L'isola di Paengnyŏng-do
l'isola sudcoreana più vicina al Nord Corea

Il trentottesimo parallelo è la linea che ha segnato la divisione della penisola coreana in due nazioni distinte alla fine della guerra di Corea, mezzo secolo fa. Fra le zone che sono rimaste più vicine a questa linea di demarcazione si trova l'isola sudcoreana di Paengnyŏng-do (Baengnyeongdo 백령도 ) di cui parla l'articolo che segue.
La sua posizione geografica, indicata nella cartina qui a fianco, è data dalle coordinate 37º58'N 124º39'E. A Nord e a Est l'isola si trova vicinissima al Nord Corea le cui coste, verso il Mar Giallo, scendono un poco al di sotto del 38º parallelo. Come si vede nelle fotografie dell'articolo, si tratta di un'isola in gran parte rocciosa, utilizzata fino a qualche decennio fa quasi esclusivamente per scopi militari. Oggi è una meta turistica frequentata da chi, oltre che per il paesaggio, viene qui per sentire da vicino la presenza della Corea del Nord, ancora così lontana.

In questa pagina i nomi di luogo vengono trascritti in caratteri latini secondo il più noto sistema McCune-Reischauer, ma, la prima volta che un nome compare, viene anche fornita tra parentesi, se diversa, la trascrizione adottata dal governo sudcoreano per le indicazioni stradali.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


P

aengnyŏng-do (Baengnyeongdo) è l'isola sudcoreana più vicina al Nord Corea. Con un'area di 46,28 chilometri quadrati, era in ordine di grandezza la tredicesima isola della Corea del Sud, ma, con la recente bonifica di 3,3 chilometri quadrati di spiaggia di marea fra Hwadong e Sagot, è diventata, come superficie, l'ottava isola della nazione. È anche un'importante area dal punto di vista militare e, per questo motivo, nel visitare l'isola i turisti devono seguire certe procedure particolari. Ma, una volta che ci si trova sulla sua superficie, la bellezza dell'ambiente naturale incanta i visitatori.

Quando ci si mette in viaggio verso un'isola si prova sempre una sensazione curiosa, una strana e vaga irrequietezza che non si prova invece sulla terraferma in un bel paesaggio o fra antiche rovine culturali. Qui si aggiunge una leggera tensione che fa sì che il cuore del viaggiatore palpiti con una certa ansia. È forse per questo fascino che il numero delle persone che visitano le isole sta ultimamente crescendo. Come isola sudcoreana più settentrionale nel Mar Giallo, a causa della sua posizione geografica Paengnyŏng-do è controllata dai militari e, forse per questo, la tensione che prova chi la visita risulta maggiore.

Anche se Paengnyŏng-do è a circa 193 chilometri da Inch'ŏn (Incheon), non dista che 17 chilometri da Changsan-got (Jangsangot), che si trova nella regione Hwanghae-do della Corea del Nord. È così vicina a questo villaggio nordcoreano che a volte da Paengnyŏng-do si può udire quando un gallo canta o un cane abbaia a Changsan-got.

La gente cominciò a vivere a Paengnyŏng-do nel Neolitico, come indica la grande quantità di reperti neolitici che sono stati rinvenuti a P'aech'ŏng (Paechong), Chinch'on-ri (Jinchon-ri). Secondo l'antico testo geografico Sinjŭng tongguk yŏjisŭngnam, l'isola di Paengnyŏng-do nel periodo Koguryŏ (Goguryeo 37 a.C.-668 d.C.) era chiamata Kokto (Gokdo), e fu il re T'aejo (Taejo) di Koryŏ (Goryeo) (918-1392) che le diede il nome Paengnyŏng (“Ali bianche”) perché la forma dell'isola ricorda un ibis crestato che spalanca le sue bianche ali in volo.

Vi è una leggenda che è stata trasmessa per secoli sull'origine del nome dell'isola. Molto tempo fa, in un certo villaggio un povero letterato e la figlia del magistrato del villaggio si innamorarono. Il magistrato del villaggio era contrario al matrimonio e così bandì lo studioso mandandolo su un'isola al largo. Lo studioso, però, non dimenticò mai il suo amore lontano. Un giorno apparve una gru bianca con nel becco un foglio di carta ripiegato che lasciò cadere ai piedi dello studioso. Quel foglio di carta era una lettera della figlia del magistrato. Il letterato scrisse una risposta e la diede alla gru che volò via con quel foglio nel becco. Poi un bel giorno la figlia del magistrato fuggì da casa e se andò sull'isola dove il suo innamorato era stato esiliato. Quest'isola era appunto Paengnyŏng-do, l'isola delle ali bianche (nome che ricorda le ali della gru bianca).


La spiaggia Sagot e la roccia Ch'angbawi

Le vicende storiche dell'isola sono state piuttosto movimentate. Nel 1357 il re Kongmin (Gongmin) ordinò ai residenti dell'isola di traslocare sulla terraferma a Munhwa-hyŏn (Munhwa-hyeon) nella regione Hwanghae-do per proteggerli dalle frequenti incursioni dei pirati. Nel 1428, il re Sejong del regno di Chosŏn (Joseon 1392-1910) fece costruire sull'isola una fattoria per l'allevamento del bestiame, rese l'isola “distretto amministrativo” (jin) e fece tornare indietro i discendenti delle famiglie dei residenti di prima. Nel suo primo anno di regno (1609) il sovrano Kwanghaegun (Gwanghaegun) ristabilì l'isola come distretto amministrativo. Questo distretto continuò a esistere fino al 1884, quando fu assorbito nella contea di Changyŏn-gun (Jangyeon-gun). Nel 1945, Paengnyŏng-do fu reso parte dell'Ongjin-gun, regione Kyŏnggi-do (Gyeonggi-do). Con la riorganizzazione dei distretti amministrativi operata nel 1995, l'isola è stata infine incorporata nell'Area metropolitana di Inch'ŏn.

Il mare attorno a Paengnyŏng-do è uno dei luoghi più pescosi del Mar Giallo, che già per sua natura è ricco di pesce. Vi si trovano vari pesci e frutti di mare, come ad esempio il kaeurŏk, un tipo di branzino che raggiunge una lunghezza di oltre 50 centimetri, la spigola che può raggiungere la grandezza di un uomo, corvine gialle, razze e granchi blu. Attorno a Paengnyŏng-do si produce anche una varietà particolarmente grande di alghe biennali, che crescono fino a raggiungere il doppio della grandezza di un'alga normale, molto ricche di calcio, fino a 140 volte di quanto contenuto nella carne di bue.

L'isola di Paengnyŏng-do ha molte specialità locali popolari. Queste comprendono molluschi, come le conchiglie di pettine che si sa che crescono solo nelle profonde acque oceaniche, e i kkanari, un piccolo pesce sul tipo dell'anguilla che è un ingrediente indispensabile per la preparazione del kimchi; alghe di mare marroni che vengono fatte seccare su campi di ghiaia al sole cocente e che vengono usate per preparare un brodo chiaro e rinfrescante; orecchie di mare incontaminate che vivono nelle rocce sul fondo del mare; e il frutto dell'Actinidia arguta, ritenuto un tesoro tra la frutta.

Delle molte viste degne di nota di Paengnyŏng-do, il Monumento naturale numero 391, cioè la spiaggia Sagot, è il primo della lista. Questa spiaggia è circondata da scogliere di roccia grandi e piccole dalle forme affascinanti e, dietro ad essa, vi è un'area di circa 200 metri quadrati dove crescono insieme pini neri giapponesi (Pinus thunbergii) e rose selvatiche, un luogo adattissimo per un riposo rinfrescante. L'ampia spiaggia di sabbia bianca di diatomee raggiunge i tre chilometri circa in lunghezza e, con la bassa marea, si allarga fino a 300 metri. La distesa di sabbia bianca non ha quasi alcuna inclinazione e la sabbia era un tempo così fine e compatta che questa spiaggia e la spiaggia di Napoli, in Italia, erano i due unici “aeroporti naturali” al mondo. Fino agli anni 1970 gli aerei militari effettivamente decollavano e atterravano qui. Adesso, però, la spiaggia Sagot è diventata così soffice che è proibita non solo agli aerei, ma anche alle automobili: alcune auto che sono state parcheggiate sulla spiaggia sono rimaste infatti bloccate, con i pneumatici insabbiati. Il danno a questa rara risorsa naturale è stato provocato dai progetti di bonifica di Paengnyŏng-do che cercavano di trasformare la spiaggia in terreno agricolo.


Il padiglione Simch'ŏng-gak, sul luogo in cui l'eroina del racconto “Simch'ŏngjŏn” si gettò in mare

Paengnyŏng-do è anche il luogo dove si svolsero le vicende del racconto classico di Simch'ŏng (Simcheongjeon). L'eroina della storia, Simch'ŏng, si gettò nel golfo di Indangsu affinché un dio potesse aprire gli occhi del padre cieco, e si crede che ella sia poi rivissuta nella roccia Yŏnbong (Yeonbong). Il padiglione Simch'ŏng-gak è stato costruito nell'isola per ricordare quella storia, e si trova in un punto dal quale i visitatori possono guardare sia verso il golfo Indangsu, che verso la roccia Yŏnbong. Con lo scopo di promuovere un interesse nella scoperta e nella trasmissione della cultura tradizionale e per coltivare l'idea della pietà filiale, nel padiglione sono anche presentati p'ansori (una forma d'arte tradizionale coreana che consiste di canto alternato con brani narrativi), filmati e antichi testi che parlano del racconto di Simch'ŏng.

La roccia Sŏndae-am (Seondaeam) nell'isoletta di Tumujin (Dumujin) si trova in un'area costiera con così tante scogliere dalle forme fantastiche che potrebbe essere paragonata a quello che si vede dal padiglione Ch'ongsŏkchŏng (Chongseokjeong) sul monte Kŭmgang-san (Geumgangsan), la celebre “montagna di diamante”. Formazioni rocciose come la roccia Sinsŏndae (Sinseondae), le rocce Sorelle, la roccia Generale e la roccia Elefante formano una bella vista panoramica contro il blu dell'acqua marina. Si dice che l'isoletta Tumujin abbia avuto quel nome perché l'area ha l'aspetto di molti generali che vi si siano radunati (“Tumu” significa infatti “Capi guerrieri”). Al di là del mare di fronte a Tumujin si può vedere il villaggio di Changsan-got e la costa di Monggŭmp'o (Monggeumpo) in Nord Corea, e così i coreani che furono forzati ad abbandonare le loro case in Nord Corea durante la guerra possono venire qui a dare uno sguardo alla loro madrepatria.

La spiaggia K'ongdol (Kongdol), monumento naturale numero 392, è uno dei luoghi che mostrano meglio le caratteristiche topografiche e geologiche tipiche di Paengnyŏng-do. La linea costiera qui è formata da ciottoli tondi che si sono accumulati a formare delle terrazze. La spiaggia K'ongdol segue la linea costiera a Sud di Ogunpo Nampo-ri per circa un chilometro, e sul bordo interno vi sono posti di guardia militari protetti da filo spinato. I ciottoli rotondi che qui si trovano sono fatti di quarzite, la roccia principale da cui è costituita l'isola di Paengnyŏng-do, e hanno assunto la forma tondeggiante a causa dell'azione delle onde che si frangono contro la spiaggia. Siccome i piccoli ciottoli tondi assomigliano a fagioli (kong in coreano), vengono comunemente chiamati kongdol, "sassi fagiolo". Sono di varie forme e colori, bianco, grigio, marrone rossiccio e grigio bluastro, il che rende la spiaggia molto colorata.

L'Area di distribuzione del basalto, monumento naturale numero 393, è situata principalmente nel villaggio di Chinch'ol (Jinchol) e comprende una zona di circa 4 chilometri quadrati. Si calcola che la più grande delle rocce vulcaniche sia spessa circa 10 metri. Sulla costa, rocce di spessore dai 5 ai 10 metri sono distribuite sullo strato di paleo-suolo. Le rocce di peridotite qui presenti furono prodotte nel mantello terrestre vari chilometri sotto la superficie e poi portate su durante le eruzioni di magma. Queste rocce sono una risorsa preziosa per studiare l'interno della Terra e si dice che siano molto rare.


La costa Tŭngdae (Deungdae)

A Paengnyŏng-do ci sono altri luoghi famosi: il monumento Ch'oebukdan (“Il basamento più a Nord”), eretto lungo il lago Paengnyŏng-ho (Baengnyeongho), che si è formato quando fu costruito un frangiflutti poi collegato alla costa vicino alla spiaggia Sagot; la Roccia del leone, uno scoglio roccioso che assomiglia vagamente a un leone e che si trova nell'isoletta di Tumujin (Dumujin); la Roccia delle foche, habitat della foca maculata e protetto come monumento naturale; la Base della Marina di Paengnyŏng-do, dove giovani soldati proteggono l'isola più settentrionale della Corea del Sud nel Mar Giallo; il museo della chiesa Chunghwadong, l'unico monumento storico cristiano sulla costa nordoccidentale, dove i visitatori possono vedere la storia delle missioni cristiane sull'isola di Paengnyŏng-do e nelle aree circostanti dal 19º secolo in poi; e infine la Torre dell'Unificazione (T'ongilgiwŏnt'ap), eretta nella piazza Yonggipo in uno spirito di preghiera per la riunificazione della Corea.

Paengnyŏng-do, l'isola più settentrionale della Corea del Sud nel Mar Giallo, offre molte belle viste naturali e vari luoghi famosi. A causa della sua vicinanza alla Corea del Nord, però, fattori militari e geografici rendono difficile la visita dell'isola a molti turisti. Di recente le pratiche illegali di pesca dei pescatori cinesi nel mare attorno a Paengnyŏng-do non solo hanno creato un senso di instabilità, ma hanno anche fatto diminuire il numero di foche maculate che abitano in quest'area. Il fatto è che i problemi diplomatici e ambientali che concernono Paengnyŏng-do sono diventati più complessi. Il numero dei visitatori che visitano l'isola per ammirarne le bellezze aumenterà solo quando questi problemi saranno stati risolti.

Alcuni siti web coreani in inglese parlano di questo luogo. Fra questi citiamo i seguenti due:


Basato su “Baengnyeongdo”, in Pictorial Korea, Febbraio 2004. Testo di Kim Hyun-sook, fotografie di Park Sung-bae. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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© Valerio Anselmo