I padiglioni di Tamyang

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



Il padiglione Kwangpunggak a Soswaewŏn, molto semplice e adatto per una sola persona

O

vunque si vada in Corea, è facile trovare un padiglione situato in un punto in cui si può ammirare un bel paesaggio. I padiglioni di Tamyang nella provincia di Chŏlla-namdo hanno conservato una loro atmosfera antica. Nella zona si mantengono vive le arti della narrativa cantata, pansori, e della calligrafia. Anche se i tempi sono cambiati, i padiglioni trasmettono ancora oggi un senso di tranquillità e di riposo lontano dalle preoccupazioni.

I padiglioni hanno una lunga storia in Corea. Un antico testo di geografia scritto nel 16º secolo, il Sinjŭng-tongguk-yŏji-sŭngnam (신증동국여지승남 輿), riporta che durante il regno di Chungjong, dal 1506 al 1544, vi erano nel paese 885 padiglioni famosi. Quasi la metà di questi si trovavano situati nelle regioni di Yŏngnam e Honam, cioè nella parte meridionale e più calda del paese.


Il padiglione Puyongdang (in basso) e, di fronte ad esso, un padiglione a due piani che si affaccia su un laghetto

Un padiglione era un luogo in cui riposare e un punto di incontro. A volte, qualcuno vi si recava da solo per meditare o per mettere ordine nei propri pensieri, altre volte vi si recavano piccoli gruppi di persone per rilassarsi e divertirsi. Vi passavano le lunghe notti estive raccontando storie antiche, o vi trascorrevano alcune ore discutendo di argomenti politici, o, quando c'era l'ispirazione, cantavano una canzone o componevano una poesia.

Durante il periodo Chosŏn, la letteratura compenetrava così intensamente la vita della classe aristocratica che non era raro che un intellettuale componesse un poema improvvisandolo sul posto. A quei tempi, comporre e recitare poesie faceva parte della vita di ogni giorno, così come oggi lo è per i giovani cantare canzoni di successo. E così i padiglioni del passato erano anche dei centri di creazioni letterarie.


L'ingresso e la scala che sale nel giardino di Hwanbyŏktang dove, oltre il muro di pietre, si vedono le cime di vecchi pini coperti di neve

La considerazione più importante da fare nell'erigere un padiglione era la scelta del luogo in cui costruirlo. I padiglioni venivano eretti dove una tale costruzione era utile e gradita: l'ingresso al villaggio, luoghi in cui la gente si riuniva volentieri, colline con una bella vista, o sulla riva di un fiume. La cosa importante non era la costruzione in sé, ma l'idea, cioè il fatto di permettere a una persona di sedersi in un angolo riparato e tranquillo, da cui poter osservare i dintorni in pace.

Tamyang, famosa per i suoi boschi di bambù, si trova a circa 20 km a nordest di Kwangju. C'è un corso d'acqua chiamato Kwangjuch'ŏn che si versa nel lago Kwangjuho. Su entrambe le rive di questo corso d'acqua vi sono molti padiglioni e giardini. Il più noto di questi è il Soswaewŏn (소쇄원 瀟灑), costruito 450 anni fa da Yang Sang-bo (양산보 1503~1557), un illustre letterato.


Il giardino di Soswaewŏn sfrutta magnificamente la forma originale delle piccole valli.

I più famosi letterati dell'epoca si incontravano qui per scrivere poesie e parlare della vita. Il giardino era circondato da un muro in pietra sormontato da tegole, ma non era chiuso da una porta: chiunque poteva entrare in qualunque momento. Su un lato vi era un giardino di fiori. Nella figura qui sopra, l'ingresso ad uno dei giardini.

È in pratica un giardino che racchiude in sé l'armonia della natura e delle cose create dall'uomo in modo da lasciare intatta la natura. La casa, il muro, le aiuole e il corso d'acqua sono tutte cose costruite dall'uomo, ma non danno l'impressione di soggiogare o di controllare la natura: sono invece felici aggiunte alla natura. Soswaewŏn fu costruito per accentuare al massimo la bellezza delle sue piccole valli. Nel muro di cinta in pietra fu fatta un'apertura per far sì che un corso d'acqua vi potesse fluire con naturalezza.


Il padiglione Sigyŏngjŏng ha una stanzetta (che si vede in fondo) le cui porte scorrevoli possono essere tolte per far passare il vento

Su entrambi i lati delle rapide chiamate Chamit'an a Sŏngsan ci sono vari padiglioni, fra cui il Sigyŏngjŏng (식영정 ). Situato su una collinetta, questo padiglione possiede un ampio pavimento in legno che era usato nelle quattro stagioni e ha anche una cameretta. Il padiglione fu costruito nel 1560 e il suo nome significa “Padiglione in cui l'ombra si riposa”. Il significato profondo di questa frase è “prender su la propria ombra e diventare un immortale”. Qui accanto il padiglione Sigyŏngjŏng d'estate. Si noti come le porte della cameretta (fatte di carta di riso su un'intelaiatura di legno) siano state tolte e fissate al soffitto per lasciar circolare l'aria.

La cosa che rese famoso questo padiglione fu una poesia scritta dal grande poeta Chŏng Ch'ŏl (정철 鄭澈 1536~1593) che descrive il cangiante scenario del giardino nelle quattro stagioni e i gusti raffinati del proprietario del padiglione, Kim Sŏng-wŏn (김성원 1525~1597).


A Soswaewŏn è stato creato un canale di legno per collegare fra loro i piccoli corsi d'acqua

Si dice che il proprietario del giardino, Kim Sŏng-wŏn, e il proprietario del giardino vicino, Kim Yun-je (김윤제 1501~1572), facessero costruire un ponte sul corso d’acqua che separava i loro giardini, in modo da potersi far visita più facilmente. Kim Yun-je, dopo aver superato gli esami civili, servì come capo della contea di Naju-gun. Quando fu rimosso dalla carica nell’epurazione dei letterati che avvenne nel 1545, tornò al suo villaggio natio e vi costruì il giardino, dove trascorse una vita tranquilla fra la bellezza della natura. Si dedicò all’istruzione di altri letterati, fra cui il più famoso fu Chŏng Ch’ŏl.

Quando questo giardino fu costruito, il padiglione centrale era circondato da boschetti di bambù. Oggi però questi sono del tutto scomparsi, anche se restano ancora alcuni vecchi alberi. Il padiglione di questo giardino fu chiamato dal poeta Sin Cham (신잠 ) “Hwanbyŏktang” (환벽당 ), che significa “luogo circondato da piccoli alberi di bambù verde”.


Questa pagina è stata tratta dall'articolo “The Pavilions in Damyang” pubblicato in Pictorial Korea, febbraio 2001. Testo originale di Park Sang-kyu, fotografie di Kwon Tae-kyun e Ahn Hong-beom. Le ricerche bibliografiche sono state effettuate dall'autore del sito. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

Torna all'inizio della pagina
© Valerio Anselmo