Kiwi: una storia quasi infinita
dalla newsletter di febbraio-marzo 2012


È

di questi giorni la notizia che finalmente - a distanza di circa sette anni dal suo inizio (2005) - sta per giungere a conclusione la procedura autorizzativa dell’esportazione di kiwi italiani in Corea del Sud.

Come noto l’Italia è, accanto alla Cina, il più grosso produttore al mondo di questo frutto che, per quanto sia stato introdotto in Corea già dalla fine degli anni ’70, ha cominciato a riscontrare una grande popolarità con la Coppa del mondo di calcio disputata in Corea e Giappone nel 2002. A partire da tale data il consumo di kiwi è cresciuto abbastanza rapidamente; peraltro la produzione locale riesce a coprire soltanto una minima parte del fabbisogno nazionale (circa il 30%). I dati del 2011 dichiarano una superficie di coltivazione di 1.200 ettari, di cui un centinaio coltivato a kiwi giallo (2.600 t), mentre la restante parte è costituita dalla varietà Hayward (11.000 t).

A seconda della stagione, la Corea importa intorno alle 30.000 tonnellate all’anno provenienti sostanzialmente da Nuova Zelanda (78% ~ 22.000 t circa) e Cile (17% ~ 6.000 t circa), per il periodo che va da maggio a ottobre.

Nel periodo invernale, invece, il kiwi è prodotto localmente (12.000 t/annue circa) o importato dalla California; è in questa finestra temporale (che va da novembre ad aprile) che potrebbe inserirsi la produzione italiana che potrebbe anche beneficiare, col tempo, dell’esenzione doganale derivante dall’entrata in vigore dell’FTA che, partendo da una tariffa base del 45%, si dovrebbe azzerare nel giro di alcuni anni.

L’Agenzia Coreana per la Quarantena e l’Ispezione ha da poco pubblicato sul proprio sito la bozza per le condizioni di quarantena finalizzata alla raccolta di parte dell’opinione pubblica e degli operatori. A conclusione di questa fase, il testo ufficiale sarà formalmente notificato; sarà poi necessario avviare le procedure per l’autorizzazione degli Operatori nazionali in Corea tramite un procedimento che sarà esperito dal nostro Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che trasmetterà la relativa lista al Q|A coreano che provvederà, a sua volta, a disporre delle apposite ispezioni, anteriormente all’inizio delle esportazioni.

Tale procedura è in linea con quella seguita dal governo coreano per l’importazione di altre tipologie di alimenti quali, ad esempio, i salumi.


Tratto dalla Newsletter di febbraio-marzo 2012 dell’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane., sede di Seul

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© Valerio Anselmo