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A ltre cinque tradizioni popolari della Corea sono state nominate “patrimonio culturale immateriale dell’umanità” da parte dell’UNESCO. Nella quarta riunione del comitato intergovernativo che si è tenuta dal 28 settembre al 2 ottobre 2009 ad Abu Dhabi i 24 stati membri hanno deciso 76 aggiunte all’elenco dei patrimoni culturali, fra cui quelle relative alla Corea. Un totale di 116 stati sono legati dalla Convenzione dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale intangibile, adottata nel 2003. La convenzione nomina espressioni orali, rituali, eventi festivi, arti manuali, musica, danze, arti dello spettacolo e altre tradizioni degne di essere conservate. Questo patrimonio vivente viene passato da una generazione all’altra, dando alle comunità e ai gruppi un senso di identità e di continuità essenziali per la diversità e la creatività culturale umana. Con l’iscrizione di queste cinque tradizioni, la Corea ha ora raggiunto il totale di otto patrimoni intangibili nell’elenco UNESCO. Fra questi vi sono il “Festival Gangneung Danoje”, il “Canto epico Pansori” e il “Rituale reale ancestrale presso il sacrario di Jongmyo e la sua musica”, questi ultimi tre aggiunti nel 2008. In un’intervista rilasciata durante la convenzione di Abu Dhabi, Yi Kun-moo, direttore dell’Amministrazione per i patrimoni culturali della Corea, ha detto che diversi paesi possono fare domanda per lo stesso patrimonio culturale intangibile, come ad esempio per la preparazione del kimchi, per cui è importante prendere l’iniziativa prima di altri. Le cinque tradizioni coreane che sono riuscite nel 2009 a entrare a far parte dell’elenco sono: il “Cheoyongmu”, il “Ganggangsullae”, il “Jeju Chilmeoridang Yeongdeunggut”, il “Namsadang Nori” e il “Yeongsanjae”. |
Cheoyongmu
Questa leggenda fece nascere la credenza popolare che un’immagine di Cheoyong posta sul portone di casa impedisca agli spiriti cattivi di entrare. Ha anche portato alla tradizione della danza Cheoyongmu, che era eseguita ai banchetti reali e durante gli esorcismi effettuati l’ultimo giorno dell’anno per tenere lontano il vaiolo e per promuovere la buona sorte. Questa tradizione è ancora mantenuta oggi. Con una storia artistica di oltre un millennio, la danza Cheoyongmu riflette anche la teoria cosmologica dello Yin e dello Yang e dei Cinque elementi che erano prevalenti nella società del periodo Joseon. |
Ganggangsullae
Anche se i versi lirici del canto sono semplici, manifestano le gioie e i dolori della vita. Si stanno ora conducendo ricerche sul Ganggangsullae in una varietà di campi, fra cui l’antropologia, il folclore, la danza, la letteratura, la scienza medica, i costumi e l’economia. Questo patrimonio intangibile viene ricreato come un’arte moderna e si pensa che possa portare un significativo contributo al benessere dei cittadini anziani come arte-terapia. |
Jeju Chilmeoridang Yeongdeunggut
Yeongdeung viene a Jeju dalla Cina, entrando per il porto di Bokdeokgae. Sale sul monte Hallasan per informarsi sulla salute delle rocce note come i Cinquecento generali, passa attraverso Eoseungsaeng Dangolmeori, sul monte Hallasan, e va a Sanbanggul, una grotta che si trova sul monte Sanbangsan, prima di raggiungere Gyorae-ri, Jocheon-myeon, nell’isola di Jeju. Rallegratasi per i fiori di pesco e per le camelie, semina i semi di cinque granaglie e pianta i semi delle alghe di mare lungo le coste per assicurare un’abbondanza di raccolti, conchiglie, orecchie di mare e alghe di mare. Nel quindicesimo giorno lascia Jeju da Jiljinggak. Durante il suo soggiorno, ogni villaggio effettua un rito sciamanico chiamato Yeongdeunggut. Il più rappresentativo di questi riti sciamanici è il Chilmeoridang Yeongdeunggut, che inizia con il “Rito di benvenuto a Yeongdeung” nel primo giorno del secondo mese lunare e termina con il “Rito di addio a Yeongdeung” il quattordicesimo giorno. |
Namsadang NoriIl Namsadang Nori ( Il namsadang moderno consiste di sei parti, fra cui la banda contadina, la danza delle maschere, il gioco dei pupazzi, il funambolismo, l’arte di far ruotare il nastro sul cappello e le acrobazie. Queste arti popolari combinano musica, danza, recitazione ed esercizi atletici, caratteristiche che sono comuni anche ad altre forme di intrattenimento dell’Asia orientale, ma che restano molto coreane nelle loro espressioni tecniche. |
Yeongsanjae
A partire dalla metà del periodo Joseon (1392-1910), possono essersi sviluppati grandi rituali buddisti basati sul Sutra del loto. Come i rituali di altre religioni, il Yeongsanjae è l’espressione esterna di una dottrina e di una filosofia, oltre che essere un mezzo per praticare l’autodisciplina. A differenza dei rituali della dinastia cinese Qing, il buddismo coreano unifica il ruolo del monaco e del rituale, cosicché la manifestazione si può anche considerare un atto di autodisciplina. Nella sfera artistica il canto buddista (beompae) è uno dei tre elementi della tradizionale musica vocale coreana, assieme al gagok (canti lirici) e al pansori (canti narrativi). |
Festival di Gangneung DanojeIl luogo in cui si svolge il festival di Gangneung Danoje ( La preparazione del liquore sacro e i rituali sciamanici Dano segnano l’inizio delle quattro settimane del festival. Nei rituali, un ruolo centrale viene giocato dall’albero sacro (sinmok) e dal hwagae (un oggetto rituale costruito con penne, campanelle e legno di bambù). Uno degli aspetti più caratteristici del festival è la sua integrazione di riti confuciani, sciamanici e buddisti. |
Canto epico pansoriIl pansori ( Il termine pansori ha origine dalla parola coreana pan, che significa “un luogo dove si radunano molte persone” e sori, che vuol dire “suono, canto”. Il pansori si è evoluto dai canti sciamanici nella parte sudoccidentale della Corea nel diciassettesimo secolo ed è continuato come tradizione orale fra la gente comune fino alla fine del diciannovesimo secolo, quando acquistò un contenuto più letterario e godette di popolarità anche fra le classi alte. Le ambientazioni, i personaggi e le situazioni che costituiscono l’universo del pansori sono radicati nel periodo Joseon (1392-1910). I cantanti di pansori seguono un addestramento lungo e rigoroso per imparare una vasta gamma di timbri vocalici unici e per memorizzare i complessi repertori. |
Rito ancestrale reale al sacrario di JongmyoIl sacrario di Jongmyo a Seul è il luogo dove avviene questo rito confuciano dedicato agli antenati della dinastia Joseon, che comprende canti, danze e musica. Il rituale viene praticato una volta all’anno nella prima domenica di maggio ed è organizzato dai discendenti del clan reale Yi. Ispirato da testi classici cinesi riguardanti il culto ancestrale e la nozione di pietà filiale, include anche una preghiera per la pace eterna degli spiriti degli antenati nel sacrario, che si crede sia il luogo in cui il loro spirito riposa. |
Tratto da “Saving Korea’s Living Culture”, in Korea, Novembre 2009. Testo di Limb Jae-un. Pubblicato con autorizzazione del Korea Culture and Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
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© Valerio Anselmo