Il romantico ponte Supyo
e un progetto di restauro italiano

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



Foto del ponte scattata agli inizi del 1900. In primo piano si nota la colonna dello strumento per la misurazione della profondità dell’acqua che ha dato il nome al ponte.

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a maggior parte dei siti web coreani che parlano di turismo per la città di Seul consigliano di visitare i luoghi più importanti della metropoli a piedi. Uno dei punti che non manca di essere citato è il ponte Supyo-gyo (수표교 ), costruito nel 1420, secondo anno di regno del re Sejong (세종 ).

Questo ponte attraversava il canale Cheonggyecheon (청계천 ) e inizialmente fu chiamato “ponte del mercato dei cavalli” (Majeongyo 마전교 ) perché si trovava vicino a tale mercato. Nel 1441, essendo stato posto in opera lì vicino uno strumento per la misurazione della profondità delle acque, chiamato supyo (), oggi tesoro nazionale numero 838, il ponte assunse quel nome. Una scritta posta sotto il ponte (西 ) ricorda come, grazie a tale strumento, si potesse conoscere l’altezza raggiunta dalle acque piovane che passavano nel canale.

Storicamente, questo ponte subì nel tempo varie modifiche e aggiunte. Nel 1958, a causa dei lavori di copertura del canale, fu smontato dalla zona di Cheonggyecheon e rimontato all’interno del parco Jangchungdan (장충단공원 ), dove si trova attualmente. In certe stagioni, così circondato dagli alberi, il luogo assume un aspetto molto romantico. Un sito in coreano fornisce anche un filmato della zona e altre fotografie.

Di recente il canale è stato di nuovo scoperto e il Ministero dei Beni Culturali coreano pensa di riportare il ponte nella sua sede originale.

Il progetto di restauro italiano

Una tesi di specializzazione in restauro dei monumenti svolta durante l’intero anno 2006 presso l’Università degli studi di Genova ha analizzato lo sviluppo delle tipologie storiche dei ponti coreani, oltre a dare un inquadramento della storia dell’architettura coreana del periodo Joseon. In particolare questo lavoro ha preso proprio in considerazione il ponte Supyo. Autori ne sono stati gli architetti Beniamino Polimeni e An Jin-Sung, che si stanno ancora occupando attivamente dell’argomento. Il progetto si scarica cliccando qui.

Il Supyo-gyo è una struttura interamente costituita da blocchi di granito rosa, deteriorata per varie cause, quali depositi superficiali, disgregazione, efflorescenze, erosione, macchie, perdita di materiale per rotture, incrostazioni organiche e presenza di vegetazione.

Come si può notare dal documento citato, l’idea dei due architetti di Genova è quella di lasciare il ponte dove si trova attualmente e di restaurarlo con interventi minimi, mirando al contenimento e al rallentamento dei processi di degrado fisiologico in atto.

L’idea del Ministero dei Beni Culturali coreano, che prevede la risistemazione del ponte dove si trovava prima, potrebbe invece essere attuata solo snaturandone la forma e le caratteristiche strutturali, per poter sopportare il peso del traffico a cui sarebbe sottoposto. Attualmente, invece, trovandosi in un parco, il ponte subisce solo un minimo di sollecitazioni dovute a un passaggio esclusivamente pedonale.

Ci auguriamo che questo progetto italiano venga presto preso in considerazione dalle autorità coreane per garantire il più a lungo possibile la conservazione di questo capolavoro dell’architettura di un periodo felice della Corea, quale fu quello del regno del re Sejong.


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© Valerio Anselmo