Janggi, gli scacchi coreani
di Antonio Barra
antonio.barra@wp.pl

Finora questo sito ha trascurato quello che è uno dei più diffusi giochi di strategia della Corea, il janggi. Grazie al contributo di Antonio Barra rimediamo alla mancanza e offriamo un primo contatto con un gioco estremo-orientale che, nella versione coreana, si presenta molto interessante, forse ancor più degli scacchi occidentali.
Nota: I nomi coreani sono trascritti secondo la romanizzazione adottata dal governo sudcoreano. I caratteri coreani e cinesi presenti nel testo sono stati inseriti dall'autore del sito.

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


Introduzione


La scacchiera coreana del gioco del janggi

O

ltre al gioco del baduk (바둑, più largamente conosciuto col nome giapponese “go”) in Corea è molto praticato un altro gioco di strategia: il janggi (장기 ), ossia gli scacchi coreani.

Il janggi viene giocato su un tavoliere o una scacchiera con 9x10 intersezioni. Le pedine sono di forma ottagonale o circolare, di diversa grandezza a seconda della forza del pezzo che rappresentano. La posizione di partenza per una partita è illustrata nella figura a destra.

La partita viene condotta tra due schieramenti: lo schieramento Cho ( rappresentato dalle pedine di colore verde o blu) e lo schieramento Han ( rappresentato dalle pedine di colore rosso). La prima mossa spetta allo schieramento Cho. Il giocatore più forte di solito prende la guida dei pezzi rossi.

I pezzi che compongono entrambi gli schieramenti sono:

  • due Carri (cha ), situati alle due estremità: muovono in verticale e in orizzontale, come la Torre negli scacchi;
  • due Cavalli (ma ): muovono con il classico movimento a “L” degli scacchi “internazionali” (un passo in verticale o in orizzontale e uno in diagonale, a destra o a sinistra, ma l’intersezione ad angolo deve essere libera);
  • due Elefanti (sang ): il loro movimento è caratterizzato dall’avanzata di un passo in verticale o in orizzontale e due in diagonale (a destra o a sinistra). Non si possono muovere verso una direzione in cui sia presente un altro pezzo che ne intralci il movimento;
  • due Guardie (sa ), situate nell’area formata da quattro caselle e due linee diagonali detta “Palazzo””: possono muovere di un passo alla volta, in verticale, in orizzontale o in diagonale, ma non possono uscire dal Palazzo;
  • o il Generale (han per i rossi e cho per i blu), posto sul punto d’incrocio delle due diagonali del Palazzo: muove come le Guardie e, come loro, non può uscire dal Palazzo;
  • due Cannoni (po ) situati una traversa più verso il centro rispetto al Palazzo: muovono sia in verticale che in orizzontale, al pari della Torre degli scacchi, a condizione però che tra loro e il punto di arrivo vi sia un pezzo interposto (proprio o avversario) che però non sia un altro Cannone. Questo pezzo salta, non può fare la prima mossa e non può catturare un altro Cannone;
  • o cinque Soldati (byeong per i rossi e jol per i blu): muovono di un passo per volta in verticale o in orizzontale.

Per capire meglio quali siano le possibili mosse dei vari pezzi sarà utile consultare le pagine di un corso di istruzioni (in coreano) che si aprono cliccando sui seguenti nomi dei pezzi: Generale (漢), Carro (車), Cannone (包), Cavallo (馬), Elefante (象), Soldato (兵) e Guardia (士).

Quando i pezzi (nostri o avversari) arrivano all’interno del Palazzo, acquistano la capacità di poter muovere anche sulle diagonali in esso presenti. Questa regola è molto utile nel caso dei Carri, dei Cannoni e dei Soldati.

La cattura di un pezzo avversario ha luogo quando la casa che questo occupa si trova sulla traiettoria di una nostra figura. In tal caso, il giocatore che effettua la presa toglierà il pezzo avversario dalla casella e vi metterà una pedina del proprio schieramento.

Si noti che i caratteri cinesi usati per indicare i pezzi dello schieramento Cho (verde o blu) sono sempre scritti in corsivo, il che, come si è detto prima, rende più difficile il riconoscimento dei pezzi.

Si veda la voce Janggi di Wikipedia (in inglese).

Il janggi ha una grande somiglianza con gli scacchi cinesi (xiangqi), di cui è diretto discendente. Occorre però dire che la somiglianza fra i due è puramente esterna: i pezzi sono simili, ma le differenti regole di movimento del Cannone e dell’Elefante e soprattutto la possibilità, per entrambi i contendenti, di poter cambiare la disposizione del Cavallo e dell’Elefante su ogni ala (con il divieto però di collocare due Cavalli o due Elefanti sulla stessa ala) danno al gioco coreano un’altra fisionomia strategica e tattica.

Basti pensare che, grazie alla suddetta regola dello scambio di posizione di Cavalli ed Elefanti, si possono avere sedici possibili configurazioni iniziali di gioco, il che arricchisce molto le varianti di apertura. Inoltre, nel gioco coreano i due Generali possono stare in opposizione diretta senza un pezzo interposto ed è prevista la possibilità di “passare” (ossia, saltare) la mossa in mancanza di tratti possibili. Qualora non si arrivasse allo scacco matto, la vittoria viene decisa conteggiando il valore dei pezzi rimasti sul tavoliere.
Il rosso, muovendo per secondo, ha un vantaggio iniziale di 1,5 punti.

NOTE

  1. La regola che prevede la possibilità, per il partito inferiore, di posizionare il proprio generale di fronte al generale avversario senza pezzo interposto (bikchang 빅창 pareggio), fa sì che, se il generale del partito in vantaggio non interpone un pezzo, il partito inferiore possa reclamare la patta.
  2. La scala dei valori assegnata ai singoli pezzi è:
    • Carro (cha) 13 punti;
    • Cannone (po) 7 punti;
    • Cavallo (ma), Elefante (sang) e Guardia (sa) 2 punti;
    • Soldato 1 punto.

Il janggi ha una ricca letteratura dedicata alle diverse fasi di gioco (apertura, centro partita e finale) ed ai problemi (bagbo 박보, ossia posizioni create ad hoc in cui si richiede di trovare una serie di mosse per lo scaccomatto).

In Corea del Sud dal 1956 esiste un’associazione nazionale (la Korean Janggi Association, KJA) ed un campionato professionistico. Inoltre sulla rete televisiva KBS e sul canale tematico “Brain TV” al janggi è dedicata una serie di trasmissioni. In internet i maggiori portali di gioco offrono il janggi online.

Origini


Il janggi è stato celebrato anche nei francobolli

Abbiamo detto che il janggi è un diretto discendente degli scacchi cinesi. La cosa non desta meraviglia, in quanto la cultura cinese ha sempre avuto una grande influenza su quella coreana.
Gli scacchi cinesi, nella loro veste attuale, hanno preso piede nella Cina dei Sung (960-1279). Secondo alcuni studiosi, il janggi inizia la sua diffusione in Corea nel periodo Goryeo (918-1392), per merito dei fitti scambi commerciali tra i mercanti coreani e cinesi. Sembra che nella Corea di quel periodo il gioco del janggi fosse assai diffuso tra la popolazione, in quanto meno complesso e più economico del baduk (i pezzi e la scacchiera potevano esser fatti anche con carta e tracciando i segni sulla terra), ma lo era soprattutto per l’usanza diffusa di puntare somme di denaro. Infatti, ancora oggi, il janggi è ritenuto un gioco d’azzardo piuttosto “plebeo”.

I primi cenni sul gioco coreano si incontrano nell’opera “Seongho Saseol” (성호사설 ) del letterato Yi Yik (이익 ), in cui il gioco coreano viene denominato come “sanggi”, “sanghui” e “janggi”. Il janggi è menzionato anche nello “Shangui Si” (Poema dello Shangui, dove “shangui” era uno dei nomi del gioco nell’antica Corea) di Jeong Myeongdo, in cui leggiamo che la contrapposizione tra “Han” e “Cho” risale all’epoca dei Tre Regni in Cina. Nell’opera “Yeseonggang-gok” (예성강곡 Canti del fiume Yeseong) si narra di un mercante cinese che vinse la moglie del suo avversario in una partita a janggi.

Una descrizione del gioco, con regole che sono in tutto e per tutto simili a quelle odierne, si può trovare nell’opera “Gyeogokjip: Shanghuiji” del letterato Jang Yu, vissuto nel XVII secolo. Come già si è detto, il gioco del janggi era molto popolare e non conosceva barriere sociali: non era infrequente vedere al tavoliere ufficiali e soldati, nobili e mercanti, vecchi e giovani. Nella letteratura coreana vi sono parecchi aneddoti su questo argomento.

Vi sono delle testimonianze sulla diffusione del gioco anche nel primo periodo Joseon (1392-1910): in una di queste si parla di congiurati che si riunivano con il pretesto di giocare a janggi; in altre testimonianze si parla anche della passione scacchistica del “Taejo” Yi Songgye e di altri personaggi di spicco della corte e del governo.

Il janggi è presente anche nelle arti figurative del periodo, soprattutto nella pittura. Nell’iconografia coreana, per rappresentare una vecchiaia serena, spesso si vedono raffigurati degli anziani che giocano a janggi.


Una rara foto del janggi in Corea del Nord. Si noti la forma dei pezzi e la scacchiera incisa nel tavolo

Attualità del gioco

Ancora oggi, nei parchi delle maggiori città coreane (sia del Sud che del Nord) non è raro vedere anziani immersi in una partita di janggi. C’è da dire che il janggi è presente anche nelle manifestazioni dedicate ai giochi popolari (insieme allo yut e anche agli altri sport fisici come ad es. la lotta coreana “sirum”).

Il janggi è un gioco che val la pena di scoprire e diffondere in Europa, in quanto non ha nulla da invidiare agli scacchi “internazionali”, cinesi o giapponesi (questi ultimi vantano già un buon numero di praticanti e di pubblicazioni fuori dai loro paesi di origine). Purtroppo bisogna dire che gli stessi coreani non sono molto propensi a far conoscere il proprio gioco all’infuori del loro paese o delle comunità coreane all’estero. E questo è un gran peccato.

In Italia, negli anni Novanta del secolo scorso, un tentativo di promuovere il janggi fu intrapreso dall’AISE (Associazione Italiana Scacchi Eterodossi) tramite alcuni tornei per corrispondenza. Purtroppo questa piccola associazione ha terminato l’attività da alcuni anni e si può dire che da allora il gioco coreano non abbia avuto più alcuna promozione. La speranza è che questo articolo possa risvegliare un certo interesse per questo affascinante e semisconosciuto gioco in cui è racchiusa una parte dello spirito del popolo coreano.


Alcuni link utili

In inglese:
Le regole del gioco
Le regole del gioco in formato pdf stampabile (ultimamente non più raggiungibile)

In coreano:
Pagina iniziale di un corso di janggi di un sito per ragazzi dedicato ai giochi coreani tradizionali (baduk, janggi, omok) e agli scacchi internazionali
Una serie di lezioni tenute da Kim Kyŏng-chung (김경중) (dal corso per ragazzi: strategie di apertura per chi gioca come secondo a muovere)
Una serie di lezioni tenute da Yi Hŭng-sang (이흥상) (dal corso per ragazzi: vari problemi finali e di centro partita spiegati da un esperto)
Nello stesso sito vi sono varie altre sezioni con lezioni sulle diverse fasi del gioco.


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© Valerio Anselmo