Un autoritratto di Yun Tu-sŏ

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I

n Corea la ritrattistica ebbe origine dal culto degli antenati. All'inizio i principali soggetti dei ritratti furono re e funzionari governativi di rango elevato. Ma, arrivati al periodo Chosŏn (1392-1910), i ritratti erano già diventati molto popolari fra i letterati, che creavano immagini dei propri antenati seguendo le proprie preferenze artistiche. Lo standard della ritrattistica era la produzione di “esatte repliche” che comunicassero il vero spirito del soggetto.

Il ritratto, inchiostro e colore su carta, 20,5 x 38,5 cm
Tesoro nazionale n. 240, collezione Yun Hyŏng-sik

Yun Tu-sŏ (윤두서 1668-1715), uno dei principali rappresentanti degli intellettuali del suo tempo, fu un insigne letterato oltre che pittore. Il suo autoritratto si distingue dai lavori dei pittori professionisti per il realismo altamente espressivo, che riesce a far rivivere il carattere spirituale del soggetto semplicemente grazie a pochi colori attenuati.

Gli occhi guardano fissi in avanti, come se Yun stesse fissando uno specchio, mentre le labbra strettamente increspate suggeriscono la presenza del suo potente spirito interiore da letterato.

La barba, con ogni singolo pelo che si volge ostinatamente in fuori come una fiamma, è la manifestazione della volontà, libera ma disciplinata, del pittore. Il volto di Yun riflette i dispiaceri personali da lui sofferti nel corso della vita.

Questo dipinto è molto più di un semplice ritratto di un individuo: rappresenta un prezioso capolavoro della ritrattistica coreana.


Tratto da “Yun Du-seo's Self-Portrait”, in Koreana, vol.17, n.3, autunno 2003. Testo originale di Kim Seung-hee, curatore del Museo Nazionale della Corea. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo