Non sono molte le belle case coreane che furono risparmiate nelle grandi città per la frenesia di occidentalizzazione che colpì la Corea del Sud negli anni 1980. Ora molti coreani che vivono in città, delusi dalla vita in edifici di cemento armato e privi dei valori della tradizione, sentono il bisogno di provare, anche se solo per breve tempo, il gusto di vivere senza grane condominiali in una casa tradizionale unifamiliare di legno e argilla, come si usava un tempo, e di trasmettere ai loro figli i valori del passato. |
U na pioggia estiva precoce scende soffice sulle tegole del tetto. La porta di carta scivola silenziosa sulle guide di legno aprendosi a rivelare perle di pioggia che gocciolano dalle grondaie e cadono, con un suono nitido e chiaro, nel cortile. Da qualche parte un cuculo aggiunge il proprio canto, gentile e solitario, alla melodia della natura. Un fumo bianco si alza dal camino e, sotto, il fuoco ha appena cominciato a scaldare il pavimento. Dove ci troviamo? In una graziosa cameretta di una casa tradizionale, sperimentando di persona quel che doveva essere la vita in un ambiente di questo tipo, anche se è solo per un giorno. Vecchie case fiere del loro alto lignaggio![]() Ospiti in visita alla sezione riservata agli uomini nella casa di Yun Jeung a Nonsan La cultura confuciana della Corea è la forza motrice che ha mantenuto vive molte di questa vecchie case, mentre buona parte della Corea si sviluppava e si modernizzava attorno ad esse. Uno dei punti centrali dell’insegnamento confuciano è l’idea della pietà filiale. Onorare il proprio padre e la propria madre è un principio universale, ma in Corea questa pietà filiale si estende anche alle generazioni che sono da tempo scomparse. I riti ancestrali effettuati per le generazioni precedenti sono compito del figlio più anziano della famiglia, e la sua responsabilità viene passata di generazione in generazione, da primogenito a primogenito. La famiglia che segue questa linea di successione viene chiamata “famiglia capostipite” e molte delle case tradizionali che ancora esistono in Corea sono quelle di queste famiglie capostipite. Durante il periodo Joseon (1392- 1910) queste famiglie possedevano vasti terreni che venivano dati in affitto ai contadini, e questo guadagno serviva a mantenere le loro grandi case e ad assolvere alle responsabilità rituali di famiglie capostipite. Tuttavia, con le riforme avvenute alla metà del ventesimo secolo, queste famiglie capostipite persero i loro principali mezzi di guadagno e cominciarono a declinare. Alcuni abbandonarono le loro case ancestrali per andare a cercar fortuna in grandi città come Seul. Altri rimasero, ma sia le loro case, che le loro famiglie persero la grandiosità di un tempo. Non è stato che in un’epoca relativamente recente che il governo ha fatto uno sforzo mirato alla restaurazione di questi tesori, dando ai discendenti, sparsi ormai in tutto il paese, l’opportunità e un motivo per tornare a casa. Oggi essi danno il benvenuto ai visitatori, offrendo loro un assaggio di quello che significa vivere in una casa tradizionale, e molti di loro offrono programmi culturali che permettono agli ospiti di conoscere giochi, cibo e altri aspetti dello stile di vita tradizionale della Corea. Un fascino anticoL’Organizzazione per il turismo della Corea gestisce un sito web che fornisce informazioni su queste case tradizionali. Vi sono elencate 68 case nelle varie regioni, 39 delle quali si trovano nella regione Gyeongsangbuk-do, grazie al forte e continuo rispetto di questa regione per la cultura confuciana. Molte delle case offrono un pasto tradizionale per la colazione del mattino, e si possono fare esperienze culturali pratiche, come usare una macina tradizionale, apprendere la cerimonia coreana del tè, vestirsi con gli abiti tradizionali, creare oggetti di ceramica e vari giochi tradizionali. Vi sono anche case in cui i visitatori possono osservare l’esecuzione dal vivo di riti confuciani ancestrali, oltre a conoscere più a fondo il cibo, l’abbigliamento, l’architettura, le tradizioni e altri aspetti culturali che sono stati mantenuti diligentemente da queste famiglie capostipite. Alcune di queste case approfittano del fatto di trovarsi in un ambiente naturale indisturbato per offrire programmi di apprezzamento della natura, dando ai bambini la possibilità di vedere piante, animali e insetti, nei quali non si imbatterebbero mai nelle grandi città. Ogni anno un numero sempre maggiore di coreani scoprono il fascino di queste case tradizionali. Per gli abitanti delle città moderne, uno dei più evidenti vantaggi di abitare in una casa tradizionale è la possibilità di fuggire dall’ambiente teso e soffocante della città e tornare in un tempo e in un luogo più strettamente collegati con la natura. Un sondaggio condotto dall’Istituto di ricerca sull’architettura e l’urbanizzazione ha interrogato nel 2008 un campione di 1.007 persone chiedendo loro di citare i motivi per cui avrebbero desiderato vivere in una casa tradizionale. Le prime tre risposte comprendevano “vicinanza con la natura” (35,5 per cento), “vantaggi per la salute” (27,0 per cento) e “tranquillità” (23,5 per cento). Un visitatore della casa di Yi Man-hyeon ad Andong, nel Gyeongsangbuk-do, ha detto: “La mia mente tormentata dalle preoccupazioni si schiarì e lo stress che si era accumulato nel giro di un anno sparirono senza lasciare traccia dopo aver passato una notte in questa vecchia e tranquilla casa”. Altri visitatori cercano qualcosa di più, come due donne trentenni che si sono fermate nella casa di Kwon Cheol-yeon a Chunyang, nel Gyeongsangbuk-do. Avevano lasciato l’azienda nella quale lavoravano e avevano intrapreso un viaggio per visitare i siti culturali e soggiornare nelle case tradizionali, nella speranza di ricollegarsi con qualcosa che era mancato nella loro vita. Vi è anche un gruppo di persone che hanno fondato un club per conoscere e sperimentare la cultura tradizionale coreana, e che passano il loro tempo libero visitando siti importanti dal punto di vista culturale e storico nel paese. Nel villaggio Gunja ad Andong, non hanno solo soggiornato in case tradizionali, ma hanno anche fatto in modo che la loro visita coincidesse con esecuzioni di musica e danza coreana tradizionale. Molte le famiglie con bambini piccoli![]() Giare con salse in fermentazione, allineate in un’area soleggiata dietro la zona riservata alle donne nella casa di Yun Jeung. Ma la maggior parte dei visitatori sono famiglie, specialmente con bambini piccoli. Una coppia che ha portato i propri figli al villaggio di case tradizionali di Jeonju, nel Jeollabuk-do, ha apprezzato in modo particolare l’esperienza di apprendimento. “C’è così tanto da fare qui. Per una piccola somma, tutta la famiglia può fare i dolcini di riso o mischiati di riso e artemisia, e, se ci si prenota per tempo, si può apprendere il modo di comportarsi e conoscere i mestieri tradizionali. È stata un’esperienza valida che ha permesso ai nostri bambini di apprezzare la bellezza e l’importanza della tradizione coreana, e di vedere con i propri occhi cose che avevano visto solo nelle figure dei loro libri di testo.” Un’altra coppia che aveva soggiornato nella casa di Yun Jeung, a Nonsan, nel Chungcheongnam-do, ha provato una gioia speciale nel vedere la reazione del proprio figlio di fronte a quest’esperienza. “I soffioni e i fiori selvatici di cui non conoscevamo il nome, il bel giardino fiorito che si vedeva dalla nostra camera, la forma geometrica della struttura della porta di carta, e nostro figlio che guardava tutte queste cose con una grande meraviglia negli occhi... Per cui è stato un tempo prezioso, un passo verso un mondo di bellezza.” Quel che rende così speciali queste case tradizionali è, naturalmente, il fatto che non sono semplicemente da mettere in mostra. Sono dei musei viventi, case per i discendenti delle persone che le hanno costruite. Questi discendenti portano avanti le tradizioni delle loro famiglie e sono più che felici di condividere le loro esperienze con i visitatori in conversazione davanti a una tazza di tè. In una sera di un’estate precoce, mentre le gocce cadevano dalle grondaie coperte di tegole, Kwon ci raccontò la sua storia. Lui è il nipote di Kwon Cheol-yeon, l’uomo che costruì la casa che ancora porta il suo nome. Dopo la riforma terriera, le fortune della famiglia declinarono rapidamente e Kwon, allora un ragazzo, si spostò a Seul. I riti ancestrali venivano ancora celebrati, ma la casa ancestrale fu alla fine abbandonata, tanto che restò vuota per 16 anni. Valori confuciani e aiuti da parte del governoPoi il governo gli fece un’offerta: l’avrebbero aiutato a restaurare la casa se fosse tornato a viverci e se l’avesse aperta ai visitatori che avessero voluto sperimentare come si vive in una casa tradizionale. Egli accettò l’offerta e negli ultimi tre anni ha accolto i visitatori. Nel primo anno ha avuto circa 50 visitatori, ma nel secondo anno il numero balzò a 200. Questo (2009) è il terzo anno e Kwon si aspetta che il numero dei visitatori continui a salire. Si è spesso chiesto perché i coreani siano oggi così attratti da queste case tradizionali. Una gran parte, egli crede, è che si rendono conto che molti dei valori tradizionali della società coreana, come il concetto confuciano della pietà filiale, stanno svanendo a causa della odierna frenesia della società industrializzata. “I genitori hanno improvvisamente sentito urgente la necessità di enfatizzare questa cultura della pietà filiale nell’educazione dei loro figli”, dice, “e questa cultura è fondamentalmente collegata allo spirito confuciano. Poi il governo ha cominciato, nei mezzi di comunicazione di massa, a parlare favorevolmente della cultura delle case tradizionali della Corea, e tutto questo ha portato all’attuale recente aumento di popolarità.” Lee, proprietario della casa di Yi Man-hyeon, condivide il rispetto di Kwon per i valori confuciani tradizionali. La casa è situata entro i limiti della città di Andong, che è già una destinazione popolare per chi desidera sperimentare la cultura tradizionale, e questo è servito ad attirare ogni anno molti visitatori. Sono passati solo tre anni da quando il governo l’ha aiutato a restaurare la casa, ma ha già raggiunto un livello di circa 5.000 ospiti all’anno. Per spiegare la popolarità della propria casa, e delle case tradizionali in genere, elenca cinque motivi: un maggiore apprezzamento della cultura come opposta al puro divertimento, il desiderio dei genitori di insegnare ai loro figli cose che essi non possono imparare in città, il maggior tempo libero dovuto al sistema di cinque giorni lavorativi alla settimana, la diversità delle case tradizionali fra loro (“Non ve ne sono due che siano esattamente uguali”, dice), e l’interesse nella cultura tradizionale in generale, compresa la cultura confuciana che ha aiutato a mantenere queste case vive attraverso le generazioni. Ma egli sente che la popolarità attuale delle case tradizionali è solo la punta di un iceberg. “Oggigiorno i visitatori stanno appena grattando la superficie,” dice, “ma quando inizieranno a scavare un poco più a fondo, cominceranno a pensare alla vita delle persone che vivevano in queste case. e vorranno conoscerne la cultura.” Quando ciò avverrà, Lee crede che vi sarà una crescita esplosiva nella popolarità delle case tradizionali, non come resti dei tempi andati, ma come aspetto vivente di una cultura tradizionale che ha molto da offrire alla Corea moderna. Cercare il futuro nel passato![]() Ospiti nel Villaggio degli studiosi (Seonbicheon) a Yeongju, nel Gyeongsangbuk-do, stendono pezzi di tessuto dopo averli tinti con colori naturali. Lee mette l’accento sull’importanza dei valori confuciani nella società odierna, in particolare sul desiderio di realizzare un mondo in cui ognuno possa vivere in pace assieme agli altri e sulla volontà dell’individuo di anteporre agli interessi personali il benessere della società. “I futurologi credono che questo sia l’unico modo di portare la felicità a tutto il mondo nel ventunesimo e nel ventiduesimo secolo.” spiega. Da parte sua, Kwon mostra una tavoletta di legno appesa alla parete, su cui è inciso un semplice motto familiare: “La sincerità è la tradizione della nostra famiglia.” È molto orgoglioso del fatto che, quando i fittavoli soffrirono per una scarsità di cibo, suo bisnonno ordinò ai suoi familiari di prendere due soli pasti al giorno, in modo da poter aprire i magazzini e nutrire i contadini affamati. Anche se può sembrare una tautologia, la situazione attuale della Corea è stata a lungo combattuta fra il suo passato e il futuro. La storia moderna della Corea è stata particolarmente penosa: 35 anni di dominio coloniale da parte del Giappone, che ha cercato di cancellare l’identità della Corea e di incorporarla nell’Impero giapponese, un’amara guerra Nord-Sud che ha devastato la penisola dopo il dominio giapponese, e oltre 50 anni di vita come popolazione divisa dall’ideologia. Eppure, nonostante che il paese fosse afflitto dalla povertà dopo la Guerra di Corea, la Corea del Sud è riuscita a risollevarsi e a diventare la tredicesima potenza economica a livello mondiale. Questo periodo di rapida crescita economica è stato così impressionante da essere definito “Miracolo del fiume Han”. Ma procedere in avanti a questa velocità inesorabile comporta anche un pericolo, quello di perdere il contatto con il proprio passato. Quando il proprio passato contiene tante memorie penose come quello della Corea, non sembra essere una cosa cattiva dimenticarsene. Ma vi sono molte cose del passato che dovrebbero essere mantenute, e molte che possono essere usate per costruire una strada verso il futuro. I governi locali della Corea hanno riconosciuto questo principio e hanno investito fondi nelle case tradizionali e nella loro inerente cultura. Anche se i visitatori possono non filosofeggiare sui motivi che portano a risiedere in queste abitazioni tradizionali, il fatto che così tanti degli ospiti siano famiglie con bambini piccoli dice qualcosa sui loro motivi, cioè che essi sentono che vi è qui qualcosa di valido che deve essere trasmesso alla generazione seguente. Pur se non ne parlano, molti si rendono conto che la ricerca della modernità deve essere temperata con la comprensione e il rispetto della tradizione. Nel passato vi è molto che deve essere superato, ma vi è anche molto di cui si deve far tesoro, come i valori umani che persone come Lee e Kwon tengono sinceramente in gran conto. Le abitazioni tradizionali coreane, che essi chiamano “casa”, sono l’aspetto tangibile di questa preziosa tradizione. |
Tratto da “City Dwellers Experience the Pleasure of Korea’s Traditional Houses”, in Koreana, vol.23, n.3, autunno 2009. Testo di Charles La Shure, fotografie di Ahn Hong-beom. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo