Gyeyeongbae: un oggetto molto curioso

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



L’oggetto misterioso di cui si parla nell’articolo

L’

oggetto che presentiamo in questa pagina, chiamato gyeyeongbae (계영배 ) in coreano, è davvero curioso. A prima vista è una tazza poggiata su un piattino, che a sua volta è poggiato sopra un contenitore, che può avere varie forme, quella di una semplice teiera, come nella figura qui a lato, o che può assumere altre forme, come quella di un drago, di una persona sdraiata, o altro ancora. Quello che rende diversa questa tazza dalle altre comuni tazze da tè è la presenza di una protrusione centrale che, nell’aspetto, si potrebbe paragonare allo stilo e allo stimma del pistillo di un fiore. A prima vista, ci si chiede perché mai questa tazza col suo piattino sia stata messa sulla teiera come se fosse un coperchio. Ma questo lo capiremo più avanti.

Il nome di questo oggetto significa «tazza che avverte se si riempie troppo». Quando la tazza viene riempita in quantità moderata (non mediante la teiera che sta sotto, ma con un altro contenitore), si può usare normalmente per bervi il tè o il liquore che vi è stato versato, ma se il liquido arriva a circa il 70 per cento della capacità della tazza, o oltre questo limite, il tè o il liquore scompare come per magia.

L’oggetto in questione fu ideato originariamente dal filosofo sirhak e scienziato Ha Baek-won (하백원 ) del periodo Joseon (1392-1910). In seguito l’artista della ceramica U Myeong-ok (우명옥 ) fece rivivere la tecnica e modellò le sue particolari tazze gyeyeongbae. Secondo quanto viene riferito dal Museo del liquore tradizionale di Jeonju, U Myeong-ok apprese l’arte della ceramica al laboratorio delle ceramiche di Gwangju che produceva oggetti di ceramica per il palazzo reale. Costui ad un certo punto riuscì a creare un tipo particolare di ceramica bianca come la neve, chiamata seolbaekjagi (설백자기 ) che divenne così conosciuta che il ceramista acquistò grandissima fama e di conseguenza si arricchì. Ma questo lo portò soltanto a una vita dissoluta. In seguito smise di condurre una vita da ubriacone e da donnaiolo e tornò a Gwangju al laboratorio di ceramica dove creò il gyeyeongbae.

Oltre ai due personaggi citati, l’inventore dell’oggetto e il ceramista che lo fece rivivere, c’è anche un altro individuo che fu legato in modo particolare al gyeyeongbae. Im Sang-ok (임상옥 1779-1855), un mercante del periodo Joseon che accumulò notevoli ricchezze vivendo in modo frugale, viene infatti ricordato per la sua abitudine di avere sempre al suo fianco una di queste tazze curiose.


Il funzionamento della strana tazza gyeyeongbae (figura tratta da yahoo.co.kr)

Ma come mai si svuota quando raggiunge un certo livello?

Il segreto di questo effetto risiede in quella colonna centrale attaccata alla base della tazza. La colonna nasconde un tubo a U capovolto che, grazie al principio dei vasi comunicanti, fa sì che, se il volume del liquido è inferiore al 70 per cento della capacità della tazza, il livello resti fermo.

Ma, se il livello del liquido raggiunge l’altezza prevista o la supera, il tè o il liquore che sono contenuti nella tazza vengono risucchiati e finiscono, attraverso i fori del piattino, nel contenitore sottostante. Si tratta del principio del sifone, basato sulla pressione idrostatica.

La figura animata riportata a lato mostra visivamente che cosa avviene. Man mano che il liquido viene versato nella tazza, questo sale anche nella parte ascendente del tubo a U capovolto. Vi sale senza alcuno sforzo perché la parte finale di questo tubo è aperta e al suo interno non si crea pressione. Una volta che il liquido raggiunge la sommità della U capovolta, comincia a fluire nella parte discendente e a uscire sotto la tazza. Il peso del liquido tira in basso anche il resto del contenuto della tazza, fino al livello in cui si trova il foro.


In questa foto si notano chiaramente il forellino che si trova alla base della colonna centrale della tazza e i fori del piattino che permettono al liquido di defluire nel contenitore sottostante.

Un oggetto curioso, con una base filosofica

Oggi i coreani non usano più il gyeyeongbae per bere, ma questo strumento serve come un simbolo per prevenire una eccessiva indulgenza e per promuovere la moderazione nella vita di ogni giorno. Questo comportamento è in relazione con un’usanza del periodo Joseon, in cui il padre faceva bere al figlio del liquore mediante il gyeyeongbae durante la cerimonia del raggiungimento della maggiore età per instillare nel giovane i valori di una vita vissuta con moderazione.

Nella figura animata riportata sopra, è rappresentato uno spaccato della tazza gyeyeongbae in porcellana bianca riprodotta nel 2000 nel Laboratorio di ceramica di Gwangju. L’opera originale, decorata con disegni di fiori di albicocco, si trova nel Museo Nazionale della Corea. La colonna con il tubo a U capovolto si trova sotto la decorazione del fiore di albicocco.

Oggi esistono numerose varietà di questo oggetto, in porcellana bianca o in celadon, come quella illustrata nella figura a destra.

Il fatto che questo oggetto sia stato creato da un filosofo sirhak e che sia stato considerato in passato come un mezzo per insegnare la moderazione ai giovani coreani che si apprestavano a vivere da adulti ne fa un oggetto diverso dai soliti souvenir e potrebbe costituire un regalo interessante da offrire a una persona colta al ritorno da una visita in Corea.


Tratto da “Gyeyeongbae”, in Koreana, vol.24, n.4, inverno 2010. Non sono indicati né l’autore del testo, né quello della fotografia. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo