Cultura

La letteratura coreana

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


Argomenti compresi in questa pagina:
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Piccola antologia di letteratura coreana
Alcuni brani significativi della storia e della letteratura coreana tradotti in italiano.

Favole coreane scritte da un americano (Hulbert)
Favole per bambini in cui si descrivono i costumi coreani e il modo di vivere della popolazione.

100 anni di letteratura coreana moderna tradotta in inglese
Un nuovo CD-ROM offre un'introduzione alla letteratura coreana in traduzione inglese.

Opere di letteratura coreana tradotta e in rete
Elencare le opere coreane tradotte non è facile. Ma ecco alcune indicazioni.

Antichi documenti designati “Memorie del mondo” dall'UNESCO
Quattro antichi documenti coreani sono entrati a far parte dell'elenco dei Documentary Heritage dell'Unesco nel 2000 e 2001.

Informazioni sulla lingua e sull'alfabeto coreano
Notizie generali sulla lingua e sull'alfabeto coreano, con rimandi a esercizi di traduzione.

La casa editrice O barra O
O barra O contribuisce alla conoscenza della Corea nel nostro paese con la pubblicazione di opere coreane tradotte in italiano.

Hong Kil-tong jŏn, famoso romanzo coreano
Recensione di un romanzo coreano del '600 di tipo avventuroso e fantastico, tradotto di recente in italiano.

Brother Anthony (Fratel Antonio) un divulgatore della cultura coreana
Il professor An Sŏn-jae (Brother Anthony) è un inglese che vive in Corea. È famoso per aver pubblicato numerose traduzioni in inglese dei principali scrittori e poeti coreani.

Ko Un, poeta
Il più controverso e il più prolifico degli scrittori coreani, candidato al premio Nobel per la letteratura, è stato in Italia. Due parole sulla sua vita e la sua opera.

Werner Sasse, uno studioso tedesco con un profondo amore per la Corea
Pochi giorni dopo la pensione, il professor Sasse ha deciso di andare a vivere in Corea per il resto della vita.

Kim Dong-hwa, un innovatore nella creazione dei fumetti coreani
Un’intervista al maggior disegnatore e creatore di fumetti della Corea.

I Deug-Su, insigne medievalista
Un omaggio a un famoso studioso del medioevo europeo, professore ordinario presso l'Università di Siena-Arezzo, scomparso nel 2004.

Kim Hoon, uno scrittore fuori dal comune
Non usa il computer e scrive a matita, non ha la patente e va in giro in bicicletta. È l’autore di romanzi storici che hanno venduto oltre un milione di copie in Corea e all’estero.

Shin Kyung-sook, una scrittrice emergente
L’enorme successo ottenuto dal suo ultimo romanzo ha portato alla ribalta una scrittrice che parla soprattutto della condizione delle donne in Corea. Il suo ultimo romanzo ha venduto finora oltre un milione di copie e sarà tradotto in quindici lingue nel mondo.

Un antico libro coreano di viaggi in India
Nell’ottavo secolo il monaco buddista Hyecho, che era andato in Cina per studio, compì un lungo viaggio a piedi in India e nelle regioni vicine, descrivendone per iscritto usi e costumi.

I buoni e i cattivi nelle favole coreane.
Un bel compendio di favole coreane che lascia capire meglio il modo di pensare dei coreani.

Yun Dong-ju, un poeta che tutti i coreani conoscono.
Presentazione di un poeta coreano vissuto al tempo della dominazione coloniale della Corea da parte del Giappone e morto in carcere nel 1945.

Il libro per bambini 'Dust Kid' vince a Bologna Ragazzi
Un simpatico libro per ragazzi con soli disegni in bianco e nero scritto da una giovane coreana viene premiato alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna nella categoria Nuovi orizzonti.

Libri illustrati coreani vincono premi a Bologna Ragazzi
La 52ª Fiera del libro per ragazzi di Bologna premia cinque libri illustrati coreani.

La profondità e l'universalità della letteratura coreana risuona anche in Italia
Alla Fiera Internazionale del Libro di Seul si è parlato del successo dei libri coreani pubblicati tradotti in italiano.

Il canto del Re Sejong per la moglie elevato al livello di tesoro nazionale
Un inno buddista scritto dal re Sejong per la sua defunta regina sarà elevato a status di tesoro nazionale.


L'influenza della Cina

La vicinanza della confinante e potente Cina è stata molto importante per la Corea, tanto da influenzarne la stessa lingua (che oggi ha oltre la metà del vocabolario di derivazione cinese) e da condizionarne ancor più la letteratura. Il coreano e il cinese sono due lingue completamente diverse e tuttavia, siccome l'invenzione dell'alfabeto coreano risale al 15º secolo, fino a quell'epoca chi avesse voluto mettere per iscritto i propri pensieri sarebbe stato costretto a usare il cinese.

Tanwon (1745-1818): scuola di villaggio

La mancanza di una propria scrittura costrinse i coreani a imparare il cinese e a produrre opere a imitazione di quelle cinesi. Questo ebbe come conseguenza che, non solo si ebbero opere letterarie che non si distinguevano gran che da quelle cinesi, ma si creò una casta, quella dei letterati, che governava. Le ricche famiglie nobili (yangban 양반 ) potevano permettersi di mandare i figli a studiare in Cina, dove apprendevano quello che allora era considerato il sapere necessario per poter governare, cioè i classici cinesi.

Fin da bambini i futuri funzionari statali si sottoponevano a lunghe ore di studio per imparare a memoria i libri dei filosofi cinesi, perché questo sarebbe poi stato l'argomento sul quale sarebbero stati interrogati agli esami che avrebbero dovuto superare per accedere alle cariche governative nel regno di Corea.

Quindi, anche se in Corea si parlava una lingua profondamente diversa da quella cinese, la corte coreana e tutti i funzionari si dovettero “sinizzare” e questo fece sorgere fra i funzionari governativi un forte spirito di corpo e servì da barriera contro l'intrusione dei non-letterati nel governo della nazione. La loro influenza fu così grande che riuscì a mettere a tacere per secoli l'esigenza popolare di avere un facile metodo di scrittura che permettesse di registrare i suoni della propria lingua, che consentisse per esempio a una madre di scrivere alla figlia sposata in una lontana regione e di riceverne notizie (le donne comuni normalmente non erano ammesse alle scuole). Per evitare l'opposizione dei letterati, lo stesso re Sejong, il creatore dell'alfabeto coreano (considerato il miglior alfabeto del mondo), fu costretto a spacciarlo come un sistema utile per facilitare l'apprendimento della pronuncia dei caratteri cinesi (o “ideogrammi”).

Il coreano e il cinese, un po' come l'italiano e il latino

Da noi, per contro, grazie a Dante l'uso dell'italiano fu adottato molto più presto, anche se il latino continuò a essere usato ancora per molto tempo nei documenti, nelle opere di carattere scientifico (lo stesso Galileo pubblicò in latino) e nelle opere di carattere religioso.

Il ritardo con cui fu creato l'alfabeto coreano fu certamente causato in larga misura dal potere della corporazione dei letterati i quali dall'introduzione di un metodo di scrittura coreano temevano di perdere il potere che avevano ormai saldamente nelle proprie mani. Il loro potere tuttavia non fu sminuito dalla creazione dell'alfabeto perché, praticamente fino alla fine della dinastia Yi, cioè fino al 1910, tutte le opere storiche, tutti gli editti governativi e gran parte delle opere letterarie continuarono a essere scritti in cinese.

Allieva monaca buddista intenta in un esercizio di calligrafia in alfabeto coreano

Restavano escluse da questa regola le poesie e qualche opera minore. L'alfabeto coreano era considerato un sistema di scrittura inferiore, “una cosa da donne”. Questo, in una società fortemente maschilista qual era quella coreana, in cui la donna era considerata un essere inferiore (e che doveva perciò sopportare tutti i lavori più pesanti), significava che un vero letterato non si sarebbe mai dovuto abbassare a scrivere nella propria lingua usando l'alfabeto coreano, anche se questo era già in uso da secoli.

Oggi il coreano utilizza una scrittura cosiddetta “mista”, composta cioè da parole scritte in alfabeto coreano e altre scritte in caratteri cinesi. Anche se tutto si sarebbe potuto scrivere in alfabeto coreano, fino a pochi anni fa l'influenza della lingua cinese era ancora abbastanza forte da spingere le scuole a insegnare alcune migliaia di caratteri cinesi dalle elementari al liceo e a costringere i giornali a usare svariate migliaia di ideogrammi nei loro testi.

Lo spirito coreano nelle opere in cinese

Il fatto che le opere letterarie fossero scritte in cinese non significa però che non manifestassero uno spirito diverso da quello della Cina. Già antiche compilazioni storiche come il Samguk sagi (삼국사기 ), “Storia dei Tre Regni”, e il Samguk yusa (삼국유사 ), “Mirabilia dei Tre Regni”, riportano infatti molte vecchie storie e leggende coreane. Anche lo spirito giocoso del popolo coreano non manca di far capolino di tanto in tanto: vi sono parecchie raccolte di narrazioni con aneddoti ed episodi che noi considereremmo perlomeno piccanti, ma che allora erano considerati semplicemente umoristici.


Opere in alfabeto coreano

Uno dei primi racconti scritti in coreano fu Hong Kil-tong jŏn (racconto di Hong Kil-tong 홍길동 ), il cui protagonista è il figlio illegittimo di un alto ufficiale governativo e di una domestica. Il romanzo descrive la corruzione del governo della dinastia Yi e la sua falsa etica che impediva ai figli nati da tali unioni illegittime di entrare nella carriera governativa, indipendentemente dalle loro doti intellettuali (si veda la pagina dedicata).

Il più famoso dei racconti scritti in alfabeto coreano resta però Ch'unhyang jŏn (racconto di Ch'unhyang 춘향 ), che descrive l'amore fra la figlia di una kisaeng (기생 o geisha coreana) e il figlio di un aristocratico e parla della purezza dell'amore e dell'uguaglianza fra gli uomini, i due temi più popolari della letteratura del diciottesimo secolo. È una bella storia, molto romantica, che riassumiamo qui brevemente.

Myŏng-nyŏng, figlio del governatore del distretto di Namwŏn, si innamora di Ch'unhyang (“Profumo di primavera”), che è invece figlia di una kisaeng (donna di compagnia). I due si sposano segretamente. Poco dopo il padre dello sposo viene trasferito con un importante incarico nella capitale, per cui i due amanti sono costretti a separarsi. A Namwŏn viene nominato un governatore che è intenzionato a fare di Ch’unhyang la propria amante, ma lei, fedele a Myŏng-nyŏng, si rifiuta di sottomettersi ai suoi voleri. Viene allora immediatamente imprigionata e fustigata sotto la personale supervisione del governatore. Nel frattempo Myŏng-nyŏng, nominato ispettore reale della provincia di Chŏlla, dove si trovava il distretto di Namwŏn, venuto a conoscenza dei maltrattamenti inflitti a Ch’unhyang, accorre a salvarla e, forte dei suoi poteri, punisce duramente il malvagio governatore. I due sposi tornano alla capitale dove vivono felici fino a tarda età.


Il sijo

La forma poetica che più si è distinta come autenticamente coreana è stato il sijo (시조 調), sorta di poesia breve, spesso improvvisata in speciali occasioni. Il più grande poeta di sijo resta Yun Sŏn-do (윤선도 1587-1671). Riportiamo di questo grande poeta un esempio che spiega come spesso le poesie, oltre che un significato palese, avessero anche un significato nascosto. Ecco dunque il “canto della pioggia estiva” (hauyo 하우요 ).

Il poeta, che era stato allontanato dalla corte (“i campi”) a causa delle maldicenze (“la pioggia”) di certi suoi nemici, si sprona a frenare il proprio desiderio di tornare nella capitale dedicandosi invece ai propri studi (“lustra l'aratro e gli altri attrezzi”) fino a che l'atmosfera nel palazzo non si sia rasserenata (“quando vedrai che volge al bello”).


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© Valerio Anselmo