Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda. |
L a coltivazione dei bonsai si può a ragione definire una forma d'arte. In realtà i risultati di questa tecnica di coltivazione di alberi miniaturizzati, praticata specialmente in Giappone, ma di origine cinese, sono degli oggetti (quasi delle sculture viventi) che hanno invero molta affinità con le opere d'arte, in quanto la forma dell'albero è accuratamente studiata e la pianta viene costretta a seguire, in lunghi anni, determinate linee e a svilupparsi in modo da dare, nel piccolo, il senso di una natura selvaggia e incontaminata. Sung Bum-young, direttore del vivaio di bonsai Bunjae Artpia Come si sa, la parola bonsai (盆栽) è un termine giapponese ormai entrato a far parte dell'italiano. Anche da noi gli appassionati di quest'arte sono molti. I due caratteri cinesi che in giapponese si pronunciano bonsai (ぼんさい), in coreano sono pronunciati punjae ( Per far crescere bene un bonsai, bisogna dedicargli molte cure: l'albero deve crescere in poca terra ed essere sottoposto a una frequente potatura dei rami e delle radici, in modo da limitarne la crescita in altezza e permetterne l'irrobustimento, pur conservandone le giuste proporzioni. |
Potrà sembrare strano che in Corea, paese così vicino al Giappone e alla Cina, questa pratica non si sia sviluppata fin dall'antichità, mentre in Giappone è stata introdotta nel XIII secolo e si è sviluppata già da molto tempo anche in Italia, ma il mancato sviluppo di questo passatempo nel “paese del calmo mattino” è forse da ricercarsi nella tormentata storia della penisola coreana. Ora, però, anche in Corea ci sono i bonsai grazie al lavoro di un appassionato che ne ha impiantato un vivaio nell'isola di Cheju-do.
Un pino bonsai La longevità di questi alberi in miniatura dipende dalle cure che gli si prestano. Molti sono i fattori che ne denunciato lo stato di salute: la direzione in cui crescono le radici, la grandezza e la lucentezza delle foglie, la forma e il colore dei fiori, la dimensione e il numero dei frutti. Se ben curati, questi alberi miniaturizzati possono vivere anche centinaia d'anni, come quelli di grandezza normale presenti in natura. |
Un bonsai di origine giapponese Il bonsai è frutto del desiderio di riprodurre la natura, comprendendone lo spirito, cioè le leggi che regolano la terra, l'acqua, il vento, il sole e l'aria. L'albero è semplicemente il mezzo per raggiungere questo scopo. |
Un vecchio bonsai che dimostra A Cheju-do c'è un vivaio di bonsai dove è ovunque evidente lo spirito del sole, del vento e dell'acqua dell'isola, oltre alla cura e all'attenzione del suo direttore Sung Bum-young. Quando Sung venne a Cheju-do nel 1962 in visita a un amico, fu immediatamente affascinato dall'isola. Qualche anno più tardi decise di abbandonare la vita che conduceva a Seul e di trasferirsi nel villaggio di Chŏji (Jeoji) nell'isola, allora una zona di campagna molto arretrata. Vivendo nel cuore della natura, ha da allora lavorato la terra poco fertile del posto e ha coltivato bonsai, una passione iniziata per caso. |
Un bonsai carico d'anni, ma ben vivo, Dirigendosi verso il villaggio dalla strada principale, ci si imbatte nel vero spirito dell'isola di Cheju-do, tranquillo tanto da rasentare la desolazione. La zona è verde d'erba, di cespugli e di alberi: sembra che tutto il mondo sia diventato verde. La strada stessa sembra dire che i bonsai non sono solo oggetti di compagnia o semplici accessori per abbellire la casa, ma piccole creature verdi ben vive. A Bunje Artpia ci sono bonsai di 30, 50, 80 e 100 anni, e anche alcuni che superano il secolo. |
![]() Una madre mostra un bonsai alla figlioletta Girando sui sentieri pavimentati di pietre, fra le collinette create nella forma dei vulcani che sono una caratteristica di Cheju-do, pian piano i bonsai, gli alberi del giardino e le rocce cominciano ad assumere un significato diverso. Se le collinette con gli alberelli da giardino sono le montagne, allora i bonsai sono gli alberi che si trovano nelle valli. Dopo aver girovagato per due o tre volte nel giardino, si comincia a notare che i bonsai che si stagliano contro lo sfondo delle collinette e degli alberi sono differenti fra loro e si presentano con aspetto e caratteristiche diverse l'uno dall'altro. |
Un pino contorto (si noti il filo di ferro che serve a Guardiamo le foglie, i fiori, i frutti e poi i tronchi, i rami e le radici. I tronchi si levano diritti spingendosi verso il cielo, o giacciono a sghimbescio, oppure si alzano contorti. Le grosse radici che si ramificano, le foglie piccole ma così dense, i fiori coloratissimi e i piccoli frutti come le mele o le pere sono uno spettacolo entusiasmante per gli appassionati. |
Un bonsai (forse un cachi) che, perse le foglie per la Alcune delle piante sono abbastanza comuni, per cui i visitatori ne indovinano quasi subito il nome, ma altre sono piuttosto esotiche. Comunque, quando si comincia a conoscere un certo tipo di albero, si riesce a giudicarne l'età dalla rugosità del tronco e dalla nodosità delle radici. Bunjae Artpia a Cheju-do, col suo vivaio, la serra dei bonsai, la mostra di orchidee, il boschetto di bambù, i vari alberi da giardino, l'area di sosta, il ristorante e lo stagno è un luogo in cui ci si può rilassare ed entrare in contatto con la natura. Punjae (bonsai), un nome che in Corea fino a non molto tempo fa era quasi sconosciuto, non mancherà di attirare d'ora in poi molti più appassionati che vogliono ricreare nei loro appartamenti un angolo di natura genuina. |
Le fotografie e una parte del testo sono state tratte da “Jeju Bunjae Artpia”, in Pictorial Korea, febbraio 2003. Testo di Cho Won-mi, fotografie di Jo Hwan-jin. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
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© Valerio Anselmo