Sull'alfabeto coreano girano su Internet molte informazioni errate, specialmente se si vanno a controllare solo le pagine in italiano. Questa paginetta vuole correggere alcuni degli errori che si leggono nella grande rete. |
F ino al quindicesimo secolo la Corea non possedeva un alfabeto che le permettesse di indicare per iscritto i suoni della propria lingua. Influenzata fortissimamente dalla cultura cinese, ne aveva assimilato ad alto livello la complicata scrittura ideografica. ![]() La prima pagina del testo che presentava il nuovo alfabeto I funzionari statali di allora (equivalenti in un certo senso ai nostri politici, funzionari dei ministeri e membri del parlamento) venivano assunti in base a esami di stato in cui dovevano dimostrare la propria profonda conoscenza dei classici cinesi. Questi funzionari, studiosi confuciani, avevano praticamente in mano il potere e riuscivano anche a contrastare il volere dello stesso re, il quale doveva stare molto attento a non contraddirli se non voleva, lui stesso, fare una brutta fine. È chiaro che la casta degli studiosi politicanti poteva decidere di far entrare nel governo i propri parenti e amici, facendo leva sulla conoscenza dei testi cinesi. In pratica chi sapeva scrivere (in cinese) erano solo i membri di quella casta dominante, mentre tutto il resto della popolazione non aveva alcun mezzo di mettere per iscritto le proprie idee, né di potersi difendere nel caso di calunnie, arresti ingiustificati o altro. Motivi della creazione dell'alfabetoIl creatore dell'alfabeto coreano era uno studioso eccezionale ed era ben consapevole delle sofferenze causate alla popolazione minuta dalla mancanza di un sistema di scrittura semplice e adeguato alla lingua parlata. L'idea di creare un sistema di scrittura di facilissimo apprendimento e alla portata di tutti gli deve essere balenata piuttosto presto, forse ancora prima di salire al trono, cosa che fece all'età di 22 anni. L'inventore dell'alfabeto fu in effetti quello che è conosciuto con il nome postumo di "Grande re Sejong" ( Forma delle lettereL'alfabeto coreano non è, come afferma qualcuno in Internet, un "sillabario" alla maniera del sistema di scrittura giapponese. No, le lettere dell'alfabeto coreano distinguono chiaramente le consonanti dalle vocali. Per avere un'idea della forma dei vari simboli com'erano al momento della loro creazione, cliccare qui. Ma per la forma delle singole lettere a chi si è ispirato il re Sejong? Nonostante si siano fatte varie ipotesi su questo punto, cercando di scoprire su quali modelli si fosse basato il re nel corso delle sue ricerche, la soluzione più normale e sicuramente più vicina alla verità è quella che, per la creazione delle lettere delle consonanti, il re si sia basato sulla forma degli organi della fonazione: le labbra, la lingua, il palato, la gola, i denti. Sejong voleva che i grafemi delle lettere fossero il più possibile semplici (a fronte della complessità dei caratteri cinesi) ed esprimessero in qualche modo, anche graficamente, il suono che rappresentavano. ConsonantiEcco, dunque, che l'esame della bocca nella produzione dei suoni gli diede la chiave per la soluzione del problema. Per capire meglio questo punto, prendiamo in considerazione una delle consonanti più semplici dal punto di vista grafico, quella che rappresenta la nasale alveolare "n". La lettera coreana per questa consonante è I gruppi di consonanti e le corrispondenze con gli organi della fonazione (Adattato da www.wright-house.com/korean/korean-linguistics-origins.html) Il sistema di "romanizzazione" adottato dal governo coreano è più vicino a una "traslitterazione", che a una "trascrizione". In tale sistema di romanizzazione, si tiene presente che, mentre nelle lingue occidentali (pur con le loro differenze) è distintiva la contrapposizione "suoni sordi" / "suoni sonori", in coreano tale contrapposizione non è distintiva (come vedremo meglio in seguito), mentre assume un'importanza pari a questa la contrapposizione fra "suoni leggermente aspirati" e "suoni fortemente aspirati". Per cui, limitandoci alle occlusive, in italiano avremo la distinzione data da "p" contrapposto a "b" (come tra "pollo" e "bollo"), o da "t" contrapposto a "d" (come fra "tono" e "dono"), o ancora da "c" contrapposto a "g" (come tra "callo" e "gallo"), mentre in coreano avremo la distinzione data da "p" contrapposto a "p’" (come ad esempio tra le parole "pal" VocaliLe vocali sono rappresentate dalla diversa unione di tre simboli: una linea orizzontale, una linea verticale e un pallino pieno. Per ideare l'aspetto delle vocali non ci si basò sulla forma degli organi di fonazione, ma si fece ricorso alla filosofia. La linea orizzontale, infatti, rappresenta la terra (ㅡ), quella verticale indica l'uomo (ㅣ) e il pallino (•) è il simbolo del cielo. L'uso di questi elementi dà luogo a simboli grafici che assumono un andamento prevalentemente orizzontale (come ㅡ ㅗ ㅜ ㅛ ㅠ), un andamento prevalentemente verticale (ㅣ ㅏ ㅓ ㅑ ㅕ ㅐ ㅔ ㅒ ㅖ) e altri con andamento misto (come i dittonghi ㅢ ㅚ ㅘ ㅙ ㅟ ㅝ ㅞ). L'andamento delle vocali condiziona poi la forma delle consonanti che ad esse si uniscono. Singole lettere e sillabe graficheIl cinese si scrive con dei disegni più o meno complicati che vengono contenuti, dal punto di vista grafico, in un quadrato. I quadrati sono tutti uguali fra loro e il disegno in essi contenuto si adegua allo spazio delineato dal quadrato. Inoltre, ogni carattere cinese corrisponde, in lettura, a una sillaba. Il nuovo alfabeto coreano, com'era previsto inizialmente, doveva poter essere usato seguendo lo stesso schema: una sillaba per quadrato. In pratica, mentre noi scriviamo una lettera dopo l'altra da sinistra a destra (o da destra a sinistra per lingue come l'ebraico e l'arabo), i coreani scrivono racchiuse in un quadrato le lettere che formano la sillaba. Come per i caratteri cinesi, anche le sillabe coreane occupano tutto lo spazio disponibile nel quadrato. Così, se sto parlando di una certa consonante (poniamo la "m", che in coreano si scrive Ordine delle lettere nella sillabaUna sillaba scritta, che si può anche definire "grafica" o "ortografica", è sempre formata almeno da una consonante seguita da una vocale. L'ordine di scrittura delle lettere nella sillaba è sinistra-destra quando la vocale è ad andamento prevalentemente verticale ( L'idea della sillaba graficaLe sillabe della parola scritta possono differire da quelle che formano la parola parlata. L’espressione “davanti agli occhi”, ad esempio, in coreano puro si pronuncia “nunap’e” (sillabe fonetiche “nu”, “na” e “p’e”), ma si scrive “nun-ap’-e” ( Alfabeto fonetico, fonematico o morfo-fonematico?L'alfabeto coreano viene definito come "fonematico", e non "fonetico". Che significa questo? Un alfabeto "fonetico" fa corrispondere i vari "suoni" ad altrettante lettere, mentre un alfabeto "fonematico" rappresenta i "fonemi", cioè le unità minime distintive della lingua. Il concetto non è semplice da illustrare. Comunque, qualche esempio ci farà capire più chiaramente di che si tratta. Abbiamo prima detto che in coreano non esiste capacità distintiva tra le coppie p e b, t e d e così via. Queste coppie di suoni, che da noi vengono segnati come diversi nella scrittura, in coreano vengono scritte con la stessa lettera, una sola lettera per coppia, ovvero la Banconota da 10.000 won con l'effigie del re Sejong Oggi esistono però delle eccezioni a questa regola. Quando fra le due sillabe esiste un rapporto di dipendenza nel significato, l’occlusiva o affricata che si trova fra confini sonori viene pronunciata come una intensiva sorda, come nella parola Ulteriori considerazioni, esposte nella pagina relativa alla lingua, ci aiutano a capire quanto profonde fossero le ricerche linguistiche del re Sejong, tanto da permetterci di definire la scrittura da lui creata come “morfo-fonematica”. Vocali raggruppate a parte nel dizionarioQuando si apre un dizionario coreano, ci si aspetta di trovare, fra i vari raggruppamenti di parole, gruppi di termini che inizino con le varie vocali, come succede nei nostri dizionari, dove i gruppi di parole che iniziano per vocale (a e i o u) non sono elencati tutti insieme a parte, ma risultano mischiati singolarmente, vocale per vocale, con i gruppi delle consonanti. Ma per l'alfabeto coreano non è così. La mente del re Sejong vide chiaramente che per ogni consonante in posizione iniziale di parola potevano esistere in seconda posizione praticamente tutte le vocali. E allora, perché fare separatamente tanti gruppi solo per le vocali? Il trucco della consonante muta iniziale ( Ad un certo punto l'alfabeto corse il rischio di scomparireErano passati pochi decenni dalla promulgazione, quando l'alfabeto rischiò di scomparire completamente a causa del comportamento di un re malvagio e probabilmente impazzito. Questo re dopo la sua morte non ricevette il titolo postumo di "wang" ( Come viene chiamato?L'alfabeto coreano fu inizialmente chiamato Hunmin chŏngŭm ( Cenni sulla pronunciaLa pronuncia del coreano è di per sé piuttosto difficile per i suoni delle vocali e dei dittonghi. A complicare le cose, nella lettura intervengono i vari fenomeni che, come si è accennato, si verificano nell'incontro fra le consonanti finali di una sillaba e la consonante iniziale della sillaba seguente nella parola. Non è una cosa semplice, tanto che alcuni dizionari, come il Tong-A Sae Kugŏ Sajŏn ( Vediamo come esempio la pronuncia della parola |
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© Valerio Anselmo