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D al 18 dicembre 2010 al 3 aprile 2011 è in mostra a Seul, presso il Museo Nazionale della Corea, un libro dell’ottavo secolo scritto da un giovane monaco buddista coreano sui suoi viaggi in India e in Asia Centrale. Il Museo Nazionale esibisce la suddetta opera nel corso di un’esposizione dal titolo “La via della seta e Dunhuang” ed è la prima volta che questo manoscritto viene messo in mostra al pubblico in Corea. Questo libro, che è arrivato in Corea in prestito temporaneo dalla Biblioteca Nazionale di Parigi, fu scoperto da un francese nel 1908 e conservato da quel momento in poi in Francia. ![]() L’antico manoscritto in mostra nel Museo Nazionale, ben protetto in una teca di vetro. Il libro, che ha il titolo “Memoria del pellegrinaggio ai cinque regni dell’India” (wang ocheonchukguk jeon Hyecho arrivò in India per nave partendo da Guangzhou in Cina e viaggiò a piedi per circa 20.000 km fino a tornare a Xian, in Cina, attraverso la Persia e l’Asia Centrale, visitando lungo la strada una quarantina di paesi. Al suo ritorno in Cina nel 727 mise per iscritto le sue impressioni sui regni visitati lungo la Via della Seta. Il testo è ritenuto essere il primo libro di viaggi mai scritto da un coreano. L’opera riporta resoconti di prima mano sulla politica, la cultura, l’economia e le usanze popolari dell’India e dell’Asia Centrale nell’ottavo secolo. È uno dei più antichi resoconti di viaggio della storia, assieme al “Si-yu-ki” Registrazioni buddiste del mondo occidentale del viaggiatore cinese Hiuen Tsiang del settimo secolo, ai “Viaggi di Marco Polo” dell’esploratore italiano del tredicesimo secolo e del “Viaggio di Ibn Battuta” del quattordicesimo secolo. Il libro era andato perduto finché non venne riscoperto nel 1908 dall’archeologo francese Paul Pelliot in una grotta a Dunhuang, una città che si trova nella Cina nordcoccidentale e che era un punto di riferimento dell’antica Via della Seta, e portato in Francia. L’anno seguente, 1909, Pelliot annunciò ufficialmente all’Università di Parigi la scoperta del libro. Il libro di Hyecho, come tutti gli antichi testi classici coreani, era scritto in cinese e fu ritrovato fra un gruppo di documenti cinesi presenti nella Biblioteca Nazionale di Francia dove era conservato. A scoprire che l’autore era un monaco coreano del periodo Silla fu lo studioso buddista giapponese Junjirō Takakusu 高楠 順次郎, che lo identificò nel 1915. Il Museo Nazionale della Corea aveva chiesto alla Biblioteca Nazionale francese di poter avere in prestito il libro per la prevista mostra sulla Via della Seta in programma per il dicembre del 2010 e la richiesta venne accettata nel mese di giugno. Il manoscritto è composto da 5.893 caratteri disposti in 227 linee verticali su un rotolo formato da nove fogli di carta, ognuno dei quali misura 28,5 cm in altezza e 42 cm in larghezza. La prima e l’ultima pagina sono leggermente più corte, per cui la lunghezza totale del rotolo risulta essere di 358 cm. La pagina frontale e quella finale risultano in parte danneggiate. |
Stimolato da “National Museum exhibit highlights ancient travel journal”, testo di Yoon Sojung, pubblicato dal sito governativo Korea.net in data 22 dicembre 2010, e integrato con informazioni tratte da altre fonti su Internet. Pubblicato con autorizzazione del Korea Culture and Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto del proprio sito. |
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© Valerio Anselmo