La corona d'oro del regno di Kaya (quinto-sesto secolo d.C.), tesoro nazionale |
F in dai tempi più antichi l'oro è stato ritenuto il metallo più pregiato nel soddisfacimento dei desideri estetici della popolazione. Gli oggetti antichi costruiti con l'oro hanno tuttora una bellezza immutabile che attira oggi come sempre. Si è aperta in questi giorni a Seul una mostra di oggetti d'oro provenienti da tutta la storia coreana, a partire dai Tre Regni di Koguryŏ, Paekche e Silla, per arrivare ai periodi di Silla Unificato, Koryŏ e Chosŏn. Durante il periodo dei Tre Regni (primo secolo a.C. - settimo secolo d.C.) l'oro veniva usato, ma, data l'estrema rarità di questo metallo, il suo uso era strettamente controllato ed era un raro privilegio possedere qualche oggetto d'oro. Per questo motivo, oggetti d'oro, come cose personali, armi e ornamenti per cavalli, erano considerati simboli di classe e di stato sociale. La corona d'oro di Kaya, rappresentata qui sopra, sotto il titolo, è l'unica corona d'oro che ci resta di quel regno. Costruita con una sottile lastra d'oro punzonata con punti, ha una forma semplice e raffinata ed è decorata con pendenti di giada e piccole piastre d'oro circolari che aggiungono
Ciabatte d'oro del periodo dei Tre Regni (5º-6º secolo). Altri accessori d'oro provenienti dal regno di Kaya comprendono orecchini, anelli, collane, braccialetti, cinture e scarpe. Gli orecchini hanno la forma di perline d'oro incise con motivi, oppure sono fatti di fili d'oro ritorti. Alcuni sono anche più elaborati e usano tecniche diverse. Le armi e gli ornamenti equestri d'oro usati dalla classe
Coperchio di un brucia-incenso, dinastia Koryŏ, 10º-14º secolo. L'impiego dell'oro crebbe molto durante il periodo di Silla Unificato (668-935) e della dinastia Koryŏ (918-1392), che coincise con il fiorire del buddismo. Quando il buddismo penetrò in Corea attraverso la Via della Seta, furono anche introdotte sculture e manufatti buddisti. Le figure buddiste in bronzo dorato che già esistevano nel periodo dei Tre Regni furono una forma molto comune di scultura buddista nei periodi Silla, Koryŏ e Chosŏn (1392-1910). Come si può notare dalla statua di Budda in piedi, di bronzo dorato (tesoro nazionale numero 401), nei periodi di Silla e di Koryŏ era comune coprire d'oro le statue di bronzo del Budda. Durante la dinastia Chosŏn le sculture di bronzo venivano a volte laccate e poi coperte con foglie d'oro, di cui abbiamo un
L'uso dell'oro non si limitava alle statue del Budda. Veniva anche impiegato per i brucia-incenso, per i candelabri, le campane, i sutra e i dipinti, come un modo di mettere in evidenza il mistero e la santità del Buddismo. Vale la pena di fare attenzione ai dipindi buddisti e alla copie scritte dei sutra. La maggior parte dei dipindi buddisti sono opere bidimensionali che mostrano il Budda che emana uno splendore dorato. Un tempietto portatile della dinastia Koryŏ, 13º-14º secolo. Altezza 4 cm. Il corpo del Budda è di solito dipinto con un pigmento giallo, mentre i motivi e gli ornamenti sui vestiti e lo sfondo sono trattati con oro. In questo modo si mette in risalto la radiazione della luce che emana dal Budda e allo stesso tempo aumenta l'effetto artistico del dipinto. Un esempio di questo è la “Triade Amitabha” (tesoro nazionale numero 218) che presenta colori brillanti, una tecnica raffinata, una lavorazione delicata e una composizione precisa, facendone il più raffinato esempio di dipinto buddista della dinastia Koryŏ. Nel fare copie dei sutra, era normale scrivere con inchiostro nero su carta bianca. Tuttavia, durante la dinastia Koryŏ la carta veniva spesso tinta di rosso o di blu scuro e i sutra venivano scritti attentamente con inchiostro d'oro, fatto con polvere
Avatamsaka sutra, in oro su carta blu scuro. L'influenza delle arti buddiste si diffuse e anche altre arti fecero uso di oro. A differenza dei tempi andati, quando l'uso dell'oro era strettamente controllato, si possono trovare una quantità di ornamenti d'oro negli elementi di lusso usati dagli aristocratici e dalle classi superiori durante i periodi di Silla e di Koryŏ. La gamma di elementi che venivano decorati o costruiti con l'oro è varia: si va dai
lucchetti alle Lucchetto del regno di Silla, 8º-10º secolo. I candelieri di bronzo dorato (tesoro nazionale numero 174), decorati con cristalli e piastrine d'oro, presentano proporzioni eccellenti e dimostrano un'abilità artigianale sofisticata. Per questo motivo sono considerati come capolavori dell'artigianato dei Silla. La forma dei candelieri rivela l'influenza dell'Occidente ed è perciò evidente che durante il periodo di Silla avvenivano scambi internazionali. I lavori creati con l'oro durante la dinastia Koryŏ presentavano
dei bei motivi delicati e realistici e i diversi Pettine di tartaruga, periodo di Silla, 8º-10º secolo Passando alla dinastia Chosŏn, l'uso dell'oro per oggetti e dipinti declinò drasticamente. Ciò fu conseguenza dell'accresciuta influenza dell'ideologia confuciana, che metteva l'accento sul riserbo e sulla semplicità, e del conseguente declino del buddismo. L'uso dell'oro, per oggetti che non simboleggiassero il potere dello stato e la corte reale, era strettamente controllato. In questo periodo,
Nel caso di dipinti, una piccola quantità di inchiostro d'oro si può trovare nei dipinti usati per decorare il palazzo reale. Per esempio, nello schermo pieghevole dipinto con i dieci simboli della longevità, posto dietro il trono reale, il blu e il verde delle montagne e dei fiumi era tradizionalmente delineato con oro. Ornamento, dinastia Koryŏ, 10º-14º secolo Nell'ultima parte della dinastia Chosŏn, fu importata dalla Cina carta spruzzata con polvere d'oro da usare per la calligrafia e per la pittura. Nel caso di ornamenti ordinari, l'uso dell'oro si può vedere negli ornamenti delle donne della famiglia reale o delle classi aristocratiche: si tratta specialmente di ornamenti per i
Copricapo, periodo dei Tre Regni, 5º-6º secolo La mostra “The Golden Glow of Korean Art” illustra come l'oro veniva usato nei vari periodi della storia coreana per funzioni diverse. Sono stati installati vari microscopi ottici ed elettronici per permettere ai visitatori di osservare i motivi, le giunzioni e i piccoli dettagli che difficilmente si potrebbero notare ad occhio nudo. La mostra resta aperta fino al 15 luglio 2001 presso l'Ho-am Art Museum in Yongin. Per ulteriori informazioni, chi conosca il coreano può consultare il sito www.hoammuseum.org. |
Tratto da “The Golden Glow of Korean Art”, in Pictorial Korea, giugno 2001. Testo originale di Kim Su-mi, fotografie di Ho-am Art Museum. Pubblicato con autorizzazione del Korea Information Service, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Korea.net. |
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© Valerio Anselmo