Il codice segreto dei confederati americani
ha qualche parentela con l'alfabeto coreano?

Qualcuno può pensare che l’argomento di questa pagina vada grossolanamente fuori tema. Che cosa c’entrano i Confederati americani con l'alfabeto coreano? Eppure chi scrive ha avuto proprio l’impressione che, nel creare il loro codice segreto, questo gruppo di soldati americani si siano potuti ispirare all’alfabeto coreano. Ma poi, analizzando più a fondo la cosa...


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n anno fa, nell'ottobre del 2009 trovai in Internet una pagina che mi incuriosì moltissimo. Si trattava di una lettera scritta il 14 aprile 1861 in un codice segreto da certi soldati confederati appartenenti al gruppo dei "Knights of the Golden Circle" (Cavalieri del Circolo d'Oro).


La lettera scritta nel codice segreto dei Cavalieri del Circolo d’Oro

Quello che mi incuriosì fu la scrittura che sembrava molto simile a quella coreana, nella forma iniziale creata dal re Sejong nel 1443 e promulgata nel 1446, composta da trattini e pallini (si veda la forma delle lettere coreane iniziali). Da uno scambio di corrispondenza con la Biblioteca statale dell'Università del Texas, che conserva nei suoi archivi l'originale della lettera, venivo a sapere che nei loro archivi vi erano molti altri scritti relativi alla storia dei "Knights of the Golden Circle", ma nessun altro manoscritto che riportasse quel codice segreto. Altre ricerche in Internet non hanno finora dato frutti.

La pagina che mi aveva colpito si può vedere ancora oggi in Internet cliccando qui.

Il testo della lettera e l'alfabeto segreto

Il testo della lettera, naturalmente in inglese, si può vedere al fondo della pagina citata sotto al manoscritto, anche se basato sulla sola trascrizione in inglese del testo codificato privo della testata, tracciata a mano nel manoscritto originale, subito sotto il codice. Gli errori segnalati si riferiscono solo al testo manoscritto e non all'originale in codice. Ad esempio, "acording" segnalato come errato ("sic") è scritto correttamente ("according") nel codice, così come anche "ballance", citato come errato, è scritto correttamente come "balance" nel codice originale. Quegli errori furono fatti allora da chi trascrisse in lettere latine il testo originale e sono stati interpretati come errori del codice da chi ha preparato oggi quella pagina, dando un giudizio sulla correttezza grammaticale senza cercare di interpretare direttamente il codice originale.

L'alfabeto che si ricava dall'analisi di questo testo e che si può vedere qui a sinistra è incompleto perché in quello scritto non compaiono tutte le lettere dell'alfabeto, ma è comunque sufficiente a permetterci di capire come fu inventato e quali differenze esistano fra questo tipo di alfabeto e l'alfabeto coreano.

Tipicità del codice segreto


Corrispondenza fra le lettere latine e quelle del codice segreto

Innanzitutto, come si vede, le nuove lettere sono state ideate per creare simboli simili fra loro o logicamente collegati, quasi sempre in coppia, per lettere consecutive dell'alfabeto latino. Ad esempio, la A è un tratto orizzontale, mentre la B è un tratto verticale, la L è costituita da un punto con alla destra un tratto verticale, mentre la M è formata da un tratto verticale con un punto alla sua destra, la W è simile a una V, mentre la X è lo stesso simbolo capovolto. È quindi un codice strettamente legato all'ordine dell'alfabeto latino per quanto concerne la sua creazione. Per questo motivo lo si può definire un codice segreto poco sicuro e abbastanza facile da decifrare.

In secondo luogo, si nota subito che è strettamente legato alla presenza delle linee guida nel foglio a righe: alcune lettere vengono scritte sopra la riga, altre sotto e altre ancora a cavallo della riga. Ad esempio la C è un trattino verticale posto al di sopra della riga, mentre la D è un trattino verticale posto sotto la riga. In modo simile sono state ideate la E e la F, con la sola differenza che il trattino è inclinato verso destra, e la G e la H, che hanno invece trattini inclinati verso sinistra.

Molti dei simboli sono composti da un solo tipo di tratto (una linea o un punto), mentre altri sono una combinazione di due tipi di simbolo (un tratto, diritto oppure piegato a L, accompagnato da un punto). Questo fatto richiama alla mente la forma di alcune lettere dell'alfabeto coreano.

Insomma, i simboli (un segmento, retto, o due segmenti uniti a 90 gradi a formare una specie di L, oltre a un puntino e ad alcuni altri segni diversi) possono trovarsi al di sopra delle linee tipiche di un foglio a righe, al di sotto delle linee, o a cavallo delle linee. Inoltre alcuni dei simboli lineari sono scritti verticalmente, altri orizzontalmente, altri inclinati a sinistra e altri inclinati a destra. Con questa soluzione si è ovviato alla scarsità di simboli diversi fra loro.

Anche se il testo del messaggio trovato in Internet non ci dice come risultassero scritte in codice alcune lettere (la J, la Q, la V e la Z mancanti), basandoci sulla logica seguita nella creazione dei nuovi segni, possiamo tentarne una ricostruzione (la J potrebbe essere simile alla K, ma con il pallino sopra la riga orizzontale, e la Q potrebbe essere simile alla P, ma con il pallino a destra della riga obliqua) mentre la V e la Z non lasciano a prima vista capire come dovessero essere.

Conclusione


La forma iniziale delle vocali coreane

Si potrà mai pensare che l'idea grafica di questo codice segreto sia collegabile all'alfabeto coreano? L'idea di usare trattini e un pallino pieno per creare delle lettere del codice segreto può essere forse venuta da un qualche contatto con la scrittura coreana? È difficile dirlo.

Anche se gli elementi fondamentali dei due alfabeti sono gli stessi e anche se si sono create delle lettere graficamente molto simili fra i due (la K è simile alla U originale coreana, la L è quasi uguale alla Ŏ originale coreana e la M quasi uguale alla A originale coreana), è molto probabile che, una volta che si sia deciso di usare quegli elementi fondamentali (un pallino pieno e dei segmenti, verticali o orizzontali) per la creazione di un codice segreto, ci si sia presto accorti che così si poteva ottenere solo un numero limitato di combinazioni.

Di conseguenza, invece di creare simboli nuovi (come ha fatto la Corea per il suo alfabeto), si sia deciso di differenziarli utilizzando le tre posizioni possibili su un foglio a righe (sopra la riga, sotto la riga, a cavallo della riga), il che rendeva però obbligatorio l'uso di un foglio a righe per scrivere i messaggi cifrati. E poi si è deciso l’uso delle altre due posizioni ottenute inclinando i segmenti retti usati per formare alcune lettere (inclinazione a sinistra, inclinazione a destra), con il difetto, però, che la posizione con l’inclinazione verso destra poteva non essere più percepita correttamente quando si scriveva in corsivo, come si usava allora nella scrittura a mano. Queste variazioni, oltre alla presenza di simboli anomali, come quelli della R, della S, della Y, del tutto assenti nell'alfabeto coreano, fanno propendere decisamente per una non-parentela dei due alfabeti.

Un'altra considerazione da fare è che sembra estremamente improbabile che il creatore di questo codice segreto abbia potuto avere accesso a un testo scritto nell'alfabeto originale coreano (formato da segmenti di retta e da pallini pieni e pallini vuoti), in quanto la forma originale di quelle lettere coreane si trasformò poi rapidamente in quella ancora usata oggi, in cui il pallino pieno, usato originariamente per tracciare alcune delle vocali (vedere la figura qui sopra), si è trasformato in un trattino. A questo punto si può decisamente dire che i due sistemi di scrittura non hanno nulla in comune, anche se sono partiti da premesse molto simili (ricordiamo, per quanto concerne l’alfabeto coreano, il pallino che indicava il sole, il segmento verticale che indicava l’uomo e il segmento orizzontale che indicava la terra).

Questa conclusione, che avrebbe potuto anche essere posta come ipotesi preliminare fin dall'inizio, trova così la sua dimostrazione. Se qualcuno dei lettori volesse farmi conoscere qualche altra prova documentata, favorevole o contraria a questa ipotesi, ne sarò lieto.


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© Valerio Anselmo