I n Estremo Oriente una bella donna è spesso paragonata alla giada, così come si dice che una voce chiara suoni come due pezzi di giada che si colpiscono. Vi sono ![]() Sigillo reale di giada Nei tempi preistorici nella zona attorno ai monti Kunlun, in Cina, la giada era ritenuta più preziosa dell'oro, mentre durante la dinastia cinese Han era considerata una delle otto meraviglie del mondo. I vestiti funerari di giada cucita con fili d'oro e d'argento trovati nella tomba dell'imperatore cinese Qin Shi Huang sono fra i lavori di giada più noti nel mondo. Anche in Corea la giada veniva usata nei riti funerari nell'antichità. Come mezzo in grado di attirare l'energia (o chi) del cielo e della terra, era considerata per i defunti come un passaporto verso il cielo. |
Ma la giada non era solo usata nelle sepolture. Ne esisteva un tipo particolare noto col nome di kungjung-ok, usato nel produrre oggetti per la corte reale coreana e prodotto solo in Corea. Il re Sejong, che era particolarmente interessato alla musica, si interessò a questo tipo di pietra e ordinò che fosse costruito un
carillon in giada kungjung-ok. ![]() Pendaglio con decorazioni in giada Data l'importanza che veniva attribuita alla giada per la cura della salute e per altri importanti scopi, vennero emessi editti che proibivano alla gente comune di scavare le montagne di certe regioni alla ricerca di questa pietra che doveva servire ai reali. La corte coreana doveva anche versare ogni anno alla Cina un certo quantitativo di giada come tributo. |
La giada kungjung-ok cominciò a essere usata nel palazzo reale a partire dal 1426, ottavo anno del regno di Sejong. Veniva usata per costruire scettri, piccoli monumenti reali, ornamenti per i vestiti cerimoniali della
Gioielli moderni creati Le pietre che rientravano allora nella categoria della “giada” erano varie. Oltre a quelle citate, rientravano nella categoria anche i feldspati, la nefrite, i lapislazzuli, il calcedonio, l'agata, il diaspro e la giadeite. |
Fra gli oggetti di giada particolarmente apprezzati in Corea c'erano coppette per il vino, armadi decorati con giada, lanterne e flauti. Fra gli ornamenti usati a scopi decorativi o rituali troviamo cinture decorate con sottili dischetti di giada, spilloni per
![]() Spilloni per capelli, l'uno con testa Uno degli elementi rituali di giada era un documento su cui venivano scritti titoli onorifici in riconoscimento delle virtù e delle azioni dei membri della famiglia reale: re, regina e regina madre. Questo documento (chiamato ok-ch'aek o “libro di giada”) era anche venerato con le tavolette ancestrali nel tempio di Chongmyo. Alcuni di questi “libri di giada” sono attualmente conservati nel Museo reale del palazzo Tŏksu-kung. |
Gli oggetti di giada che oggi gli artigiani creano riescono a infondere in chi li possiede tranquillità e conforto. Si dice che se la giada entri a far parte integrale ![]() Mobile decorato con giada e madreperla La bellezza di un oggetto artistico di giada è un grande conforto per chi lo possiede. Secondo la leggenda, in passato alcuni ingerivano polvere di giada e credevano che tenere in bocca un ciottolo di giada portasse la pace della mente. Che queste storie siano vere o no, non ha molta importanza. Mostrano però che la giada non era semplicemente un materiale usato dagli artisti e dagli artigiani, ma che entrava a far parte della vita della gente. |
Quando un artista lavora un pezzo di giada grezzo con amore, ne prova una grande soddisfazione. Nel costruire oggetti come mobili abbelliti con la giada, decorazioni degli abiti o ![]() Spilla decorata con giada Alcuni oggetti di giada della corte reale coreana sono esposti anche in Italia, a Torino, al Museo Don Bosco di storia naturale, e in Austria nel Museo di storia naturale di Vienna. Questi oggetti hanno una tonalità pastello e il calore del celadon opaco. |
Tratto da “Jade Craft”, in Koreana, vol.15, n.4, inverno 2001. Testo originale di Suh Ji-min. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana. |
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© Valerio Anselmo