Il premio Nobel per la pace al presidente Kim Dae-jungIl Comitato norvegese per i premi Nobel ha assegnato venerdì 13 ottobre 2000 il premio Nobel per la pace al presidente sudcoreano Kim Dae-jung. È il primo coreano che riceve questo ambito premio. La cerimonia di conferimento del premio si terrà il 10 dicembre prossimo a Oslo. Il presidente Kim riceverà il premio nel centenario del fondatore Nobel. Durante le sue lotte per la democrazia e per i diritti umani Kim Dae-jung è stato condannato 55 volte agli arresti domiciliari, ha scontato sei anni di carcere ed è stato esiliato due volte. È inoltre stato sottoposto a tortura, ha subito vari tentativi di assassinio ed è stato condannato a morte due volte. Nel corso di tutta la sua vita il presidente Kim si è dedicato alla promozione dei diritti umani, della democrazia, della libertà e della giustizia. La sua forte volontà e la sua fede, oltre al suo coraggio, l'hanno sostenuto costantemente in queste dure prove. Per questo motivo è stato raccomandato 14 volte per il premio Nobel. Pochi politici hanno espresso così sinceramente le virtù del perdono e della riconciliazione. Ha perdonato i capi militari che l'hanno portato sulla soglia della morte. Secondo le sue parole, il perdono e la riconciliazione possono essere praticati solo da chi possiede il dono dell'amore verso il prossimo. La sua grande passione per il giardinaggio è il simbolo della sua predisposizione verso l'amore per tutte le forme di vita. Un altro dei suoi principi è che si può odiare il peccato, ma non si deve odiare il peccatore. In una lettera inviata al suo secondo figlio, Hong-up, il 24 novembre del 1980 dopo essere stato condannato a morte, scrisse: “Solo chi è magnanimo e forte sa amare e perdonare. Perseveriamo, quindi, e preghiamo sempre il Signore che ci aiuti ad avere la forza di amare e perdonare i nostri nemici, diventando così vincitori.” Kim è di religione cattolica. I lunghi periodi passati in prigione, agli arresti domiciliari e in esilio gli hanno dato la calma interiore e il tempo per dedicarsi a intensi studi. Ha letteralmente divorato centinaia di libri di storia, filosofia, economia e letteratura. Nella solitudine del confino, in condizioni insopportabili specialmente per il freddo, ha letto i classici di quasi tutto il mondo. In particolare i classici russi, Pushkin, Dostoevsky, Gogol e altri hanno nutrito il suo spirito. Le conoscenze ottenute dalle letture cerca ora di applicarle alla situazione mondiale e in particolare a quella coreana contemporanea. La sua perspicacia, il suo giudizio e la sua saggezza sono il frutto delle letture e della meditazione fatte nel tempo passato in prigione. Kim Dae-jung è convinto che la lunga tradizione culturale e umanitaria orientale faccia parte della democrazia e dei diritti umani e che costituirà una parte vitale della società del 21º secolo. Per questo motivo, mentre lotta per adottare gli standard occidentali, mette l'accento sulla necessità di superare le limitazioni della cultura occidentale con i valori orientali, creando un canale culturale fra Est e Ovest che può livellare le differenze sociali e culturali fra i due mondi. |
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© Valerio Anselmo