![]() Park Chang-bom, studioso dei dolmen. Professore presso l'Istituto coreano di studi avanzati U n ricercatore coreano che ha studiato a fondo i dolmen per quasi dieci anni è giunto a una conclusione sorprendente: i dolmen coreani non sono soltanto dei reperti archeologici, ma anche oggetti legati all’astronomia. Il professor Park Chang-bom cominciò a interessarsi ai dolmen nel 1997 e da allora ha percorso in lungo e in largo il paese per condurre ispezioni in loco. Quello che ha attirato la sua attenzione sono gli incavi a forma di coppa presenti sulla loro superficie. Secondo Park, i dolmen che mostrano questi segni a coppa, oltre che reperti archeologici sono artefatti astronomici. Questi segni a forma di coppa non si sono prodotti in modo naturale, ma furono incisi intenzionalmente da qualcuno che li creò come simboli o rappresentazioni di qualcosa. Allora, che cosa cercavano di esprimere queste popolazioni con i buchi concavi sui dolmen? Il termine coreano per “segno a forma di coppa” significa letteralmente “buco della fertilità”. In accordo con tale significato, vi è un consenso generale nei circoli accademici che questi segni siano simboli di fecondità e di abbondanza. Il professor Park concorda con l’idea che i segni a forma di coppa fossero radicati in una credenza religiosa che, così facendo, l’autore ne potesse ricevere benessere e prosperità, ma mette anche l´accento sul fatto che questa spiegazione non rivela tutta la storia. “Molto tempo fa la gente pensava anche al problema esistenziale di che cosa ci capiterà dopo la morte. Le costellazioni tracciate sulle pareti delle tombe durante il periodo Koguryŏ (Goguryeo) (37 a.C. - 668 d.C.) e il periodo Silla (57 a.C. - 935 d.C.) mettono in evidenza questo tipo di visione nei confronti della vita e della morte. Per esempio, l’Orsa Maggiore è un simbolo della morte e, nello stesso tempo, della resurrezione. Ma queste visioni sulla vita e la morte non sono probabilmente comparse all’improvviso. È naturale presumere che questo sia il risultato di una tradizione trasmessa da una generazione all’altra.”
“In tutto il mondo il Sud-Est fu la direzione preferita per i siti funerari durante l’epoca culturale megalitica. Anche se i dolmen coreani non sono tutti rivolti nella stessa direzione, i segni a coppa incisi sulla loro superficie sono chiaramente rivolti verso Sud-Est. Il che significa che questi simboli riflettevano le nozioni culturali delle popolazioni preistoriche della Corea.” Se questi simboli a coppa erano intesi a rappresentare le costellazioni, quale sarà il significato di tale fenomeno? Per prima cosa, la rappresentazione delle costellazioni con fori a coppa è il riflesso di una società agricola e, in secondo luogo, indica anche la credenza religiosa che le persone, dopo la morte, viaggino verso i cieli. Ma vi può essere ancora un altro significato più profondo. “La scienza coreana moderna ebbe inizio durante il periodo coloniale giapponese (1910-1945), mentre la scienza tradizionale fu introdotta dalla Cina durante il periodo delle Quattro comanderie degli Han (i quattro distretti amministrativi che la Cina Han stabilì in Corea nel 107 a.C.). Ma la scienza moderna e quella tradizionale non si può dire che siano del tutto indipendenti fra loro. Le costellazioni incise con fori a coppa sui dolmen provano che in Corea c’era anche una scienza locale, indigena.” Il professor Park avanza quindi l’ipotesi che i simboli a forma di coppa dei dolmen coreani offrano la possibilità di stabilire un nuovo punto iniziale per la storia della scienza coreana. Quando la sua ricerca sulla cosmologia coreana sarà stata completata, ha intenzione di pubblicare un articolo sull’astronomia dei dolmen che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia dell’astronomia coreana. |
A proposito delle mappe stellari rilevate sui dolmen, si veda anche il documento «Fifty Wonders of Korea - Volume 2. Science and Technology» a pagina 11 “Dolmen Stones”. Questo testo datato 2008 (uscito quindi dopo la pubblicazione del suddetto articolo) presenta anche molte altre invenzioni coreane interessanti, con diagrammi e fotografie. |
Tratto da “Interview - Park Chang-bom”, in Koreana, vol.21, n.1, primavera 2007. Senza indicazione dell'autore del testo e della fotografia. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull’intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo