Corso di coreano
Lezione 10


Soluzione degli esercizi della lezione 9

La traduzione in coreano delle frasi della volta scorsa è la seguente:

  1. Ieri mia nonna è andata al mercato e ha comprato una zucca, cinque mele e quattro pere.
    어제는 우리 할머니 시장에 가서 박 하나, 사과 다섯 개 하고 배 네 개 샀어요.
     
  2. La mamma ha il raffreddore e ha freddo.
    어머니는 감기가 들었고 춥습니다.
     
  3. Per andare in ufficio esco di casa alle otto e un quarto.
    사무실에 가기 위하여 여덟시 십오분에 집에서 나갑니다.


UN PO’ DI GRAMMATICA

Verbi positivi e negativi

In coreano esistono dei verbi che hanno due forme diverse, una per il positivo e l’altra per il negativo. Fra le coppie più note di questi verbi, abbiamo 있다 itta “esserci” e 없다 ŏpta “non esserci”, 알다 alda “sapere” e 모르다 morŭda “non sapere”, 하다 hada “fare” e 말다 malda “non fare”, ma probabilmente ve ne sono altre.

Rimproveri ed esortazioni a non fare

Per chiedere a qualcuno di smettere di fare una certa azione o per intimargli di non fare quell’azione si usa l’ausiliare 말다 malda “non fare” dopo la forma negativa (radice + ) del verbo che indica l’azione che non si deve fare. Ad esempio: 오지 마 oji ma Non venire! (un imperativo in un livello di cortesia molto basso); 가지 마라 kaji mara Non andare! (anche questo un esortativo di livello molto basso).

Esiste però anche la possibilità di esortare in modo più cortese a non fare una certa azione, come in 가지 마세요 kaji maseyo Non vada!, o in un modo ancor più deferente con 가지 마십시요 kaji masipsiyo sempre con lo stesso significato. Come si vede, prima del suffisso di cortesia o , la radice del verbo 말~ perde la .

Come si sarà intuito, la prime due forme ( e 마라) possono essere usate solo per rimproverare un bambino (o un dipendente da parte di un capo). Le altre forme (마세요 e 마십시요) sono più cortesi, ma vanno comunque usate con una molta prudenza, solo se si è certi di non offendere l’interlocutore e soprattutto stando attentissimi a non fargli perdere la faccia di fronte ad estranei (un errore imperdonabile).

Esortativi e imperativi

Stiamo qui parlando di forme esortative o imperative del verbo. L’esortativo/imperativo si presenta in varie forme a seconda del livello di cortesia adottato. Avremo al livello più basso la forma radice verbale + ~아 a / ~어 ŏ, come 나가 naga “Esci!”, 먹어 mŏgŏ “Mangia!”, poi la forma ~아라 ara / ~어라 ŏra, come 찾아라 ch’ajara Cerca!, 거기 두어라 kŏgi tuŏra “Metti lì!”, quindi salendo nel grado di cortesia ci sarà (으)세요 oppure (으)셔요, come 오세요 oseyo “Venite!”, 참으셔요 ch’amŭsyŏyo “Sopportate!”, e infine la forma più alta ~ㅂ시오 psio che si usa solo dopo il suffisso di cortesia come 가십시오 kasipsio “Vada!”, 게십시오 kyesipsiyo “Resti! Stia!”.

Un esortativo-cooperativo

Fra gli esortativi rientra anche una desinenza che serve per creare un esortativo-cooperativo, così chiamato in quanto esorta a fare qualcosa tutti assieme, in cooperazione. È la desinenza ~(으)ㅂ시다 (ŭ)psida, usata in casi come 갑시다 kapsida “(Orsù,) andiamo!” o 먹읍시다 mŏgŭpsida “(Orsù,) mangiamo!” (un’esortazione, quest’ultima, che tradizionalmente esorta a smettere di chiacchierare e a cominciare a mangiare gustando, anche rumorosamente, il pasto, ma senza parlare). In un livello di cortesia più basso, la desinenza diventa ~자 e si usa sia dopo radice in vocale (가자 “Andiamo!”), sia dopo radice in consonante (먹자 “Mangiamo!”).

Cooperazione nei villaggi per i lavori più pesanti

Fino a pochi decenni fa, nelle campagne coreane tutti i lavori pesanti venivano fatti in cooperazione. Si trattava di uno scambio di favori, dove chi riceveva l’aiuto degli altri si sentiva poi impegnato a fornire il proprio aiuto quando gli altri ne avessero avuto bisogno. A lavori come la costruzione di una nuova abitazione, una casa fatta di legno e argilla e col tetto di paglia, partecipava tutto il villaggio. E così, per i lavori più pesanti nei campi, che venivano effettuati con uno scambio di lavoro e la partecipazione dei vicini. La partecipazione collettiva si estendeva poi anche all’organizzazione dei giochi durante le grandi feste annuali e al rito annuale di venerazione dello spirito protettore del villaggio che di solito risiedeva nel più grande albero della zona (si veda www.corea.it/religioni.htm#animismo). Questa mutua cooperazione è purtroppo diminuita con il mutare delle condizioni di vita della società coreana negli ultimi 30-40 anni.

Modalità coinvolgente in ~지오

La desinenza verbale ~지오 (o ) è allo stesso tempo confidenziale e coinvolgente, specialmente quando viene usata per l’interrogativo. Viene spesso usata per parlare con i bambini, coinvolgendoli e chiedendo in un certo senso il loro parere. Si aggiunge direttamente alla radice del verbo o dell’aggettivo. Ad esempio, mostrando un oggetto a un bambino, gli si può dire 예쁘죠? yeppŭjyo? “È carino, no?”. Viene usato come vezzeggiativo con dei bambini piccoli o, normalmente, con persone con cui si è molto in confidenza. Oltre alla forma interrogativa che utilizza oggi il punto interrogativo finale, si può usare questa modalità anche per comunicare un proprio parere su un avvenimento futuro incerto. Ad esempio: 내일 비가 올 거죠 naeil piga olkŏjyo “Forse domani piove”.

Proibizioni e divieti

È importante saper leggere i segnali di divieto che si possono notare per le strade o in zone pericolose. I cartelli di divieto portano di solito la scritta 금지 (禁止) kŭmji “divieto”, come ad esempio 주차금지 (駐車禁止) chuch’a kŭmji “divieto di sosta” e 입장금지 (入場禁止) ipchang kŭmji “vietato entrare”. Il divieto di fumare porta la scritta 금연 (禁煙) kŭmyŏn “vietato fumare”. Nelle grandi città e nel villaggio di confine di Panmunjom 판문점 (板門店), dove si trova la baracca in cui avvengono gli incontri dei rappresentanti militari del Sud e del Nord Corea, i divieti sono scritti anche in inglese. Per evitare spiacevoli incidenti, specialmente a Panmunjom, è bene osservarli rigorosamente.

Altra forma per tradurre “siccome, poiché”

La traduzione di “siccome, poiché” (con ~기 때문에) l’abbiamo già vista nella lezione 7. Ora presentiamo un altro modo, molto popolare, per rendere lo stesso concetto: la desinenza ~(으)니까 ~(ŭ)nikka. Questa rappresentazione con una parte della desinenza racchiusa fra parentesi indica, come sempre, che la forma da usare sarà diversa a seconda di come termina la radice verbale. Come al solito, dopo una radice verbale che termini in vocale si userà ~니까, mentre dopo una radice verbale che termini in consonante si userà ~으니까. Esempi: con la radice verbale ~ (andare) si avrà 가니까 kanikka “siccome va”, mentre con la radice verbale ~ (mangiare) si avrà 먹으니까 mŏgŭnikka “Siccome mangia”.

Come tradurre “poter (fare)”

La traduzione del verbo “potere” non è difficile. Alla forma del participio futuro di un verbo (presentato nella lezione 9) si fa seguire la particella su (che indica la possibilità) e poi il verbo 있다 itta per dire che “si può (fare)” [letteralmente che “c’è la possibilità”], oppure 없다 ŏpta per dire che “non si può fare” [letteralmente che “non c’è la possibilità”]. Ad esempio: 갈 수 있어요 kalsu issŏyo “si può andare”, o 갈 수 없어요 kalsu ŏpsŏyo “non si può andare”, oppure 먹을 수 있어요 mŏgŭlsu issŏyo “si può mangiare” o 먹을 수 없어요 mŏgŭlsu ŏpsŏyo “non si può mangiare”. Con questa modalità non viene però specificato chiaramente se è permesso o proibito fare quell’azione.

Per indicare che è permesso fare una certa azione, si usa la forma ~(어/아)도 되다 (ŏ/a)do toeda che letteralmente significa “anche se (fai), va bene”, mentre la proibizione (“non è permesso”) si rende con (으)면 안 되다 (ŭ)myŏn andoeda che letteralmente significa “se (fai) non va bene”. Esempi: 가도 돼요 kado toeyo “è permesso andare” e 가면 안 돼요 kamyŏn andoeyo “non è permesso andare” (“non devi andare”), oppure 먹어도 돼요 mŏgŏdo toeyo “è permesso mangiare” e 먹으면 안 돼요 mŏgŭmyŏn andoeyo “non è permesso mangiare” (“non devi mangiare”). Quest’ultima forma viene usata anche per avvisare una persona della presenza di un eventuale pericolo.


LE FRASI

Nuove frasi

Un avviso cortese

김 선생, 여기 금연인데, 부디 담배 좀 피우지 마세요.

Signor Kim, qui è vietato fumare: la prego, non fumi, per favore!

Un consiglio

저 식당에는 아주 맛있는 불고기를 먹을 수 있습니다.

In quel ristorante si può mangiare un pulgogi davvero gustoso.

Un invito fra fidanzati

당신은 시간 있으면 우리 둘이 같이 극장에 갈 수 있겠어요.

Se tu hai tempo, noi due assieme potremmo andare a teatro.

Un’idea per una vacanza coi bambini

바닷가에 가면 마음대로 많은 모래 장난을 할 수 있겠지오.

Se andiamo alla spiaggia potremo fare a nostro piacimento molti giochi con la sabbia.

Quando è troppo, è troppo

그 개는 항상 짖는데 내가 더 참을 수 없어요. 할 수 없이 개의 주인한테 너무 시끄럽다고 해야 되겠어요.

Quel cane abbaia sempre e io non lo posso più sopportare. Dovrò per forza dire al padrone del cane che fa troppo rumore.


Elenco dei vocaboli della lezione  (62 voci)

Nei glossari dei vocaboli delle varie lezioni, le trascrizioni adottate sono quella McCune-Reischauer (MCR) e quella dell’Alfabeto Fonetico Internazionale (I.P.A.) specifica per il coreano. Cliccando su un carattere cinese evidenziato in blu si aprirà la scheda di quel carattere, se questo fa parte dei 1800 caratteri fondamentali per la scuola media.

coreanocaratt.
cinesi
trascrizionesignificato
MCRI.P.A.
같이kach’i[kaˈʨʰi]insieme
kae[kɛ]cane
[kʌ]cosa, fatto (abbreviazione di )
극장kŭkchang[kɯkˈʧjaŋ]teatro; cinema
금연kŭmyŏn[kɯmˈjʌn]vietato fumare
금지kŭmji[kɯmˈʥi]divieto
kim[kim]Kim (cognome)
~ㄴ데nde[nde]e, ma (desinenza descrittiva dopo sostantivi in vocale)
너무nŏmu[nʌˈmu]troppo
~는데nŭnde[nɯnˈde]desinenza verbale connettiva-sospensiva
~니까nikka[ɲiˈkka]siccome, poiché (dopo vocale)
~다가daga[daˈga](rafforzativo degli avverbi o delle posposizioni di luogo)
당신tangsin[taŋˈɕin]tu; mio caro/mia cara (confidenziale, rispettoso, specialmente fra marito e moglie)
~ㄹ 수 있다l su itta[l su itˈta]poter (fare) (dopo radice in vocale)
레스토랑resŭt’orang[resɯtʰoˈraŋ]ristorante di tipo occidentale
마음maŭm[maˈɯm]animo, mente, spirito
마음대로maŭmdaero[maɯmdɛˈɾo]a proprio piacimento, liberamente
많은manŭn[maˈnɯn]molto, molti
말다malda[malˈda]non (fare); smettere di
mat[mat̚]gusto, sapore
맛있는masinnŭn[maɕinˈnɯn]gustoso, saporito
맛있다masitta[maɕiˈtta]essere gustoso, saporito
~면 안 되다myŏn andoeda[mjʌn andweˈda]non essere permesso, essere proibito (dopo vocale)
모래morae[moˈrɛ]sabbia
모르다morŭda[morɯˈda]non sapere
바다pada[paˈda]mare
바닷가padakka[padaˈkka]spiaggia
부디pudi[puˈdi]per favore; prego
pul[pul]fuoco
불고기pulgogi[pulgoˈgi]carne alla brace
pi[pi]pioggia
~세요/~셔요seyo / syŏyo[seˈjo/ɕjʌˈjo]esortativo gentile (dopo vocale)
su[su]possibilità
시끄럽다sikkŭrŏpta[ɕikkɯɾʌpˈta]essere rumoroso, far rumore
식당siktang[ɕikˈttaŋ]ristorante
~아도 되다ado toeda[ado tweˈda]essere permesso (fare) (dopo vocale chiara)
~아라ara[aˈɾa]imperativo di livello basso dopo vocale chiara
알다alda[alˈda]sapere
~어도 되다ŏdo toeda[ʌdo tweˈda]essere permesso (fare) (dopo vocale scura)
~어라ŏra[ʌˈɾa]imperativo di livello basso dopo vocale scura
없이ŏpsi[ʌpˈɕi]senza
요릿집-yoritchip[joriˈtʨip̚]ristorante coreano, mensa
~으니까ŭnikka[ɯɲiˈkka]siccome, poiché (dopo consonante)
~으면 안 되다ŭmyŏn andoeda[ɯmjʌn andweˈda]non essere permesso, essere proibito (dopo consonante)
~으세요ŭseyo[ɯseˈjo]esortativo gentile (dopo consonante)
~을 수 있다ŭl su itta[ɯl su itˈta]poter (fare) (dopo radice in consonante)
음식점ŭmsikchŏm[ɯmɕikˈʨʌm]trattoria, ristorante economico
~인데inde[inˈde]e, ma (desinenza descrittiva dopo sostantivi in consonante)
입장금지ipchang kŭmji[ipʨaŋ kɯmˈʥi]vietato entrare
장난changnan[ʨaŋˈnan]gioco
주인chuin[ʨuˈin]padrone
주차chuch’a[ʨuˈʨʰa]parcheggio
주차금지chuch’a kŭmji[ʨuʨʰa kɯmˈʥi]divieto di sosta
짖다chitta[ʨiˈtta]abbaiare, ululare
참다ch’amta[ʨʰamˈtta]sopportare
찾다ch’atta[ʨʰaˈtta]cercare
피우다p’iuda[pʰiuˈda]fumare (tabacco)
할 수 없이hal su ŏpsi[halsu ʌpˈɕi]inevitabilmente, per forza
항상hangsang[haŋˈsaŋ]sempre, costantemente

ANALISI

Analisi della frase
김 선생, 여기 금연인데, 부디 담배 좀 피우지 마세요.

Signor Kim, qui è vietato fumare: la prego, non fumi, per favore!

김 선생 Signor Kim
Il cognome Kim è uno dei tre cognomi più diffusi in Corea (gli altri due sono Lee e Park: si veda la pagina sui cognomi). Il carattere cinese corrispondente al nome è , che ha comunemente il significato di “oro, metallo”, nel qual caso, però, si pronuncia kŭm.

여기 금연인데, qui è vietato fumare:
L’avverbio di luogo “qui” (여기) l’abbiamo già visto nella quarta lezione. 금연 kŭmyŏn, invece, è comparso in questa lezione e, come abbiamo visto, significa “Vietato fumare”. Resta da considerare la desinenza 인데 inde. Come si sarà visto dall’elenco dei vocaboli della lezione, questa è una desinenza sospensiva o congiuntiva, che segue i nomi che terminano in consonante e che si può tradurre con “e” o “ma”. Qui, però abbiamo preferito renderlo semplicemente con un due punti.
(In un certo senso, tutte le parti del discorso in coreano sembrano essere coniugabili e questo è uno di quei casi. Noi, naturalmente, in italiano usiamo la copula “è”, che qui potrebbe essere rappresentata dalla radice di 인데.)

부디 담배 좀 la prego, per favore, il tabacco
In questa frase si vede, da parte di chi parla, molta attenzione a non offendere l’interlocutore. Innanzitutto usa l’avverbio 부디 pudi che significa “prego!”, e poi, per smorzare ancor più la richiesta, inserisce chom “un po’, per favore” dopo la parola che significa “tabacco” (담배 tambae). Essendo una frase della lingua parlata, dopo il complemento oggetto (che qui è 담배), non è stata inserita la posposizione dell’accusativo (), che sarebbe invece necessaria se il testo fosse inviato per iscritto in modo più formale.

피우지 마세요 non fumi!
Il verbo 피우다 significa “bruciare, fumare”. La forma radice verbale + 지 말다 è un imperativo negativo, un comando a non fare qualcosa. Per rendere meno duro il comando di smettere di fumare, si è usato l’esortativo gentile formato dalla radice verbale seguita da (으)세요. La radice del verbo 말다 (“non fare, smettere”) quando è seguita da una desinenza perde la finale, per cui, invece di avere qui un ipotetico 말으세요, avremo 마세요.

Analisi della frase
저 식당에는 아주 맛있는 불고기를 먹을 수 있습니다.

In quel ristorante si può mangiare un pulgogi davvero gustoso.

저 식당에는 In quel ristorante
Il termine “ristorante” è in coreano 식당 siktang, una parola sino-coreana che rappresenta la pronuncia coreana dei due caratteri cinesi 食堂.

Altri termini per “ristorante”

In coreano esistono vari termini per indicare i luoghi dove si va a mangiare. I nomi dipendono dal grado di raffinatezza e pulizia del luogo, o anche dalla sua specializzazione e dal prezzo. Oltre a quello indicato sopra, 식당 siktang, si usano molto anche i seguenti nomi: 요릿집 yorichip (料理-) “ristorante coreano, mensa”, 음식점 ŭmsikchŏm (飮食店) “trattoria, ristorante economico” e, di influenza americana, la parola 레스토랑 resŭt’orang “ristorante di tipo occidentale”.

아주 맛있는 불고기를 un pulgogi davvero gustoso
Risalente, si dice, ai tempi in cui i coreani erano nomadi e si spostavano a cavallo, il 불고기 pulgogi (pronuncia all’italiana pulgoghì) è “carne alla brace”. Il significato del termine è quello di “carne al fuoco”, da pul “fuoco” e 고기 kogi “carne”.
Il termine mat significa “gusto, sapore”. Unito al verbo 있다 itta “esserci” forma l’aggettivo coniugabile 맛있다 masitta “gustoso, saporito”. 맛있는 masinnŭn è il participio presente di quell’aggettivo, e quindi significa “(che è) gustoso, saporito”. Completiamo la spiegazione di questo spezzone di frase ricordando che 아주 aju significa “davvero, molto” (l’abbiamo visto alla quarta lezione).

먹을 수 있습니다. si può mangiare
Come rappresentare in coreano la possibilità di fare qualcosa l’abbiamo visto qui sopra, nella parte grammaticale. Questa parte della frase si può tradurre anche con “si ha la possibilità di mangiare”.

Analisi della frase
당신은 시간 있으면 우리 둘이 같이 극장에 갈 수 있겠어요.

Se tu hai tempo, noi due assieme potremmo andare a teatro.

당신은 시간 있으면 Se tu hai tempo,
Il pronome personale 당신 tangsin, che noi traduciamo con “tu”, esprime un rapporto amoroso fra le due persone coinvolte ed è normalmente usato da una coppia di sposi. Rappresenta, quindi, un nostro “tu” confidenziale e nello stesso tempo rispettoso dell’altro, ben diverso dal “tu” usato verso gli inferiori. I dizionari coreano-inglese lo traducono con un “(my) dear” (“mio caro” / “mia cara”).
Il resto (시간 sigan “tempo” e 으면 ŭmyŏn “se”) l’abbiamo già visto nella settima lezione.

우리 둘이 같이 noi due assieme
Il fenomeno da mettere qui in rilievo è la pronuncia di 같이 “insieme”, che non si pronuncia con una t’ aspirata, ma con una affricata aspirata, come se fosse scritto 가치 [kaˈʨʰi] (pronuncia all’italiana: caccì), a causa della “palatalizzazione” della seguita dalla . Il resto dello spezzone di frase (우리 uri “noi”, tul “due” in forma pronominale e i posposizione del soggetto dopo consonante, con il cambiamento della pronuncia della finale della sillaba precedente [tul + i = turi]) non presenta difficoltà.

극장에 갈 수 있겠어요. potremmo andare a teatro/al cinema.
L’unica parola veramente nuova di questa frase è la prima, 극장 kŭkchang “teatro”, che è di origine cinese (劇場). Con questo termine si indica anche il nostro “cinema”. Il resto (la traduzione di “potere”) si può ricavare dallo studio della parte grammaticale di questa lezione. L’uso del condizionale (“potremmo”) nella traduzione italiana non deriva da una forma particolare del coreano (che qui usa il futuro), ma piuttosto da come si esprimebbe un italiano in una circostanza simile.

Analisi della frase
바닷가에 가면 마음대로 많은 모래 장난을 할 수 있겠지오.

Se andiamo alla spiaggia potremo fare a nostro piacimento molti giochi con la sabbia.

바닷가에 가면 Se andiamo alla spiaggia
Il termine 바닷가 padakka “spiaggia” è formato da due parole diverse, 바다 pada “mare” e ka “riva”. Qui si nota come sia stato correttamente usata la lettera , come si usava un tempo per indicare il rapporto di specificazione fra i due termini (riva del mare), che serve a rendere intensiva la pronuncia della di , impedendole di diventare sonora (per rivedere l’approfondimento sulla presenza di questa lettera nel coreano di un tempo si veda la nota nella lezione 7).

마음대로 많은 모래 장난을 a nostro piacimento molti giochi con la sabbia
La parola 마음 maŭm significa “animo, mente, spirito”. ~대로 taero è una posposizione che significa “in accordo con”, per cui 마음대로 maŭmdaero vorrà dire “liberamente, seguendo il proprio istinto” o simili.
I due nomi che seguono l’aggettivo 많은 manŭn “molti”, 모래 morae “sabbia” e 장난 changnan “giochi”, sono in relazione fra loro (“giochi con la sabbia”), ma non così tanto da formare una parola composta secondo la maggior parte dei dizionari consultati. Per cui restano divisi, ma nella pronuncia possono manifestare gli stessi fenomeni visti prima, che comparirebbero se i due termini fossero scritti uniti (come 모랫장난).

할 수 있겠지오. potremo fare.
La possibilità di fare dei giochi con la sabbia viene esposta con un leggero dubbio, grazie alla desinenza ~지오 e al suffisso del futuro . Viene anche coinvolta l’attenzione del bambino, quasi a chiedere il suo parere.

Analisi della frase
그 개는 항상 짖는데 내가 더 참을 수 없어요. 할 수 없이 개의 주인한테 너무 시끄럽다고 해야 되겠어요.

Quel cane abbaia sempre e io non lo posso più sopportare. Dovrò per forza dire al padrone del cane che fa troppo rumore.

그 개는 Quel cane
Il nome kae [], pronuncia antica kai, ricorda da vicino il latino canis, ma probabilmente fra le due parole non vi è alcuna parentela.

항상 sempre; ogni momento; in continuazione
Questo avverbio sino-coreano è la pronuncia dei due caratteri cinesi .

짖는데 abbaia e
L'abbaiare del cane è espresso col verbo 짖다 chitta “abbaiare, latrare, ululare”. La desinenza (~는데) ~nŭnde (che si aggiunge alla radice del verbo) presenta una situazione e lascia momentaneamente in sospeso la frase, facendo presagire che il discorso venga immediatamente ripreso con l’esposizione di una conseguenza.

내가 더 참을 수 없어요. io non lo posso più sopportare.
Il verbo 참다 ch’amta “sopportare” è qui esposto nella modalità negativa della possibilità (~을 수 없다). La presenza del pronome “io (내가) naega come soggetto della frase, mette in rilievo il fatto che le capacità di sopportazione di chi parla sono al limite. La particella “più” assume qui il connotato di “ulteriormente”.

할 수 없이 per forza; inevitabilmente
Questo modo di dire, che si serve dell’avverbio 없이 ŏpsi “senza”, creato con la radice 없~ del verbo 없다 “non esserci” e la desinenza avverbiale ~이 ~i, significa letteralmente “senza la possibilità () di fare”. Si può tradurre in vari modi, con “inevitabilmente”, “per necessità”, o “per forza”, come abbiamo fatto qui.

개의 주인한테 al padrone del cane
Abbiamo appena visto che la parola “cane” è in coreano e sappiamo che ŭi (ma pronunciato comunemente [e]) rappresentra il complemento di specificazione (genitivo). La parola nuova è 주인 che significa “padrone” ed è la pronuncia coreana dei due caratteri cinesi . Infine la posposizione 한테 hant’e, che abbiamo già visto nella quarta lezione, sappiamo che rappresenta il complemento di termine.

너무 시끄럽다고 che è troppo rumoroso
L’avverbio “troppo” viene espresso con 너무 nŏmu che è una parola in puro coreano. L’aggettivo “essere rumoroso” si rende in coreano con 시끄럽다. Qui abbiamo un esempio di discorso indiretto, che per gli aggettivi coniugabili viene reso con l’aggiunta di ~고 dopo la desinenza ~다 del livello di cortesia basso. Il discorso indiretto verrà trattato più ampiamente nella dodicesima lezione.

해야 되겠어요. dovrò dire.
La desinenza ~야 ya aggiunta al verbo e seguita dal verbo 되다 toeda (già vista nella quarta lezione) serve a esprimere il “dover fare qualcosa”. Il verbo 하다 qui usato è una contrazione di 말하다 mal hada [maɾaˈda] “dire”.


Esercizi

Usando i vocaboli forniti in questa lezione e in quelle precedenti, provate a tradurre in coreano le seguenti frasi:

  1. Sono italiano e non conosco bene il coreano.
  2. Al ristorante io ho mangiato pesce, ma mia moglie ha mangiato carne bovina.

Invito alla lettura

A chiusura di questo secondo gruppo di cinque lezioni, invito gli studenti a leggere la pagina Corea - Da regno eremita a potenza industriale dove viene riportata integralmente una conferenza sulla Corea tenuta a Genova nel maggio 2009 dall’autore di queste note.


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© Valerio Anselmo