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Argomenti compresi in questa pagina:Altre pagine di informazioni che hanno attinenza con l'argomento “letteratura” si possono raggiungere selezionando uno dei titoli seguenti.Piccola antologia di letteratura coreana Favole coreane scritte da un americano (Hulbert) 100 anni di letteratura coreana moderna tradotta in inglese Opere di letteratura coreana tradotta e in rete Antichi documenti designati “Memorie del mondo” dall'UNESCO Informazioni sulla lingua e sull'alfabeto coreano La casa editrice O barra O Hong Kil-tong jŏn, famoso romanzo coreano Brother Anthony (Fratel Antonio) un divulgatore della cultura coreana Ko Un, poeta Werner Sasse, uno studioso tedesco con un profondo amore per la Corea Kim Dong-hwa, un innovatore nella creazione dei fumetti coreani I Deug-Su, insigne medievalista Kim Hoon, uno scrittore fuori dal comune Shin Kyung-sook, una scrittrice emergente Un antico libro coreano di viaggi in India I buoni e i cattivi nelle favole coreane. Yun Dong-ju, un poeta che tutti i coreani conoscono. Il libro per bambini 'Dust Kid' vince a Bologna Ragazzi Libri illustrati coreani vincono premi a Bologna Ragazzi La profondità e l'universalità della letteratura coreana risuona anche in Italia Il canto del Re Sejong per la moglie elevato al livello di tesoro nazionale |
L'influenza della CinaLa vicinanza della confinante e potente Cina è stata molto importante per la Corea, tanto da influenzarne la stessa lingua (che oggi ha oltre la metà del vocabolario di derivazione cinese) Tanwon (1745-1818): scuola di villaggio La mancanza di una propria scrittura costrinse i coreani a imparare il cinese e a produrre opere a imitazione di quelle cinesi. Questo ebbe come conseguenza che, non solo si ebbero opere letterarie che non si distinguevano gran che da quelle cinesi, ma si creò una casta, quella dei letterati, che governava. Le ricche famiglie nobili (yangban Fin da bambini i futuri funzionari statali si sottoponevano a lunghe ore di studio per imparare a memoria i libri dei filosofi cinesi, perché questo sarebbe poi stato l'argomento sul quale sarebbero stati interrogati agli esami che avrebbero dovuto superare per accedere alle cariche governative nel regno di Corea. Quindi, anche se in Corea si parlava una lingua profondamente diversa da quella cinese, la corte coreana e tutti i funzionari si dovettero “sinizzare” e questo fece sorgere fra i funzionari governativi un forte spirito di corpo e servì da barriera contro l'intrusione dei non-letterati nel governo della nazione. La loro influenza fu così grande che riuscì a mettere a tacere per secoli l'esigenza popolare di avere un facile metodo di scrittura che permettesse di registrare i suoni della propria lingua, che consentisse per esempio a una madre di scrivere alla figlia sposata in una lontana regione e di riceverne notizie (le donne comuni normalmente non erano ammesse alle scuole). Per evitare l'opposizione dei letterati, lo stesso re Sejong, il creatore dell'alfabeto coreano (considerato il miglior alfabeto del mondo), fu costretto a spacciarlo come un sistema utile per facilitare l'apprendimento della pronuncia dei caratteri cinesi (o “ideogrammi”). Il coreano e il cinese, un po' come l'italiano e il latinoDa noi, per contro, grazie a Dante l'uso dell'italiano fu adottato molto più presto, anche se il latino continuò a essere usato ancora per molto tempo nei documenti, nelle opere di carattere scientifico (lo stesso Galileo pubblicò in latino) e nelle opere di carattere religioso. Il ritardo con cui fu creato l'alfabeto coreano fu certamente causato in larga misura dal potere della corporazione dei letterati i quali dall'introduzione di un metodo di scrittura coreano temevano di perdere il potere che avevano ormai saldamente nelle proprie
Allieva monaca buddista intenta in un esercizio di calligrafia in alfabeto coreano Restavano escluse da questa regola le poesie e qualche opera minore. L'alfabeto coreano era considerato un sistema di scrittura inferiore, “una cosa da donne”. Questo, in una società fortemente maschilista qual era quella coreana, in cui la donna era considerata un essere inferiore (e che doveva perciò sopportare tutti i lavori più pesanti), significava che un vero letterato non si sarebbe mai dovuto abbassare a scrivere nella propria lingua usando l'alfabeto coreano, anche se questo era già in uso da secoli. Oggi il coreano utilizza una scrittura cosiddetta “mista”, composta cioè da parole scritte in alfabeto coreano e altre scritte in caratteri cinesi. Anche se tutto si sarebbe potuto scrivere in alfabeto coreano, fino a pochi anni fa l'influenza della lingua cinese era ancora abbastanza forte da spingere le scuole a insegnare alcune migliaia di caratteri cinesi dalle elementari al liceo e a costringere i giornali a usare svariate migliaia di ideogrammi nei loro testi. |
Lo spirito coreano nelle opere in cineseIl fatto che le opere letterarie fossero scritte in cinese non significa però che non manifestassero uno spirito diverso da quello della Cina. Già antiche compilazioni storiche come il Samguk sagi ( |
Opere in alfabeto coreanoUno dei primi racconti scritti in coreano fu Hong Kil-tong jŏn (racconto di Hong Kil-tong
Myŏng-nyŏng, figlio del governatore del distretto di Namwŏn, si innamora di Ch'unhyang (“Profumo di primavera”), che è invece figlia di una kisaeng (donna di compagnia). I due si sposano segretamente. Poco dopo il padre dello sposo viene trasferito con un importante incarico nella capitale, per cui i due amanti sono costretti a separarsi. A Namwŏn viene nominato un governatore che è intenzionato a fare di Ch’unhyang la propria amante, ma lei, fedele a Myŏng-nyŏng, si rifiuta di sottomettersi ai suoi voleri. Viene allora immediatamente imprigionata e fustigata sotto la personale supervisione del governatore. Nel frattempo Myŏng-nyŏng, nominato ispettore reale della provincia di Chŏlla, dove si trovava il distretto di Namwŏn, venuto a conoscenza dei maltrattamenti inflitti a Ch’unhyang, accorre a salvarla e, forte dei suoi poteri, punisce duramente il malvagio governatore. I due sposi tornano alla capitale dove vivono felici fino a tarda età. |
Il sijoLa forma poetica che più si è distinta come autenticamente coreana è stato il sijo ( Il poeta, che era stato allontanato dalla corte (“i campi”) a causa delle maldicenze (“la pioggia”) di certi suoi nemici, si sprona a frenare il proprio desiderio di tornare nella capitale dedicandosi invece ai propri studi (“lustra l'aratro e gli altri attrezzi”) fino a che l'atmosfera nel palazzo non si sia rasserenata (“quando vedrai che volge al bello”). |
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© Valerio Anselmo