Kim Jeong-hui, grande studioso e calligrafo

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Lo studioso Kim Jeong-hui nel vestito tradizionale dei letterati

V

issuto a cavallo fra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, Kim Jeong-hui (김정희 1786-1856), fu uno studioso famoso in più discipline, poeta, calligrafo e pittore.

Kim Jeong-hui nacque in una famiglia prestigiosa nel 1786, nell’ultima parte del periodo Joseon. Il suo genio fu ovvio perfino in giovane età. Si dice che abbia preso in mano un pennello e che abbia praticato la calligrafia all’età di tre anni. Ricevette la migliore istruzione del suo tempo e salì a posizioni governative elevate.

Per un lungo periodo il percorso della sua vita sembrò estendersi senza fine verso l’alto, ma questo buon periodo ebbe fine nel 1840. Quell’anno, nel bel mezzo di sconvolgimenti politici, fu mandato in esilio a Jejudo, la grande isola che si trova lontana dalla costa meridionale della penisola, dove passò quasi un decennio in esilio. Fu di nuovo esiliato nel 1851 a Bukcheong, che si trova oggi nella Corea del Nord, e liberato l’anno seguente. Morì nel 1856 a Gwacheon, che si trova appena a sud dell’area Gangnam della moderna città di Seul.

Kim Jeong-hui viene generalmente chiamato Chusa Kim Jeong-hui o semplicemente col suo pseudonimo letterario Chusa (추사 ). Il suo stile calligrafico unico è di conseguenza chiamato Chusache (추사체 , o stile di Chusa) ed è stato a lungo ammirato dai coreani. Pochi coreani sanno però che egli fu anche uno dei migliori artisti e letterati del suo tempo. Fu, infatti, un brillante poeta e pittore, oltre che un letterato multidisciplinare con profonde conoscenze di epigrafia, buddismo, geografia, astronomia e altre scienze.

Da giovane viaggiò con suo padre nella Cina Qing, dove fu esposto a una cultura diversa e a nuovi studi. Tornato in Corea, fondò una scuola chiamata Chusapa (추사파 , o Scuola di Chusa) dove mise l’accento sulla sperimentazione e la ricerca e perseguì la verità di fatto con uno spirito scientifico fermamente retto.

I risultati da lui raggiunti nell’epigrafia sono particolarmente notevoli. Fece riproduzioni su carta per sfregamento di iscrizioni di monumenti in pietra distribuiti in tutto il paese, ne interpretò il contenuto e determinò quando queste erano state create.

I suoi talenti innati, gli sforzi inesauribili e le discussioni con letterati stranieri fecero di lui un grande letterato-artista, i cui risultati sono ammirati ancora oggi.

LA SOLITUDINE RAFFINA GLI ARTISTI

Nel periodo Joseon si pensava che la calligrafia esprimesse il proprio carattere e indicasse il grado di capacità letteraria. Il mondo interno, il carattere e la profondità letteraria di Kim erano tutte espresse nel suo stile calligrafico Chusache.


Un’opera di Kim Jeong-hui, il Bojeongsanbang (보정산방 ), che si legge da destra a sinistra.

I suoi dieci anni di solitudine in esilio approfondirono il suo spirito artistico. Influenzato dall’arte della Cina Qing, che considerava la poesia, la calligrafia e la pittura riunite in una unità, si sforzò di scrivere delle lettere come dipinti e di tracciare dipinti come lettere. Il Muksogeosajachan (묵소거사자찬 ), una delle sue opere calligrafiche (che consiglia di rimanere in silenzio quando si dovrebbe fare così e di ridere quando si dovrebbe fare così) presenta dei caratteri cinesi lunghi e sottili, con tratti molto variabili. Il suo capolavoro Sehando (세한도 ) è uno dei tesori nazionali ufficiali della Corea. Il lavoro presenta delle righe verticali di testo, una scena con quattro alberi e una piccola casa. In questo lavoro la composizione del dipinto con la calligrafia è estremamente ben bilanciata e colpisce per la squisita armonia, mentre l’esteso spazio vuoto instilla in chi la guarda una sensazione di quieta solitudine. È stato anche l’autore di molti libri, fra cui lo Haedongbigo (해동비고 ) un libro sull’epigrafia basato sulle sue ricerche. I suoi allievi compilarono i suoi libri postumi, fra cui il Wandangjip (완당집 ), una raccolta dei suoi scritti.

Kim Jeong-hui fu costretto a condurre una vita solitaria nella sua vecchiaia nel bel mezzo di lotte politiche, ma i suoi ultimi anni furono ancora pieni di libri e di inchiostro. I capolavori che ha lasciato e i passi intrapresi come letterato-artista con un inflessibile spirito nobile hanno ancora molto da dire oggi, nonostante che sia da allora passato molto tempo.


Tratto da “Great Scholar and Calligrapher Kim Jeong-hui”, in Korea, novembre 2012. Testo di Im Sang-beom. Foto del Museo Nazionale della Corea. Pubblicato con autorizzazione del Korea Culture and Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net.

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