Astucci ricamati per occhiali

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ino a non molto tempo fa in Corea gli occhiali erano considerati una specie di oggetto di lusso, valutato molto e trattato con grande cura. A causa della fragilità della loro natura, con lenti di vetro e una struttura delicata, per poterli proteggere e poterli usare più a lungo era necessario conservarli in una custodia protettiva.

Non si conosce con certezza quando gli occhiali siano stati introdotti in Corea per la prima volta, ma, basandosi su riferimenti storici, si presume che il loro arrivo sia avvenuto all’incirca all’epoca delle invasioni giapponesi in Corea, fra il 1592 e il 1598. A quell’epoca, dal momento che gli occhiali erano posseduti e usati solo da persone delle classi superiori, la maggior parte dei coreani pensava che questi oggetti fossero bizzarri e poco pratici.

Inoltre, anche chi si poteva permettere di avere degli occhiali di solito preferiva non indossarli in pubblico e riteneva più opportuno nasconderli nel vestito. Poi, man mano che l’uso degli occhiali si diffondeva e quelli che li usavano venivano considerati come appartenenti alle classi più alte della società, chi usava gli occhiali cominciò a servirsi di una custodia apposita che veniva appesa alla cintura. Un astuccio per gli occhiali decorato in modo artistico veniva indossato da una donna facoltosa come un accessorio alla moda.

Gli astucci comprendevano semplici foderi, in cui si infilavano gli occhiali, oppure versioni più costose che avevano un coperchio incernierato e un corpo contenitore. Ideale per la costruzione della scatola era un materiale leggero e durevole, come il legno di paulonia o la carta coreana di gelso (hanji 한지 ). La superficie dell’astuccio poteva essere ricoperta con stoffa, cuoio o pelle di squalo, e a volte venire decorata con pietre preziose.

Oltre a ciò, le custodie degli occhiali erano spesso ornate con squisiti ricami di simboli di augurio di longevità e di buona fortuna, in particolare i dieci caratteri sipjangsaeng (십장생 ), fra cui vi era la tartaruga, la gru, il cerbiatto e il bullocho (불로초 ), una leggendaria erba dell’eterna giovinezza. Un altro motivo decorativo era quello del fiore dell’albicocco ornamentale (Prunus mume) che è noto fiorire verso la fine dell’inverno.


Tratto da “Eyeglass Case”, in Koreana, vol.22, n.1, primavera 2008. Senza indicazione dell'autore del testo. Fotografia originale rielaborata. Ricerche bibliografiche e in Internet da parte dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo