Il cartografo Kim Jeong-ho
In 30 anni misurò a piedi tutto il regno di Joseon

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


K

im Jeong-ho era perfettamente consapevole della grande importanza delle mappe per l’interesse della nazione. In Corea viene ricordato come un pioniere cartografo e uno degli eroi del periodo Joseon per la sua tenacia, determinazione e creatività.


Un ritratto di Kim Jeong-ho

Oggi tutto ciò di cui uno ha bisogno per vedere come si presenta una certa zona del globo è un collegamento Internet. Poche battute sulla tastiera e qualche clic con il mouse permettono di ottenere mappe e immagini dal satellite in scale diverse. In molte parti del mondo si usano comunemente apparecchi satellitari per la navigazione e dispositivi intelligenti per cercare la strada giusta con precisione, perfino verso zone remote dove non si è mai stati. Un’intera generazione sta crescendo ora con queste tecnologie, ma prima a essere indispensabili per i viaggiatori erano le mappe su carta.

I viaggiatori del periodo Joseon (1392-1910) non facevano eccezione. La necessità di mappe accurate e dettagliate deve essere stata grande anche per l’interesse nazionale, dal momento che la Corea soffrì molte incursioni e pericolose invasioni straniere durante il periodo Joseon. Eppure, non esistevano allora carte geografiche abbastanza accurate: sì, vi erano indicati montagne, fiumi e strade, ma le scale non erano precise, nonostante i migliori sforzi da parte dei cartografi.

Questo non significa che i coreani non dessero importanza alla pubblicazione delle mappe. Le prime mappe della Corea furono disegnate prima del periodo dei Tre Regni (37 a.C.- 668 d.C.), e il governo del regno di Joseon cominciò a stampare mappe immediatamente dopo la creazione del nuovo stato. Un esempio estremamente importante è la Honil Gangni Yeokdae Gukdo Jido (혼일강리역대국도지도 «Mappa integrata dei territori e delle capitali degli stati», 1,68m x 1,58m), la più antica mappa del mondo esistente. Però, nessuno potrà negare che la cartografia del periodo Joseon fece un decisivo balzo in avanti quando Kim Jeong-ho (김정호 circa 1804-1866) completò il Daedongnyeojido (대동여지도 輿 «Mappa del grande oriente»), una carta geografica della nazione che pubblicò nel 1861 dopo aver studiato le mappe nazionali disponibili e aver percorso per più di 30 anni a piedi ogni angolo del paese. L’anno scorso, 2011, ha segnato il 150º anniversario della pubblicazione della mappa.

Il Daedongnyeojido fu stampato con 22 blocchi lignei (per un cenno sul restauro di questi blocchi cliccare qui). Quando la carta è completamente spiegata compare una grande mappa della Corea alla scala di circa 1:162.000. Se ci si pone di fronte a questa enorme mappa alta 6,7 metri da nord a sud, la si trova quasi opprimente. Mostra il territorio dello stato di Joseon in un dettaglio estremo. La mappa nel suo insieme ha l’aspetto di un’opera in rilievo di un artista, e ogni linea rivela lo sforzo tremendo che Kim Jeong-ho profuse in essa. Ogni parte di essa trasmette informazioni geografiche, sociali, culturali e amministrative.

Prima del Daedongnyeojido, Kim pubblicò mappe come il Suseon Jeondo (수선전도 una mappa di Seul) negli anni 1840, il Cheonggudo (청구도 una mappa nazionale) nel 1834, e il Dongnyeodo (동여도 輿 una mappa della nazione) nel 1857. Fu autore di atlanti e di libri di geografia, fra cui ricordiamo il Dongnyeodoji (동여도지 輿 1834-1844), il Yeodobiji (여도비지 輿 1853-1856), e il Daedongjiji (대동지지 1861-1864).

La vita sconosciuta di Kim Jeong-ho

Di Kim Jeong-ho (pseudonimo letterario: Kosanja 고산자 ) possiamo solo presumere la data di nascita, la città natale e i luoghi in cui fece i suoi lavori più importanti. Questo suggerisce che Kim Jeong-ho non era una persona di grande statura nella società di Joseon. Quel che resta della sua biografia è contenuto nel Ihyang Gyeonmunnok (이향견문록 «Osservazioni sui villaggi», 1862), una raccolta di biografie di grandi personaggi delle classi medie e basse, il che implica che Kim era probabilmente una persona comune che compì gesta notevoli ampiamente riconosciute.

Non è chiaro quale sia stato il motivo che spinse Kim a produrre le mappe, ma è evidente che lui, come geografo e cartografo, superò le barriere di classe inventando nuove tecniche cartografiche e di conseguenza ampliando i confini del suo ambiente. Kim non aveva intenzione di seguire ciecamente i metodi convenzionali, né di rimanere un parassita tecnico del disegno delle mappe. Nelle sue mappe egli tracciò dei segnali per indicare la distanza circa ogni 5,4 chilometri e presentò legende ideate in modo chiaro che spiegavano i simboli e i segni per un più facile utilizzo del suo atlante e dei libri di geografia.

Un esempio significativo è il Cheonggudo, che fu la prima mappa prodotta da Kim. Un libro in due volumi, la mappa possedeva una legenda facile da usare e due indicazioni delle distanze (distanze sulla mappa e distanze effettive) con reticoli. Kim fornì anche sulle sue mappe statistiche amministrative e militari per utenti appartenenti alle classi dominanti degli yangban o che fossero funzionari governativi. Tutte queste caratteristiche puntano alla sua idea di una mappa ideale: le mappe non dovevano essere semplici rappresentazioni illustrative di caratteristiche geografiche, ma dovevano anche servire agli scopi, personali o governativi, degli utenti. Non solo scarseggiano registrazioni ufficiali su Kim Jeong-ho, ma anche lo stesso cartografo non scrisse quasi nulla di sé. E tuttavia le sue mappe, i suoi atlanti e i suoi libri chiariscono il suo carattere e la sua visione. Se fosse vissuto nel ventunesimo secolo, sarebbe stato un pioniere creativo che trascende i limiti, allargando i vecchi confini e imponendo nuove regole.

In suo onore è anche stato dato il nome Kimjeongho all’asteroide 95016 scoperto nel 2002.


Tratto dall’articolo “Joseon on Foot: cartographer Kim Jeong-ho”, pubblicato dalla rivista Korea, nel numero di Ottobre 2012. Testo di Im Sang-beom. Qui pubblicato con autorizzazione del Korea Culture and Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Tutti i riferimenti in caratteri cinesi sono dell’autore di questo sito

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© Valerio Anselmo