Han Sang-soo, un'artista del ricamo

Dell'arte del ricamo ne abbiamo già parlato in un'altra pagina di questo sito. Qui approfondiremo l'argomento illustrando il lavoro di una grande artista di questo umile mestiere che si serve di uno degli strumenti più piccoli e primitivi: l'ago.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


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ettiamo indietro l'orologio di un centinaio d'anni, all'incirca verso la fine del regno di Chosŏn (1392-1910), cioè all'anno 1900. Nella stanza riservata alle donne si vede una giovane seduta sul pavimento di carta con un ago in mano: le sue dita indaffarate non si fermano neppure un momento a riposare mentre ricama fiori e farfalle su una borsetta di seta.

Borsette ricamate portate da una novella sposa

Ora rimettiamo l'orologio a posto, riportandolo al presente. In un negozietto di ricami nel centro commerciale di un complesso di appartamenti a Seul possiamo vedere una giovane studentessa che sta ricamando il nome del suo innamorato sulla cinghietta di un telefonino. Nonostante la differenza di 100 anni fra queste due scene, esse dimostrano come il ricamo sia stato e sia tuttora parte della vita di ogni giorno in Corea.

Non si può citare il ricamo senza parlare della stanza delle donne, kyubang (규방 ). La kyubang è un requisito essenziale per il lavoro di cucitura, e la cucitura a mano è indispensabile per il ricamo.

La “maestra” di ricamo al lavoro

C'è una famosa storia che riguarda una certa signora Yu dell'epoca del re Sunjo di Chosŏn. Un giorno questa signora stava cucendo nella sua stanza quando le si ruppe l'ago. Rattristatasi profondamente, scrisse un saggio intitolato Choch'immun nel quale parlava dei propri sentimenti a proposito del lavoro di cucito e spiegava i principi base del lavoro.

Qui a destra una borsetta ricamata

“Quando trapunto, impuntisco, cucio a sopraggitto, cucio in modo normale, cucio con punti ciechi – scriveva – io infilo l'ago con filo doppio...”. Solo quando si sono apprese queste tecniche fondamentali, si può considerare “il tessuto come la tela di un quadro, il filo come pittura e l'ago come un pennello” per iniziare la creazione di un lavoro di ricamo.

Il ricamo era di solito usato sui vestiti o su articoli decorativi e nel periodo dei Tre Regni (1º secolo a.C. - 7º secolo d.C.) non solo la famiglia reale e l'aristocrazia, ma anche la gente comune indossava abiti ricamati in colori vivaci. Da quel periodo in poi gli articoli ricamati furono ampiamente usati e una richiesta sempre crescente portò allo sviluppo di quest'arte.

Parti di pannelli di due diversi paraventi ricamati: a sinistra con fiori e uccelli, a destra con i simboli della longevità

Nel periodo Koryŏ (918-1392) furono prodotti molti lavori religiosi realistici sotto l'influenza della cultura buddista. Nel successivo periodo Chosŏn modelli ricamati furono impiegati su elementi decorativi o cerimoniali ed esisteva un funzionario governativo chiamato hwaajang (화아장 ) specializzato in ricamo.

Da molto tempo le donne e i bambini coreani hanno amato il ricamo e la tecnica è stata trasmessa da una generazione all'altra. Il ricamo era una specie di esercizio mentale ed era perciò considerato come un'espressione emozionale della mente.

A sinistra una tasca indossata dalle donne sotto i vestiti
A destra un pendaglio decorativo

La sessantacinquenne Han Sang-soo, designata nel 1984 “importante proprietà culturale intangibile numero 80”, come altre donne della sua età imparò fin da bambina i lavori femminili, fra cui il cucito e il ricamo, svolgendo i piccoli lavori quotidiani. Il ricamo era qualcosa che lei pensava di dover assolutamente imparare. Oggi si prodiga per accertarsi che questa tradizione venga trasmessa alle generazioni future.

Nel 1945, quando frequentava la scuola elementare nell'isola di Cheju-do, Han ricamò una peonia su una borsetta che stava preparando per la classe di cucito. La sua insegnante la lodò per l'ottimo lavoro. In seguito, quando aveva tempo, Han ricamava motivi tratti dagli oggetti di tutti i giorni e dai dipinti popolari tradizionali.

Il vestito da sposa, completamente ricamato,
indossato dalle principesse del periodo Chosŏn

Il suo lavoro fu accettato nella sezione artigianato alla Mostra nazionale del 1952. Circa in quell'epoca ella cominciò a chiedersi in che cosa il vero ricamo tradizionale coreano si distinguesse da quello giapponese e da quello occidentale. Visitò vari musei e studiò collezioni personali, oltre a raccogliere diversi lavori lei stessa.

I lavori di ricamo tradizionale in cui si imbatté nel corso di questa ricerca le fecero provare un senso di vergogna, facendole chiedere perché avesse ricamato “qualunque cosa”.

Come risultato dei suoi sforzi di ricerca, nel 1974 scoprì un testo di riferimento sul ricamo tradizionale intitolato Ijo chasu (이조자수 “Ricami della dinastia Yi”) e nel 1983 trovò un testo di riferimento su lavori di ricamo buddista, intitolato Subul.

E non solo questo. Han ha lavorato alla restaurazione di lavori di ricamo tradizionali ed è riuscita a restaurare alcuni pezzi buddisti preziosi, come la copertura di un sutra del periodo Koryŏ proveniente dal tempio Naesosa e una cotta appartenente al Precettore nazionale Taegak kuksa. Oltre alla creazione dei propri lavori di ricamo, Han ha costantemente portato avanti ricerche allo scopo di trasmettere alle future generazioni la teoria del ricamo tradizionale coreano.

Disegni per i pettorali delle uniformi ufficiali
indossate da funzionari del periodo Chosŏn

Assieme a sua figlia, Kim Yeong-ran che ha ottenuto un dottorato in ricerche sui ricami e sta lavorando su una storia dei tessuti antichi, Han sta raccogliendo materiali per stabilire una teoria del ricamo tradizionale coreano.

Una mostra tenuta presso il Centro Culturale Coreano a New York nel 2000 presentava 66 oggetti, fra cui molto apprezzati sono stati il hwarot (활옷), ossia l'abito nuziale indossato dai reali della dinastia Yi di Chosŏn, un paravento a otto pannelli che rappresenta i dieci simboli della longevità, una scatola per le spazzole e i cuscini da pavimento per una regina.

Ultimamente Han crea e presenta i propri lavori alla sala “Human Cultural Property Handicraft Hall” a Cheongdam-dong a Seul, e a Surimwon. I paraventi pieghevoli che essa produce vanno da due a otto pannelli, i pettorali chiamati hyungbae (흉배 ) che venivano attaccati sul fronte e sul retro delle uniformi degli ufficiali e altri lavori, come le cornici di alcuni quadri, sono molto ricchi e imponenti. Altre opere minori decorate con ricami vanno dalle cinghiette per telefonini ricamate con fiori o anitre, ai portachiavi e agli specchietti da borsetta con il retro ricamato.


Tratto da “Embroidery Master Han Sang-soo”, in Pictorial Korea, novembre 2002. Testo originale di Jo Won-mi, fotografie di Suh Hun-kang. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo