U Jang-chun, genio della botanica

L’articolo in inglese da cui abbiamo attinto l’idea di parlare di questo botanico, ne cita il nome in una trascrizione all’americana (Woo Jang-choon). Questo potrebbe anche essere accettabile se si trattasse di persona vivente che abbia scelto quel tipo di trascrizione per il proprio nome, ma nel caso in questione si tratta di persona che non aveva personalmente optato in tal senso, per cui si è ritenuto più corretto citarlo qui con il suo nome coreano (U Jang-chun) nella normale romanizzazione proposta dal governo coreano.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


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ono passati più di 50 anni dalla scomparsa del geniale giapponese di etnia coreana U Jang-chun (우장춘 ), uno scienziato agricolo e botanico di fama mondiale, morto nel 1959. Questo famoso ricercatore viene ricordato sia nel paese del Sol Levante, suo paese natale, dove è noto con il nome U Nagaharu () o in alternativa Sunaga Nagaharu (), sia in Corea, dove il suo nome viene trascritto all’americana come Woo Jang-choon, o in romanizzazione come U Jang-chun (scelta preferita in questa pagina), oppure secondo la trascrizione McCune-Reischauer come U Chang-ch’un.


Una foto dello scienziato U Jang-chun sui quarant’anni

Il dottor U viene ancor oggi ricordato dai coreani come colui che sviluppò la coltivazione avanzata delle piante negli anni 1950 nella Corea post-coloniale, contribuendo a migliorare l’alimentazione del popolo coreano in un momento in cui la nazione soffriva di una grave scarsità di cibo. I suoi studi e le sue ricerche, i cui risultati si possono ancora oggi notare in tutto il paese, lo hanno fatto considerare come il padre dell'agricoltura coreana moderna.

Primi anni

Il botanico U Jang-chun nacque a Tokyo l’8 aprile 1898 da padre coreano e madre giapponese. Il padre U Beom-seon (우범선 ), quando si trovava in Corea, era il comandante del secondo battaglione dell’esercito addestrato dai giapponesi (Hullyeondae 훈련대 ), faceva parte del Gruppo Gaehwapa 개화파 (Illuminazione) e l’8 ottobre 1895 fu coinvolto nell’incidente Eulmi (을미사변 ), l’assassinio della regina Min. Si ritiene che l’assassinio sia stato pianificato dai giapponesi in risposta alle politiche anti-nipponiche della regina Min. Molti dei dettagli di quell’episodio restano ignoti, ma sembra chiaro che ci sia stata una cooperazione fra gli assassini giapponesi e le forze di sicurezza della regina. Come capo di queste forze di sicurezza, U Beom-seon rischiava di venire ucciso per rappresaglia se fosse rimasto in Corea.

Quando l’anno seguente il re coreano Gojong si rifugiò nella delegazione russa, U Beom-seon, temendo per la propria vita, fuggì in Giappone, dove si sposò con una ragazza giapponese (Sakai Naka ). Ma anche in Giappone non poteva ritenersi al sicuro: sette anni dopo, nel 1903, quando il figlio Jang-choon aveva cinque anni, U Beom-seon venne assassinato da un coreano, Go Yeong-geun (고영근 ). Dopo pochi mesi nacque il fratello di U Jang-chun, U Hong-chun (우홍춘 ).

Rimasto senza padre il bambino ebbe a soffrire sia per le conseguenti ristrettezze economiche, che per il fatto di essere figlio di un coreano. Pur avendo la cittadinanza giapponese, infatti, i figli di coreani residenti in Giappone erano considerati cittadini di second’ordine. Non potendolo accudire per mancanza di mezzi, la madre lo lasciò temporaneamente in un orfanotrofio presso un tempio buddista dove il cibo si limitava alle patate e al bambino era proibito socializzare con i bambini giapponesi perché considerato coreano. Ma dopo un anno la madre riuscì a risolvere in parte i problemi economici e tornò a prendere con sé il figlio, insegnandogli fin da allora a non dimenticare di essere coreano.

Di quel periodo di lui non si sa molto. Si sa che la madre, contrariamente a quanto le consigliavano le amiche, preferì farlo studiare, anche se questo le costava molti sacrifici. Per farlo continuare negli studi vendette tutti i suoi possedimenti, fra cui anche la tomba del marito (che, grazie all’aiuto di amici, fu sepolto in un altro cimitero). Si sa anche che, essendo il ragazzo molto portato agli studi, dalle elementari in poi si impegnò al massimo in modo da ottenere rispetto dai suoi coetanei e considerazione da parte degli insegnanti.

Nell’agosto del 1910 la Corea veniva annessa al Giappone come colonia. U Jang-chun che allora aveva 12 anni continuò gli studi frequentando la scuola media con ottimi voti.

Studi superiori e scoperte nel campo della botanica

Nel 1916 arrivò a iscriversi all’Università di Tokyo. Pur essendo più portato per le matematiche, invece dell’ingegneria scelse l’agricoltura perché questa facoltà gli offriva una borsa di studio. Si laureò con successo e in seguito fu assunto nel centro di ricerche del Ministero dell’Agricoltura giapponese, dove fece profondi studi sulla crescita delle piante. Qui cominciò presto ad attirare l’attenzione della sfera accademica pubblicando all’età di 23 anni interessanti rapporti sulle caratteristiche del convolvolo, distinto per semi ed evoluzione, oltre a uno studio sull’evoluzione e le relazioni fra i fiori di brassica.

Intanto, come occupazione alternativa, faceva da tutore dei figli del vicino di casa, che gli presentò la sorella, Koharu. I due si innamorarono, ma i genitori della ragazza non le davano il permesso per il matrimonio a causa della diversa etnia del futuro marito. Alla fine lei ruppe le relazioni con i propri genitori e i due si sposarono. Per poter registrare il matrimonio presso le autorità giapponesi, U Jang-chun dovette adottare per quella cerimonia un cognome giapponese, e questo è il motivo per cui il suo matrimonio fu registrato sotto il nome Sunaga Nagaharu. I due ebbero una prima figlia, che chiamarono Tomoko, e in seguito ebbero altre tre figlie e due figli maschi.

Sotto la guida del dottor Terao, U Jang-chun pubblicò due tesi sui fiori di petunia. Poi il dottor Terao gli chiese di studiare ulteriormente la Petunia ibrida Vilm, che, fra le diverse varietà della specie, non poteva essere prodotta con il fiore doppio: quando venivano forzati a diventare doppi, la metà dei fiori in quel fenotipo non crescevano. Nel 1930 U Jang-chun riuscì nell’intento, diventando il primo botanico a riprodurre con un successo del 100% delle petunie a fiore doppio, guadagnandosi così un riconoscimento a livello internazionale.

Tornò a dedicarsi allo studio dei fiori del convolvolo, ma le sue ricerche, quasi complete, furono distrutte da un incendio. Continuò allora nello studio dei genotipi (l’insieme dei geni che costituiscono il patrimonio ereditario di una specie) e dei fenotipi (il risultato dell’azione del genotipo e dell’ambiente). Gli fu assegnato come compito la creazione di nuove crocifere mediante la combinazione di differenti genotipi. I quattro anni di ricerche che questo compito gli richiese lo portarono a ottenere l’ibridazione fra crocifere coreane e giapponesi e a produrre un’altra pubblicazione che ottenne un vasto successo internazionale.

Il 4 maggio 1936 otteneva il dottorato in agricoltura con una tesi sulla “Sintesi delle specie”, che si focalizzava sull’analisi del genoma, cioè del corredo cromosomico base, di alcune piante di brassica. Questa tesi ebbe grande risonanza in quanto capovolgeva la teoria precedente. A quell’epoca la teoria accettata universalmente nel mondo della biologia affermava che la produzione di ibridi si poteva ottenere solo all’interno della stessa “specie”. U Jang-chun dimostrò che era invece possibile creare nuove piante effettuando incroci fra specie diverse all’interno dello stesso “genere”. (Ricordiamo che la specie è una suddivisione del genere.) Per esempio, provò che era possibile creare una pianta con 19 cromosomi (brassica napus) incrociando un cavolo cinese (brassica rapa) che ha 10 cromosomi con un cavolo (brassica oleracea) che ha 9 cromosomi.

Mentre la teoria dell’evoluzione di Darwin dettava che nell’evoluzione le specie progredivano per selezione naturale mediante la speciazione (la creazione di mutazioni giovevoli che portano alla formazione di nuove specie partendo da specie già preesistenti), la teoria del dottor U andava oltre, provando che nuovi ibridi si potevano anche creare mediante scambi di geni fra specie diverse all’interno dello stesso genere. La sua teoria, ora nota come “Triangolo di U”, viene citata nei manuali di crescita delle piante in tutto il mondo.

Una piccola divagazione sul Triangolo di U

Il “Triangolo di U” è una teoria sull’evoluzione e sulle relazioni intercorrenti fra membri del genere di vegetali Brassica. La teoria afferma che i genomi di tre specie ancestrali di Brassica si sono combinati per creare tre delle specie contemporanee di vegetali.

Le tre specie ancestrali sono quelle indicate con le lettere AA, BB e CC nella figura qui sopra, dove le lettere A, B e C indicano diversi genomi. Il numero scritto in piccolo e preceduto da “n=” indica il numero dei cromosomi contenuti in ciascun genoma. Il fatto che queste lettere sono indicate raddoppiate (AA, ecc.) significa che ciascuna cella somatica della pianta contiene due copie complete del genoma, e una cella che possiede due copie complete di cromosomi è detta “diploide”.

Nell’immagine del triangolo di U si nota come, dall’incrocio due a due di queste specie separate, si siano prodotte nuove specie tetraploidi (cioè con quattro copie complete di cromosomi):
AA + BB = AABB
BB + CC = BBCC
AA+ CC = AACC

Su Internet è facile trovare spiegazioni più approfondite, specialmente in inglese, su diploidi, triploidi, tetraploidi, poliploidi e così via.

Ma riprendiamo a narrare la vita del dottor U.

Niente avanzamenti di carriera se di etnia coreana

A questo punto, in seguito ai successi ottenuti dal dottor U, molti laureati negli studi agricoli si iscrissero ai suoi corsi presso l’Università di Tokyo, e tutti loro raggiunsero alte posizioni, mentre, nonostante i successi riconosciuti anche a livello internazionale, il dottor U non fece carriera e dovette rimanere nel centro di ricerche del ministero dell’agricoltura perché la politica giapponese durante l’occupazione della Corea era di ostacolare l’ascesa ad alte cariche dei giapponesi di etnia coreana.

Inoltre c’era il fatto che il dottor U, pur avendo usato un cognome giapponese (Sunaga) per far registrare il suo matrimonio dalle autorità giapponesi, non aveva cambiato definitivamente il proprio cognome coreano in un cognome giapponese, una politica intesa ad assimilare i coreani nella cultura giapponese. Quando gli fu offerta una promozione a patto che cambiasse il suo cognome nipponizzandolo, il dottor U rifiutò e si dimise dall’incarico presso il ministero dell’agricoltura. Quando lasciò quell’incarico aveva già pubblicato oltre 20 articoli con il cognome U.

Fu poi assunto nell’azienda agricola di ricerche Takiyi, dove migliorò il metodo di produzione dei semi e i prodotti alimentari agricoli mediante la selezione artificiale. Mentre si concentrava sull’impostazione di una solida base per le risorse necessarie per la ricerca, scrisse una tesi sulla fertilizzazione artificiale utile a migliorare la qualità della piante. Verso la fine della Seconda guerra mondiale, l’azienda agricola Takiyi tenne un programma educativo gratuito per studenti e il dottor U fu il professore degli studenti di etnia coreana e fu fortunato a non essere forzatamente arruolato nell’esercito giapponese, cosa che successe invece a molti altri giapponesi di origine coreana in quel periodo (molti giovani coreani vennero sommariamente addestrati a pilotare un aereo e mandati in missioni suicide a schiantarsi come kamikaze sulle navi nemiche).

Il lavoro effettuato in Corea dopo la seconda guerra mondiale


Una veduta del laboratorio di ricerca presso l’Istituto coreano di ricerche sulle scienze agricole

Questo studioso, nato a Tokyo e vissuto fino ad allora in Giappone, con madre e moglie giapponesi, non aveva comunque dimenticato le proprie radici. Infatti, non appena la Corea tornò ad essere indipendente nel 1945, cominciò a considerare la possibilità di trasferirsi nel paese dei suoi avi a guidarne gli studi di botanica e di agricoltura.

Rassegnò le dimissioni dall’azienda Takiyi e dall'Università di Tokyo presso cui insegnava e si preparò una sua azienda agricola di ricerca vicino a un tempio buddista.

Intanto in Corea i contadini non avevano più sementi per la semina perché il commercio fra la Corea e il Giappone era cessato e i semi erano prodotti solo in Giappone. La politica del Giappone era quella di impedire ai coreani di ottenere le conoscenze tecnologiche necessarie e di approfittare delle circostanze per vendere a caro prezzo le sementi ai coreani. Come risultato, dopo la liberazione della Corea non vi era nella penisola né una persona, né un’azienda che fosse in grado di produrre semi di vegetali come le rape daikon e i cavoli napa o di importarli dal Giappone.

Oltre a ciò, durante il periodo immediatamente successivo alla liberazione, molte persone di etnia coreana tornarono dall’estero al loro paese natio, e l’improvviso afflusso di popolazione, assieme alla penuria di sementi, portò al verificarsi di una seria mancanza di cibo, quasi una carestia.

Allora il Presidente Syngman Rhee (Yi Seung-man) sponsorizzò una campagna per chiedere al dottor U di venire in Corea. Il dottor U si disse d’accordo e fu creato un comitato per raccogliere fondi e risorse e per far sì che il dottor U fosse in grado di mettersi subito al lavoro non appena fosse arrivato in Corea.

Nel 1948 quel comitato governativo iniziò ad occuparsi del ritorno in Corea di U Jang-chun e fondò l’Istituto coreano di ricerca sulle scienze agricole (Hanguk Nong'eop Gwahak Yeon’guso 한국 농업 과학 연구소 ) vicino alla città di Busan, in modo che lo studioso potesse poi essere in grado di iniziare immediatamente il proprio lavoro.

Il comitato incaricato di portare il botanico in Corea gli offrì anche un piccolo stipendio, ma lui, invece di usarlo per alimenti e vestiti, lo spese per acquistare oggetti importanti per le sue ricerche, dai libri all’equipaggiamento per gli esperimenti.

Ma sfortunatamente, come cittadino giapponese, al dottor U non era permesso lasciare il Giappone per recarsi in Corea. A questo punto egli cercò addirittura di farsi espellere dal Giappone: ritrovò le carte che dimostravano come i suoi ascendenti provenissero dalla Corea e si recò presso un ufficio giapponese che cercava i coreani che risiedevano illegalmente in Giappone. Gli impiegati dell’ufficio furono allibiti che uno scienziato noto internazionalmente si fosse recato volontariamente presso il loro ufficio. In pratica, fu solo nel marzo del 1950 che il dottor U, all’età di 52 anni, riuscì a metter piede in Corea per la prima volta, da solo e senza la sua famiglia.

Dopo qualche giorno dal suo arrivo, alla cerimonia di benvenuto tenuta in suo onore nei locali di un liceo, promise di contribuire allo sviluppo futuro della nazione. “Mi sono sforzato di lavorare con il popolo giapponese in Giappone, il paese di mia madre.” disse alla cerimonia di benvenuto, “Ma d’ora in poi mi sforzerò al massimo per lo sviluppo della Corea, il paese dei miei avi.”

Creare e produrre nuove sementi

Il dottor U fece innanzitutto un rapido giro nel paese, constatando quali fossero le condizioni delle aziende agricole, e concluse che era indispensabile iniziare una produzione di massa di sementi.

Entrò in carica come primo direttore dell’Istituto coreano di ricerca sulle scienze agricole e iniziò seriamente il proprio lavoro. Si impegnò senza sosta anche durante la Guerra di Corea, che era scoppiata appena tre mesi dal suo arrivo nel paese. Fortunatamente il porto di Busan fu risparmiato dal conflitto e il dottor U fu in grado di fare ricerche nel suo laboratorio in una relativa quiete. Per prima cosa, siccome c’erano pochi insetticidi, egli si concentrò sulla produzione di sementi che fossero meno suscettibili alle malattie. Ma, anche se si era ormai dedicato completamente alla creazione delle preziose sementi, non trascurò di piantare molti bei fiori nell’Istituto di ricerca e non mancavano i visitatori che venivano ad ammirarli.

Si narra in proposito un episodio interessante. Una volta un colonnello americano fece visita all’Istituto e vide una petunia dal fiore doppio. Quando l’impiegato che lo accompagnava non seppe rispondergli a proposito di questo fiore, il colonnello disse che era stato uno scienziato giapponese chiamato U a creare quel fiore. Quando seppe che quel tale dottor U lavorava in quello stesso istituto, il colonnello tornò un’altra volta portando con sé dei doni per incontrare il creatore di quella meraviglia di fiore.

Nel laboratorio lo scienziato si focalizzò sulla creazione di nuove varietà di semi adatti al clima del paese, facendo avanzare nel complesso l’industria della crescita delle piante. Questi nuovi vegetali permisero alla Corea di far crescere le proprie colture senza importare semi dal Giappone, rimediando nel contempo alla mancanza di cibo del paese e rinforzando altre varietà di alimenti, come patate riprodotte in modo da essere meno attaccate dai germi. Alcuni dei risultati più noti del suo lavoro comprendono semi migliorati per ortaggi che possono essere fatti crescere nel clima coreano, come i cavoli cinesi, i mandarini di Jeju, il rafano, i pomodori, i cocomeri senza semi, i peperoncini, le cipolle, i meloni gialli chamui.

In seguito l’Istituto coreano di ricerca sulle scienze agricole cambiò nome e divenne l’Istituto centrale di ricerca per la tecnologia agricola (중앙 원예 기술원 ).

Un rifiuto crudele e incomprensibile da parte del presidente Syngman Rhee

Ad un certo punto il dottor U ricevette dalla moglie una lettera che gli annunciava che sua madre stava male. Di conseguenza egli chiese al presidente Syngman Rhee il permesso di recarsi in visita in Giappone, ma questo non gli fu permesso, quasi come se il botanico fosse diventato prigioniero della Corea. Alla fine la madre del dottor U morì senza che lui la potesse vedere. Lo scienziato che si era dedicato completamente al bene della Corea ne fu affranto. Non aver potuto ripagare sua madre per tutto quello che lei aveva fatto per lui lo rattristò profondamente.

Questa notizia divenne nota e tutto il paese si unì nell’inviare lettere e donazioni al dottor U, per costruire un monumento commemorativo per sua madre e per aiutare le necessità dei suoi impiegati. Con parte di quel denaro il dottor U fece costruire un pozzo d’acqua presso il suo laboratorio e lo chiamò Jayucheon (자유천 ) che significa “Fonte della mammella che amavo”.

Altre decisioni e suggerimenti

Molte decisioni cruciali negli anni 1950 furono prese seguendo i suggerimenti del dottor U o furono prese dallo stesso dottor U. Fra le tante, ricordiamo quella di piantare fiori di cosmos per decorare le strade e le ferrovie. I fiori di cosmos si diffondono facilmente e non vengono usati dai contadini per nutrire gli armenti perché sono tossiche in natura.

Un’unica eccezione riguarda l’introduzione della coltura idroponica (far crescere vegetali senza terra), argomento su cui il dottor U non era d’accordo, suggerendo piuttosto una coltura sanitaria (con l’uso di acqua pulita) che era un’alternativa molto meno costosa che dava gli stessi risultati. Un impianto di coltura idroponica fu effettivamente installato a Suwon, ma il risultato fu scarso. Il presidente Syngman Rhee (lo stesso che poco prima aveva proibito al dottor U di andare in Giappone a far visita alla madre morente) suggerì di mandare in Giappone dei ricercatori per scoprire quali fossero i segreti della coltura idroponica, ma il dottor U disse che tale tipo di coltura non richiede tecniche speciali tranne che acqua pulita, un giusto bilanciamento dei nutrienti e tempo. A quell’epoca la purificazione dell’acqua e i sistemi sanitari nel paese erano sottosviluppati, per cui la gente non riusciva a credere che la soluzione del problema fosse così semplice: usare acqua pulita. Il gruppo del dottor U creò poi un impianto di coltura sanitaria a Seul e il successo di questo esperimento fu chiaro quando i militari americani notarono i prodotti fatti crescere colà in condizioni assolutamente igieniche e scelsero quell’impianto per la fornitura di frutta e verdura per i propri soldati.

La malattia e la morte

Attorno al suo sessantesimo compleanno, il dottor U cominciò a sentir dolore a un braccio. Non riuscì a far passare il dolore con medicazioni e cure, e il problema divenne più grave. Solo il cortisone permetteva di calmare il dolore. Ma il professore in medicina Kim Jung-hwa gli raccomandò di assumere il cortisone solo quando fosse necessario perché lo sviluppo del medicamento non era ancora stato completato e potevano esserci delle reazioni negative. Lo stomaco e gli intestini del dottor U cominciarono a peggiorare, gli venne anche il diabete e fu ricoverato in ospedale a Seul per esami. Ma, anche se egli sperava di poter essere dimesso nel giro di un mese, i problemi peggiorarono e gli impiegati del suo centro di ricerca contattarono la moglie del dottor U, Koharu, illustrandole la situazione.

Gli impiegati del centro di ricerca facevano a turno per andare a far visita al dottor U in ospedale e, quando fu il turno dello studente assegnato alle piante di riso, il dottor U gli disse: “Benvenuto. Come stanno andando le piante di riso? Ne hai portata una?”. Al che lo studente chiamò gli impiegati del centro a Busan, chiedendo loro di mandare subito una pianta di riso a Seul. Alla vista della pianta di riso, il dottor U disse: “È cresciuta bene. Mettila in modo che possa vederla facilmente”. La pianta fu perciò messa in una borsa di vinile trasparente e appesa.

Visita della moglie ostacolata e poi medaglia del governo coreano

La moglie del dottor U, che era stata informata delle cattive condizioni di salute del marito, voleva recarsi in Corea a fargli visita, ma, anche in questo caso, dovette faticare non poco per ottenere un permesso speciale dal governo coreano. Come già era successo per il permesso chiesto dall’illustre scienziato di andare in Giappone a far visita alla propria madre morente, anche in questo caso il governo coreano inizialmente non volle concedere il permesso di ingresso alla moglie Koharu. Alla fine però, memore forse di quanto era successo quando il grosso pubblico era venuto a conoscenza del primo divieto da parte del governo coreano, le concesse il permesso. Quando i due si incontrarono furono sopraffatti dall’emozione e il dottor U, cercando di farle credere che godeva ancora di buona salute, le promise che sarebbero stati in grado di vivere insieme nel giro di due o tre anni.

Nello stesso tempo il governo coreano riconosceva finalmente i risultati conseguiti dal dottor U e gli assegnava una medaglia. Il Ministro dell’agricoltura si presentava all’ospedale per consegnargli l’onorificenza. A sua moglie e agli impiegati dell’Istituto di ricerca il dottor U disse: “Ora posso morire senza rimpianti. La patria dei miei avi ha riconosciuto il mio lavoro.”

Quando U Jang-chun morì all’alba del 10 agosto 1959, aveva vissuto meno di dieci anni in Corea, ma, nonostante il breve periodo, fu in grado di compiere un lavoro degno di un’intera vita. Grazie alle sue intense ricerche, la Corea diventò uno dei paesi guida nel settore della produzione di ibridi della prima generazione, un campo che gioca un ruolo chiave nello sviluppo di sementi sostenibili. I suoi risultati sono notevoli perfino nel contesto della società moderna, in un’era in cui i paesi stanno attuando il processo di mettere al sicuro e sviluppare banche dei semi. Queste raccolte sono cruciali per il futuro della flora in tempi di rapidi cambiamenti del clima, dal momento che alcuni tipi di piante e animali stanno anch’essi scomparendo.

Il botanico U ha aiutato la Corea a diventare il paese che è oggi e gli scienziati coreani stanno facendo passi da gigante nel futuro grazie anche alle sue ricerche. La città di Busan, dove il dottor U ha svolto il suo lavoro, gli ha dedicato un museo in cui sono illustrate la sua vita e le sue opere.


Ispirato dalla lettura di “Woo Jang-choon, The People’s Botanist”, in Korea.net, Luglio 2011, testo di Seo Dong-cheo. Il contenuto di questa pagina è stato però tratto da varie altre pagine sull’argomento comparse in Internet.

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© Valerio Anselmo