Dei treni coreani ad alta velocità, simili ai TGV francesi, si è già parlato, ma ora la sicurezza dei nuovi KTX-Sancheon costruiti in Corea comincia a preoccupare seriamente i viaggiatori. |
L a sigla KTX è un acronimo di Korea Train eXpress ed è il nome di un treno ad alta velocità di produzione coreana, in grado di viaggiare a oltre 300 chilometri all’ora. In particolare il KTX II, noto anche come KTX-Sancheon è in questi giorni sotto attacco da parte dei media coreani. Questo treno ad alta velocità è stato sviluppato e costruito dalla Hyundai Rotem usando tecnologia coreana ed è entrato in funzione a marzo del 2010, ma da allora dozzine di fermate di emergenza e di ritardi ne hanno quasi annientato la reputazione. Un treno KTX in attesa di ispezione in un centro a Goyang, nella regione Gyeonggi Secondo quanto è stato riportato dal Ministero dei trasporti sudcoreano, i treni KTX hanno registrato un totale di 53 problemi operativi nel 2010 e quest’anno (notizia del luglio 2011) sono stati riportati 36 malfunzionamenti. In particolare, un guasto avvenuto in una galleria ha causato ritardi di ore a tutta la linea e notevoli disagi ai passeggeri. Dopo l’incidente fra treni ad alta velocità avvenuto in Cina il 23 luglio 2011, in cui sono morte 35 persone e 210 sono rimaste ferite, i passeggeri del KTX coreano sono molto preoccupati. «Nonostante il crescente timore di usare il KTX, non ne posso fare a meno.» dice una passeggera «Prego per la mia vita per tutte le due ore di viaggio e prendo solo il tipo iniziale del KTX, quello importato dalla Francia, e non il KTX-Sancheon costruito qui in Corea.» Il governo e l’azienda delle ferrovie coreane Korail annunciano che tutti i treni vengono accuratamente ispezionati e che le parti malfunzionanti vengono sempre sostituite, ma i viaggiatori sono convinti che, se non si prenderanno provvedimenti più drastici, prima o poi si potrà andare incontro a un disastro del tipo di quello avvenuto in Cina. |
Tratto da articoli di giornali coreani pubblicati in data 26 e 27 luglio 2011. |
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© Valerio Anselmo