L a cucina vegetariana e i cibi completamente naturali sono di recente diventati popolari come alternativa a scelte meno salutari, frequenti nella vita moderna. In Corea si sta oggi rivalutando la tradizione vegetariana di lunga data della cucina dei templi buddisti. Si dice che il Budda, il principe Siddharta Gautama, dopo aver visto la vita umana, la vecchiaia, la malattia e la morte fuori dal palazzo, lasciasse la propria casa in cerca di illuminazione e meditasse per sei anni sotto un albero di fico selvatico, nutrendosi di un grano di sesamo e di un grano d'orzo al giorno. Questa pratica ascetica fu interrotta quando un giorno una donna gli offrì una ciotola di farinata di riso. Egli l'accettò volentieri e dopo 21 giorni ricevette l'illuminazione.
A destra, i partecipanti alle lezioni di cucina in un tempio Il principio base nella cucina dei templi è quello di preservare al massimo le qualità originali degli ingredienti. Tutti i componenti sono naturali e non viene aggiunto alcun aroma artificiale o chimico, mantenendone così il gusto originale, puro e semplice. In altre parole, i metodi di cottura tendono a esaltare l'aroma naturale degli ingredienti per permettere a chi li gusta di sperimentare meglio una più immediata connessione con la natura. I metodi di cottura variano da una regione all'altra, ma hanno tutti in comune tre cose. Prima di tutto viene la pulizia, con enfasi sull'igiene nel lavare e nel cuocere gli ingredienti, tutti fatti crescere senza fertilizzanti chimici e senza pesticidi. In secondo luogo viene la gentilezza, nel condire il cibo in modo che abbia un gusto omogeneo e rinfrescante, non troppo salato o pepato, perché
Involtini al ginseng con ripieno di funghi. Nei templi buddisti i pasti servono a fornire l'energia necessaria a sopportare le dure pratiche della meditazione. Questo è il motivo per cui tutti i piatti vengono preparati con l'intento di mettere in risalto le qualità medicinali degli ingredienti. L'idea buddista che “mente e corpo sono una cosa sola” suggerisce che entrambi, mente e corpo, devono essere in salute per poter ottenere l'illuminazione, e che il cibo è importante per raggiungere tale scopo. È per questo motivo che il vitto viene preparato usando per la maggior parte ingredienti freschi di stagione. Ciò permette alle persone di rendere massimo l'assorbimento dei componenti nutritivi dei vegetali. Rendere minimo il tempo di cottura ha anche l'effetto di minimizzare la perdita dei valori nutritivi. Per esempio, le radici di aralia, che sono una ricca fonte di minerali,
Il piatto chiamato sanchae-modŭmgimbap, composto L'Associazione per la ricerca della cucina tradizionale coreana dei templi buddisti, un'organizzazione di monaci e studiosi dedicata alla conservazione dei piatti buddisti e allo sviluppo di nuove ricette, ha diffuso nel pubblico la conoscenza e i benefici della cucina dei templi. Ecco alcuni esempi di quelle ricette. Riso con vegetali di montagna (sanchae-modŭmbap) è un cibo presentato in una ciotola. Impiega vegetali di stagione: tutti i tipi di ingredienti - alghe commestibili, funghi di quercia, funghi enoki, germogli di bambù, radici di aralia, aster selvatici - vengono cucinati e serviti col riso. Il piatto è simile al più comune pibimbap, composto da vegetali cotti e carne, mischiati col riso, ma il riso con vegetali di montagna servito nei templi ha un gusto molto più fresco, con aromi provenienti direttamente dalla natura.
Con alti valori di grassi, le noci di gingko vengono usate per compensare la mancanza di grassi nella dieta vegetariana. Vengono messe sullo spiedo alternativamente con pezzi di carota e tortine di riso e poi fritte e insaporite solo con sale e pepe per farne emergere il sapore profondo e naturale. Cinque involtini colorati di kimchi vengono preparati con kimchi che è stato conservato per tutto l'inverno. Fra gli ingredienti, polvere di glutine di riso, farina, spinaci e lattuga di mare che fornisce il colore. La
A destra cinque involtini di kimchi, fatti con kimchi e Nei templi buddisti non solo la preparazione del cibo, ma ogni pasto è visto come un passo nella ricerca dell'illuminazione. Non si deve mangiare troppo, né si devono mangiare troppi tipi di cibo anche se in piccola quantità. Non si deve lasciare né gettar via neppure una briciola di cibo, una volta che è stato servito. I pasti sono chiamati “offerte” in ringraziamento per il lavoro e gli sforzi richiesti per la loro preparazione. Lo spirito che sta dietro alla pratica di lavare la propria ciotola con acqua e di berne l'acqua è un esempio per i nostri tempi, quando lo smaltimento dei rifiuti alimentari è diventato un problema. La cucina dei templi si basa sulla virtù buddista dell'umiltà, in tutti i processi, dalla selezione degli ingredienti alla loro preparazione e consumo. Ne risulta potenziato lo spirito di “ritorno ai principi fondamentali” della natura. |
Tratto da “Buddhist Temple Cuisine”, in Pictorial Korea, maggio 2001. Testo originale di Ym Seon-young, fotografie di Suh Hun-kang. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
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© Valerio Anselmo