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N ella Corea del Sud vi sono letteralmente migliaia di templi buddisti, ma il tempio di Tongdo-sa ( Il primo dei templi dei “Tre Gioielli” è considerato la sede spirituale del Buddismo coreano ed è fra i templi più grandi e più antichi. Nel 1999 il tempio Tongdo-sa è diventato la sede di uno dei più importanti musei buddisti del mondo. Il museo è sorto per volontà dell'attuale direttore, il venerabile monaco Bom Ha. “Il motivo della creazione di un museo” – dice il ven. Bom Ha – “è il fatto che ciascun tempio possiede innumerevoli reliquie, ma ha poco spazio per conservarle e inoltre esistono serie preoccupazioni per i furti.”
Uno staff di 700 volontari si occupa della gestione del museo. La tradizione buddista coreana è mantenuta tramite lezioni regolari aperte al pubblico e grazie alle attività del Centro di ricerche sulle proprietà culturali buddiste che si focalizza sulla documentazione e sulla conservazione dei dipinti dei templi buddisti. Il museo comprende ora 30.000 artefatti che rappresentano circa 1.500 anni di storia, dalle delicate sculture dei regni di Koryŏ e Silla ai lavori degli artisti contemporanei. I lavori sono presentati in cinque grandi sale d'esposizione, ciascuna con un tema separato. La maggior parte dei visitatori inizia con la Sala storica, che ospita la maggior parte dei tesori designati dal governo, fra cui una copia del Lotus Sutra, originariamente scritto in oro, tavolette votive, campanelle, tamburi, e posate in ottone.
Secondo il direttore del museo, la Sala delle pitture buddiste è la più bella delle sale del museo. I depliant informativi dicono che Tongdo-sa ospita la più grande collezione di dipinti buddisti del mondo, ed effettivamente, dopo aver visto gli oltre 600 dipinti in mostra, i visitatori potranno essere d'accordo su questo punto. Alcuni dei dipinti di maggiori dimensioni sono densamente popolati da divinità e demoni, pagode, montagne, elefanti, e si possono passare delle ore a osservarne i particolari. Tutti i pezzi minori vengono superati nelle dimensioni dai ritratti giganti del Budda chiamati “Tangka”. Sono così grandi che possono essere esposti solo uno alla volta. Questi dipinti del periodo Chosŏn erano un tempo usati per le più importanti cerimonie all'esterno. Anche se nella creazione del Tangka erano impegnati da 10 a 20 monaci contemporaneamente per la stesura delle immagini, ognuno di questi dipinti richiedeva più di un anno per essere completato.
Un'altra collezione notevole del museo di Tongdo-sa è quella dei “sarira”. I sarira sono piccole pietre preziose, o gemme, che vengono lasciate dalla cremazione di un monaco particolarmente devoto o santo. I buddisti credono che queste pietre si formino quando un monaco è un devoto di eccezionale purezza o quando ha sofferto moltissimo, un po' come le perle che si formano in un'ostrica. I sarira vengono spesso posti all'interno di stupa o dentro gli altari dei templi buddisti. Da un punto di vista artistico, più che gli stessi sarira, sono notevoli i reliquiari che li contengono. Alcuni dei sarira, conservati nel museo in una teca di vetro posta sotto una lente di ingrandimento, si dice che provengano dallo stesso Budda. Il museo viene visitato da oltre 100.000 persone all'anno. Si veda anche il sito web (in inglese) del tempio all’indirizzo www.tongdosa.or.kr/english/default.asp. |
Basato su “Treasure Trove of Buddhist Art”, Korea Now, 12 agosto 2000. Testo originale di Jonathan Hopfner. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
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© Valerio Anselmo