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Una nota importanteCon questa lezione terminano praticamente le spiegazioni delle principali regole grammaticali del coreano. Nelle tre lezioni che seguiranno (la 13ª, la 14ª e la 15ª), che potranno essere più dilazionate nel tempo, saranno esposti alcuni approfondimenti su certe particolarità della lingua e si insisterà maggiormente sui nuovi vocaboli da memorizzare. Questa, dunque, è l'ultima lezione di tipo tradizionale. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Soluzione degli esercizi della lezione 11La traduzione in coreano delle frasi della volta scorsa è la seguente:
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UN PO’ DI GRAMMATICA | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il livello di cortesia bassoQuesto è un livello di cortesia da usare ad esempio con i bambini, ma può essere usato anche nei racconti scritti. Inoltre è indispensabile per il discorso indiretto. Si è già accennato al fatto che i verbi e gli aggettivi sono elencati nel dizionario in una forma di cortesia bassa, che aggiunge semplicemente la desinenza Il presente indicativo dei verbiNei verbi, invece, il presente indicativo di livello basso si ottiene inserendo, fra la radice e la desinenza L’indicativo passato e futuroIl suffisso Il presente interrogativoL’interrogativo nel livello di cortesia basso utilizza la desinenza finale I verbi irregolari con radice in L’interrogativo passato e futuroIl passato e il futuro interrogativo di verbi e aggettivi in questo livello di cortesia utilizza la desinenza finale Il discorso indirettoIn coreano il discorso indiretto usa il livello di cortesia basso del verbo o aggettivo, retto dalla desinenza Il passivo e il causativo dei verbiPrendendo come esempio il verbo italiano “mangiare”, Il passivo sarà “essere mangiato” e il causativo risulterà invece “far mangiare”. In italiano, dunque, le due forme sono ben distinte fra loro. In coreano, invece, spesso il passivo e il causativo dei verbi hanno un‘unica forma, che può avere l’uno o l’altro dei significati a seconda del contesto. Pochi sono i verbi che hanno forme distinte per i due casi. Uno di questi è quello che abbiamo usato di più finora, esattamente il verbo A mo’ d’esempio, il passivo e il causativo di altri verbi che già conosciamo sono:
Tutti gli esempi forniti in questo prospetto hanno il passivo e il causativo formati allo stesso modo. Come si è accennato prima, pochissimi verbi hanno le due forme distinte con un suffisso diverso, mentre alcuni verbi non possiedono tutte e due le forme, perché nella realtà l’una o l’altra delle forme non viene usata. Inoltre gli aggettivi coniugabili non hanno le forme passive, mentre anche le loro forme causative sono estremamente rare. Verbi e aggettivi regolari e irregolariLa grammatica italiana possiede una nutrita serie di verbi irregolari, mentre nel coreano questi sono molto meno invasivi. Molti dei verbi e aggettivi coniugabili irregolari coreani li abbiamo già trovati nelle precedenti lezioni. L’irregolarità di un verbo o di un aggettivo coniugabile riguarda soprattutto la radice del verbo, che a volte si modifica quando è seguita da una certa desinenza. Qui non si vuol fare una trattazione completa dell’argomento, ma dare semplicemente qualche cenno chiarificatore. D’altronde, dalle frasi che sono state riportate finora nelle precedenti lezioni le eventuali variazioni dalla norma (irregolarità) sono state apprese nell’uso pratico. Qui si darà solo qualche nozione sulle radici che terminano in consonante, visto che nel corso delle lezioni si sono appresi i meccanismi con cui le radici che terminano in vocale si modificano in presenza di una desinenza. Radici regolari in consonanteRadici regolari che terminano in consonante ne abbiamo già viste molte, come ad esempio i verbi Radici irregolari in consonanteRientrano fra le radici irregolari quelle che terminano in
Altre radici che sono invece sempre irregolari sono quelle che terminano in Radici irregolari in vocaleDi radici irregolari che terminano in vocale esiste solo l’ausiliare Qui non si vuole insistere troppo sulle spinose (e poco simpatiche) regole grammaticali perché queste non sono la lingua parlata, ma un distillato effettuato a posteriori sulla stessa. Le poche irregolarità del coreano, in realtà, si imparano automaticamente e senza alcuno sforzo usando la lingua e apprendendola in pratica man mano. Una volta che si sarà imparato a parlare in un coreano passabile, chi vuole potrà poi divertirsi a cercarne le regole grammaticali. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
LE FRASI | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nuove frasi
Il signor Kim dice che il nostro piccolo è molto intelligente.
Il medico ha detto che il papà ieri ha mangiato bene. Tu adesso mangi o non mangi?
Oggi l’insegnante ha detto agli studenti che tutti quanti avevano studiato bene. I soldati hanno abbeverato i cavalli. Da casa fino all’università ho semplicemente camminato.
Io non so se quella donna abbia sentito o no quella notizia. Alla fine la volpe che uccideva le nostre galline è stata presa.
Fra la gente che vive qui, quanti saranno quelli che conoscono tale segreto?
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coreano | caratt. cinesi | trascrizione | significato | |
MCR | I.P.A. | |||
(dire) che (desinenza del discorso indiretto) | ||||
공부 | kongbu | [koŋˈbu] | studio | |
군인 | 軍人 | kunin | [kuˈɲin] | soldato |
그냥 | kŭnyang | [kɯˈɲaŋ] | semplicemente | |
길 | kil | [kil] | strada | |
길다 | kilda | [kilˈda] | essere lungo | |
꼬마 | kkoma | [kkoˈma] | persona piccola; bambino | |
끊다 | kkŭnt’a | [kkɯnˈtʰma] | tagliare | |
~ㄴ다 | nda | [nˈda] | desinenza del presente indicativo dei verbi nel livello basso dopo radice in vocale | |
난 | nan | [nan] | io (abbreviazione di | |
낫다 | natta | [ɲaˈtta] | essere migliore | |
~냐 | nya | [ɲa] | desinenza del presente interrogativo degli aggettivi coniugabili nel livello basso dopo radice in vocale | |
~느냐 | nŭnya | [nɯˈɲa] | desinenza del presente interrogativo dei verbi nel livello basso | |
~는다 | nŭnda | [nɯnˈda] | desinenza del presente indicativo dei verbi nel livello basso dopo radice in consonante | |
~는지 | nŭnji | [nɯnˈʥi] | desinenza connettiva col significato di “(non so) se ~” | |
~다 | ta/da | [ta/da] | desinenza del presente indicativo degli aggettivi coniugabili nel livello basso | |
닭 | tak | [tak] | pollo; pollame | |
~ㄹ까 | lkka | [lˈkka] | desinenza interrogativa dubitativa | |
마을 | maŭl | [maˈɯl] | villaggio | |
머리 | mŏri | [mʌˈɾi] | testa | |
멀다 | mŏlda | [mʌlˈda] | essere lontano | |
모두 | modu | [moˈdu] | tutti | |
비밀 | | pimil | [piˈmil] | segreto |
소식 | 消息 | sosik | [soˈɕik] | notizie |
시골 | sigol | [ɕiˈgol] | campagna | |
쓰다 | ssŭda | [ssɯˈda] | scrivere; usare | |
씻다 | ssitta | [ssiˈtta] | lavare | |
아버님 | abŏnim | [abʌˈɲim] | padre (termine rispettoso) | |
어렵다 | ŏryŏpta | [ʌɾjʌpˈta] | essere difficile | |
얻다 | ŏtta | [ʌtˈta] | ottenere, ricevere | |
여우 | yŏu | [jʌˈu] | volpe | |
연습 | 練習 | yŏnsŭp | [jʌnˈsɯp] | esercizio |
의사 | 醫師 | ŭisa | [ɯiˈsa] | medico, dottore |
이런 | irŏn | [iˈɾʌn] | tale | |
읽다 | ilkta | [ikˈta] | leggere | |
잡다 | chapta | [ʧapˈta] | prendere, catturare; uccidere (animali) | |
좋다 | chot’a | [ʧoˈtʰa] | essere buono | |
중 | 中 | chung | [ʧuŋ] | il centro, in mezzo, fra |
김 선생님은 Il signor Kim
Kim è uno dei principali cognomi usati in Corea.
우리 꼬마가 il nostro piccolo
Il termine 꼬마 è una parola popolare per indicare un bambino piccolo, in casa il più giovane dei figli. Da questo punto inizia il discorso indiretto.
머리가 참 좋다고 è molto intelligente, così
Come abbiamo accennato nella parte dedicata alla grammatica, dire che la testa (머리) è buona (좋다) significa dire che uno è intelligente. La desinenza 고 funziona come una chiusura delle virgolette di quanto si è riferito sotto forma di discorso indiretto. Si può anche tradurre con “così”, come abbiamo fatto qui.
합니다. fa (= dice).
Il verbo 하다 “fare” qui è un’abbreviazione di 말하다 “dire, parlare”.
의사는 Il medico
Il termine sino-coreano 의사 (醫師) significa “dottore, medico”.
아버님께서 il papà (termine rispettoso)아버님 è un termine rispettoso che significa “padre”, mentre ricorderemo che 께서 è la posposizione rispettosa del soggetto. Questa frase è molto rispettosa perché uno dei figli adulti sta parlando di fronte ai propri fratelli delle condizioni di salute del padre che è ricoverato in ospedale. Questa parola è il soggetto della frase riferita come discorso indiretto.
어저께 ieri
La parola 어저께 è un termine popolare con il significato di “ieri” (che normalmente si dice 어제).
진지를 잘 잡수셨다고 ha mangiato bene
I vari termini di questo spezzone di frase sono molto rispettosi. Come si ricorderà, 진지, visto nella lezione 8, è una forma rispettosa equivalente a 밥 “riso, pasto”, mentre 잡수시다 è una forma rispettosa di 먹다 “mangiare”. La desinenza 고 rappresenta la chiusura delle virgolette della frase del discorso indiretto. 잘, visto nella terza lezione, è un avverbio che significa “bene”.
하였습니다. ha fatto (= ha detto)
Questo è il passato del verbo 하다 “fare”, abbreviazione di 말하다 “dire”.
너는 밥을 지금 Tu (il riso bollito) adesso
Tutte e tre queste parole sono già state presentate nelle lezioni precedenti. Si tratta di una frase rivolta a un bambino da un genitore piuttosto contrariato perché il bambino non vuol mangiare.
먹느냐 안 먹느냐? mangi o non mangi?
La forma interrogativa bassa (in ~느냐) non è per niente gentile e manifesta tutto il disappunto del genitore che sbraita contro il figlio.
오늘은 선생님이 Oggi l’insegnante
Il termine 오늘 “oggi” l’abbiamo già visto nella quarta lezione.
학생보고 agli studenti
Il termine 학생 “studente” lo abbiamo visto già nella terza lezione e, sempre nella terza lezione, abbiamo incontrato il verbo 보다 “vedere, guardare”. Qui questo 보고 ha la funzione di posposizione, un po’ come 에게 o 한테, che rappresenta il complemento di termine, o dativo. Qui si potrebbe tradurre con “rivolto a”.
모두 다 tutti quanti
Qui inizia il discorso indiretto. Abbiamo un 모두 che significa “tutti” rinforzato da 다 che ha all’incirca lo stesso significato.
공부 잘 했다고 avete studiato bene, così
Come si ricorderà, 공부하다 è il nostro “studiare”, mentre 잘 è l’avverbio “bene” e 고 chiude il discorso indiretto. Qui l’abbiamo tradotto con “così”.
하셨습니다. ha fatto (= detto).
Forse non ce lo ricordiamo più, ma il passato di 하다 si può ottenere sia con la radice 하였~ che con la radice contratta in 했~ seguita dalla desinenza verbale. L’aggiunta del suffisso 시 (시+었=셨) rende il verbo rispettoso.
군인은 I soldati
La parola 군인 “soldato” è di origine cinese e corrisponde ai due caratteri cinesi 軍人. Il termine poteva significare anche il singolare “soldato”, ma, come si sa, in coreano una parola può indicare il singolare o il plurale e si è preferito il plurale.
말에게 ai cavalli
La parola 말 “cavallo” l’abbiamo già incontrata in una delle prime lezioni e sappiamo che si pronuncia con la vocale breve, ma ricordiamo anche che questa minore lunghezza della vocale (rispetto allo stesso termine con il significato di “parola”, con vocale lunga) non è segnalata nella scrittura, per cui la distinzione nella lingua parlata va scomparendo.
물을 먹였습니다. hanno fatto mangiare (=bere) acqua.
Nella parte dedicata alla grammatica abbiamo visto che 먹이다 è il causativo di 먹다 “mangiare”, per cui ha il significato di “far mangiare”. Naturalmente, non possiamo passare sotto silenzio il fatto che per esprimere l’idea del “bere” si sia usata l’espressione “mangiare acqua”.
집에서 대학까지 Da casa fino all’università
Il termine sino-coreano 대학 equivale al “college” americano (istituto universitario), e quindi un po’ meno importante dell’università (대학교).
그냥 semplicemente
L’avverbio 그냥 non è facile da tradurre. Indica un modo indifferente, una situazione invariata, un’azione non fatta di proposito e va tradotto in base al contesto. Qui abbiamo scelto di tradurlo con “semplicemente”, ma si sarebbe potuto tradurre in altro modo: “così”, “come vedi”, eccetera.
걸었습니다. ho camminato.
Il verbo “camminare” 걷다 è irregolare in quanto la ㄷ finale della radice verbale si trasforma in ㄹ quando la radice è seguita da una desinenza o un suffisso che inizia per vocale. Esempi ne sono: 걸음 passo, camminata, 걸었어요 ho camminato. Allo stesso modo si comporta anche il verbo 듣다 “udire”.
난 Io
È l’abbreviazione di 나는.
그 여자가 quella donna lì
Come si sa, 그 e 저 che noi traduciamo entrambi con “quello”, in realtà esprimono concetti diversi, “codesto” il primo e “quello” il secondo. Qui si è tradotto anche il primo termine 그 con “quello/a”.
저 소식 quella notizia
Il termine sino-coreano 소식 (消息) significa “notizia”.
들었는지 안 들었는지 abbia sentito o non abbia sentito들었~ è la radice al passato di 듣다 “udire, sentire”. Questo è un verbo irregolare che muta la ㄷ finale della radice verbale in ㄹ quando la radice è seguita da una desinenza o un suffisso verbale che inizia per vocale. La desinenza 는지 è connettiva e ha il significato di “(non so) se ~”.
몰라요. non so.
Anche 모르다 “non sapere” è un verbo irregolare, la cui radice 모르~, quando è seguita da una desinenza iniziante per vocale, perde la ㅡ finale, riducendosi da bisillabo a monosillabo (모르 > 몰), e acquista una ㄹ iniziale nella sillaba successiva (ㄹ + 아요 = 라요). Da notare che la vocale eufonica (어 / 아) della desinenza non viene influenzata dal fatto che la vocale finale ㅡ della radice originale sia scura, ma dal fatto che la vocale del monosillabo restante dopo la riduzione sia chiara (ㅗ). Cioè, non avviene la sequenza 모르 + 어 = 몰러, ma 몰 + 아 = 몰라.
마지막으로 Alla fine
Questo è un termine già visto nella lezione 9.
우리 닭을 i nostri polli닭 indica il pollame in generale. Per distinguere i generi si usano i prefissi 수 per i maschi (il gallo è 수탉) e 암 per le femmine (la gallina è 암탉). Questo è il complemento oggetto della frase relativa.
잡던 여우가 la volpe che uccideva
Qui abbiamo il soggetto e il verbo della frase relativa (“la volpe che uccideva i nostri polli”). Il verbo 잡다 ha il significato principale di “prendere, afferrare”, ma nel linguaggio parlato viene normalmente usato anche per esprimere l’azione di “uccidere un animale”. La desinenza 던 esprime il participio passato imperfetto, azione esercitata dalla volpe (여우) che uccideva le galline.
잡혔어요. è stata presa.
Ed ecco la conclusione. Finalmente abbiamo un passivo (잡히다 “essere preso”) al passato, dove la volpe riceve la giusta punizione.
여기서 사는 사람 중 Fra la gente che vive qui,여기서 “qui” sta per 여기에서. Si usa la posposizione 에서 dell’azione in luogo perché vivere è considerato un’azione. “Vivere” (살다) è un verbo irregolare la cui radice perde la ㄹ in certi casi, come davanti alla desinenza del participio presente 는 (살+는=사는).중 è un’abbreviazione di 중에서는 che significa “fra”, e il senso viene dato a questa espressione dal carattere cinese 중 (中) che significa “centro”.
이런 비밀 un tale segreto
La prima parola, 이런 significa “questo tipo di”, “tale”. Il termine sino-coreano che segue, 비밀 秘密, significa “segreto” ed è l’oggetto del verbo che segue.
아는 사람이 quelli che conoscono
Il termine 아는 è il participio presente del verbo irregolare 알다 “conoscere”, per la perdita della ㄹ finale della radice davanti alla desinenza 는. Altro verbo simile è 살다 “vivere”, che al participio presente fa 사는 “vivente, che vive”.
몇 명일까. quanti saranno?
Nella quinta lezione abbiamo visto che l’aggettivo interrogativo 몇 significa “quanto?, quanti?” e che 명 è un classificatore che vuol dire “nome” e che viene usato per contare le persone. 일까 è formato dalla radice 이 della copula (이다) seguita da una desinenza interrogativa dubitativa ~ㄹ까 che ha un livello di cortesia piuttosto basso, da usare con i familiari o parlando con se stessi. Si tenga presente che 몇 명 si pronuncia come se fosse scritto 몀명.
In queste “Situazioni” le frasi esposte non sono accompagnate dalla pronuncia, né da spiegazioni troppo approfondite. Il significato dei vocaboli nuovi è riportato sotto le singole situazioni e nel glossario generale, mentre le particolarità di interpretazione, se necessarie, sono aggiunte fra parentesi accanto alla traduzione.
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© Valerio Anselmo