L’alfabeto coreano compie 562 anni

Forse nessuna nazione al mondo è tanto orgogliosa del proprio alfabeto quanto la Corea, che gli ha dedicato una giornata speciale (il 9 ottobre) per festeggiarne l’invenzione. Effettivamente questo è uno dei vanti della nazione, merito di uno dei più saggi re, Sejong in Grande, vissuto nel XV secolo. Ora anche nelle arti e nell’abbigliamento si stanno sfruttando le multiformi possibilità grafiche di questo sistema di scrittura.


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irca 500 anni fa le classi superiori della Corea (allora Stato di Joseon, 1392-1910) scrivevano solo in cinese classico. Questo era completamente diverso dal coreano parlato e ciò causava enormi difficoltà alla gente comune quando doveva comunicare con le autorità. Per aiutarli, il re Sejong il Grande (1397-1450) creò un nuovo sistema di scrittura che permettesse loro di leggere e scrivere con facilità. Il nuovo alfabeto fu allora chiamato Hunminjeongeum, che significa «Insegnare al popolo i suoni corretti», ed è oggi noto in Corea del Sud come «Hangeul». La maggior parte degli studiosi di quell’epoca, però, considerava questo alfabeto come buono solo per le classi inferiori e per le donne (che, in quella società fortemente maschilista, erano anch’esse considerate inferiori e normalmente non potevano frequentare le scuole dove si insegnavano i caratteri cinesi).

A destra, l’introduzione al Hunminjeongeum,
il testo con cui fu promulgato l’alfabeto coreano

Si può aggiungere che la posizione dei funzionari statali che detenevano il potere era così forte che, praticamente fino alla fine del regno di Joseon (verso il 1910), la scrittura con cui furono redatti i documenti ufficiali e i testi storici fu il cinese classico. Ma ancora mezzo secolo dopo di allora, negli anni 1960, i quotidiani e i libri venivano stampati in una scrittura mista che comprendeva l’uso dell’alfabeto coreano e di non meno di 10.000 caratteri cinesi. L’abolizione dei caratteri cinesi nelle pubblicazioni (libri e giornali) è un fenomeno recente, risalente a pochi anni fa.

In passato, dunque, l’alfabeto in questione fu disprezzato dagli studiosi coreani, mentre oggi quella creazione del re Sejong sta ricevendo notevoli riconoscimenti come uno dei sistemi di scrittura più scientifici e pratici al mondo. Questo facilissimo sistema di scrittura ha aiutato la Corea a raggiungere quasi il 100 per cento del tasso di alfabetizzazione. È anche molto adatto per l’invio di messaggi di testo e di messaggi istantanei in linea (SMS).

L’attrice americana Lindsay Lohan che indossa una
camicetta con disegni in alfabeto coreano, della
stilista coreana Lie Sang-bong

L’hangeul sta perfino diventando un prodotto culturale globale, che spesso si trova nelle opere d’arte di stilisti di classe mondiale o su abiti indossati da celebrità internazionali del calibro di Lindsay Lohan o Britney Spears.

La superiorità dell’alfabeto coreano Hangeul come sistema di scrittura è stata notata da varie istituzioni di fama mondiale. Nel 1995 il Dipartimento di linguistica, filologia e fonetica dell’Università di Oxford, noto per essere all’avanguardia della ricerca linguistica, ha messo l’alfabeto coreano al primo posto dopo aver valutato le caratteristiche di razionalità, scientificità e unicità di 30 sistemi di scrittura.

L’anno scorso (2007) il coreano è stato scelto come una delle lingue internazionali ufficiali dall’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO) sotto le Nazioni Unite. È la prima volta che viene scelta come lingua ufficiale da organismi internazionali, il che riflette la posizione di questa lingua nel mondo.

Studenti occidentali a lezione di coreano

Grazie al riconoscimento internazionale della lingua e della situazione economica del paese, il numero di non coreani che affrontano l’esame di conoscenza del coreano (Korean proficiency test) è più che raddoppiato, portandosi nel 2008 a 150.000 unità. Secondo il ministero dell’istruzione, della scienza e della tecnologia, ciò si è verificato grazie all’espansione delle industrie coreane all’estero e ai crescenti scambi nel campo dell’istruzione. Nel 1997 avevano affrontato l’esame appena 2.600 non coreani provenienti da quattro paesi diversi.

Secondo il ministero giapponese dell’istruzione, della cultura, dello sport, della scienza e della tecnologia, il numero delle scuole giapponesi in cui viene insegnato il coreano si è quadruplicato nel giro di dieci anni, passando da 73 nel 1995 a 286 nel 2005.

“Gioventù”, un’installazione composta da tante
piastrelle con scrittura in alfabeto coreano che
l’artista Kang Ik-joong ha donato all’UNESCO

In Cina, dopo che nel 1992 si sono stabiliti rapporti diplomatici con la Corea del Sud, la situazione della lingua coreana è migliorata e ora questa viene insegnata in 39 università.

Al di là della popolarità internazionale, il sistema di scrittura scientifica e l’unicità dell’alfabeto coreano hanno anche conquistato un riconoscimento globale. Nel 1997 il programma “Memorie del mondo” dell’UNESCO ha designato l’alfabeto coreano come «Patrimonio globale di documenti» (global documentary heritage). In precedenza, nel 1989, l’UNESCO aveva fissato il 15 maggio, giorno natale del re Sejong il Grande, come Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Ora l’UNESCO premia singoli individui o organismi che contribuiscono a combattere l’analfabetismo con il «Premio per l’alfabetizzazione Re Sejong», che prende il nome dal creatore dell’alfabeto coreano.

La famosa scrittrice statunitense Pearl Buck (1892-1973) lodò l’alfabeto coreano nel suo romanzo The Living Reed (1963) dicendo, “Hangul è la più semplice e migliore scrittura al mondo. Quando 24 consonanti e vocali si combinano fra loro possono rappresentare esattamente tutti i vari suoni che una gola umana può esprimere”. La rinomata scrittrice, nel suo romanzo basato sulla storia di una famiglia coreana coinvolta nel movimento di indipendenza durante la colonizzazione giapponese (1910-1945), ha anche definito il re Sejong “un vero Leonardo da Vinci della Corea”, per la profondità dei suoi talenti naturali e per la loro diversità.

Un curioso orologio in cui al posto dei numeri si
vedono scritte le ore in alfabero coreano (peccato
che siano state scritte parole sino-coreane non
usate per indicare le ore nel linguaggio corrente)

Secondo l’indice di Ethnologue che elenca tutte le lingue del mondo per numero di utilizzatori, nel 2000 erano parlate 6.912 lingue nel mondo. Il coreano, usato da 75 milioni di persone, compresi i coreani all’estero e i coreani del Nord e del Sud, si trovava al tredicesimo posto.

Secondo Kim Ju-won, professore di linguistica presso l’Università nazionale di Seul, generalmente lo stato internazionale di una lingua viene giudicato dal numero dei parlanti, e secondo questo metodo risulta che il coreano è una delle principali lingue al mondo, considerando anche lo stato dell’economia coreana, che è una delle prime dieci a livello globale.

Acquirenti stranieri valutano tessuti
con disegni ispirati all’alfabeto coreano

Per globalizzare la lingua coreana, il governo della Repubblica di Corea sta usando varie strade in modo da promuovere la lingua mediante la distribuzione di contenuti culturali quali film, drammi televisivi, o materiali in linea che mostrano persone, fra cui non coreani, che parlano coreano, o mediante la pubblicazione di libri in coreano. Il boom culturale mondiale Hallyu («ondata coreana») iniziato con i drammi televisivi e i film verso la fine degli anni 1990 ha anch’esso contribuito all’introduzione del coreano nel mondo.

L’Accademia nazionale della lingua coreana intende istituire entro il 2016 duecento scuole di coreano chiamate “Scuole Sejong” per insegnare la lingua e l’alfabeto coreano all’estero, in modo da globalizzare la lingua inserendola in un motore di crescita che possa agire da ponte fra la Corea e il resto del mondo.


Basato su “Hangeul marks 562nd anniversary; Korean one of top world languages” pubblicato nel sito Korea.net in data 9 ottobre 2008, testo di Yoon Sojung, con alcune parti prese da “The Beauty of Hangeul Trascends Modern Designs”, in Korea, ottobre 2008, testo di Jeong Hyeon-ji. Pubblicato con autorizzazione del Korea Culture and Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo