La conservazione degli annali storici di Joseon

Gli annali storici di Joseon (Chosŏn) si sono conservati perfettamente per centinaia di anni grazie a una serie di accorgimenti che ne hanno mantenuto l’integrità nonostante le guerre che hanno sconvolto la penisola coreana, evitando anche possibili attacchi di insetti e danneggiamenti causati dall’umidità. L’articolo spiega come la Corea sia riuscita a mantenere intatti per tanti secoli questi scritti, oggi patrimonio dell’umanità.
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Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



Parte di un’antica mappa della Corea, dove sono segnati i luoghi in cui erano dislocate le copie degli Annali storici

A

nche se gli Annali della dinastia Joseon (Joseonwangjosillok 조선왕조실록 ) sono stati giustamente riconosciuti come un incomparabile tesoro documentario, ciò non sarebbe stato possibile senza il suo elaborato e scientifico sistema di manutenzione e di conservazione.

Tale sistema comprendeva la costruzione di archivi in remote zone montagnose, dove gli Annali potevano essere depositati per le generazioni future, e allo sviluppo di templi guardiani nelle vicinanze per proteggere gli archivi nei momenti di crisi. Gli Annali dovevano essere posti in casse speciali, assieme con erbe medicinali che li proteggevano dagli insetti e assorbivano l’umidità. Oltre a ciò, gli Annali venivano arieggiati all’aperto ogni due anni come parte di un processo continuo di manutenzione e conservazione. È stata la rigida aderenza a queste scrupolose procedure che ha permesso agli Annali della dinastia Joseon di essere conservati nella loro forma originale dopo tutti questi secoli.

Archivi nelle montagne

In seguito alla compilazione di una edizione degli Annali della dinastia Joseon, l’Ufficio per la compilazione degli Annali (Chunchugwan 춘추관 ) presiedeva a una cerimonia che attribuiva agli Annali il valore di una reliquia. Dopo di che, una copia degli Annali veniva posta nell’Ufficio delle Registrazioni a Seul, e una copia veniva inviata a ciascuno degli archivi nelle varie regioni. Nei primi anni della dinastia Joseon (1392-1910) gli Annali venivano conservati nell’Ufficio delle Registrazioni e nei centri regionali di Chungju, Jeonju e Seongju. Ci si preoccupava, però, per il rischio che gli Annali potessero essere danneggiati dal fuoco o rubati nei centri regionali. E, in effetti, durante il regno del re Jungjong (r. 1506-1544), undicesimo monarca di Joseon, si verificò un incendio agli archivi di Seongju, quando qualcuno aveva cercato di cacciar via col fuoco dei piccioni.

Le invasioni giapponesi del 1592-1598 mostrarono chiaramente quanto fosse difficile proteggere degli archivi che si trovavano in aree cittadine a cui si poteva facilmente accedere. L’Ufficio delle Registrazioni a Seul e gli archivi di Chungju e Seongju, che erano facilmente accessibili da parte degli invasori, finirono per essere distrutti dal fuoco, compresi gli Annali che vi erano contenuti. Fortunatamente i materiali presenti negli archivi di Jeonju erano stati spostati sul monte Naejangsan, grazie agli sforzi di studiosi confuciani, quali Song Hong-rok e An Ui, che contribuirono alla loro sicurezza e conservazione.


Gli archivi del monte Jeongjoksan, da una vecchia fotografia.

Anche se gli invasori giapponesi furono alla fine respinti, era chiaro che avere degli archivi nelle città creava grossi problemi in quanto a possibili perdite dovute a invasioni straniere, oltre che per incendi e furti. Si decise perciò che, per una maggiore loro protezione, gli archivi fossero spostati in aree montane remote, nonostante le complicazioni logistiche che ne sarebbero derivate a causa dell’accesso difficoltoso.

Di conseguenza, oltre che nell’Ufficio delle Registrazioni a Seul, si costruirono archivi sul monte Manisan nell’isola di Ganghwado; sul monte Myohyangsan a Yeongbyeon, nella regione Pyeongan-do; sul monte Taebaeksan a Bonghwa, nella regione Gyeongsang-do; e sul monte Odaesan a Pyeongchang, nella regione Gangwon-do. Gli archivi del monte Myohyangsan furono in seguito spostati in un’area più fortificata sul monte Jeoksangsan, a Muju, nella regione Jeolla-do, in preparazione per una possibile invasione da parte della dinastia dei Jin Posteriori (1616-1636, che divenne la dinastia Qing). Gli archivi del monte Manisan nell’isola Ganghwado furono seriamente danneggiati durante l’invasione dei manchu del 1636 e poi da un incendio nel 1653, per cui nel 1660 furono spostati sul vicino monte Jeongjoksan.

Durante l’ultima parte del periodo Joseon furono mantenuti quattro archivi regionali sui monti Jeongjoksan, Jeoksangsan, Taebaeksan e Odaesan. Con templi di guardia eretti nelle vicinanze a difesa, questo sistema di archivi fu continuamente mantenuto fino alla fine della dinastia Joseon.

Gli archivi del monte Jeongjoksan si trovano presso la zona occidentale dell’isola di Ganghwado, che oggi fa parte del distretto metropolitano di Incheon. Dopo la morte di un re, veniva compilata una nuova edizione del suo regno e copie di questa venivano depositate in tutti gli archivi.

Una manutenzione regolare

Gli Annali sono stati riconosciuti come esempi rappresentativi della straordinaria cura nella tenuta delle registrazioni dell’epoca Joseon, ma le “Registrazioni dello stato degli Annali” (Sillok hyeongjian 실록형지안 ) sono anch’esse degne di nota. Queste registrazioni erano mantenute per documentare le condizioni degli Annali tutte le volte che gli archivi dovevano essere aperti per avvenimenti come la consacrazione di una nuova edizione degli Annali, per far prendere aria ai volumi, per una revisione di documenti, o per la manutenzione dell’edificio degli archivi. Le Registrazioni rappresentavano così una compilazione dei dettagli delle ispezioni effettuate alla proprietà degli archivi.

Tutte le volte che gli archivi venivano aperti, si annotavano nelle Registrazioni dello stato degli Annali i tipi e il numero di volumi presenti negli archivi e in ciascuna cassa individuale, con un elenco dei nomi degli storiografi e del personale incaricato. Questi documenti fornivano la prova che i volumi degli Annali presenti negli Archivi erano stati ispezionati e che era stata effettuata una regolare manutenzione.

L’operazione periodica di far prendere aria ai volumi, uno sforzo che richiedeva un grande spreco di tempo, riflette la coscienziosa attenzione impiegata nell’effettuazione di una appropriata manutenzione degli Annali. L’operazione di arieggiamento era necessaria per prevenire l’accumulo di umidità, che può causare marciume o infestazione da insetti, in sostanza per assicurare una conservazione dei documenti a lungo termine. Normalmente il processo di arieggiamento veniva effettuato in giornate serene in primavera o in autunno, con la presenza di uno storiografo di alto grado inviato per ordine reale a far da supervisore all’operazione. Le formalità e le procedure dettagliate per questo procedimento sono illustrate nel testo Hanwon’gosa (한원고사 ).


Gli archivi del monte Odaesan, ricostruiti.

Gli Annali presenti in ognuno degli archivi dovevano essere arieggiati ogni due anni. Lo storiografo inviato per ordine reale doveva aprire le porte e ispezionare gli archivi, aprendo le singole casse e arieggiando i volumi in esse contenuti.

Shin Jeong-ha (1681-1716), ufficiale funzionario civile e studioso durante l’ultimo periodo Joseon, fu inviato a far prendere aria agli Annali immagazzinati negli archivi del monte Taebaeksan nell’autunno del 1709. Egli registrò le proprie esperienze in una relazione di viaggio e in forma poetica. Le registrazioni della sua relazione di viaggio comprendevano i seguenti dettagli sul suo incarico.

«L’edificio degli archivi è circondato da un muro. A oriente del muro si trova l’edificio che usano gli storiografi durante il processo di arieggiamento. Il personale dell’archivio e i monaci che sono responsabili della protezione restano sempre nell’edificio degli archivi. Quando ho raggiunto l’edificio degli archivi, mi sono inchinato quattro volte, poi ho aperto la serratura della porta e ho osservato l’interno. I volumi sono stati arieggiati in tre giorni e in quel periodo il tempo si è mantenuto bello. In quel lasso di tempo ho fatto prendere aria a un totale di 36 casse di libri. Quando l’operazione di arieggiamento è stata completata, ho rimesso i volumi nelle loro casse, le ho sigillate e le ho riportate al primo piano dell’edificio degli archivi, esattamente dove si trovavano prima.»

Anche se gli archivi si trovavano in remote zone di montagna, che spesso richiedevano un viaggio fisicamente impegnativo, gli storiografi consideravano un grande onore l’essere inviati per svolgere i compiti necessari presso gli archivi. Inoltre consideravano un’appropriata manutenzione e conservazione degli Annali come un impegno solenne, senza preoccuparsi di qualunque sacrificio o difficoltà personale. I funzionari regionali offrivano una generosa ospitalità agli storiografi che giungevano dal palazzo reale. In effetti, per tutti quelli che erano coinvolti, la preservazione degli Annali era una questione della massima importanza.

Gli archivi del monte Odaesan, che furono inizialmente costruiti nel 1606, conservarono una copia degli Annali fino agli ultimi giorni di Joseon, nel 1910. Nel 1913 le autorità giapponesi espropriarono e portarono in Giappone la copia degli Annali custodita in questi archivi. In seguito gli edifici degli archivi furono ricostruiti, basandosi sulle registrazioni storiche relative al sito.

Oggi circa 500 volumi delle Registrazioni dello stato degli Annali sono conservati presso il Gyujanggak dell’Università Nazionale di Seul. Il contenuto di questi documenti si focalizza principalmente sui periodici arieggiamenti e ispezioni degli Annali, senza i quali la conservazione di questo tesoro documentario nel suo stato originale non sarebbe probabilmente stata possibile.

Conservazione dei documenti


Un rituale formale fu condotto l’11 agosto 2006
nel tempio Woljeongsa sul monte Odaesan per commemorare il ritorno di una copia degli Annali della dinastia Joseon dal Giappone. In primo piano si vedono le casse contenenti i preziosi volumi.

Gli Annali erano conservati in casse, tipo bauletto, appositamente preparate per consentire di rendere massima una conservazione a lungo termine. Ogni cassa conteneva da 15 a 20 volumi. Fra un volume e l’altro erano posti fogli di carta e poi l’intera pila era coperta da un pezzo di tessuto rosso che serviva a proteggere il contenuto dall’umidità e ad allontanare le energie negative.

Per proteggere i documenti dall’umidità e dagli attacchi degli insetti, in ciascuna cassa erano posti sacchetti con cnidium officinale e acorus calamus macinati. Il cnidium officinale è una pianta medicinale le cui radici e i cui gambi sono usati per alleviare l’ansietà e il dolore e per promuovere una buona salute. L’acorus calamus, o acoro dolce, è anche un ingrediente popolare per le applicazioni della medicina erboristica. Si dice che queste aggiunte di erbe abbiano giocato un ruolo vitale per la prevenzione di danni agli Annali, che comprendono edizioni create più di 500 anni fa.

La casse per la conservazione dei volumi storici erano fatte con vari tipi di legno leggero, come il salice, la paulonia e il tiglio. Le superfici esterne delle casse erano laccate per fornire un interno sigillato che impedisse l’ingresso dell’umidità. Le casse erano fornite di manici e di quattro piedi, e la loro superficie era decorata con ferro, ottone e resina di pino.

Dopo che gli Annali erano stati posti nelle casse di immagazzinaggio, queste venivano accuratamente sigillate e chiuse con lucchetti. Perfino il personale responsabile della manutenzione degli Annali non poteva aprire le casse: solo uno storiografo mandato con un ordine reale era autorizzato ad aprirle. Questo è un altro esempio di quanto gli Annali fossero considerato preziosi.

Nonostante il passaggio di vari secoli, gli Annali della dinastia Joseon restano nella loro forma originale perché gli archivi di deposito furono costruiti in siti sicuri nell’ultimo periodo di Joseon e anche grazie agli sforzi che vi hanno dedicato i responsabili della manutenzione e conservazione degli Annali, come è documentato nelle Registrazioni dello stato degli Annali.


Dettagli degli edifici degli archivi e delle casse dei volumi storici

Gli edifici degli archivi

Finestre
Come si vede nella figura a sinistra, delle grandi finestre nella parte alta della costruzione assicuravano una ventilazione adeguata, mentre degli scuri e dei paraventi fornivano protezione contro i raggi diretti del sole e le precipitazioni.

Tetti
I tetti erano costruiti con una forte pendenza e un’ampia sporgenza come protezione contro la pioggia e per ridurre l’accumularsi della neve.

Pavimenti
I pavimenti degli edifici degli archivi venivano costruiti più in alto rispetto al livello del suolo per prevenire infiltrazioni di umidità dal terreno e per consentire un’ulteriore circolazione dell’aria.

Le casse dei volumi storici

Carta oleata
Sopra una pila di volumi degli Annali veniva posto uno strato di carta oleata (in alto nella figura) come protezione contro le infiltrazioni di acqua.

Carta
Per tenere separati i volumi individuali, fra l’uno e l’altro veniva posta della carta di alta qualità.

Tessuto rosso per avvolgere
I volumi degli annali venivano poi avvolti in un tessuto rosso come ulteriore protezione. Si diceva che il rosso allontanasse gli spiriti malvagi.

Sacchetti di erbe insettifughe
Delle erbe insettifughe, fra cui il cnidium officinale (una varietà di filipendula) e l’acorus calamus (calamo aromatico), erano poste in ciascuna cassa di libri per prevenire infestazioni da parte degli insetti.


Tratto da “Dedicated Efforts to Preserve the Annals of the Joseon Dynasty”, in Koreana, vol.22, n.3, autunno 2008. Testo originale di Shin Byung Ju, professore di storia coreana dell’Università Konkuk. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull’intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo