Nella grande isola di Cheju-do i tanti vulcani spenti ricordano un lontano passato molto violento. Ora è un luogo amato dai coreani e dai turisti stranieri che vi trovano un clima mite e ancora qualche traccia di usi e costumi peculiari (si veda anche una precedente pagina dedicata). In questa pagina i nomi di luogo vengono trascritti in caratteri latini secondo il più noto sistema McCune-Reischauer, ma, la prima volta che un nome compare, viene anche fornita tra parentesi, se diversa, la trascrizione adottata dal governo sudcoreano per i nomi di luogo. |
I n un'era di comunicazioni globali e di reti informatiche ad alta velocità, è sempre più difficile scoprire dei paradisi sconosciuti. L'isola di Cheju-do (Jejudo Il monte Halla ![]() Pony selvatici scorrazzano liberi nell'area protetta dell'isola Chejudo non è soltanto dotata di meraviglie della natura. Nella città di Sŏgwip'o (Seogwipo Tutta l'isola è costellata da piccoli coni di vulcani spenti, chiamati orŭm (oreum ![]() La statua del Budda nel tempio in grotta di Sanbanggulsa Se vi attirano le spiagge, impacchettate gli asciugamani e i sandali e dirigetevi all'isola di Udo, un piccolo angolo tranquillo al largo della costa orientale di Chejudo. Udo ( Tornati a Chejudo, accertatevi di andare a vedere Ch'ŏnjeyŏn (Cheonjeyeon Completate la vacanza con una gita alla grotta di Sanbanggulsa ( |
Tratto da “Eight Sights of Danyang”, in Pictorial Korea, Primavera 2006. Senza indicazione dell'autore del testo e delle fotografie. Ricerche bibliografiche a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo