Lee Ae-joo
Una maestra di danza tradizionale coreana

Nota: Cliccando su un carattere cinese studiato nelle scuole medie ne viene visualizzata la scheda.


L

ee Ae-joo ha dedicato tutta la sua carriera di danzatrice a esprimere le gioie e i dolori della gente. Soprattutto è un'appassionata danzatrice che ha sperimentato personalmente gli alti e i bassi della storia moderna della Corea, mentre, come un crociato, ha cercato per tutta la vita di promuovere la danza tradizionale della Corea.

Il 29 giugno 1987 nello spiazzo chiamato Piazza dell'Acropoli dell'Università Nazionale di Seul gli studenti si erano andati costantemente radunando a partire da mezzogiorno per partecipare alla cerimonia scolastica della “Marcia della pace del 29 giugno”. Si sapeva che certi professori avevano contribuito a organizzare l'esecuzione di una danza antigovernativa a sostegno degli studenti. Effettivamente, l'atmosfera non poteva essere più tesa per l'aspettativa di questo evento. Poi, una piccola donna, dotata di un grande carisma, apparve sul palco e cominciò a danzare.

A ravvivare le fiamme della democrazia

L'atto di apertura era intitolato “Il seme”, un'introduzione alla vita, mentre il secondo e il terzo atto avevano come titolo “L'acqua” e “Il fuoco”, e rappresentavano un aspro scontro fra le spietate forze della morte e la popolazione rurale. L'atto finale era chiamato “Il fiore della speranza” ed era una supplica per la resurrezione. L'intera rappresentazione, intitolata “Benvenuto al vento” (바람마지 춤판), era eseguita dalla professoressa Lee Ae-joo.

Lee ricorda quel giorno in questo modo: “I rapidi passi degli studenti che erano venuti per prender parte alla Marcia della pace e le bandiere sventolanti erano come squilli di tromba che avvisassero dell'avvicinarsi del nemico. Questo mi diede energia. Come mi preparavo a eseguire i primi passi, potevo a stento credere ai movimenti del mio corpo. Quando lanciavo il mio piede in aria verso il cielo, l'intero mio corpo sembrava galleggiare verso l'alto.

Era un movimento libero e naturale e io semplicemente danzai e danzai esprimendo tutto il mio sentimento. Quando terminai, gli studenti applaudirono e gridarono, e poi si riversarono nelle strade. Quando vidi le mie foto sui giornali il giorno dopo, fui sbalordita. Non avevo mai visto una tale fotografia di danza, o piuttosto un tale movimento di danza. Il corpo che si stendeva ad arco verso il cielo, i pugni stretti, le gambe che saltavano liberamente, il movimento coordinato di mani e piedi, che è una caratteristica della danza coreana, sembravano riprodurre la forma della penisola coreana. Il mio corpo stava disegnando la forma del nostro paese!”

Questa fotografia di Lee fu pubblicata dalla stampa estera. Era un'immagine storica che suscitò interesse nel mondo a proposito della lotta della Corea per la democrazia. In quel contesto servì a portare avanti di un altro passo la democrazia nel nostro paese. La lotta per la democrazia si era accesa quando lo studente Park Jong-cheol dell'Università nazionale di Seul morì dopo essere stato picchiato e torturato durante un interrogatorio della polizia. La lotta poi si intensificò il 9 giugno quando lo studente Lee Han-yeol dell'Università Yonsei morì dopo essere stato colpito da un contenitore di gas lacrimogeno lanciato dalla polizia anti-sommossa che cercava di reprimere una dimostrazione antigovernativa a cui partecipavano circa mille studenti di fronte all'Università Yonsei. In seguito una folla di un milione di cittadini si radunò di fronte al Municipio, guidati dalla danzatrice Lee Ae-joo.

Maestra di danza tradizionale

Qual è la fonte della sconfinata energia di Lee? Per prima cosa può essere utile riconsiderare la sua lunga carriera come danzatrice. Nata nel 1947 a Pongsan (Bongsan) nella regione Hwanghae-do, Lee cominciò a studiare danza all'età di sette anni. Mentre studiava sotto la guida di Kim Bo-nam (1911-1964) del Centro nazionale per le arti tradizionali coreane dello spettacolo, Lee incontrò nel 1969 Han Yeong-sook (1920-1989), i cui insegnamenti le permisero di impossessarsi completamente della danza delle monache buddiste, chiamata sŭngmu (seungmu 승무 ). Han era la pronipote di Han Seong-jun (1875-1941), una maestra di pansori che si era dedicata alla promozione delle danze e dei canti tradizionali coreani come forme d'arte dello spettacolo.

Lee Ae-joo è una maestra del sŭngmu, una danza da solista
radicata nella cultura buddista. Si dice che questa danza sia
quella che esprime meglio l'essenza della “immobilità del
movimento”, una caratteristica peculiare della danza coreana.

La maggior parte delle persone pensano che la sŭngmu sia una danza eseguita dalle monache buddiste durante le cerimonie religiose, ma ciò non è del tutto vero. Era anche una danza che veniva effettuata come solista durante i banchetti non religiosi e i festeggiamenti da una danzatrice che indossava un fluente abito buddista bianco con maniche estese, una sciarpa rossa e un copricapo bianco di forma conica.

Pur avendo le sue radici nella danza buddista, così come nelle arti popolari fra cui la danza delle maschere, la musica contadina e la danza dei nobili prodighi (hallyangmu 한량무 ), si sviluppò attraverso esecuzioni private. Le rappresentazioni pubbliche del sŭngmu furono effettuate alla fine del periodo Chosŏn (1392-1910), in gran parte grazie agli sforzi di Han Seong-jun. La danza comprende una varietà di versioni regionali, la prima delle quali a essere designata Importante patrimonio culturale intangibile fu quella di Kyŏnggi-Ch'ungch'ŏng, sviluppata da Han. L'onore di titolare del sŭngmu fu conferito a Lee Ae-joo il 31 dicembre 1996 dalla pronipote di Han, Han Yeong-sook.

Il sŭngmu inizia lentamente, con dei movimenti quasi impercettibili della danzatrice. Poi, una delle bianche e lunghe maniche (hansam) viene improvvisamente distesa, a formare delle increspature nell'aria. Questo è seguito dal battere melodioso di alcuni colpi sul tamburo verticale, che si sviluppa quindi in un ritmo più rapido di sei quarti. Ad un ritmo ipnotico di quattro colpi per battuta, ella esegue poi una serie di movimenti che fluiscono in modo aggraziato l'un nell'altro. Tira fuori le mani dalle maniche per battere il tamburo, dapprima lentamente, poi in modo più deciso, dando luogo a un crescendo e tornando poi al ritmo di quattro quarti, finché alla fine le maniche vengono drammaticamente distese.

Superare le avversità

Il fatto che Lee Ae-joo sia stata insignita, come Importante patrimonio culturale intangibile, del titolo di maestra del sŭngmu che richiede una tecnica straordinaria, riflette la perfezione da lei raggiunta nell'arte della danza.

Ma, altrettanto importante, la danza di Lee si intreccia con il suo desiderio di alleviare le oppressioni della società. A causa di questo, dopo essersi diplomata alla Facoltà di Educazione fisica dell'Università nazionale di Seul, l'anno seguente si iscrisse alla Facoltà di Lingua e letteratura coreana. Il suo scopo originale era quello di studiare danza da una prospettiva più accademica, ma questa Facoltà era anche il luogo dove i capi del movimento degli studenti per la democrazia attraverso l'arte si riunivano. Questi erano Kim Ji-ha, Chae Hee-wan, Kim Min-gi e Lim Chin-tack (cognato di Lee). Lee insegnò danza coreana a questo gruppo, che a sua volta insegnò a lei i principi fondamentali dell'ideologia del popolo (minjung).

Lee cercò anche in modo appassionato di perfezionare le tecniche e lo spirito del salp'urich'um (salpurichum 살푸리춤) (danza popolare degli esorcisti) che Han Seong-jun aveva raffinato. Il salp'urich'um, una danza per consolare gli spiriti dei defunti e per celebrare i viventi, è molto basata sull'improvvisazione. Come tale, è sottoposta a un costante cambiamento, a seconda del tempo e del luogo, mentre cerca di risvegliare nel popolo la coscienza della propria esistenza. Nel 1974 i suoi sforzi furono messi in luce in un'esibizione chiamata “Un palco per la danza di Lee Ae-joo”.

A causa del suo attivismo come studentessa, Lee fu costantemente sotto sorveglianza da parte del governo militare, il cui scopo principale era di far progredire l'industrializzazione della Corea.

Questo la portò a partire per gli Stati Uniti nel 1978. Nel corso dei suoi quattro anni a New York, fece i lavori più disparati, come addetta in un supermercato e come venditrice ambulante. Ma mantenne integro il suo desiderio di imparare e si iscrisse a un corso di dottorato (Ph.D.) all'Università di New York, e studiò perfino danza moderna sotto la guida di Martha Graham.

La danza T'aep'yŏngmu (taepyeongmu) richiede il più preciso
movimento dei piedi di tutte le danze coreane. Le mosse
sono eleganti e graziose, ma anche molto irreggimentate.

“Dal lavoro 'Release and Contraction' (rilascio e contrazione) di Martha Graham ho imparato che il metodo di respiro che usavano i danzatori era una tecnica asiatica.”, nota Lee. “Una volta che mi sono resa conto di questo, pensai che, piuttosto che imparare da qualcun altro e con un metodo diverso quello che già conoscevo, avrei fatto meglio ad approfondire ulteriormente la mia danza delle monache buddiste (sŭngmu). Cominciai a insegnare questa danza alle studentesse coreane e ad alcune americane, allorché mi fu offerto un posto da professore all'Università nazionale di Seul. Così nel 1982 tornai a casa.”

Alla ricerca di una società equa

È sorprendente che Lee abbia ricevuto tale offerta sotto il governo di Chun Doo-hwan, che successe alla dittatura militare di Park Chung Hee. Indubbiamente, questo fu una conferma della sua acclamata maestria nell'arte della danza coreana. Mentre istruiva diligentemente i propri studenti all'Università Nazionale di Seul, di idee conservative, si unì a un movimento che aveva come scopo la promozione della cultura popolare. Ciò portò alle sue esecuzioni del “Nanumgut 나눔굿”, che mirava a una società in cui si sostenesse una distribuzione equa delle ricchezze, e del “Torajikkot (Dorajikkot 도라지꼿)” che illustrava le sofferenze delle “donne di conforto” della Corea, che erano forzate dal Giappone imperialista a servire da schiave del sesso per le proprie truppe. In seguito, la sua presentazione della danza chiamata “Parammajich'um (Barammajichum 바람마지춤)” segnò nel 1987 il culmine di questo processo.

Lee spiega che nella danza “Parammajich'um” il vento (param) ha un duplice significato. Si riferisce alla resistenza di fronte a un vento impetuoso che può causare distruzioni, e anche scendere in piazza dietro al vento che si leva, con il potere di rianimare gli oppressi e perfino di far rivivere i morti.

Mentre si immergeva nella ricerca di modi per esprimere questi sentimenti, Lee a volte bruciava di passione e piangeva anche per quelli che soffrivano a causa delle ingiustizie. Nel 1987, quando Lee accettò un posto all'interno del partito Minjung, che nominò Paik Ki-wan come proprio candidato nell'elezione presidenziale, ella fu presa di mira da molti che si chiedevano quali fossero le sue vere intenzioni politiche. Ma, con il partito Minjung, che aveva poche speranze di vincere le elezioni, le azioni di Lee potevano essere interpretate come una protesta simbolica contro i regimi autoritari di allora.

Origine della danza coreana

Per qualche tempo dopo di allora, Lee sembrò scomparire dalla vista del pubblico. Tuttavia, questo non significò che avesse cessato di danzare. Fece un'esecuzione in Giappone nel 1988 ad una conferenza internazionale che chiedeva l'eliminazione delle armi nucleari; presenziò al Festival del folclore asiatico nel 1995 e al primo Festival del folclore mondiale tenuto in Olanda nel 1996. Ogni anno, a partire dagli anni 1990 ha presentato un concerto commemorativo in onore della sua maestra Han Yeong-sook, comparendo anche in altre esecuzioni. Durante tutto questo tempo continuò a fare ricerche sull'origine della danza coreana, che ella pensa di aver alfine trovato nel yŏnggamudo (yeonggamudo 영가무도 ), ovvero nel canto e nella danza.

Kŏmmu (geommu) è una danza delle spade in onore
dello spirito di un guerriero, danza che ironicamente
enfatizza il pacifico fluire dei movimenti.

“Il yŏnggamudo comprende salmodie, canti, danze e salti, che cercano di raggiungere uno stato in cui il cielo, la terra e gli esseri umani possono diventare una cosa sola”, dice Lee. “Soltanto quando gli esseri umani e la natura sono in armonia, le leggi della natura si possono rivelare chiaramente nei suoni e nei movimenti degli esseri umani. Anche se non ci sono regole artificiali per il canto e la danza, esiste un certo ordine e metodo, come i cinque suoni basilari, ŭm (), a (), ŏ (), i () e u (). Questi suoni corrispondono ai cinque principali organi del corpo, e quando vengono eseguiti assieme come grani di un rosario e alzati e abbassati, oppure piegati e poi raddrizzati, diventano un canto.”

La danza è un movimento naturale del corpo al ritmo del canto. Come tale, se i suoni sono lunghi, il corpo si abbandona, ma quando i suoni prendono velocità per formare le frasi di un ritmo, il corpo si anima, cammina qua e là facendo movimenti. Man mano che la danza diventa più veloce, quando il movimento del corpo e la musica raggiungono un picco, l'esecutore crolla al suolo, mentre una melodia calmante segnala un ritorno all'inizio. E in tal modo il corpo e la mente vengono ripuliti e rivitalizzati. Di conseguenza, Lee considera il yŏnggamudo una forma di meditazione. Nel mese di aprile del 2005 Lee fece in un giro in sei importanti università degli Stati Uniti per presentare lezioni sulla cultura coreana, assieme a dimostrazioni pratiche. Ad ogni sessione l'uditorio mostrò un vivo interesse per il yŏnggamudo e il salp'uri (salpuri 살풀이 ~~).

Nel mese di febbraio del 2006, con la sponsorizzazione del Centro per gli studi coreani dell'Università della California a Berkeley, Lee ha messo in scena un evento intitolato “Danza e storie di Lee Ae-joo”. Basato sul tema “La danza tradizionale coreana: penetrare 10.000 anni di storia col movimento dell'animo”, lo scopo della rappresentazione era quello di dimostrare la “nullità” della danza, presentando i movimenti di un asceta che integra mente, corpo e respiro per raggiungere uno stato di illuminazione come essere meditante. La rappresentazione iniziava con il yŏnggamudo, e poi, con movimenti eleganti, poneva le fondamenta per una danza rituale, per la danza delle spade, per il salp'uri, per il t'aep'yŏngmu (taepyeongmu 태평무 , una danza popolare), il sŭngmu e infine il parach'um (barachum 바라춤, o danza dei cimbali). Qui ha rivelato i risultati del suo lavoro di ricerca sulle pitture murali della tomba Muyongch'ong (Muyongchong 무용총 踊塚, o Tomba dei danzatori) del periodo Koguryŏ (Goguryeo).


Tratto da “Lee Ae-joo - Master of Korean Dance with a Public Consciousness”, in Koreana, vol.21, n.1, primavera 2007. Testo originale di Kim Moon-hwan, professore di Estetica presso la Seoul National University, fotografie di Lee Eun-joo. Pubblicato con autorizzazione della Korea Foundation, che si riserva il copyright sull'intero contenuto della rivista. Riferimento: Koreana.

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© Valerio Anselmo