dell'esecuzione, realismo e creatività. Il loro successo riflette l'ambizione del loro istruttore di eseguire l'Haidong Gumdo in modo professionale. Egli afferma che: “Una scena in un film di Hollywood raggiunge un enorme numero di persone e permette loro di fare un’esperienza quasi diretta dell’arte marziale.” Kim del WHGF sta attualmente negoziando un contratto per un film commerciale che tratta degli antichi samurang: forse il maestro Kim avrà così presto modo di vedere realizzato il proprio sogno. |
Tratto da “Law of the Sword”, in Korea Now, 16 novembre 2002, pp. 30-31, con l'aggiunta di note da parte dell'autore del sito. Testo originale di Matt Hodges. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: “Korea Now”. |
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© Valerio Anselmo