Quando ebbi occasione di organizzare un concerto con Jo Sumi, allora una nuova cantante coreana che stava studiando a Roma, rimasi completamente affascinato dalla sua voce, tanto che a distanza di vari decenni ricordo ancora vivamente quell’esperienza. La cantante in quel caso era la stessa persona di cui qui si parla. |
J o Sumi incontrò per la prima volta il direttore d'orchestra Herbert Von Karajan nell'inverno del 1986. Dopo averla sentita cantare, Von Karajan poté a stento trattenere il proprio entusiasmo. Quando le chiese dove avesse imparato a cantare, Jo disse che aveva studiato al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Allora Von Karajan le chiese dove avesse studiato prima di allora. Una voce dall'altoJo Sumi era al secondo anno del corso di canto all'Università nazionale di Seul quando partì per l'Italia all'inizio degli anni 1980, un periodo di agitazioni politiche in Corea. In Italia completò in due soli anni il corso quinquennale di canto presso l'Accademia di Santa Cecilia a Roma e proseguì vincendo il primo premio nel concorso all'Arena di Verona e in vari altri concorsi canori. Von Karajan la lodò dicendo che aveva “una voce che scendeva dall'alto”, una voce che se ne poteva udire “forse una ogni cento anni”. Come direttore dell'Orchestra filarmonica di Berlino, Von Karajan aveva molto peso nel campo della musica classica, tanto che Jo Sumi, dopo che lui l'ebbe scoperta, si trovò a salire rapidamente fino alle più alte vette. |
Dopo essere stata scoperta da Herbert Von Karajan, Nel frattempo Jo tornò in Corea nel 1988 per cantare al concerto commemorativo per le Olimpiadi di Seul e ricevette un fragoroso applauso da parte dei suoi concittadini coreani che erano molto orgogliosi della sua fama di soprano a livello mondiale. Verso la metà degli anni 1990 sembrava che Jo Sumi non avesse null'altro da desiderare dopo essere stata acclamata miglior soprano al mondo. Passione per la musicaAll'alba del nuovo millennio, però, Jo cominciò a diventare ancora più famosa in Corea. Una stazione televisiva coreana trasmise un documentario sulla storia del suo successo e un suo album vendette un milione di copie. Cantò anche in vari eventi internazionali, come a un festival culturale che faceva parte delle Olimpiadi di Sydney e alla cerimonia della consegna dei premi Nobel. Apparve anche come cantante con l'Orchestra nazionale Chosun della Corea del Nord quando quest'orchestra diede un concerto a Seul. |
“Sono stata addestrata alla musica classica fin da quando sono nata. Non ho troppo tempo da dedicare alle canzoni pop. Ci sono così tanti nuovi campi da affrontare e così tante cose da imparare... Posso anche capire perché la
Qualunque giornalista abbia intervistato Jo sa che è semplice, vivace e di mentalità aperta. Le piace scherzare e ha la capacità di rendere la conversazione interessante e anche sorprendentemente profonda. Jo è anche una delle poche artiste che sanno parlare e scrivere bene. “Ho provato a cantare delle canzonette e dei brani tratti dai musical, e molte altre cose in modo da coprire una grande varietà di generi musicali. Ma trovo che i canti russi e quelli barocchi sono i più difficili. Quello che conosco meglio è, naturalmente, il «bel canto» e in concerti e recital ho cantato in italiano, francese e tedesco, compresi i lavori di Mozart, ma i lavori russi e quelli barocchi sono quelli che voglio davvero riuscire a dominare.”, spiega Jo. Jo Sumi, oltre al coreano, parla correntemente italiano, francese e inglese, e ha una buona conoscenza del tedesco e dello spagnolo. Dice che questo è naturale dal momento che canta in queste lingue. Ma, per poter cantare anche le melodie russe, ora ha imparato anche il russo. L'ultima domanda che le abbiamo rivolto in questa breve intervista è stata a proposito di che cosa avesse appreso in particolare da maestri come Von Karajan. “Ho lavorato vicino a grandi maestri, esercitandomi e scherzando con loro. E li ho anche visti fare degli errori e arrabbiarsi. Ma tutti loro avevano in comune una grande purezza di mente. Ancora oggi, quando penso ai loro occhi, vi vedo una mente pura, priva di calcoli e di frivolezze. Non conoscevano altro che la musica. Ho appreso da loro che questa purezza di mente è ciò che commuove i cuori di chi ascolta.”, conclude Jo. |
Tratto da “Jo Sumi”, in Koreana, vol.19, n.3, autunno 2005. Testo originale di Park Jung-jun. Fotografie di Kim Yun-bae. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo