Fiori di seta
Un’arte antica in piena fioritura



Hwang Su-ro assieme ad alcune delle sue lavoranti. Sul bancone i ritagli di seta colorata per le loro creazioni.

L’

arte coreana del chaehwa, ovvero dei fiori di seta fatti a mano, è l’essenza di una bellezza pura che comunica con la natura. L’artista-artigiana Hwang Su-ro ha trascorso mezzo secolo camminando con fiera determinazione lungo questa strada fiorita. Grazie alla sua perseveranza, ha cercato da sola di riportare in vita la cultura dei fiori della corte di Joseon, rendendo così possibile anche ad altri sperimentare le virtù e i colori naturali dei fiori di seta. La sua vita rappresenta l’espressione della forza genuina di questo mestiere tradizionale, che lo separa decisamente dalle decorazioni floreali del giorno d’oggi.

Una farfalla si posa su un fiore di seta. Un’ape viene attirata dal profumo e scende fra i petali fatti con la cera presa da un alveare. È strano vedere come queste creature interagiscano con le creazioni di Hwang, perché queste ultime non sono reali. Sono invece dei chaehwa coreani, cioè dei fiori formati da sete tinte in modo naturale e da cera d’api. Come suggerisce il comportamento di questi insetti, i materiali usati per creare i fiori di seta sono così ben prodotti, da imitare in pieno la natura. L’arte del chaehwa era uno dei principali elementi decorativi per gli eventi della corte reale e per quelli nazionali durante l’era Joseon. Per i banchetti si preparavano dei fiori di seta particolarmente ricercati per adornare i due lati del trono. Si dice che alla sinistra si ponessero dei fiori di pesco rosso scarlatto e alla destra fiori di pesco di colore rosso e bianco.


Una studentessa dipinge del “polline” giallo su un mazzetto di fibre

Anche se non esistono fotografie in cui si possano vedere come si presentavano i fiori originali fatti a mano, vi sono un paio di libri designati dall’UNESCO che contengono dettagliati testi e disegni di quelle opere d’arte. I protocolli reali della dinastia Joseon e gli annali della stessa dinastia forniscono descrizioni molto dettagliate dei fiori di seta, permettendo oggi agli artigiani di ricreare i fiori nello stile tradizionale. Ci fu un momento in cui questa magnifica cultura di corte dei fiori si trovava sull’orlo dell’estinzione, ma grazie agli sforzi di Hwang Su-ro è sopravvissuta e continua a essere insegnata ancora oggi. Con molto lavoro, la signora Hwang ha fondato l’«Istituto dei fiori di seta reali della Corea», dove lei e più di dieci studenti fanno ricerche sulla cultura chaehwa della corte e si sforzano di riportare in vita quell’arte.

La magia dei colori

L’arte dei fiori di seta cattura l’essenza della luce naturale dei fiori. Per ricreare i colori originali della natura, si possono usare solo le migliori sete. Il punto più difficile di quest’arte è il procedimento della tintura, che richiede tutti ingredienti organici come fiori, alberi, erbe e insetti. Inoltre il processo di riportare in vita quest’arte si basa unicamente sulla letteratura storica e non è facile immaginare quali fossero i colori basandosi su foto in bianco e nero. Per ricreare i colori corretti, la signora Hwang dice che, a quello che trova scritto nei libri, aggiunge anche la propria immaginazione come artista. Utilizzando soltanto le risorse dell’ambiente, la seta viene tinta di scarlatto, blu, verde scuro, giallo oro e altre sfumature.

Il passo successivo è quello di dare delicatamente forma a ciascun petalo, stigma e stame. “Ho sentito dire che che si fanno fiori artificiali anche in Francia”, dice Hwang. “Però i loro fiori non vengono fatti a mano, ma prodotti in massa dalle macchine. Dei colori così profondi come i nostri si possono ottenere solo con fiori creati a mano. I fiori prodotti in fabbrica possono solo emettere luce verso l’esterno, ma mancano di profondità.” Si tratta di un procedimento intricato che richiede un’assoluta precisione. “Dall’inizio alla fine, il tocco del maestro viene richiesto quasi ovunque. Il fascino del chaehwa consiste nell’aggiunta di un tocco di mani esperte alla grazia della natura.” La signora Hwang dice che questo è il motivo per cui ogni fiore viene ad avere un aspetto personale e un’espressione distinta, in quanto ogni creazione riceve una sua vita separata.


Un lavoro di Hwang che illustra uccelli e fiori

Ci sono anche fiori di cera

L’arte di Hwang non si limita ai fiori di seta, ma utilizza anche la cera per creare degli arrangiamenti molto realistici. La cera viene prodotta facendo prima bollire i resti estratti dagli alveari e facendoli poi raffreddare in acqua fredda. La Corea ha un ambiente molto adatto alla raccolta della cera, con le sue boscaglie fitte, le montagne e le stagioni distinte. In precedenza, della cera raffinata veniva raccolta dall’inizio della primavera (quando fioriscono i fiori selvatici) fino all’autunno (quando cadono i petali), e la raccolta della cera di qualità portò allo sviluppo di mestieri che la utilizzavano. Si dice che, durante il periodo Goryeo, la cera coreana fosse uno dei principali prodotti di esportazione verso la Cina, assieme alle porcellane celadon. L’arte dei fiori artificiali fu una delle prime arti che utilizzò la cera.

Dei fiori di ciliegio fatti di cera possono essere così simili alla realtà, che le api e le farfalle vanno a visitarli. Il profumo pulito e il colore dei fiori di cera erano anche considerati più rari di quelli naturali, portando quell’arte ad essere molto considerata da parte delle classi nobili e dei membri della corte Joseon. La creazione dei fiori di cera richiedeva una quantità di lavoro e molta abilità: mani lente creavano petali smussati, mentre troppo calore poteva bruciare il materiale delicato.

Un vita con i fiori

La signora Hwang dice che, quando crea i suoi fiori artificiali di seta, tutte le distrazioni svaniscono, portando ad un’esperienza che i coreani chiamano hwadosammae (“essere assorbiti nella via dei fiori”). Hwang, con la sua determinazione e ambizione, è stata maestra di quest’arte più a lungo di chiunque altro. Vedendo questa donna così elegante nel suo abito tradizionale di seta, è difficile immaginare che si sottoponga a procedimenti snervanti per creare le sue opere d’arte. La ricostruzione di una decorazione hwajun, ottenuta mettendo dei fiori in un vaso che un tempo era posto ai lati del trono Joseon, ha richiesto un intero anno per essere completata con l’aiuto di più di dieci persone. Questo perché quest’arte richiede una serie di procedure complicate, come la scelta della seta, la tintura della stessa, il tagliarla nella forma dei petali, la stiratura e l’aggiunta di piccole decorazioni. Hwang dice che si preoccupa sempre che qualcuno possa vedere le sue mani, perché queste sono spesso bruciate da un ferro da stiro e sempre macchiate dal procedimento di tintura della seta.


Hwang Su-ro e un suo assistente tingono la seta con colori ricavati dai fiori

“Quando ero giovane, fui allevata dalla famiglia di mia madre, che erano discendenti della famiglia reale di Joseon. Mio nonno teneva sempre dei fiori vicino a sé, e così la mia sensibilità per i fiori divenne eccezionale, anche se ero una ragazzina. Più di tutto, fui influenzata dai rituali tradizionali che vidi. Ho imparato spontaneamente dai miei vecchi l’arte di usare tinture naturali per i fiori di seta”, dice. “In seguito, quando fui in Giappone, sentii dire che in Corea non esisteva alcuna cultura di decorazione floreale e che questa aveva avuto origine in Giappone. In quel periodo pensai che questo era il mio destino. Credo che sia stato allora che cominciò il mio percorso di vita con i fiori.”

Se non fosse stato per Hwang, l’arte regale della creazione dei fiori di seta non esisterebbe più oggi, il che fa della signora Hwang un bene prezioso per la Corea. L’arte dei fiori di seta e il suo stile sono impregnati di natura, pieni di fascino con i loro delicati colori. Per far conoscere al mondo la cultura floreale degli antichi regni della Corea, la signora Hwang ha tenuto un gran numero di mostre in vari luoghi nel mondo. In particolare, la mostra speciale che si è tenuta a Busan in occasione dell’incontro al vertice dell’APEC nel 2005 è stata ammirata dalle mogli dei capi di stato presenti alla riunione. Nel 2007 Hwang ha stupito tutti con una mostra dei suoi lavori nella sede delle Nazioni Unite. Per lei quella mostra è stata la più memorabile. “Gli organizzatori pensavano che io avrei messo della terra nel vaso in modo da fare un fondo per fissarvi i fiori. In effetti si trattava di riso, non di terra. Inserendo nel vaso una gran quantità di riso, la tensione fra i grani avrebbe impedito ai fiori di cadere. Chiesi ai funzionari sul posto di preparare del riso e ricordo di avere avuto molte difficoltà per questo”, dice. “All’interno dell’edificio era proibito portare del riso, perché era classificato come cibo.” Comunque, con le sue mostre Hwang ha fatto conoscere al mondo questo tipo particolare di arte coreana.


L’unicità dell’arte di Hwang sta nel suo realismo. I fiori di seta imitano perfettamente la natura

L’intera vita di ricerche, studio e lavoro della signora Hwang è stata presentata in un libro che illustra il suo coinvolgimento nel mantenere una tradizione, dalla storia dettagliata del chaehwa alla descrizione del modo in cui si devono disporre i fiori. Dal titolo “I bei chaehwa della Corea”, il libro è in sé un’opera d’arte. Come per la creazione dei fiori, si è usata della seta tinta con colori naturali per farne la copertina e i fogli del libro hanno la legatura tipica dei libri tradizionali coreani. Nel libro la signora Hwang esprime il suo desiderio che questa forma d’arte, che un tempo dipendeva solo dagli sforzi dei singoli individui, possa sopravvivere come bene culturale. Il suo desiderio seguente è quello di aprire un museo moderno dei fiori per mettere in mostra la miriade di opere d’arte che ha prodotto nel mezzo secolo trascorso.

Anche se ha percorso un cammino incerto, studiando una tecnica di tintura senza alcuna guida, la forza della signora Hwang nel continuare è stata incredibile, a dir poco. Nelle parole del regista Andrei Tarkovsky, “Per ciò che essi chiamano passione, non è veramente l’energia dell’anima, ma puramente la frizione fra l’anima e il mondo esterno.” La filosofia di Hwang è una di quelle che resiste a lungo. “La gente tende a pensare in termini di bianco e nero quando si parla di oggi e della tradizione”, dice. “E invece l’oggi e la tradizione devono comunicare in armonia. Questo è il motivo per cui i due devono essere considerati come facenti parte dello stesso contesto.”

Anche se ha pensato per tutta la sua vita su come le tradizioni della Corea possano parlare in modo comprensibile al mondo contemporaneo, l’artista Hwang dice di aver trovato la strada giusta. Dalla forza della bellezza del chaehwa tradizionale, dunque, fioriranno nuovi fiori.


Tratto da “A Timeless Art in Full Bloom”, in Korea, Marzo 2010. Testo di Kim Yeon-jeong, fotografie di Kim Nam-heon. Pubblicato con autorizzazione del Korea Culture and Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo