A Milano: mostra personale
della pittrice Cho Moon-Hee


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al 9 al 20 novembre 2003 presso la Galleria Borgogna, Via Visconti di Modrone, 20 si è tenuta una mostra di opere della pittrice coreana Cho Moon-Hee (조문희).

Felicità II
(61 x 49 cm)
china su carta

La mostra è stata realizzata con la collaborazione dell'A.C.C.I., Associazione Culturale Corea-Italia e dell'Is.I.A.O., Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente.

L'inaugurazione è avvenuta domenica 9 novembre 2003 alle ore 17,30.


La pittura-poesia di Cho Moon-Hee
come continuità dall'epoca Chosŏn a oggi e domani
di Ermanno Zoffili
professore ordinario di Storia dell'Arte
Università di Belle Arti
Accademia di Brera di Milano

Penso che, per un uomo di cultura e di formazione occidentale, sia assai difficile entrare nel profondo dell'arte poetica di Cho Moon-Hee: ho fatto ricorso a tutta la mia capacità per liberarmi dalle costrizioni imposte dalla mia formazione e dalla società cui appartengo cercando di far emergere ciò che forma parte della vera spina dorsale della dignità umana, quella dignità che io chiamo richiesta di continuità.
Il rapporto tra bisogno di continuità e variazione incide sempre più profondamente sull'essenza vera del nostro secolo. Esso coinvolge il nostro atteggiamento verso il passato, quella riserva smisurata di esperienza umana, di cui soltanto i frammenti affiorano, e la maggior parte giace addormentata in profondità insondabili.

Umiltà
(61x49 cm)
china su carta

Oggigiorno il problema della continuità o della costanza è di particolare rilievo, dato che le istanze del passato e del domani sono state sconvolte da una richiesta continua di variazione per puro desiderio di variazione. Ciò ha portato ad un'intima incertezza e ad estremi difetti in ogni manifestazione fondamentale della vita anche artistica: il che è definito da Heidegger l'oblio dell'essere.
In questa situazione diventa una primaria esigenza, per ogni cultura completa, il problema di ciò che è stato represso e ricacciato nell'inconscio, e di ciò che deve essere ripristinato se l'uomo vuole riguadagnare il proprio equilibrio. È quindi un eterno problema di equilibrio: che cosa avviene oggi, che cosa è avvenuto ieri e che cosa avverrà domani dipende dalla lotta costantemente rinnovata della creatura mortale, l'artista, con le forze eterne.
Passato, presente e futuro non sono mai slegati l'uno dall'altro, ma costituiscono un'unità che partendo dalle radici del passato va oltre il presente coinvolgendo la responsabilità del futuro. Il presente, e ciò è chiaramente rappresentato dalla pittura-poesia di Cho Moon-Hee, viene sempre più visto come un vero anello fra l'ieri e il domani. Ogni generazione deve portare sia il carico del passato che la responsabilità dell'avvenire e deve trovare una diversa soluzione per il medesimo problema: attraversare con un ponte l'abisso fra la realtà intima e quella esterna, per mezzo del ristabilimento dell'equilibrio dinamico che governa i loro rapporti.
L'arte di Cho Moon-Hee, come l'arte contemporanea, è nata dal bisogno di un'espressione essenziale. L'artista si tuffa nelle profondità dell'esperienza umana. In qualunque senso si possa sviluppare la nuova tradizione, essa proviene da una cultura altamente complessa, ed è inevitabilmente coinvolta in un'altra componente dell'esperienza umana: il rapporto fra società e uomo, fra stato e individuo.

Provvidenza
(81x98 cm)
china su carta

Tutte le opere d'arte sono registrazioni psicologiche: l'atteggiamento di Cho Moon-Hee verso lo spazio è il riflesso psichico del suo mondo visivo. La qualità di abbracciare tutto, propria dell'arte, è il modo in cui l'artista esperimenta lo spazio: la concezione stessa dello spazio. Non esiste manifestazione artistica che non rispecchi l'atteggiamento dell'uomo verso lo spazio. Ogni manifestazione artistica è una diretta, seppur inconscia, proiezione dell'impatto del mondo con l'uomo, altrimenti essa non potrebbe essere stata concepita.
Queste mie riflessioni sono proprio scaturite dall'immedesimarmi, spero in profondità, nella poetica di questa artista che mi ha confortato nella risoluzione dei miei interrogativi più inquietanti.


Cho Moon-Hee (조문희)

Nata, secondo il calendario lunare, il settimo giorno del settimo mese del 1949 a Kalsan, nella regione Ch'ungch'ŏng Namdo in Corea del Sud, Cho Moon-Hee non ha mai frequentato scuole specializzate per imparare a dipingere. Ha invece trasformato la sua camera da letto nel proprio studio e ha studiato disegno e calligrafia orientale da sola per oltre dieci anni.
Quando ricevette il primo premio per la categoria “pittura letteraria” alla mostra di belle arti organizzata dal giornale Tong-A Ilbo, si fece immediatamente notare come pittrice professionista dotata di grande creatività e vivacità. In seguito tenne tre mostre personali grazie alle quali divenne famosa per la sua capacità di dare alla pittura letteraria un'interpretazione moderna, mantenendosi però sempre legata allo spirito originale della stessa.

Mostre personali
1994Paekakkyewŏn, Seul
1996Centro dell'arte, Seul
2003Galleria Tongsanbang, Seul
2003Galleria Borgogna, Milano (9-20 novembre 2003)
Premi e partecipazione a mostre collettive
1984Premiata al Grande festival delle belle arti coreane, Seul
1985Premiata alla Mostra di belle arti organizzata dal giornale Tong-A Ilbo, Seul
1987Partecipa alla Mostra di arte moderna presso il Museo di arte contemporanea di Seul
1991Partecipa alla Mostra del Centro di belle arti di Seul
1999Partecipa alla Mostra internazionale di calligrafia alla Biennale di Ch'ungbuk
2000Partecipa alla mostra allestita al Festival del Calligrafo a Seul
2001Partecipa alla Mostra della pittura letteraria della Corea, Seul
2002Partecipa alla Mostra della pittura letteraria di oggi e del futuro, Seul
2003Partecipa alla Mostra del calligrafo coreano e dei giovani artisti, Seul
Insegnamento
Docente presso l'Università Kyunghee di Seul (dal 1997)
Docente presso l'Accademia di Belle Arti e presso il Centro d'Arte di Seul (dal 1993)

Per altre informazioni (in inglese) su Cho Moon-Hee, cliccare su questa scritta.


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© Valerio Anselmo