Questa pagina viene mandata in rete nella ricorrenza del quarto anniversario della scomparsa di un grande studioso coreano di medievistica, vissuto per quasi quarant’anni nel nostro paese, che si è saputo guadagnare il rispetto e la stima di colleghi e studenti in tutta l’Europa. |
I l 12 febbraio 2004 moriva a Firenze il professor I Deug-Su, insigne medievalista e coreanista dell’Università di Siena, premiato dal Presidente della Repubblica di Corea nel 2003 come miglior umanista coreano all’estero.
Una della ultime fotografie del professor I Deug-su I suoi studi hanno spaziato su vasti campi e, fra l’altro, si è occupato della nascita dell’idea di Europa nel Medioevo. Era consulente della Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (SISMEL) di Firenze e di una decina di altre organizzazioni, fra cui l’Accademia di Scienze e Letteratura di Magonza (Mainz) per l’assegnazione dei premi Nobel per la letteratura. A testimonianza della rilevanza internazionale dei suoi studi, il professor I Deug-Su fu anche invitato dal Presidente della Repubblica Federale di Germania a tenere un discorso al Parlamento tedesco. Ha avuto allievi ad Arezzo, Berlino, Firenze, Greifswald, Lecce, Parigi e Seul. Nel 2005, un anno dopo la sua scomparsa, si è tenuta presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Arezzo una prima Giornata di studi in memoria di I Deug-Su, dal titolo “Medioevo e dialogo delle culture”, a cui hanno partecipato la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino e il Centro Interdipartimentale di Studi Comparati “I Deug-Su”. Nel 2006 a Firenze, in occasione di un’altra Giornata di studi in memoria di I Deug-Su si è parlato del suo contributo agli studi sull’Europa (Il mito e la fortuna dell’idea d’Europa nel Medioevo). Per i molti suoi studenti e per i colleghi che l’hanno conosciuto è stata la perdita di un docente e di uno studioso insostituibile. Per me, che mi accingo a scriverne solo ora, è stata soprattutto la dolorosa perdita di una persona che mi ha generosamente aiutato molti anni fa quando mi trovavo in difficoltà in Corea. |
Un buon maestroEbbi modo di conoscere I Deug-Su nel 1966 quando ero insegnante (“lecturer”) di lingua e letteratura italiana presso la Hankuk University of Foreign Studies di Seul, dove era stata istituita una Facoltà di italiano. Per un certo periodo ebbi come allievo uno studente che già parlava un italiano perfetto e che si chiamava I Deug-Su. Per me, che non conoscevo ancora le sottigliezze del coreano, pur avendolo studiato un po’ in Italia prima di partire e avendolo poi coltivato per circa un anno in Corea, fu un appoggio incredibile trovare un aiuto come lui.
I Deug-Su in una delle sue visite nella modesta abitazione in cui risiedevo a Seul (nel 1966/67) Mi ricordo che una volta, dovendo io tenere una conferenza in coreano per conto dell’ambasciata italiana e non avendo ancora una sufficiente padronanza della lingua, I Deug-Su mi tradusse in coreano il lungo testo che avevo preparato in italiano e poi mi aiutò a impararlo praticamente a memoria. Il successo che ebbi in quell’occasione fu certamente dovuto alla sua capacità di insegnare in modo gentile e divertente a chi, come me, ancora stentava a esprimersi bene in quella difficile lingua. Quando, dopo due anni di insegnamento, mi fu offerta l’occasione di andare a lavorare presso l’ambasciata d’Italia a Seul con funzioni di addetto alla cultura, posizione in cui mi occupavo anche delle borse di studio offerte dal nostro paese, il destino volle che nel 1967 lo vedessi partire per l’Italia con una borsa di studio ampiamente meritata. A Perugia, dove studiò nei primi anni laureandosi nel 1971, trovò subito quello che doveva diventare la passione della sua vita: il latino medioevale. Fu l’inizio di una carriera brillante con un’eccellente produzione scientifica e didattica. E ancora oggi trovo che quello che I Deug-Su riuscì a fare sia stata un’impresa assolutamente eccezionale. Non solo è riuscito a imparare l’italiano in un modo perfetto, ma ha saputo scoprire in Italia cose che nessun italiano era mai riuscito a trovare, divulgandole poi, in varie lingue, in tutto il mondo. Per quanto mi riguarda, una volta rientrato in Italia alla fine del 1969 ed aver ricevuto l’incarico dell’insegnamento del coreano presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, ebbi occasione di incontrarlo di persona a Perugia. In quell’occasione mi diede una copia del primo articolo che aveva pubblicato, che trovai molto interessante e scritto in un ottimo italiano. Poi i vari impegni, ma specialmente le mie successive dimissioni dall’insegnamento del coreano a Napoli e il passaggio a lavori di informatica a Milano, mi impedirono di incontrarlo ancora, anche se ne seguivo da lontano i successi. La notiziaSeppi della sua scomparsa nel 2004 quando, trovandomi in Corea, feci visita a un professore coreano che era stato mio insegnante all’Università Nazionale di Seul. Non ci volevo credere: che un mio ex allievo, più giovane di me, se ne fosse andato per primo mi sembrava un’idea intollerabile. Il professore che mi aveva dato la notizia, che aveva conosciuto I Deug-Su in Germania e che lo apprezzava moltissimo, era molto triste per la sua scomparsa (disse testualmente “persone così non dovrebbero andarsene mai”) e io ero troppo sconvolto per poterne allora parlare. A distanza di qualche anno, oggi rendo omaggio a una persona eccezionale che, grazie alla propria forza di volontà, alle proprie ricerche e brillanti intuizioni, ha saputo ampliare la conoscenza universale e trasmettere con maestria e simpatia le sue scoperte al mondo intero. Un grande docente, un uomo che ha saputo infondere in altri l’entusiasmo per la ricerca, una persona di cui la Corea può certamente andare fiera. Nota: L’Università degli Studi di Siena-Arezzo gli ha voluto tributare l’onore di dedicare al suo nome il Centro di studi comparati. Per questo motivo, chi cerchi “I Deug-Su” su Internet troverà oltre un migliaio di riferimenti, parte dei quali sono citazioni di lavori e convegni di studenti e colleghi del “Centro interdipartimentale di studi comparati I Deug-Su” di tale Università. |
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© Valerio Anselmo