Ritorno alla campagna
Una nuova vita lontano dalle città


L

a rapida industrializzazione e la crescita economica della Corea del Sud hanno attirato in massa la popolazione dalla campagna alle città, ma oggi un numero sempre maggiore di cittadini sognano una nuova vita in campagna. Diamo un breve sguardo a questa nuova grande migrazione che si sta verificando in Corea.

Molti coreani, che sono arcistufi della vita in città o che pianificano di passare in modo più confortevole gli anni più avanti nella vita, sognano una vita idillica in campagna. Questo non è qualcosa di completamente nuovo, perché è un movimento iniziato una decina di anni fa, ma di recente è molto cresciuto. Nel solo 2011, più di 6.500 unità familiari hanno deciso di lasciare la città.

Molti di quelli che iniziarono il movimento «Ritorno alla terra» non conoscevano bene che cosa significasse vivere in campagna e dovettero tornare in città dopo amare esperienze fallimentari. Fra le altre cose, non riuscivano ad adattarsi allo stile di vita comunitario delle aree rurali o a rinunciare al proprio stile di vita urbano orientato al consumo.


Nuovi agricoltori, ex cittadini, stanno trapiantando il riso

Man mano che la gente cominciò a spostarsi in folla verso la campagna, divenne necessario creare un supporto sociale sistematico. Gruppi civici e gruppi ambientali cominciarono ad offrire corsi di addestramento e il governo nazionale, i governi locali e municipali escogitarono politiche sui costi di trasferimento e di abitazione, oltre a un addestramento alle tecniche agricole. Più persone, meglio preparate e assistite, riescono ora ad avviare una propria nuova vita in campagna.

Kim Gi-won era un professore di scienza dei computer e proprietario di un’azienda in fase di avviamento nell’area dell’informatica, ma un giorno gli si sono aperti gli occhi sul potenziale dell’agricoltura. Seguì dei corsi di addestramento sulla gestione del commercio rurale e sui modi di creare valore aggiunto mediante l’agricoltura. Alla fine tornò nel suo villaggio natio, dove i suoi genitori avevano degli alberi di pere, per avviarvi un pereto.

Han Jeong-seop e la sua famiglia si stabilirono quattro anni fa a Sancheong, nella regione Gyeongsangnam-do. Prima di allora Han era un fotografo di matrimoni. Suo figlio maggiore era studente del secondo anno al liceo e si stava già preparando per l’esame di ammissione all’università. La stabilità finanziaria era ancora importante, ma lui non si aspettava che la propria carriera l’avrebbe sostenuto per il resto della propria vita. Dopo averci pensato a lungo e profondamente, decise di spostarsi in campagna. Pensò anche che, alla lunga, dare ai propri figli l’opportunità di sperimentare la vita a contatto con la natura sarebbe stato meglio di una stabilità finanziaria immediata.

Ma non si decise immediatamente. Per un sei mesi girò per la campagna alla ricerca di un luogo appropriato in cui trasferirsi. Quando scelse Sancheong come nuova zona in cui spostarsi, vi andò là da solo. Stette in una fattoria che aveva allegato un centro di addestramento e coltivò la terra da solo per il primo anno. Il suo guadagno per il primo anno fu un misero 4 milioni di won (circa 3.640 dollari USA). Era profondamente deluso, ma sua moglie, invece di biasimarlo per la sua decisione, decise di unirsi a lui. Presto tutta la sua famiglia venne a Sancheong e il loro sostegno lo aiutò a riprendere coraggio e a rilanciarsi. Oggi, le uova che la sua azienda produce da galline ruspanti vengono vendute ad alto prezzo a un numero limitato di persone che sono registrate nella fattoria. Han ha anche fondato un’azienda che permette ai bambini di fare esperienze con la natura e di condurre una vita sana e ricca di nuove conoscenze giocando nei boschi.

Le storie dei successi di cittadini diventati agricoltori assumono varie forme. Alcuni coltivano in quantità poche varietà di colture particolari, altri coltivano molte varietà di ortaggi in piccole quantità ciascuna e vendono direttamente i propri prodotti a persone che vivono in città, senza passare attraverso i grossisti o altri dettaglianti.

Per chi vive in città e sogna la vita in campagna, Park Ho-jin, che lavora per l’associazione Movimento coreano «Ritorno alla terra», ha un consiglio importante: “Pensate al ruolo che intendete giocare nella comunità rurale a cui vi volete unire. Dovreste avere in mente un piano per far rivivere la comunità mediante un’agricoltura organica o ecologica, e dovete avere un piano per l’istruzione dei vostri bambini. Non si tratta semplicemente di comprare una casa e andare in campagna.”

Quando degli abitanti di città vanno in campagna e si sporcano le mani di terra, è come se iniziassero una nuova vita per sé stessi, portando anche nuova vita alle comunità a cui si uniscono. La produzione di cibi di qualità per le tavole degli abitanti di città crea così un ciclo virtuoso per tutti, grazie a un po’ di fortuna, a una buona preparazione e al supporto del governo.


Tratto da “Rushing Back to the Soil, Cultivating a New Life in the Country”, in Korea, agosto 2012. Testo originale di Im Sang-beom, in cooperazione con riferimenti forniti dall’Associazione coreana Back-to-the-Soil Movement (http://www.refarm.org/) e il Centro Return to Farming (www.returnfarm.com). Qui pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo