L'opera culturale di Sejong il Grande

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.



La tomba del re Sejong, chiamata Yŏngnŭng, che si trova a circa 60 km a sud-est di Seul

I

l re Sejong il Grande (Sejong taewang 세종대왕 ), vissuto dal 1397 al 1450, regnò dal 1418 al 1450 come quarto re del regno di Chosŏn (조선 ).

Come si usava allora, il nome Sejong gli fu assegnato postumo, così come gli fu assegnato postumo l'appellativo di “grande re” (taewang). Sejong è universalmente riconosciuto come il più illustre dei re che abbia avuto la Corea. Oltre che monarca saggio, ebbe un grande interesse per le scienze e le arti, e sentì a sé vicino il popolo. Fu proprio la compassione per la popolazione comune, che fino ad allora non aveva un suo proprio sistema di scrittura, che lo spinse a creare un semplicissimo alfabeto che fu promulgato nel settembre del 1446 con il nome di Hunmin chŏngŭm (훈민정음 ), che significa “I suoni esatti per l'istruzione del popolo” (o meglio «Insegnare al popolo i suoni corretti»), alfabeto che ancora oggi è considerato uno dei più perfetti sistemi di scrittura del mondo. Un commentario dell'alfabeto, scoperto solo nel 1940, ha permesso di comprendere fino a che punto si spingesse l'analisi linguistica del gruppo di letterati che nel 15º secolo si dedicarono allo studio del nuovo sistema di scrittura. Ne vedremo fra poco i dettagli.

Si tenga presente che tutte le notizie relative agli atti di regno di Sejong sono prese dai Diari del Segretariato Reale (승정원일기 ), redatti da un'istituzione che registrava quotidianamente tutto ciò che il re faceva.

Ascesa al trono e primi anni di regno

Al tempo di Sejong, la cultura dell'epoca metteva l'accento sulla moralità confuciana e il re si doveva conformare alla figura del saggio stabilita nei classici confuciani. La persona del re era considerata sacra e solo le più importanti figure politiche potevano avvicinarsi a lui con estrema deferenza. Il popolo comune, nelle rare occasioni in cui egli lasciava il palazzo per certe funzioni reali, doveva coprire le finestre e non doveva rivolgere verso di lui lo sguardo. Questa atmosfera così solenne veniva però rotta dalle esigenze del governo pratico e della politica. I funzionari potevano arguire vigorosamente con lui riguardo a questioni politiche o amministrative. In effetti, era lo stesso concetto confuciano di rimostranza leale che li obbligava a questo. In varie occasioni venne così contestato al re di spendere troppo tempo con il lavoro per la creazione dell'alfabeto. E vi furono altre occasioni in cui le azioni del re furono aspramente contestate dai suoi funzionari. Ma Sejong aveva un carattere molto forte e, quando sapeva di essere nel giusto, non si faceva troppo influenzare dalle convinzioni altrui.

Ma chi era Sejong e come era giunto a essere re? Si sa che nacque il 7 maggio del 1397, terzo figlio di Yi Pangwon, a sua volta figlio di Yi Sŏnggye (il re T'aejo), fondatore della dinastia Yi del regno di Chosŏn. Il padre di Sejong era salito al trono come re T'aejong (r. 1400-1418) e aveva preparato le fondamenta politiche e amministrative del nuovo regno. Nel 1404 il re T'aejong scelse il figlio maggiore, principe Yangnyŏng, come suo successore, ma alla fine, dopo 15 anni, a Yangnyŏng fu preferito il fratello minore, principe Ch'ungnyŏng, il futuro re Sejong. Il motivo di questo improvviso cambiamento non è chiaro, ma è probabile che il re T'aejong fosse venuto a conoscenza del fatto che, durante i 15 anni in cui il figlio maggiore era stato l'erede al trono, parecchi burocrati avevano fatto di tutto per entrare nelle grazie di quello che ritenevano fosse il futuro re, per poi avere maggior potere quando questi fosse diventato re a tutti gli effetti. La decisione di T'aejong può essere stata presa per azzerare tutti questi intrighi di corte.

Quando, il 7 settembre del 1418, Sejong salì al trono, aveva appena 21 anni. La struttura amministrativa dello stato era già completamente stabilita ed egli non dovette preoccuparsi di questo. Se fosse stato un altro, avrebbe probabilmente approfittato del fatto che la macchina statale funzionava bene da sola per dedicarsi a passatempi e a passare nell'ozio il suo periodo di regno, ma Sejong non era questo tipo di persona. Si dedicò a perfezionare la macchina statale mettendo al primo posto le istituzioni confuciane, la difesa e la sicurezza del paese, il miglioramento dell'agricoltura, lo sviluppo della cultura e dell'istruzione, quasi volesse rivaleggiare in perfezione con la Cina. Come guida alle proprie politiche culturali, Sejong diede nuova vita a un'istituzione preesistente, il Gruppo dei saggi (Chiphyŏnjŏn), facendone il centro delle creazioni intellettuali dell'epoca. Fu creata una nutrita biblioteca alla quale gli studiosi di questa istituzione potevano accedere. Ma i suoi studi non lo distrassero mai dai suoi quotidiani doveri di re.

La corte si apriva ogni giorno all'alba e, dopo la visita cerimoniale dei funzionari più anziani, il re si metteva subito al lavoro sugli affari di stato. Raramente accettava le opinioni dei funzionari che gli sottoponevano petizioni senza intervenire personalmente per chiedere chiarimenti e fornire la propria opinione. Tutte queste discussioni venivano registrate da appositi funzionari e venivano poi trascritte quotidianamente nei diari del segretariato reale, in locali dove il re non poteva entrare, per cui i funzionari erano liberi di registrare gli atti del re in piena autonomia, senza interferenze esterne.

I progetti culturali e scientifici di Sejong


Il pluviometro

Sejong divenne presto famoso, già ai suoi tempi, per il numero e la qualità dei suoi progetti culturali. Per cominciare con le scienze umanistiche, Sejong ordinò la compilazione o la revisione degli annali ufficiali dei suoi tre predecessori sul trono di Chosŏn. Iniziò la pratica che, dopo la morte del re, fossero compilate le cronache del suo regno, e iniziò la procedura per cui delle scritture fossero fatte alcune copie in più che venivano poi conservate in quattro archivi posti in luoghi diversi nel paese. Proprio grazie a questa sua previdente prudenza, gli annali reali sono giunti fino a noi in copia, mentre gli originali conservati a corte vennero distrutti durante l'invasione di Hideyoshi del 1592. A cominciare dal regno del figlio di Sejong, Sejo (r. 1455-1458), gli annali vennero stampati. Oggi gli annali Chosŏn wangjo sillok di tutti i re di Chosŏn per un periodo di oltre 518 anni sono ancora conservati intatti e sono stati ristampati di recente. Sempre nell'ambito dei progetti storici, Sejong intraprese la compilazione della storia ufficiale del regno precedente, Koryŏ, nota come Koryŏ-sa.

Nell'ambito dei progetti geografici, Sejong fece preparare nel 1434 mappe dettagliate del regno. Di queste mappe ci è però giunta solo la notizia, in quanto purtroppo non sono pervenute fino a noi. Le ricerche per la creazione delle mappe richiesero due anni di lavoro di vari funzionari ed erano molto accurate. Da una bozza giunta fino a noi delle ricerche originali relative a una provincia, si vede quanto il lavoro fosse accurato: venivano registrati i dettagli geografici sulla popolazione, sugli impianti di irrigazione, sulle principali colture, sulle manifatture locali, sulla difesa della regione, sull'istruzione, sulle montagne e i fiumi più importanti, sulle comunicazioni, sui confini. Le distanze fra le principali località erano accurate al metro (in realtà al “passo” di allora), ed erano fornite anche informazioni utili sul sistema sociale e familiare.


Il manuale di medicina Tong-ui pogam

L'agricoltura e l'agronomia attrassero l'attenzione del re fin dagli inizi del suo regno. Ordinò che fossero fatte delle indagini sulle condizioni dell'agricoltura in tutto il regno, si interessò del miglioramento delle tecniche di semina, dei metodi di irrigazione e degli strumenti usati. Per poter giudicare meglio la produttività agricola e per stimare con più sicurezza il valore delle coltivazioni, inventò e fece installare degli accurati pluviometri. In ogni città distrettuale venivano tenute registrazioni accurate della quantità di pioggia caduta, e venivano inoltre fatte analisi del suolo, che era classificato secondo sei gradi di fertilità. Tutto ciò al fine di applicare una giusta tassazione. Come conseguenza si ebbe una razionalizzazione della tassazione e un miglioramento nella qualità di vita dei contadini.

La medicina e la farmacologia furono un altro dei campi nei quali gli accademici si diedero molto da fare. Con indagini a livello regionale si cercarono le pratiche mediche più efficaci e le erbe e medicine più utili. Per avere un'idea del lavoro che fu fatto in questo campo, basti sapere che, fra il 1443 e il 1445, fu completata un'enorme enciclopedia medica in 365 volumi. Anche se non sopravvissuta fino ai nostri giorni, questa mole di nozioni servì come base del “Tesoro della medicina coreana” Tong-ŭi Pogam (1610), illustrato qui a destra, che viene consultato ancora oggi in tutta l'Asia Orientale da chi pratica la medicina cinese tradizionale.


Uno strumento musicale che usa pietre di giada

Sejong aveva anche grandi interessi per la musica. Fece quindi effettuare ricerche sulla teoria musicale classica cinese e coreana, sulla musica di corte e sugli strumenti musicali. Furono composti nuovi motivi per le funzioni ufficiali della corte e alcuni spartiti di questa musica sono giunti fino a noi, preservati negli annali di Sejong. Fra gli strumenti musicali creati in quell'epoca c'è anche il carillon con elementi in pietra illustrato qui a sinistra (chiamato p'yŏnggyŏng) e usato ancora oggi nelle cerimonie confuciane (si veda la sezione sulla musica di corte).

Anche le scienze matematiche e le scienze che si basavano sulle osservazioni non furono ignorate da questo grande re. A cominciare dal 1433 gli astronomi reali condussero studi sui vari sistemi di calendari usati in Cina e in Corea. I risultati di questi studi, espressi in tutto il loro rigore matematico nelle appendici agli annali di Sejong, portarono alla costruzione di un orologio speciale, una clessidra ad acqua, costruito nel palazzo reale e che segnava il tempo standard della nazione.

Grandi passi in avanti fecero pure le scienze militari grazie agli studi su precedenti lavori di strategia e tattica militare e alle ricerche sull'artiglieria e sulle armi pirotecniche. Negli annali sono riportati alcuni interessanti rapporti inviati a corte direttamente dai campi di prova.


Testo stampato con una fonte di caratteri mobili metallici creata durante il regno di Sejong

La stampa aveva già allora un'antica tradizione in Corea, che risaliva al 751, data del primo testo stampato in xilografia (con blocchi di legno intagliati), e alla fusione dei primi caratteri metallici mobili avvenuta nel 1232. Il regno di Chosŏn produsse i primi tipi di caratteri metallici mobili nel 1403. Varie serie di caratteri (font) mobili comparvero negli anni 1420, 1434, 1436 e 1450. Di questi il tipo di carattere più apprezzato da esperti di stampa e dagli storici fu il “kabin”, del 1434, leggibilissimo, con il quale fu stampato il testo cinese Tzu-chi t'ung-chien illustrato qui a destra.
A parte i tipi di caratteri (font), la stampa coinvolge vari altri problemi, dagli inchiostri alla carta, dalla creazione di matrici di stampa alla disposizione dei testi. Tutti questi problemi dovevano essere risolti per far sì che la tecnologia di fusione dei caratteri potesse essere adottata su vasta scala. Questo grande lavoro fu compiuto tutto sotto il regno di Sejong.

Un problema politico a metà regno

Da questa panoramica sull'attività del re Sejong si sarà capito come questo re avesse un carattere molto forte. E tuttavia la monarchia in sé aveva in Corea serie limitazioni istituzionali e politiche. In teoria il re stava all'apice della piramide gerarchica che formava la struttura del governo e della società, ma in realtà era controllato da vicino dalla burocrazia di ordine superiore, specialmente dagli organi formali di rimostranza che avevano la responsabilità di vagliare le azioni del re e del governo in toto. Inoltre funzioni di rimostranza erano anche esercitate dai tutori reali ufficiali, incaricati della formazione confuciana del re. Quando il re decideva di intraprendere qualche azione, doveva destreggiarsi fra tutti questi istituti di censura e accontentare anche vari organi amministrativi: era quindi costretto a combattere per le proprie idee e a persuadere i dissidenti, cosa non sempre facile. A volte il re si trovò a sostenere da solo le proprie idee e, in qualche rara occasione, a far prevalere il proprio volere, anche se contrastato da chi lo avversava. Una delle controversie in cui si trovò invischiato fu quella dell'affidamento di parte dei poteri amministrativi al principe designato. Nel 1437 il re, che già sentiva declinare le forze pur avendo appena 40 anni, intendeva affidare parte del peso amministrativo dello stato al figlio, ma i burocrati non glie lo permisero per vari anni. Alla fine, molto malato, fu costretto nel 1443 a emettere un editto in cui, citando precedenti storici cinesi e coreani, affidava al figlio le decisioni meno importanti nella seconda metà di ogni mese. Naturalmente si levò un mare di proteste, ma il re non mutò il proprio parere e alla fine riuscì a convincere la maggior parte degli oppositori.

Questa era l'atmosfera che regnava a corte quando il re intraprese le ricerche che dovevano portare alla creazione del nuovo alfabeto coreano.

L'invenzione dell'alfabeto

Il progetto dell'alfabeto si sviluppò allo stesso modo degli altri progetti culturali. Sejong identificò la necessità di avere un alfabeto e nominò dei ricercatori. Questi pubblicarono un rapporto finale e furono lanciati progetti di pubblicazione. Rispetto ai progetti precedenti, due erano le novità: lo stesso re Sejong era l'esperto capo e il principale dei ricercatori, e il progetto fu segnato da controversie con la burocrazia dal primo giorno in cui fu annunciato.

La necessità di avere un alfabeto coreano che potesse esprimere i suoni della lingua senza dover ricorrere ai caratteri cinesi che venivano allora usati per trascrivere, in modo impreciso e difficile, i suoni del coreano doveva aver colpito il re già da tempo. Nel 1431, per esempio, in occasione dell'indagine sulla farmacopea locale, furono classificate varie piante che non avevano corrispondenze nella lingua cinese e il cui nome coreano sarebbe stato più facile da trascrivere se si fosse usato un alfabeto creato appositamente. Due anni dopo, nel 1433, una ricerca sui canti e sulle ballate popolari condotta in tutte le città e in tutti i distretti può aver creato vari problemi nella trascrizione dei suoni dei testi coreani, specie quando si dovevano trascrivere termini dialettali.

C'era poi la necessità di standardizzare la pronuncia coreana dei caratteri cinesi, problema che sembra aver suscitato notevole preoccupazione nella prima parte del regno di Chosŏn. Studi sulla pronuncia coreana dei caratteri cinesi furono condotti dallo studioso Shin Suk-chu (1417-1475) che poi pubblicò il trattato “Le rime corrette per il paese orientale” (Tongguk chŏng-un 동국정운 ). Tutto ciò per dire che non solo Sejong era effettivamente interessato al problema, ma che era anche un esperto in tale campo. Su questo punto della pronuncia coreana dei caratteri cinesi, sia il re che i burocrati erano d'accordo: la cosa andava risolta. E fu proprio grazie a tale punto di accordo che il re infine la spuntò nel far accettare dagli studiosi il nuovo alfabeto, presentato appunto come mezzo utile per la standardizzazione della pronuncia coreana degli ideogrammi cinesi. Ma tutto ciò che aveva a che fare con i caratteri cinesi non riguardava che una minima parte della popolazione, in particolare i letterati che lavoravano a contatto con la corte.

Quello che in realtà occupava maggiormente la mente del re era il benessere della popolazione. Egli era in realtà preoccupato per il fatto che la gente comune, non conoscendo i caratteri cinesi, non era in grado di capire ciò che veniva messo per iscritto durante gli interrogatori nel caso di testimonianze. Nel 1444, anzi, nel giustificare la creazione dell'alfabeto fece presente la necessità di riformare la procedura legale in connessione con la stesura per iscritto delle testimonianze: invece del cinese, proponeva di usare l'alfabeto per registrare la pronuncia originale, specialmente se si trattava di una pronuncia dialettale. E nel promulgare l'alfabeto nel 1446 mise particolarmente in rilievo il fatto che il popolo non sapeva leggere e scrivere a causa della difficoltà dei caratteri cinesi.

Questa preoccupazione per l'analfabetismo della popolazione comune sembra essersi manifestata per la prima volta nel 1434 in occasione della pubblicazione di una raccolta di racconti morali che Sejong aveva ordinato di compilare per promuovere la conoscenza dell'etica confuciana. Il testo riguardava i tre principali vincoli di relazione secondo il confucianesimo: quello fra genitori e figli, quello tra anziani e giovani, e quello fra marito e moglie. Il libro era composto da trecentotrenta storie che esemplificavano questi rapporti, ognuna delle quali era stampata in una sola pagina. Il libro era stato concepito per diffondere fra il popolo la comprensione dell'etica confuciana, ma il re si rese subito conto di un fatto di fondamentale importanza: anche se per ogni storia era stata aggiunta un'illustrazione che ne spiegava il contenuto, il popolo comune, che non sapeva leggere i caratteri cinesi, non avrebbe potuto trarne vantaggio.

Ma, benché il re fosse chiaramente cosciente di questi problemi, per circa dieci anni non parlò mai di un alfabeto. Fu solo verso la fine del 1443 che improvvisamente ne fece parola, annunciando alla corte il completamento degli studi che avevano portato alla creazione di un alfabeto di sole 28 lettere (in confronto alle migliaia di caratteri cinesi), e che i suoni rappresentati da queste lettere potevano essere classificati come iniziali, medi e finali, e sistemati in gruppi sillabici. Era chiaro che il re aveva lavorato in segreto a questo progetto assieme ai suoi principali studiosi e che ora aveva in mano uno strumento perfetto, già pronto per essere reso noto. Tutta questa segretezza nella creazione del nuovo sistema di scrittura si spiega con la feroce opposizione che incontrava in quegli anni da parte dei burocrati di corte e dei letterati che volevano conservare nelle proprie mani il potere acquistato con la conoscenza del cinese. Questi temevano che la presenza di un semplice mezzo di scrittura come il nuovo alfabeto potesse permettere a chiunque di concorrere alle cariche pubbliche, mettendo così in pericolo i posti che essi avevano già previsto assegnati ai propri figli o parenti. L'opposizione si scatenò feroce e cercò in tutti i modi di impedire la promulgazione del nuovo alfabeto. Ma il re ribatté punto per punto i ragionamenti dei suoi detrattori e continuò per la sua strada.

Nei due anni successivi l'alfabeto venne messo a punto e vari problemi ortografici furono risolti. Ma il principale prodotto di questo periodo fu un trattato che difendeva l'alfabeto basandosi su principi confuciani e che denotava una notevolissima comprensione fonetica dell'articolazione del suono. Questo testo era il Hunmin chŏngŭm haerye, “I suoni esatti per l'istruzione del popolo, con spiegazioni ed esempi”, libro che fu per lungo tempo ritenuto perduto e che fu ritrovano in una casa di Andong solo nel 1940.

Le basi scientifiche del Hunmin chŏngŭm

Fra i vari particolari rivelati da questo documento c'è la spiegazione della forma delle lettere. La semplice forma originale delle lettere dell'alfabeto coreano è quella indicata nella figura a destra (dove, delle 28 lettere originali, sono rappresentate solo le 24 usate ancora oggi). Ed ecco che cosa si ricava dalla lettura delle spiegazioni sul Hunmin chŏngŭm.

Le consonanti sono classificate secondo le cinque categorie basilari stabilite dai fonologi cinesi nell'undicesimo secolo, e cioè: velari, dentali, labiali, alveolari e laringali. Le lettere per i suoni velari (k e k' ) si basano su una forma che si diceva rappresentasse la lingua che preme contro il palato molle, luogo di articolazione di quelle consonanti. Le lettere per i suoni dentali (n , t e t' ) si basano su una forma che rappresenta la punta della lingua che tocca la gengiva dietro ai denti. Le lettere per i suoni labiali (m , p e p' ) si basano su un quadrato, che rappresenta la bocca e le labbra. Le lettere per i suoni alveolari (s , ch e ch' ) si basano su una forma di V invertita che rappresenta gli incisivi, che sono chiaramente visibili nell'articolazione di questi suoni. Le lettere per i suoni laringali (h , la chiusura glottidale, ecc.) si basavano su un cerchio che rappresentava la laringe.

Le vocali erano analizzate in uno schema a tre parti che poneva le vocali frontali simboleggiate da una linea verticale (), quelle medie simboleggiate da una linea orizzontale () e quelle posteriori simboleggiate da un punto (, oggi non più usato). Le lettere per le varie vocali e per i dittonghi venivano costruite utilizzando questi tre semplici elementi. Il fatto che va notato subito qui è che il sistema di Sejong, a differenza del sistema fonetico cinese, distingue le consonanti dalle vocali. Le consonanti e le vocali, poi, venivano scritte in gruppi sillabici e questi gruppi potevano essere posti l'uno sull'altro per seguire il modo di scrivere usato allora (si scriveva dall'alto in basso e con le colonne che partono da destra e vanno verso sinistra).

Gli ultimi anni di Sejong

Durante tutto il suo regno, Sejong aveva lavorato per perfezionare le istituzioni confuciane nel governo e nell'amministrazione pubblica, e per rafforzare i valori confuciani nella cultura e nella vita coreana. Verso gli ultimi anni di vita, però, si rivolse sempre più ai conforti del buddismo, e ciò non fece che aumentare le distanze tra lui e i funzionari anziani della corte. Nel 1448 e 1449 il re fece costruire un tempietto buddista sul terreno del palazzo reale, al che seguirono proteste anche da parte degli studenti dell'Università confuciana. Nello stesso periodo Sejong compose centinaia di poemi buddisti devozionali, scritti nel nuovo alfabeto e dedicati alla moglie, regina Sohŏn, che era morta nel 1446. Il re soffriva da anni di forti dolori reumatici. Nei primi mesi del suo ultimo anno di vita la malattia divenne tanto seria da portarlo alla morte all'età di 53 anni, il 30 marzo 1450, trentaduesimo anno di regno.


Tratto per la maggior parte da “The Cultural Work of Sejong the Great” edito dal Korean Overseas Information Service, Seoul, 1990. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della pubblicazione. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo