Oggetti in ottone forgiato col metodo tradizionale

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li oggetti in ottone forgiato alla maniera tradizionale, chiamati pangtcha yugi (방짜 유기 ~) in coreano, non hanno odore, non sono tossici e non sono inquinanti e, per questi motivi, sono stati molto usati come stoviglie da tavola.

Un gruppo di ciotole e di stoviglie in ottone forgiato

In passato, le stoviglie in ottone rappresentavano il massimo nell'etichetta e nel decoro a tavola e, per una donna che viveva con i propri parenti acquisiti, era un'espressione tangibile di pietà filiale e di rispetto usarli nel preparare la tavola. Più la famiglia era di alto livello, più era probabile che usasse stoviglie di ottone della migliore qualità.

Per descrivere merci o persone che sono perfettamente appropriate, i coreani usano l'espressione Ansŏng mach'um (안성 마춤 ~), che significa “fatto espressamente ad Ansŏng”. Questa espressione trae la sua origine dall'alta qualità degli oggetti in ottone di Ansŏng che erano fatti esattamente in base agli ordini del cliente con la migliore arte e secondo standard rigidissimi. Questo modo di dire mostra quale parte importante nella vita dei coreani del passato giocassero delle buone stoviglie in ottone per la tavola.

Si sta dando forma a un oggetto di ottone
forgiato secondo il metodo tradizionale

In senso stretto, gli oggetti in ottone coreani si possono far risalire all'Età del bronzo e alla produzione di strumenti in bronzo. Nel periodo dei Tre Regni (I secolo a.C. - VII secolo d.C.), il regno di Paekche passò al Giappone le tecniche di fusione e lavorazione dei metalli, e nell'ottavo secolo il regno di Silla stabilì un ufficio, chiamato Chŏljuyŏn, che doveva seguire la produzione dell'ottoname. Koryŏ (918-1392) seguì la tradizione degli oggetti in ottone di Silla e produsse principalmente una gran varietà di oggetti buddisti, come statue e campane dei templi. Sembra che sia stato in quest'epoca che gli oggetti di ottone fecero il loro ingresso nelle case delle classi superiori. Nei primi anni del periodo Chosŏn (1392-1910) vi erano artigiani parastatali che si occupavano della lavorazione dell'ottone e gli oggetti di ottone erano anche usati come moneta di scambio nel commercio.

L'ottoname tradizionale coreano non era prodotto secondo i metodi scientifici o i dettami della metallurgia moderna, ma era piuttosto il prodotto di anni e anni di esperienza. Gli oggetti di ottone, in generale, sono detti yugi (유기), mentre l'ottone in generale viene detto notsoe (놋쇠). L'ottone non è un metallo che si trovi in natura, ma una lega formata da rame, zinco o nichel. Il colore e la qualità dell'ottone sono determinati dalla composizione dei metalli e dalle tecniche di fusione e, a seconda della composizione della lega, l'ottone viene classificato in Corea come pangtcha (방짜), chumul (주물 ) o pan-pangtcha (반방짜 ~).

La fucina

Esistono tre metodi per la produzione di oggetti di ottone: fusione in cui si cola l'ottone fuso in stampi (chumul yugi 주물 유기 ) che era comune ad Ansŏng, nella regione del Kyŏnggi-do; forgiatura (pangtcha yugi 방짜 유기 ~) che era comune a Napch'ŏng, Chŏngju-gun, nella regione del P'yŏng'an-pukto; e una combinazione di fusione e forgiatura (pan-pangtcha yugi 반방짜 유기), che era comune a Sunch'ŏn.

Di questi tre metodi il più impegnativo è la forgiatura, mediante la quale la forma viene creata martellando il metallo e perciò richiede la maggiore attenzione: i prodotti di questa tecnica sono considerati i migliori oggetti di ottone in commercio.

Una volta che si è data la forma ai prodotti,
questi vengono lucidati con un tornio

La fusione, mediante la quale vari metalli vengono mischiati e fusi in un crogiolo per fare l'ottone fuso che viene poi colato negli stampi, è invece un metodo facile. Tuttavia, siccome il metallo è una mistura di rame e stagno, zinco, nichel o piombo, non è adatto come stoviglie da tavola. Gli oggetti di ottone ottenuti per fusione erano prodotti in tutto il paese, in luoghi come Ansŏng, Kyŏngju, Ponghwa, Ch'ungju e Namwŏn, ma quelli che venivano da Ansŏng erano i più famosi.

La parola coreana pangtcha significa lega metallica di rame e stagno. Siccome questa lega metallica è ritenuta salutare per il corpo ed è ottenuta martellando, stirando e dando forma all'oggetto, viene anche detta yangbansoe (양반쇠 ~), cioè “metallo nobile”.

La replica di un'officina per la
lavorazione tradizionale dell'ottone

È interessante notare che, in passato, chi lavorava nell'ottone considerava come aristocratici coloro che lavoravano l'ottone forgiato (pangtcha yugi), mentre guardava con un certo disprezzo chi produceva l'ottone fuso (chumul yugi).

Il metodo di forgiatura era usato soprattutto per la produzione di strumenti musicali come i grandi gong (ching ), i piccoli gong (kkwaenggwari 꽹과리) e altri strumenti a percussione, e, siccome l'ottone pangtcha non è tossico, era anche impiegato per le ciotole da usare a tavola. (Per una pagina sulla produzione dei gong, cliccare qui.)

Tuttavia, il vantaggio della forgiatura risultava più utile per gli strumenti musicali. Siccome in uno strumento musicale il suono è più importante dell'apparenza, la cosa essenziale nella fabbricazione di tale strumento è quella di ottenere il suono giusto, un processo detto in coreano “rompere la nota”, o urŭm kkaegi (울음 깨기).

Due piccoli gong usati dalle bande musicali contadine

Il tono di uno strumento musicale varia a seconda di chi lo produce o della regione in cui lo strumento è prodotto, e questo è dovuto alle diverse proporzioni dei metalli nella lega. L'ottone ottenuto per fusione, una mistura di rame e zinco o altro metallo, è diverso dall'ottone forgiato, che è una mistura di rame e stagno. Nel caso dell'ottone forgiato, il rapporto fra il rame e lo stagno varia da persona a persona, ma in generale è di 4:1. È così sensibile che, se si mischia nel metallo anche la più piccola parte di un altro materiale, non produrrà il risultato voluto.

Oggi gli artigiani che producono i vari oggetti di ottone secondo i metodi tradizionali sono chiamati yugijang (유기장 ). Fra questi Lee Bong-ju (nominato Importante proprietà culturale intangibile n. 77) ha prodotto pangtcha yugi per oltre 50 anni.

Nato a Napch'ŏng, nella regione del P'yŏngan-pukto, ora in Nord Corea, Lee gestiva l'officina di lavori in ottone Napch'ŏng nel Complesso industriale Sihwa ad Asan, ma siccome le condizioni di lavoro non gli si confacevano, andò in giro per il paese alla ricerca di un'alternativa. Così, nel giugno 2003 inaugurava il villaggio del pangtcha yugi da lui fondato a Karyŏng-ni, Kaŭn-ŭp, Mungyŏng, su una superficie di 85.000 metri quadrati.

Si misura attentamente il rame e lo stagno,
per ottenere le giuste proporzioni per la lega

Il villaggio, che ha come tema gli oggetti di ottone, offre una gran quantità di cose da vedere e da fare, fra cui un'officina per la produzione di ottoname, una sala di esposizioni con oggetti di ottone, un museo e un centro di manufatti, e ha un forte potenziale di sviluppo come attrazione turistica. La sala di esposizioni possiede già un migliaio di oggetti di ottone in mostra, fra cui un servizio di 12 piatti di dimensioni decrescenti, usate per la tavola del re.

In termini di metallurgia moderna e di ingegneria dei materiali, il tipo di lega usato per il pangtcha yugi è piuttosto strano, o improbabile. Ma, grazie a lunghe ore di martellamento, gli artigiani sono in grado di sconfiggere i principi scientifici e di creare dei piatti di ottone che brillano in modo spettacolare.

Il primo passo nella fabbricazione di oggetti di ottone forgiato è quello di far fondere una lega metallica di rame e stagno colandola in un vaso pieno d'acqua per produrre un blocco di metallo, processo chiamato paduk o padegi. Il metallo viene poi scaldato col fuoco, stirato e martellato per fargli prendere la forma voluta. Grazie alle innumerevoli ripetizioni del processo di martellamento e stiramento, le molecole di ciascun metallo, che originariamente non si possono mischiare, cominciano a fondersi fra loro.

Il processo di tempratura. La lega di rame e stagno raggiunge
un livello stabile di legame attraverso ripetuti stiramenti e
martellamenti che richiedono continue temprature.

L'impossibile composizione metallica di questa lega conferisce all'ottone forgiato la sua meravigliosa brillantezza dorata. Sembra, inoltre, che le proprietà purificanti e sterilizzanti del rame permettano di trovare gli alimenti dannosi che eventualmente siano messi in questi contenitori di ottone.

In effetti, alcuni esperimenti hanno dimostrato che ciotole fatte di questo ottone forgiato non mostrano alcun segno di cambiamento quando vengono riempite di cibo composto interamente di ingredienti privi di inquinanti, mentre diventano nere con cibo fatto di ingredienti cresciuti con fertilizzanti agricoli. Inoltre, in un esperimento dove dell'acqua contenente gli stessi germi dannosi per il cibo viene posta in una ciotola fatta di ottone forgiato e in un altro tipo di contenitore e lasciata nelle stesse condizioni, nel contenitore di ottone i germi muoiono tutti.

Considerando tutto questo – continua l'articolista – l'ottone forgiato si può spiegare solo come una specie di piccolo miracolo prodotto da tecniche sviluppate in un lunghissimo periodo di tempo grazie agli sforzi e alla dedizione di bravi artigiani.


Tratto da “Bangjja Yugi”, in Pictorial Korea, gennaio 2004. Testo originale di Min Byeong-hoon, foto di Lee Won-hee. Ricerche bibliografiche a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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