I l dipinto che viene presentato in questa pagina emana un'inconfondibile atmosfera di sentimentalità e di affettuosità. Fin dal passato, il cortile rivolto a sud della casa coreana è stato il regno dei cani della famiglia. Gli eventi importanti della casa, senza eccezioni, avevano luogo nel cortile che stava di fronte all'abitazione, dove invariabilmente i cani di casa stavano ad annusare qua e là. Prima dell'industrializzazione della Corea, i cani erano considerati parte della famiglia e praticamente in ogni casa vi erano almeno uno o due cani. | |
Ma riprendiamo il testo dell'articolo, dove si stava parlando del cortile delle case tradizionali coreane. | |
In quel cortile davanti alla casa, con i cani che giocavano fra loro con il naso lucido, annusando i profumi della primavera, si potevano trovare qua e là piantine appena spuntate, con i loro germogli verde pallido. Il dipinto che qui abbiamo chiamato “Cucciolata” rappresenta una cagnetta piuttosto matura con i suoi cuccioli che si cacciano impazienti sotto la madre per succhiare il latte, mentre uno dei piccoli insonnolito sonnecchia disteso sul dorso della madre. I cani stanno passando un momento di assoluta tranquillità all'ombra di fitte foglie che li riparano come se fossero un tetto. Anche se non si riesce a capire quale sia la stagione, dal momento che per rappresentare le foglie è stato usato dell'inchiostro nero, basandoci sul verde pallido delle erbe che si slanciano ben al di sopra della base dell'albero, la scena sembra essere stata ripresa a metà di una giornata dell'inizio d'autunno. Negli occhi della madre non si vede traccia di diffidenza verso l'ambiente che la circonda, mentre il dolce affetto e l'innocenza dei cuccioli creano un'atmosfera di calore e di tranquillità. Durante il periodo del regno coloniale del Giappone (1910-1945), gli studiosi giapponesi cercarono di definire il senso coreano della bellezza con un'espressione semplice e chiara. Ma gli sforzi per categorizzare le sensibilità storiche e culturali di una regione o di un popolo sono in gran parte un esercizio sulla futilità. Ciononostante, i giapponesi vennero fuori con espressioni quali “bellezza triste” (Yanagi Muneyoshi) e “temperamento peninsulare” (Sekino Tadasu). Simili sforzi per definire la bellezza coreana condotti da studiosi coreani portarono ad esempi quali “disinvoltura” (Goh Yu-seop) e “la bellezza della natura” (Kim Won-yong). In confronto alla controparte giapponese, gli studiosi coreani mettevano quindi l'accento sull'aspetto positivo della bellezza che poteva essere rappresentata attraverso l'espressione artistica. In ogni caso, i sentimenti estetici di una popolazione o di una regione possono avere elementi stilistici comuni basati sulle tendenze prevalenti. Se l'arte è una finestra aperta sull'io più profondo, allora questo dipinto è indispensabile per qualunque discussione sulla psiche coreana, perché serve a rivelare una caratteristica innata del popolo coreano. Naturalmente, non tutti i coreani sono in grado di gustare una vita pacifica. Ma la sensibilità estetica del popolo coreano che è riflessa nell'arte coreana include invariabilmente tranquillità e calore, come quello che si prova nel crogiolarsi confortevolmente al sole dell'autunno appena iniziato. A causa della loro natura gioiosa e adorabile, i cani, che sembrano non essere diffidenti, né sospettosi, simboleggiano la disposizione d'animo del popolo coreano. L'artista, Yi Am (1499 - ?), un diretto discendente della famiglia reale Yi, era famoso come il più importante pittore di animali del suo tempo. Dal momento che l'ambito dei soggetti di un artista è naturalmente influenzato dalle sue esperienze personali, sembra corretto pensare che i cani rappresentati in questo dipinto fossero quelli che ruzzavano nel cortile del palazzo reale. Questo lo si può dedurre dal collare della cagnolina madre, che è di un raro colore giallo-arancio usato dalla corte reale, e dalla presenza di un campanellino dorato attaccato al collare. In contrasto con i cuccioli che stanno cercando così impazienti il latte, l'espressione solenne della madre proietta intorno a sé un senso ben definito di calore e di magnanimità. | |
Tratto da “Mother Dog and Puppies”, in Koreana, vol.18, n.1, primavera 2004. Testo originale di Kim Seung-hee, curatore del Museo Nazionale della Corea. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo