L'inverno nell'entroterra di Inje

In questa pagina i nomi di luogo vengono trascritti in caratteri latini secondo il più noto sistema McCune-Reischauer, ma tra parentesi viene anche fornita la trascrizione imposta di recente dal governo sudcoreano, quando questa risulti diversa.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


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i tutte le aree della regione Kangwŏn-do (Gangwon-do) la zona di Inje, situata nella parte nord-occidentale del Parco nazionale del monte Sŏraksan (Seoraksan), vanta lo scenario invernale più bello.


Il ponte Sŏp su uno dei rami del fiume P'yŏngch'ang-gang

Con la neve, l'intera area viene a somigliare a un dipinto, con le montagne, i villaggi e perfino il cielo tutti bianchi. Visitare questi luoghi è come fare un viaggio nel passato. Più ci si addentra nelle montagne, più presto il sole tramonta. Lì, d'inverno, i villaggi sembrano entrare in uno stato di ibernazione.

Sŏlp'ibat (Seolpibat) e Samdun Sagari sono due delle aree più isolate del Kangwŏn-do. A Inje, dove vi sono oltre 99 picchi che superano i 1.000 metri di altezza, vari villaggi furono scelti come rifugio in tempo di guerra.

Il nome del villaggio di Sŏlp'ibat deriva dal fatto che d'inverno, quando nevica, gli abitanti non possono andare neppure fino alla porta accanto senza calzare i sŏlp'i (설피 ), un tipo di racchette da neve locali. A Sŏlp'íbat la prima neve di solito arriva all'inizio di novembre e l'ultima ad aprile. Lo sguardo dei visitatori che vengono per la prima volta a Sŏlp'ibat d'inverno è attratto in particolare dalle slitte tradizionali coreane, chiamate ssŏlmae (썰매), qui molto usate, e da un grosso ponte di tronchi che si trova all'ingresso del villaggio.

Le racchette da neve calzate d'inverno a Sŏlp'ibat,
che danno il nome al villaggio

Samdun Sagari, che è separato da Sŏlp'ibat da una montagna, è un luogo che un antico documento, il Chŏnggamnok (정감록 ), citava come il miglior rifugio della Corea. È formato da sette gruppi di case, tutti situati ai piedi del monte Pangt'ae-san (Bangtaesan) come tanti nidi di uccelli. Dei sette, solo Achimgari e Saldun sono abitati, con Saldun che ha il maggior numero di abitanti. Il nome Saldun letteralmente significa “Sopravviverai se verrai qui”. Il nome ha avuto origine dalla leggenda che questo luogo non è mai stato toccato dalla guerra e che è quindi un luogo sicuro in cui vivere.

A Pamgol (Bamgol), vicino a un bosco che prende il nome dal villaggio di Chŏkk'ari (Jeogkari), si possono vedere case di legno nello stile tradizionale del posto, chiamate in coreano kwit'ŭlchip (귀틀집). Gli abitanti si tramandano ancora un'usanza che oggi non è più comune: cioè, costruiscono a parte una specie di piccola capanna conica di paglia, separata, per proteggere le giare che contengono il kimchi (i vegetali in salamoia messi da parte per l'inverno).

Una delle case tradizionali di Saldun

I pesci del tipo merlano (명태 o Theragra chalcogramma) vengono messi a seccare all'aria aperta d'inverno. Inje è la zona in cui si produce la maggior quantità di pesce secco della Corea e il villaggio di Yongdae-ri è il centro di questa industria. Nel villaggio vi sono una trentina di essiccatoi di pesce, che coprono vaste zone di terreno.

Quest'area è particolarmente adatta perché è fredda, ventilata e molto nevosa. I merlani diventano pesci secchi di buona qualità solo se si seccano in un luogo la cui temperatura notturna sia di dieci gradi sotto zero per più di tre mesi. Ma il semplice freddo non è sufficiente a ottenere una buona qualità.

Durante il giorno vi deve essere una buona insolazione che faccia sciogliere il ghiaccio all'interno della carne del pesce e di notte deve fare abbastanza freddo per farla di nuovo congelare. La produzione di un buon pesce secco dipende largamente dal clima, cioè dalla volontà del cielo, più che dagli sforzi degli uomini. La gente del posto, perciò, dice che la produzione di un buon pesce secco è un progetto portato avanti congiuntamente col cielo.

I merlani messi a seccare al sole

Tutte e quattro le stagioni sono eccellenti nella zona di Yŏngwŏl (Yeongwol) e Chŏngsŏn (Jeongseon), ma d'inverno i due villaggi danno un senso di calore e di intimo. Il ponte Sŏp (vedi la figura iniziale) che attraversa un ramo del fiume P'yŏngch'ang-gang a P'anun-ri, Chuch'ŏn-myŏn (Jucheon-myeon) a Yŏngwŏl è la quintessenza del loro bel paesaggio invernale. Lo stretto ponte fatto di terra e di rami d'albero poggiati su un sostegno di legno è come una cartolina illustrata. Specialmente quando nevica sono molti quelli che vengono ad ammirarlo.

Chŏngsŏn è un bel villaggio circondato da montagne, acque, valli, massi di roccia e scogliere. I coreani d'un tempo descrivevano questo posto come “un luogo dove la gente viene e se ne va piangendo”. In passato i funzionari statali appena nominati arrivavano qui in lacrime per la sfortuna di essere stati mandati in una zona così remota, raggiungibile solo dopo aver superato un passo montano alto e ripido.

Un ragazzo del luogo gioca col ghiaccio,
spingendosi con un bastone su un
lastrone che galleggia

Tuttavia, dopo avervi trascorso un po' di tempo, essi si innamoravano delle sue belle montagne, dei fiumi e della gente di cuore, e così piangevano di nuovo quando venivano trasferiti altrove al termine del loro mandato. Perfino ancora oggi questa zona è considerata una delle aree più isolate della Corea.

Il villaggio di Tanim (Danim) a nord di Chŏngsŏn possiede ancora delle case tradizionali costruite con assi di legno. In alcune di queste case si possono tuttora vedere tempietti di filo e carta dedicati a Sŏngju (성주), lo spirito tutelare della casa, cose che sono ormai difficili da trovare in altre zone della Corea.

Il villaggio si trova su un altopiano a 700 metri sul livello del mare, cosicché per molti giorni dell'anno la temperatura scende oltre i venti gradi sotto zero. Preparare in anticipo grossi quantitativi di legna da ardere è una cosa molto importante nel villaggio e molte case hanno delle scorte di legna impressionanti.

Si dice di solito che nelle aree di montagna come Chŏngsŏn il sole tramonti prima che nelle altre zone. In realtà il sole tramonta quando tramonta dalle altre parti, ma quello che questo adagio vuol dire è che la notte arriva prima perché le montagne sono così alte che il periodo di luce si accorcia di un paio d'ore rispetto ad altri luoghi.

Questa capanna di paglia, di cui si è parlato prima,
serve a proteggere le giare che contengono il kimchi

Una gita in questi luoghi è un viaggio molto lungo, non perché si debba viaggiare per lunghe distanze, ma perché si viene portati molto lontano dalle proprie attività di ogni giorno.


Basato su “Hinterlands of Inje”, in Pictorial Korea, gennaio 2002. Testo di Lee Yong-han. Fotografie di Ahn Hong-beom. Ricerche bibliografiche a cura dell'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo